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Autore: Chrystal_93    02/08/2015    0 recensioni
“Peter.” disse lei, rompendo il silenzio. “E se il lupo non fosse cattivo? Se avesse solo fame e si difendesse dagli uomini che cercano di prenderlo?” [...] Peter si rialzò con l'orgoglio leggermente ferito, un po' acciaccato alle ginocchia e pieno di paglia. Mentre tentava di togliersela, sentì alle sue spalle un ululato spaventoso. “Cosa...” riuscì solo a dire, prima che una creatura scura gli piombasse addosso.
“Aiuto!” urlò, pensando che il lupo lo stesse per sbranare.
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Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nonna, Lucas, Ruby/Cappuccetto, Rosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nome dell'autore su EFP: Chrystal_93
Nome dell'autore sul Forum: Chrystal_93
Titolo della storia: L'ululato del vento
Fandom: Once upon a time
Rating: Verde
Avvertimenti e Note: La one shot è una missing moments ambientata quando Cappuccetto Rosso era ancora una bambina sotto i dieci anni. Per questo ancora il mantello rosso non le serve e, non potendole dare il soprannome di Cappuccetto Rosso, ho optato per il nome Ruby che viene nominato dalla nonna (nel mondo delle favole, ma solo nella puntata doppiata in italiano) nella puntata 1x15 verso l'inizio del trentacinquesimo minuto.
NdA: Nella one shot ci sono molti riferimenti alla puntata 1x15 e alla storia di Ruby a Storybrooke. Il primo è il fatto di essere negata per le faccende “domestiche” (come quando fa la cameriera e viene più volte ripresa da Granny); o ancora il riferimento al cestino e alla sua passione per correre. Anche la battuta di Peter sul cane con la coda tra le zampe è voluta (da me ovviamente). Infine il travestimento con di fortuna di Peter e il fatto che il bambino assomigli di più a una casa di paglia buttata giù da una tempesta è un riferimento alla favola de "I tre porcellini" presente all'inizio della puntata 1x15 (mondo delle favole, gioco tra Peter e Cappuccetto Rosso).

Il lupo che Ruby vede in sogno potete interpretarlo voi: pensato inizialmente come sua madre, potrebbe anche essere la parte “bestiale” di sé stessa ancora sopita. 



 

L'ululato del vento


 

Una forte folata di vento scosse la porta del pollaio. Una bambina dai capelli scuri, molto alta per la sua età, scese da una piccola staccionata, con gli occhi ancora pieni di tristezza, per chiudere la porticina della “casa dei polli”.

Il vento era abbastanza forte che sembrava ululare lontano. Ruby sognò che quel vento la colpisse fortissimo e la trasportasse via. Come al solito aveva combinato un guaio e, ancora una volta, aveva dimostrato alla nonna che era negata per le faccende di casa. Così, ora se ne stava fuori di casa, in cortile, per non sentire altri rimproveri.

“Buh!” sentì alle sue spalle.

“Peter!” esclamò lei, voltandosi verso l'amico di sempre.

“Come mai ciondoli in cortile come un cane con la coda tra le zampe?”

La bambina strinse i denti e distolse lo sguardo. “Ho combinato un altro guaio.”
“Ti sei allontanata nella foresta?” Peter la conosceva troppo bene. Sapeva che l'amica adorava correre e aggirarsi tra gli alberi ma, ovviamente, sua nonna glielo aveva categoricamente proibito.

“No. Dovevo prendere le uova nel pollaio, ma mi sono cadute tutte per sbaglio.”

Peter sorrise. “Forse dovresti pensare a un cestino, così non correresti rischi.”

La bambina sbuffò. “Non sono una da cestino. È roba da grandi e poi mi rallenterebbe. Sai che adoro correre.”

Peter le poggiò una mano sulla spalla, cercando di consolarla.

“Sono proprio un incubo nelle faccende domestiche.” disse lei, sospirando.

Il bambino, non sapendo come rincuorarla, cercò di cambiare discorso. “A proposito di incubi, stanotte ho sognato che ero con gli uomini nei giorni del lupo, quando all'improvviso sono rimasto indietro. Da solo ho cercato gli altri, ma era difficile col buio. E dopo un attimo mi è piombato addosso il lupo. Sono corso via e stava quasi per raggiungermi, quando...”
“Quando?” Ruby sembrava aver dimenticato tutti i problemi ed era completamente catturata dal sogno dell'amico.

“Quando mia madre si è messa a urlare per svegliarmi. Dovevo andare alla bottega ed ero già in ritardo...”

La bambina scosse la testa, sorridendo.

Peter, contento di aver distratto l'amica, le chiese: “E tu? L'hai sognato il lupo?”

“In un certo senso.” disse lei, rimettendosi seduta sulla piccola staccionata. “Nei giorni del lupo sogno sempre di scappare nella foresta, di notte. Ho paura perché sono sola e so che la nonna mi sgriderebbe se mi vedesse. Poi sento un ringhio, mi giro ed eccolo lì.”

“E non scappi via?” chiese Peter, con la bocca spalancata.

“No, lui non vuole farmi del male. Si avvicina e rimaniamo a fissarci. Ha gli occhi così scuri e sembra quasi...”

“Quasi?” chiese Peter con un filo di voce.

“Conoscermi.” concluse la bambina, mettendosi a scalciare coi piedi l'aria. Tra i due amici cadde un profondo silenzio.

I giorni del lupo mietevano sempre un sacco di perdite nel bestiame e, qualche volta, anche vittime umane se qualcuno, malauguratamente, si ritrovava sulla strada di quella bestia.

Nessuno era mai riuscito a catturare quella grossa bestia e si diceva che neanche l'uomo più forte sarebbe riuscito ad avere la meglio.

“Peter.” disse lei, rompendo il silenzio. “E se il lupo non fosse cattivo? Se avesse solo fame e si difendesse dagli uomini che cercano di prenderlo?”

Ruby alzò gli occhi verso l'amico, ma non lo trovò di fianco a sé.

“Peter?” lo chiamò.

“Che sia buono non lo so, ma sono certo che se ti acciuffa non hai più possibilità di scampo. Aaaah!” urlò lui, saltando addosso all'amica.

Ruby si scansò in tempo, facendo finire a terra un Peter ricoperto di paglia.

“Che ti sei messo addosso?” chiese lei, ridendo.

“Volevo solo sembrare un grosso lupo cattivo.”

“Non potevi fare di meglio? Così sembri di più uno spaventapasseri. O quello che resta di una capanna di paglia dopo una tempesta di vento.”

Peter si rialzò con l'orgoglio leggermente ferito, un po' acciaccato alle ginocchia e pieno di paglia.

Mentre tentava di togliersela, sentì alle sue spalle un ululato spaventoso.

“Cosa...” riuscì solo a dire, prima che una creatura scura gli piombasse addosso.

“Aiuto!” urlò, pensando che il lupo lo stesse per sbranare.

“Sei proprio un credulone! Ahuuuuuu!”

La bambina, che aveva approfittato della caduta dell'amico per prendere un mantello grigio – che la nonna teneva appeso fuori dal pollaio – così da poter travestirsi meglio da lupo, era seduta a cavalcioni sull'amico, ululando e ridendo allo stesso tempo.

“Ti faccio vedere io!” disse lui, ma non riuscì a ribaltare le posizioni e così rimase disteso per terra a dibattersi.

“Nessuno sconfigge il potente e temibile lupo! Ahuuuuu!” continuò lei, ridendo.

A causa delle risate e dei finti ululati, nessuno dei due si accorse che la nonna, terrorizzata in volto, era corsa fuori casa.

“Peter stai bene?!” urlò, prendendo per un braccio la nipote e sollevandola.

“Sì, sì.” bofonchiò lui.

Quando la bambina si rialzò, il mantello le scivolò via dalle spalle, cadendo a terra. Solo allora la nonna allentò la presa dal suo braccio e l'ansia e la preoccupazione sparirono dal suo volto.

“Che stavate facendo?!” urlò l'anziana donna, non appena i battiti del suo cuore tornarono a un ritmo quasi normale.

“Nonna, stavamo solo giocando...”

“Non giocherete più! È pericoloso stare qui fuori.”

“Ma nonna, i giorni del lupi stanno per finire...”

“Via, vattene a casa!” ordinò a Peter che, con un cenno all'amica, corse via.

Mentre veniva trascinata in casa, la bambina era furente. “Perché hai fatto così? Stavamo solo giocando! Se vuoi punirmi per le uova...”

“Non capisci.” disse la donna, seria in volto. “Peter poteva farsi male. Tu potevi stare male se...”

“Se?” La nonna però non rispose; le rivolse uno sguardo talmente strano che la bambina ne fu quasi spaventata. Era come se volesse dirle qualcosa, o ricordarglielo. Qualcosa che però lei non conosceva o, forse, non sapeva di sapere.

“Aiutami a chiudere le finestre. Tra alcune ore farà buio. Muoviti, presto.”

Furono queste le uniche parole che le rivolse per il resto della giornata.

Da quel giorno, inoltre, la nonna non volle più che lei giocasse con Peter e cominciò a dipingerlo come un perdigiorrno e uno scansafatiche.

Non seppe spiegarsi tale comportamento, ma non se lo chiese a lungo poiché i sogni col lupo si intensificarono con gli anni, tanto che, qualche notte, quando udiva l'ululato del vento, era lei stessa a desiderare di vederlo ancora.

 

 

  
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