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Anna mi è stata strappata dalle braccia, mi alzo in piedi e corro <
Ti hanno dato del mostro, vero? Beh comportati da tale allora! Non farmi intervenire anche qui!
Sono un mostro?
Le mie braccia sembrano muoversi da sole nell’aria. Piccoli fiocchi di neve si formano attorno a me. Poi un’onda di ghiaccio acuminato travolge le guardie.
Sono nel mio letto e il mio cuore batte all’impazzata. Cosa è successo? Era un incubo? Sento bussare alla porta <
Di nuovo si formano dei cristalli di ghiaccio nell’aria tutti intorno a me. Non devo perdere il controllo; scendo dal letto e mi metto in un angolo e respiro. I fiocchi di neve riempiono la stanza e la voce di Anna ora è solo un sussurro <
Non riesco a calmarmi, il pensiero di poter ferire nuovamente mia sorella mi distrugge; provo ad allontanare i piccoli cristalli ma tutto ciò che faccio è spostare il letto che viene colpito da un getto di fiocchi di neve. Non so cosa fare, la situazione sta peggiorando. Mia sorella ha detto qualcosa ma il rumore nella stanza la copre. Sento che sta per continuare a parlare e la fermo subito <
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La voce di mia sorella è triste, cupa. Non tornerà più.
I giorni passano; diventano mesi, persino anni. I miei poteri continuano a crescere e io so sempre meno come controllarli. I miei genitori hanno provato in vari modi ad aiutarmi, ma invano. <
Anna, come sei diventata grande. Quanto tempo abbiamo sprecato, speravo che potessimo crescere felici, insieme. E invece io mi ritrovo a dover controllare ogni mia emozione con la paura di poter ferire qualcuno, di poter ferire te. Perciò perdonami Anna se per tutti questi anni ti ho sbattuto le porte in faccia, ma credimi, è per il tuo bene.
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Una volta che sono pronta esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la stanza di Anna. Le gambe mi diventano rigide, il mio cuore batte più velocemente. Devo stare calma. Devo. Continuo a camminare; i palmi delle mie mani, nascoste dentro i guanti, cominciano a sudare. Devo stare calma, ricorda:
Celarlo, Non mostrarlo.
Arrivo davanti alla porta di Anna. Dopo qualche secondo prendo coraggio e busso.
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Nessuna risposta.
Sto per chiamare nuovamente quando la porta si apre davanti ai miei occhi; il mio sguardo si posa sui lunghi capelli color rame raccolti in due trecce, dove in una di esse si intravede la ciocca di capelli bianca che mi provoca un brivido lungo la schiena. Poi la guardo negli occhi.
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Lo sguardo di Anna sembra deluso ma subito si riprende e mi stringe forte le mani.
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Pensavo che saremmo scese da sole e che ci saremo riviste davanti a nostra madre, invece scendiamo insieme. Durante il tragitto io rimango perlopiù in silenzio mentre Anna canticchia. Poi parla, mi chiede cose semplici, per poter intrattenere un discorso. Come sto? Che faccio in questo periodo? Come vanno gli studi? Io le pongo le stesse domande, poi prendo coraggio, la fermo e le dico <
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Io e Anna parliamo e scherziamo e non ci rendiamo nemmeno conto di quando arriviamo alla sala reale. Una volta entrate, notiamo nostra madre che parla con una guardia insieme a nostro padre.
Noi due continuiamo a parlare, come se tutti questi anni di solitudine non ci fossero mai stati e con la coda dell’occhio vedo nostra madre che ci guarda: senza parole, quasi come se stesse trascinando il braccio, chiama nostro padre poggiandogli una mano sulla spalla <
I nostri genitori ci fissano. Io me ne accorgo e lo dico ad Anna che si volta per guardarli. Dopo una prima risata ritorna seria e ci avviciniamo a loro. Nostra madre è la prima a parlare:
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La paura mi pervade. Andarci è escluso, non se ne parla. Poi Anna parla <
Il giorno della partenza arriva in fretta. Sto scendendo le scale quando vedo Anna abbracciare in nostri genitori <
Li guardo <
Ma non andò tutto per il meglio. Qualche giorno dopo il matrimonio arrivò una lettera dal Regno di Corona, i regnanti si chiedevano per quale motivo i sovrani di Arendelle non si presentarono nonostante la conferma all’invito. Ma i nostri genitori allora dove andarono?
Venne organizzata una spedizione per cercare i nostri genitori. Ma la tragica notizia arrivò solo dopo un’altra settimana.
Naufragio durante la tempesta.
Nessun sopravvissuto.