Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: VanillaMilk95    01/08/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se i personaggi di Frozen vivessero ai nostri giorni?
Se Anna da sola dovesse prendersi cura di Elsa in quei anni bui della sua infanzia?
Se la storia che conoscevate alla fine fosse stravolta?
Anna continuerebbe nel nostro mondo reale a trovare il modo di salvare sua sorella?
Mi chiamo Anna e come ogni storia tutto iniziò quando nacqui. I miei genitori furono meravigliosi fino a quando scomparirono dalla mia vita, senza un come né un perché. Dovetti arrangiarmi con le mie proprie forze, e la mia vita stava andando come avevo programmato, fino a quando una parte importante della mia vita non ricomparve, stravolgendo ogni cosa. Ma quel qualcosa, alla fine, mi accorsi di rivolerlo ad ogni costo, insieme a mia sorella.
Ma prima di riaverla dovetti spalancare l'ultima porta; Con la frase di mio padre " Anche un fiore dopo una tempesta può tornare a sbocciare"
PS: spero vi piaccia, un saluto da "Luna the night_light"
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Facciamo un pupazzo di neve?
Una frase che aveva cambiato la mia vita, La mia complicata e bizzarra vita che incominciò in un fiordo dimenticato in Norvegia.
Mio padre mi disse che qualche  giorno prima  che nascessi, nel giardino erano spuntate delle bellissime margherite e così mi chiamarono Anna che significa grazia o graziosa proprio come quei fiori. 
I miei primi anni trascorsero in fretta tra l’amore dei miei genitori. Ero una bambina sveglia perciò mi cacciavo sempre nei guai: aprivo cassetti, cercavo di girare i pomelli del forno e arrivai persino a tappare il bidè finendo per allagare mezza casa.  

I miei non avevano un momento di tranquillità, neanche di notte. A volte succedeva che, per via dei miei primi dentini, mia madre rimaneva sveglia tutta notte a coccolarmi, mentre mio padre lavorava come chirurgo. E così una volta tornato dal lavoro faceva riposare mia madre che siccome non era riuscita a dormire era esausta.
Con il tempo trovarono pace poiché diventai una bambina ubbidiente anche se sbadata e piagnucolona.
Così un giorno mio padre mi portò nel nostro giardino e ci inchinammo verso un fiore, che per colpa della pioggia, si era un po’ afflosciato.

- vedi questo piccolo fiore Anna. Come ti sembra?
- sembra triste.- dissi con la mia innocente vocina verso mio padre 
- vero piccola mia, perché la pioggia è stata troppo pesante per lui e adesso e un po’ triste.
- rimarrà cos’ì? Per sempre?
- no questo fiorellino si rialzerà grazie al sole e potrà guardare la sua luce e specialmente te.  Questo fiorellino anche nelle avversità continuerà a sorridere. E noi siamo un po’ come loro, sta a noi a sollevarci e continuare a sorridere.
- allora sarò un fiorellino papà!  - 

Mio padre sorrise amorevolmente e mi prese a cavalletta . - allora mio piccolo fiorellino! Sorridi al sole!
Si, ricordo quel giorno; con gli occhi chiusi allungai una mano  come per prendere quel sole mentre ero seduta sulle spalle di mio padre che sembravano portarmi a un passo dal cielo azzurro.
Da quel giorno in poi presi sul serio la frase di mio padre e la usai in ogni circostanza, mi ripromisi che in qualsiasi situazione bella o brutta avrei sempre sorriso, e in alcuni momenti ricordai che fu molto difficile, ma riuscì sempre a scamparla, i miei compagni di scuola mi definivano “la strana” in quanto, quando gli insegnanti ci strigliavano, io continuavo a sorridere, questo mi aiutò ad abbassare la mia media, molte volte le professoresse scrivevano sul diario:
“ la bambina o la ragazza sembrava non dimostrare interesse ai rimproveri dei cattivi voti presi.”

Ma non iniziate a pensare che ero una pigrona e non mi interessavo della scuola, diciamo che a volte potevo essere“ annoiata o incapace” in alcune materie quali  geometria , ginnastica e a volte nelle lingue. Ma ero una delle più brave di storia, scienze e in alcune delle altre materie.

Tutto andava secondo le mie aspettative, il mio mondo sembrava perfetto, fino a quando non arrivo la tempesta.
Avevo circa 15 anni  e mi mancava ancora un anno e presto avrei frequentato il college a Tyholmen.
Ma durante le vacanze invernali ebbi  un incidente, non ricordo affatto cosa fosse accaduto, i medici e i miei genitori wmi dissero che mi ritrovarono fuori, sotto la neve e che molto probabilmente ero caduta inspiegabilmente dalla  finestra. Mi risvegliai quasi 3 giorni dopo il coma, ricordo che c’era solo mia madre che mi teneva la mano con il viso che veniva bagnato dalle lacrime,non riuscivo bene a riconoscerla poichè non ricordavo più nulla della mia vita, eccetto il mio nome, per mia madre fu un duro colpo sapere della mia amnesia
e ci vollero alcuni mesi prima che recuperassi quasi tutta la memoria; certi ricordi rimasero incompleti tra cui il perchè di quell‘incidente e come mi era crescita una ciocca bianca. Ma almeno ricordavo le cose più importanti: la mia famiglia, la mia casa, gli amici, le miei idee e la mia infanzia. Eppure sapevo che c’era qualcosa di importante, qualcosa che riguardava con quel incidente,però quando cercavo di ricordare mi venivano forti mal di testa, così semplicemente, smisi di pensarci.
Purtroppo non fini qui: persi l’ultimo anno per via delle assenze e inspiegabilmente i mie genitori furono sopraffatti dai loro lavori. 
Fu buio quell’anno. Incominciai ad incolparmi di quella caduta e di quei mesi che non ricordavo. Forse avevo detto qualcosa, forse era successo qualcosa nella mia famiglia  e loro non voglio farmelo ricordare. O forse era stata la caduta e le cure mediche che gli erano costate troppo. Ma niente mi diede la risposta: ne foto, ne appunti, ne video, ne i miei genitori .

Passavano a volte giorni prima che riuscissi a rivederli almeno uno, non venivano mai entrambi lo stesso giorno. E infine incominciai a pensare a una separazione.  
All’età di 17 anni riuscì finalmente ad essere ammessa al college   da lì in poi quella casa rimase vuota, tutto era rimasto in ordine come l’ultima volta in cui i miei erano venuti. Non salutai nessuno se non la casa forse con una breve scorsa. Feci un lungo viaggio con una valigiona verde insieme alcune mie compagne di college in macchina, fu in quel momento che cercai di dimenticare la vita vissuta ad Arendelle, oscurando che ci avevano vissuto fino ad oscurare anche me stessa .
Quegli anni furono veramente duri, e non passava giorno in quel dormitorio in cui non studiassi fino a sera, a volte fino a ritrovarmi alle 3 di mattina sulla mia scrivania con le pagine del libro che avevo studiato appiccicato alla mia guancia.
La mia compagna di stanza non era molto socievole, poiché anche lei era troppo impegnata nello studio, a volte arrivavamo a conversare solo durante la cena. A volte ricevevo le chiamate dei miei genitori, le loro voci erano sempre più consumante forse dal lavoro, forse dalla preoccupazione o probabilmente per qualcosa che li tormentava. Durante una di quelle chiamate …

“ Mamma … tu … cos’hai?
- che significa Anna? - disse quasi allarmata
- ti sento diversa in questi ultimi anni. 
- sarà … la stanchezza amore, tu non ti preoccupare, dimmi un po’  i tuoi mal di testa come vanno?
- vanno bene. Dopo, sai, dipende dal tempo.
- probabilmente sarà così, e mi raccomando impegnati,  ma non sforzarti troppo. Sai che dopo quell’incidente devi avere dei momenti di riposo.
- lo so mamma, non ti preoccupare. Ora devo andare, domani ho un esame importante.
- va bene tesoro, ti voglio bene.
- anch’ io - dissi con voce strozzata - … buona notte … - 

Era tutto così ridicolo, perché continuare a recitare? perché continuare a sorridere, perché? … solo perché …
Gli anni passarono molto difficilmente come gli esami ma ebbi la mia soddisfazione.
Con mia grande sorpresa, tutte le mie fatiche furono ripagate. 
Doveva essere il giorno più bello della mia vita, un giorno che tutti i figli condividevano con chi amavano, e io amavo ancora la mia famiglia. Riuscii a prendere i primi posti davanti al palco per la premiazione e il diploma. 
Aspettai … Aspettai … non era ancora arrivati … iniziai a pensare ad un forte traffico, dopo tutto Arendelle era lontana da Tyholmen, i cellulari non erano ammessi alla premiazione e quindi non potevo chiamarli e dovetti aspettare ancora, fino alla fine della cerimonia.
Durante la festa provai a chiamare, ma c’era solo la segreteria telefonica.
Intanto il ragazzo  più carismatico e carino della classe di nome Hans si avvicino:
- Anna! Ti stavo cercando!  Dai vieni , mi avevi promesso che avresti ballato con me.
- ooh - dissi mortificata - mi spiace veramente molto … ma sto aspettando i miei e sono preoccupata.
- capisco … ma , così ti perdi la festa! 

Cerco di convincermi  e così  anche le mie compagne ,ma rifiutai. Era forse infantile che alla veneranda età di 22 anni aspettassi i miei genitori, ma io dovevo.
Alla fine della serata mentre tutti ormai stavano andando via, il mio cellulare squillo.
Un messaggio.

-Scusaci se non siamo potuti venire ci sono stati dei contrattempi, sto arrivando con la macchina. Ti voglio bene, papà. 

Era l’ultima goccia che fece traboccare il vaso, ricordo che semplicemente corsi, corsi con tutte le mie forze con quella tunica blu mentre il capello da diplomata era caduto dal mio capo e lasciato li in  palestra, abbandonato.
Corsi fuori fino ad arrivare ai giardini del college, esausta. Fuori si era messo a piovere e le mie trecce, la mia faccia, il mio trucco e i miei vestiti erano un disastro.
Caddi con le mie ginocchia a terra e senza volerlo forse piansi, feci uno strappo alla regola dell’essere sempre felice e la pioggia che cadeva sopra di me sembrava nascondere il tutto.
Si, la pioggia mi aveva piegato e il sole sembrava non tornare, non durante la notte.
Quella stessa sera tornai in silenzio verso il parcheggio, che era proprio davanti alla scuola: esausta, delusa e pesante dentro al cuore.
Entrai in macchina e la prima cosa che fece mio padre fu guardami preoccupato.
- Anna , sei tutta bagnata-
- lo so … - riposi fredda e distaccata
- prendi un asciugamano pulito dal borsone o prenderai un malanno - disse allungando la mano e rovistando per procurarmelo.
- sto bene papà.
- Anna … - mi guardò capendo sicuramente perché la delusione era stata forte. - lo so che sei arrabbiata, ma è stata dura arrivare fino a qua.
- che cosa avevate da fare!?  Sempre lavoro! - riposi tra le lacrime -vi ho aspettato un intero giorno! Vi ho chiamato quasi tutta la sera! E la mamma non e neanche qui con te! 
- Anna … noi …
- cosa!? Non vi volete più bene!? C’è l’avete con me! Dimmi papà!! Ti prego dammi una riposta, sono 5 anni che l’aspetto. E sono pronta a qualsiasi essa sia. Ti prometto … che mi basterà … e vi perdonerò … ma ti prego ditemi la verità.
Non potete dirmi che il lavoro conta così tanto da perdere i giorni di malattia di tua figlia, il giorno in cui va al college, qualche giorno per andarla a trovare, e il giorno del suo diploma!!.

Il silenzio fu quasi surreale, c’era solo il tergicristalli e la pioggia che scandiva i secondi di attesa.

Ma la sua risposta fu semplicemente girare la chiave e mettere in moto la macchina. Per tutto il viaggio non ci fu parola solo sguardi.
Quando arrivai a casa mia madre non c’era, e mio padre rimase in macchina immobile senza dire nulla.
Posai la valigia in camera e sprofondai nel letto.
In quelle ore mi resi conto che da quando ero partita questa non era più stata la mia casa, non più … era solo un ricordo abbandonato
Un passato irrecuperabile. E io volevo costruire il mio futuro.

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Ciao a tutti , spero vi sia piaciuto il primo capitolo di questa storia. Ringrazio la mia amica Stella_Sempai e mio fratello per avermi aiutata nella correzione del testo.
Scusate ancora se ci sono stati dei problemi di correzzione e spero che questa e le prossime volte il testo abbia meno errori possibili.
Questa e la mia seconda Fanfiction e parla principalmente della vita di Anna se fosse stata ai tempi nostri i personaggi che si suseguiranno e che appartengono al mondo di Frozen saremmo tutti simile caratterialmente ai personagi della storia reale anche se la realtà renderà tutto diverso .
L'idea e nata da un immagine che mettero ad un certo punto della storia forse più probabilmente alla fine.

vi ringrazio ancora di cuore per le reccensioni ma anche per le critiche che mi aiutano a maturare come scrittrice in entrambi i casi.

un saluto da :

                                                                     Mistery girl   
  
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