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Autore: NerdiaInArkham    01/08/2015    2 recensioni
I confini tra i loro mondi si stanno indebolendo grazie a un nuovo pericolo oscuro che incombe.
I personaggi che abbiamo visto solo in libri, film, serie TV, fumetti, e che credevamo solo frutto della fantasia si rivelano più veri che mai, e ora dovranno combattere uniti e sconfiggere tutte le loro paure, perché il pericolo più grande di sempre è alto sulle loro vite.
La paura è la chiave.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Charlie fa da guida ai Cacciatori e alla Cacciatrice



Perché Castiel prendeva tutto alla lettera? E perché Charlie lo assecondava?

  Dean tagliò un pezzo della crostata di mele col dorso della forchetta. «Quindi, ripetimi un po’…»

  Charlie alzò gli occhi dal computer portatile. «Ti ho già spiegato dove è andato Castiel.»

   «Mi spieghi come sia possibile?» Dean si infilò un altro pezzo di crostata in bocca. «Cazzo, sono personaggi di fantasia. Li hai visti in tv.»

  Suo fratello gli rifilò un’occhiata accigliata. «Tecnicamente Harry Potter è un libro.» affermò.

   «E poi questa storia di andare a chiamare un altro cacciatore» li ignorò Dean,e continuò a parlare a bocca piena. «Per caso Cas dubita di noi?»

   «Andiamo, Dean!» esclamò Charlie, passando il computer a Sam. «Non fare il coglione. Ha detto così perché crede che abbiamo bisogno di aiuto, e non ha neanche sbagliato.»

  Dean continuò imperterrito a ruminare la sua crostata. «Ma questa storia degli altri mondi...»

  Charlie parve offendersi. «Credevi che esistesse Oz prima che ci andassi io?»

  «Be’, no, ma è un’altra storia. Cazzo, quello si è messo a cercare Harry Potter.»

  «Dean, se non è ancora tornato vuol dire che probabilmente la sua missione non è così impossibile.» disse Sam, senza staccare gli occhi dal PC e con una certa allegria nella voce, come se ci sperasse davvero.

  «O forse si è ritrovato in uno strip club e sta cercando di far convertire le lap-dancer.» Dean si alzò dal tavolo mettendo in bocca l’ultimo pezzo di crostata e dirigendosi verso il cestino, accanto alla porta di legno del motel. «Può essere tutto.»

  «Anche che le anime scompaiano dall’Inferno.» aggiunse Charlie, con un sorrisetto soddisfatto, accomodandosi meglio sul divano molle, accanto a Sam, sfogliando distrattamente la sua copia di Lo Hobbit per l’ennesima volta. «Ehi, quindi potrebbe esserci la Terra di Mezzo, da qualche parte.»

  «Non usare la logica con me, ragazzina.» Dean le puntò il dito contro.

  Charlie non gli rispose, era troppo impegnata a leggere per l’ennesima volta qualche pagina, Sam era intento a ricercare chissà cosa da quel portatile.

  Crowley aveva fatto irruzione nella stanza non più di tre quarti d’ora prima, con il suo classico “Salve, ragazzi” all’improvviso, e aveva cominciato a inveire contro Castiel chiedendogli tutto ciò che sapesse riguardo alla scomparsa delle anime dall’Inferno.

  Inutile dire che Dean non sapesse neanche quello di cui stesse parlando. Fino a poco prima pensava di averle viste tutte.

  Crowley allora prese un caffè (lo rubò a Sam, fregandosi anche la tazza con il logo del motel stampato sopra) e, con calma, spiegò che qualcosa stava facendo in modo che gradualmente ogni anima dell’Inferno tornasse da dove era venuta. E indovina-te? Succedeva anche in altri inferni.

  Dean fu abbastanza scioccato dallo scoprire che l’Inferno era collegato con un altro tipo di aldilà: il Tartaro, l’inferno degli antichi greci. E chissà quanti altri. Ma in quel momento Crowley parlò solo del Tartaro, del fatto che fosse andato a parlare con il capo lì e che voleva sapere se anche in Paradiso stesse succedendo la stessa cosa, perché anche dai Campi Elisi (la versione greca del Paradiso, a quanto capì Dean) le anime facevano ciao e che, ovviamente, non stava urlando in faccia a Castiel, ma gli stava semplicemente chiedendo se sapesse qualcosa della situazione del Paradiso.

  Insomma, quando Crowley capì che Cas era, come lo aveva definito Dean, più inutile di un bambino in un trench, levò le tende con un “Alce, Scoiattolo, buon proseguimento”.

  Ma, ovviamente, quando gli saltava in mente di venire fuori? Per una volta che Charlie era con loro. E lei si mise a parlare con Castiel e a farsi mille film mentali.

  Se c’è il Tartaro, diceva, che non è l’aldilà di questo mondo, vuol dire che ci sono altri mondi, no?

  Castiel si limitava ad annuire.

  Ma è ovvio!, continuava a dire, facendo avanti e indietro sul pavimento già di per sé consumato, Sai che vuol dire? Eh? EH?

   Spesso quella ragazza faceva davvero paura.

  Insomma, per farla breve, Charlie trascinò Castiel nella sua spirale di follia nerd, per poi farlo uscire solo dopo avergli fatto il lavaggio del cervello.

  Da inutile bambino in trench Cas era passato alla modalità Salvare il mondo. Per cui, di punto in bianco ci dice qualcosa come “Vado a cercare personaggi immaginari per salvare i mondi immaginari dei lepricani, delle fate che Dean ha cotto nel microonde e dei My Little Pony, perché me lo ha detto Charlie, e perché . Ah, e dato che sono un angelo responsabile, paranoico e iperprotettivo vi chiamo un altro cacciatore per pararvi le beneamate chiappe nel caso voi decidiate di toppare giusto questa volta.”

  Qualcosa che faceva molto male interruppe bruscamente i pensieri di Dean.

  Sentì suo fratello e Charlie che urlavano il suo nome, la porta dietro di sé che si spalancava, poi qualcosa che lo colpiva alla schiena e il pavimento che aveva deciso di dargli un bacio, quasi rompendogli il setto nasale.

  Mentre era ancora confuso dall’improvviso affetto del parquet, qualcuno, qualcosa lo prese per le spalle e lo rivoltò come una bambola. Quando spalancò gli occhi, Dean si trovò davanti una ragazza.

  Con in mano un paletto, ma una ragazza. Bionda, con un’espressione dura in volta e gli occhi marroni accigliati.

  «Ma che ca-...»

  «E tu...» disse lei premendogli un braccio sul petto. «Saresti uno dei migliori cacciatori di demoni al mondo?»

  Balzò in piedi e guardò Dean dall’alto in basso, incrociando le braccia al petto, sulla canottiera bianca. «Quell’angelo deve essere davvero innamorato di te.»

  «Aspetta, aspetta... che?» farfugliò Sam, che teneva tra le mani il suo computer come se fosse stata l’unica cosa che valeva la pena salvare in caso di catastrofe.

  Charlie gli tirò una gomitata alle costole. «Oh, andiamo Sam!»

  «Ehi, ehi» gracchiò Dean alzandosi goffamente dal pavimento. «Sembra che l’unico che si sia perso un passaggio qui sono io.» si voltò verso la ragazza, che lo stava ancora squadrando con una certa aria di sfida. « E tu chi sei?»

  «Oh, andiamo Dean!» esclamò Charlie, «Tutti sanno chi è! È morta e risorta almeno due volte, ha evitato l’Apocalisse almeno quanto voi! È la Cacciatrice!»

  «Ha- ha. Molto divertente.» Dean si sforzò di ridacchiare guardando l’amica. «La “Cacciatrice”? Sul serio? E che cosa dovresti essere, una specie di prescelta o roba simile?»

  «Ovviamente.» annuì la bionda, tenendo sempre stretto tra le dita sottili il paletto. «Sono Buffy, la prescelta della mia generazione. Sono io quella che si è gettata nel portale di Gloria per evitarvi la prima Apocalisse degli anni ‘90.»

  «Oh, andiamo ragazzina! Tu? A chi vuoi darla a bere? Potresti essere mia sorella minore, quanto sei alta, 1 e 20?»

  «Ehi.»

  «Scusa, Sam.»

  «Dean, a prescindere dalla statura, sul serio...» intervenne Charlie. «È davvero la Cacciatrice. Sai, quella con l’Osservatore... nata con una missione... allenata per portarla a termine fino alla morte...»

  A quel punto la interruppe un’occhiata sbilenca della ragazza, della “Cacciatrice”, Buffy.

  «Beh...» intervenne Sam, grattandosi  distrattamente la nuca. «Effettivamente ho letto qualcosa in proposito una delle tante volte in cui tu e papà mi avete lasciato in motel.» guardò Buffy, cominciando a gesticolare. «Un buco enorme... dove prima sorgeva una cittadina... come si chiamava?»

  «Sunnydale.» rispose gelida Buffy, stringendo convulsamente le dita contro quel benedetto paletto, fino a rendere le sue nocche pallide, come se Sam avesse toccato un tasto dolente, pieno di ricordi che la Cacciatrice non voleva rievocare. «Ah, ora ho capito.» disse riprendendosi subito dall’attimo di smarrimento, e indicò Sam, voltandosi però verso Dean. «Lui è quello intelligente.»

   Sam ridacchiò.

  «Ma ora spiegatemi come sapete tutto questo sul mio conto.» disse Buffy, e Charlie fece un balzo verso di lei. «Perché io ti ho seguito si dalla prima puntata! Eri fantastica! Assolutamente fantastica!» esclamò, con gli occhi che le brillavano.

  «Puntata?»

  «Me lo faresti un autografo?»

  Proprio in quel momento, Dean sentì un paio di ali sbattere, ed ecco Castiel, in piedi davanti a loro, con un impercettibile sorriso. «Vedo che la Cacciatrice è giunta prima di me.»

  «Sì,» disse Buffy, «dai Winchester. “Due dei cacciatori più forti del mondo”.»

  Castiel si voltò verso Charlie. «Ho fatto come mi hai detto, Charlie, ho incontrato il signor Potter.»

  Charlie saltò da una parte all’altra della stanza come se avesse le molle sotto le scarpe. «DAVVERO? CHE TI HA DETTO? CHE VI SIETE DETTI?»

  «Gli ho dato il tuo numero e l’indirizzo dell’investigatore che mi hai detto.» rispose pacatamente Castiel. A destra di Dean, Buffy si grattò la testa.

  «OH MIO DIO, HARRY POTTER HA IL MIO NUMERO?»

  «Charlie» Sam tossì. «Calmati, abbiamo del lavoro da fare. Ecco perché Buffy è qui.»

  «E non ricordarmelo!» squittì lei. «Potrei ricominciare.»

  «Cazzo, no!» intervenne Dean, e si rivolse a Castiel. «Piuttosto, hai capito dove dobbiamo andare per saperne qualcosa, di questa storia?»

  «Sì» rispose Castiel, e cacciò un foglietto piegato in quattro dalla tasca dei pantaloni. «Una cittadina, nel Maine. Credo che siano abbastanza esperti riguardo questi eventi.» spiegò il foglio, e lesse. «Dobbiamo recarci a Storybrooke.»

  «Ha detto Storybrooke!, esclamò Charlie, passandosi una mano tra i capelli rossi.

  Dean preferì non farle alcuna domanda. «Okay, partiamo subito, allora.»

  «Direi che è una buona idea.» approvò Buffy.

  «Aspettate, però.» li fermò Castiel. «La città è circondata da un...»

  «Un sortilegio, che per anni ha impedito agli abitanti di uscire.» disse Charlie, con un largo sorriso.

  «Esatto.» mormorò l’angelo, rimettendosi il foglietto nella tasca dei pantaloni.

  «E sei abbastanza informata su questo posto?» intervenne Sam con aria titubante.

  «Scherzi? Potrei dirti dove si trova, chi ci abita e tutte le puntate a memoria,. stronzetto.»

  «Puntate?» mormorò Buffy, grattandosi la nuca.

  «Sì, beh, non ti preoccupare.» la rassicurò Dean. «Ci farai l’abitudine.»

  Quindi non restava loro che partire.

  Dean uscì, seguito dagli altri. «E Castiel, tu viaggi con noi, niente teletrasporto e roba del genere. E ovviamente di siedi dietro.»

  Accarezzò il cofano della sua Impala, come per avvisarla che sarà un lungo viaggio, dal Kansas al Maine, e che avevano appena accettato un caso veramente grosso stavolta.

  «Allora, queste sono le regole.» disse voltandosi indietro, una volta seduto al volante. Sembrava una strana gita di famiglia, Castiel sulla sinistra, seduto composto e rigido come suo solito. Sarebbe rimasto così per tutto il viaggio e lo sapeva benissimo. Buffy a destra, con il volto già puntato contro il finestrino, a scrutare chissà cosa oltre il vetro. Charlie in mezzo, con un sorriso allegro da bambina sul volto e un bagaglio vecchio e scucito pieno di scritte e citazioni di chissà quali libri. «Niente cibo, niente oggetti affilati, non vi azzardate a procurare danni permanenti alla mia bambina, niente cani.» poi posò lo sguardo sui borsoni che Buffy e Charlie avevano sulle gambe. «Una di voi due soffre di mal d’auto, per caso?»

  Charlie alzò titubante la mano. «Quando ero piccola vomitavo sempre, ma sono secoli che non faccio una gita in auto.»

  «Questa non è una gita,» disse Castiel. «è una missione.»

  «Vale lo stesso.» si affrettò a precisare Dean. «Tieniti quel borsone davanti, e se per caso non resisti avvisi, devi assolutamente avvisare, intesi, ragazzina?»

  Lei annuì. «Ma ora ti muovi a partire, stronzetto? Da quando temporeggi così tanto?»

  Sam ridacchiò, e  Dean mise in moto.

  Cinque minuti dopo, fu Charlie a parlare.

  «Qualcuno conosce qualche bel passatempo da viaggio?»

   
 
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