Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Bronev    02/08/2015    1 recensioni
Elsa non è semplicemente nata con i poteri. L'incidente di Anna non è stato semplicemente un caso.
C'è una mente più crudele dietro, un cuore freddo come il ghiaccio.
La Regina Delle Nevi vuole riprendersi il suo regno.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Elsa
 <> Anna è stesa tra le mie braccia, priva di conoscenza <> i miei genitori arrivano di corsa <>  la mamma mi guarda con un sguardo pieno di odio e disgusto <> urla mio padre.
Anna mi è stata strappata dalle braccia, mi alzo in piedi e corro <> le guardie sono dietro di me, armate di lance e spade. Continuo a correre, il salone sembra non finire mai, le guardie dietro di me sono sempre più vicine <> ma niente. Si avvicinano sempre di più e quando mi volto inciampo e mi ritrovo nella mia stessa neve. Le guardie sono a pochi passi da me.
Ti hanno dato del mostro, vero? Beh comportati da tale allora! Non farmi intervenire anche qui!
Sono un mostro?           
Le mie braccia sembrano muoversi da sole nell’aria. Piccoli fiocchi di neve si formano attorno a me. Poi un’onda di ghiaccio acuminato travolge le guardie.
Sono nel mio letto e il mio cuore batte all’impazzata. Cosa è successo? Era un incubo? Sento bussare alla porta <> è Anna. Il mio cuore continua a battere velocemente. Perché quel sogno? E cosa ho fatto a quelle guardie? Forse sono davvero un mostro. Una maledizione.
Di nuovo si formano dei cristalli di ghiaccio nell’aria tutti intorno a me. Non devo perdere il controllo; scendo dal letto e mi metto in un angolo e respiro. I fiocchi di neve riempiono la stanza e la voce di Anna ora è solo un sussurro <> ti prego Anna va’ via! Non voglio farti del male, non di nuovo.
Non riesco a calmarmi, il pensiero di poter ferire nuovamente mia sorella mi distrugge; provo ad allontanare i piccoli cristalli ma tutto ciò che faccio è spostare il letto che viene colpito da un getto di fiocchi di neve. Non so cosa fare, la situazione sta peggiorando. Mia sorella ha detto qualcosa ma il rumore nella stanza la copre. Sento che sta per continuare a parlare e la fermo subito <> le mie parole feriscono entrambe più di quanto abbia fatto il ghiaccio. I fiocchi di neve si bloccano nell’aria. Ti prego Anna va’ via. Non dire niente, solo allontanati.    
<>   
La voce di mia sorella è triste, cupa. Non tornerà più.

I giorni passano; diventano mesi, persino anni. I miei poteri continuano a crescere e io so sempre meno come controllarli. I miei genitori hanno provato in vari modi ad aiutarmi, ma invano. <> ma niente da fare. Solo se riesco a mantenere la calma i guanti evitano la creazione di ghiaccio nell’aria, ma non possono nulla quando la paura mi pervade. Anna, al contrario di quanto pensassi, ha continuato a bussare alla mia porta quasi tutte le mattine, ma ora che siamo cresciute è raro anche quello.     
Anna, come sei diventata grande. Quanto tempo abbiamo sprecato, speravo che potessimo crescere felici, insieme. E invece io mi ritrovo a dover controllare ogni mia emozione con la paura di poter ferire qualcuno, di poter ferire te. Perciò perdonami Anna se per tutti questi anni ti ho sbattuto le porte in faccia, ma credimi, è per il tuo bene.

<> sento bussare alla porta <> <> insieme? Sarà successo qualcosa di grave? Devo stare calma e non pensare al peggio. Ci sarà anche Anna, devo mantenere la calma <> <<È mio dovere! Buonagiornata>> sento i passi pesanti ma veloci della domestica, fin da piccole io ed Anna l’abbiamo sempre trovata buffa, con quel suo grosso corpo e i piedi minuscoli. E quando si arrabbiava incuteva davvero timore! Ahaha che ricordi.. Ma aspetta <> dimmi di si ti prego <> Che cosa? Non ci riuscirei. O forse si, basterà semplicemente bussare alla porta e dirle Anna, nostra madre vuole vederci, non dovrebbero esserci problemi.
Una volta che sono pronta esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la stanza di Anna. Le gambe mi diventano rigide, il mio cuore batte più velocemente. Devo stare calma. Devo. Continuo a camminare; i palmi delle mie mani, nascoste dentro i guanti, cominciano a sudare. Devo stare calma, ricorda:             
Celarlo, Non mostrarlo.              
Arrivo davanti alla porta di Anna. Dopo qualche secondo prendo coraggio e busso.
<> quasi sussurro.       
Nessuna risposta.          
Sto per chiamare nuovamente quando la porta si apre davanti ai miei occhi; il mio sguardo si posa sui lunghi capelli color rame raccolti in due trecce, dove in una di esse si intravede la ciocca di capelli bianca che mi provoca un brivido lungo la schiena. Poi la guardo negli occhi.          
<> il suo viso si illumina e un enorme sorriso le si stampa in faccia. Ho quasi una fitta al cuore nel vedere il suo sguardo lucido, poi allunga le braccia per mettermele attorno al collo per abbracciarmi ma la interrompo prima. Appoggio le mia mani sulle sue proprio poco prima che lei possa posarle su di me. Sono anni che non avverto un contatto fisico con qualcuno. Voglio che anche i miei genitori mantengano le distanze.
Lo sguardo di Anna sembra deluso ma subito si riprende e mi stringe forte le mani.     
<> dice, il mio cuore sembra stretto in una morsa. Povera Anna, ti ho davvero fatto troppo male. Continua <> la interrompo, non posso sentire quel tono triste nascosto dalla felicità del suo sguardo.
<> il suo sguardo diventa confuso e serio <<È successo qualcosa?>>  capisco la sua preoccupazione.
<> mia sorella mi guarda, poi mi stringe le mani e con un sorriso esce dalla stanza e ci dirigiamo verso la sala reale.
Pensavo che saremmo scese da sole e che ci saremo riviste davanti a nostra madre, invece scendiamo insieme. Durante il tragitto io rimango perlopiù in silenzio mentre Anna canticchia. Poi parla, mi chiede cose semplici, per poter intrattenere un discorso. Come sto? Che faccio in questo periodo? Come vanno gli studi? Io le pongo le stesse domande, poi prendo coraggio, la fermo e le dico <> <> Anna mi interrompe e conclude con un sorriso. Sento una fitta enorme al cuore ma al contempo una bellissima sensazione.      
<> <> in questo momento non mi importa dei miei poteri, della mia maledizione, voglio solo abbracciare mia sorella. E lo faccio. La abbraccio con tutte le mie forze e lei fa lo stesso.
<> sento che si trattiene dal piangere <> lo spero, anche se non so ancora come.
Io e Anna parliamo e scherziamo e non ci rendiamo nemmeno conto di quando arriviamo alla sala reale. Una volta entrate, notiamo nostra madre che parla con una guardia insieme a nostro padre.         
Noi due continuiamo a parlare, come se tutti questi anni di solitudine non ci fossero mai stati e con la coda dell’occhio vedo nostra madre che ci guarda: senza parole, quasi come se stesse trascinando il braccio, chiama nostro padre poggiandogli una mano sulla spalla <>
I nostri genitori ci fissano. Io me ne accorgo e lo dico ad Anna che si volta per guardarli. Dopo una prima risata ritorna seria e ci avviciniamo a loro. Nostra madre è la prima a parlare:
<> un matrimonio? Ci sarà un numero incredibile di persone. Non posso. Non voglio andarci, non so come controllare i miei poteri, potrebbe accadere di tutto. E come farò senza i miei genitori qui?      
La paura mi pervade. Andarci è escluso, non se ne parla. Poi Anna parla <> lei si volta da me e mi guarda. Legge nel mio volto la disperazione, e lo stesso i miei genitori. <> le parole mi escono quasi come un sussurro. Continuano a guardarmi, poi nostro padre parla <> lo farebbero? Per me? Sarebbe fantastico, ma <> mi volto da Anna che mi guarda perplessa, non capisce perché io non possa o non voglia andarci <> mia sorella mi guarda in silenzio. Poi sposta lo sguardo verso i miei genitori <> dice con un sorriso tra il vero e il falso. Io cerco di convincerla ad andare ma ora è convinta della sua idea <> accetto le sue condizioni a malincuore <>.
Il giorno della partenza arriva in fretta. Sto scendendo le scale quando vedo Anna abbracciare in nostri genitori <> è felice, credo. So che ci sarebbe voluta andare anche lei. Quando raggiungo i miei genitori non so come comportarmi, se abbracciarli o semplicemente comportarmi da reale.     
Li guardo <> chiedo, un po’ in colpa per averlo detto. Mia madre poggia la sua mano su un mio braccio e mio padre sulla mia spalla, poi parla <> sorride per rassicurarmi.
Ma non andò tutto per il meglio. Qualche giorno dopo il matrimonio arrivò una lettera dal Regno di Corona, i regnanti si chiedevano per quale motivo i sovrani di Arendelle non si presentarono nonostante la conferma all’invito. Ma i nostri genitori allora dove andarono?
Venne organizzata una spedizione per cercare i nostri genitori. Ma la tragica notizia arrivò solo dopo un’altra settimana.

Naufragio durante la tempesta.              
Nessun sopravvissuto.
 
   
 
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