03/08/2015
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MASK
Ti guardi intorno, chiedendoti come sia possibile che tu sia finito lì, in un venerdì sera che avresti potuto dedicare a qualcosa di decisamente più utile.
Ogni cosa che ti circonda è colorata, luccicante, assolutamente fuori dagli schemi e ti manda in confusione. Sei abituato ad un certo ordine, una certa pace.
Chiudi gli occhi e visualizzi il tuo palazzo mentale, etichettando ogni cosa, pronto a ristabilire un ordine nel caos.
I tuoi pensieri vengono interrotti dalla voce fastidiosa di Lestrade.
“Era una festa in maschera, Sherlock Holmes” ti dice, senza neanche salutarti. Non che ti interessi.
“Non volevo nemmeno venire, sono qui sotto ricatto” borbotti in tutta risposta.
La verità non è esattamente quella. Sei lì sotto richiesta di John, non ti ha propriamente ricattato, ti ha semplicemente promesso qualcosa in cambio della tua presenza alla festa.
Lestrade sbuffa, poi gira i tacchi per andare ad accogliere un nuovo arrivato. Ti rendi conto solo allora che è vestito da farfalla e la cosa ti fa sorridere.
Sposti lo sguardo alla ricerca di John, che evidentemente ama farti stare sulle spine.
Ti avvicini ad un tavolo, in cerca di qualcosa dall’aria anche lontanamente commestibile, quando una mano ti tira la manica, facendoti fermare all’improvviso. È Molly.
“Questo è per te, leggilo e fai quello che c’è scritto” sussurra, con la sua vocina sottile quasi inudibile.
Sei perplesso, ma alla fine la curiosità vince e apri il foglietto che Molly ha depositato fra le tue dita.
‘Trova il modo di procurarti una maschera, Sherlock’.
Non c’è firma, ma la calligrafia è inconfondibile, soprattutto per un esperto come te. È da parte di John.
Il tuo cervello inizia a lavorare, alla ricerca di un’idea su come procurarti un costume.
È venerdì sera, i negozi sono chiusi, non ti resta che chiedere a Lestrade se ha una divisa in più, da qualche parte. Sei molto riluttante all’idea, ma fremi al pensiero di quello che ti ha promesso John.
Non appena trovi Lestrade fai la tua richiesta, suscitando un moto di curiosità in lui, che però si guarda bene dal fare domande e ti conduce in uno stanzino in cui, su una rella, sono appese moltissime divise di Scotland Yard.
Ringrazi e chiudi la porta, spogliandoti dei tuoi soliti abiti e indossandone di nuovi, che ti fanno sentire vagamente a disagio.
Esci senza neanche domandarti come ti stia, non ti interessa, e corri verso Molly, ansioso di sapere cosa ti divida ancora dal tuo premio.
Molly ride, vedendoti conciato come un poliziotto, ma anche questo, non ti interessa, vuoi solo un nuovo indizio.
Vieni accontentato.
‘Complimenti! Ora puoi tornare a casa. Non toglierti la maschera’.
A casa? Cosa ci sei andato a fare fino a Scotland Yard, se ora ti viene chiesto, no, anzi, imposto, di tornare a casa?
Chiami un taxi, maledicendo il giorno in cui hai conosciuto John Watson.
“221B Baker Street” ti limiti a dire, accomodandoti sul sedile posteriore, fremendo, in attesa di arrivare.
Fai le scale con una rapidità di cui non credevi essere capace, spalanchi la porta, trafelato, e resti lì impalato a fissare John, comodamente seduto in poltrona, che sorseggia una tazza contenente un liquido caldo. Indossa un maglione beige infeltrito, la sua tenuta casalinga e ti guarda con un sorriso dolce.
“Stai bene vestito così” commenta, tornando a leggere il libro che ha in mano.
Vuole che sia tu a chiederlo, ti sta ignorando di proposito. Lo guardi di sottecchi, sei molto orgoglioso, ma vuoi anche che lui mantenga la promessa.
“Devi rispettare la tua parte di accordo, John” sputi, tutto di un fiato, attendendo una reazione.
Con una lentezza esasperante, lui ti si avvicina, reclinando lievemente la testa all’indietro per poterti osservare meglio.
Non resisti più, quella vicinanza ti sta uccidendo. Ti abbassi lievemente, poggiando le labbra sulle sue, con timore. È la prima volta che baci un uomo, è la prima volta che baci John.
Il dottore ti stringe a sé e approfondisce il bacio, spingendoti sul divano.
“Allora, basta per la tua ricerca?” soffia John sulle tue labbra, con un sorrisetto divertito
Scuoti appena la testa. Per la ricerca basterebbe, non esiste nessuna ricerca, è ovvio, ma per te non basta, non basta affatto.
NdA: spero che questa storiella senza pretese vi abbia strappato almeno un aw, lo scopo era semplicemente quello. prima o poi dovrei davvero scrivere qualcosa di serio, ma a voi non interessa ^-^'
un bacio e un biscotto della fortuna
Alice In Wonderbook
Ogni cosa che ti circonda è colorata, luccicante, assolutamente fuori dagli schemi e ti manda in confusione. Sei abituato ad un certo ordine, una certa pace.
Chiudi gli occhi e visualizzi il tuo palazzo mentale, etichettando ogni cosa, pronto a ristabilire un ordine nel caos.
I tuoi pensieri vengono interrotti dalla voce fastidiosa di Lestrade.
“Era una festa in maschera, Sherlock Holmes” ti dice, senza neanche salutarti. Non che ti interessi.
“Non volevo nemmeno venire, sono qui sotto ricatto” borbotti in tutta risposta.
La verità non è esattamente quella. Sei lì sotto richiesta di John, non ti ha propriamente ricattato, ti ha semplicemente promesso qualcosa in cambio della tua presenza alla festa.
Lestrade sbuffa, poi gira i tacchi per andare ad accogliere un nuovo arrivato. Ti rendi conto solo allora che è vestito da farfalla e la cosa ti fa sorridere.
Sposti lo sguardo alla ricerca di John, che evidentemente ama farti stare sulle spine.
Ti avvicini ad un tavolo, in cerca di qualcosa dall’aria anche lontanamente commestibile, quando una mano ti tira la manica, facendoti fermare all’improvviso. È Molly.
“Questo è per te, leggilo e fai quello che c’è scritto” sussurra, con la sua vocina sottile quasi inudibile.
Sei perplesso, ma alla fine la curiosità vince e apri il foglietto che Molly ha depositato fra le tue dita.
‘Trova il modo di procurarti una maschera, Sherlock’.
Non c’è firma, ma la calligrafia è inconfondibile, soprattutto per un esperto come te. È da parte di John.
Il tuo cervello inizia a lavorare, alla ricerca di un’idea su come procurarti un costume.
È venerdì sera, i negozi sono chiusi, non ti resta che chiedere a Lestrade se ha una divisa in più, da qualche parte. Sei molto riluttante all’idea, ma fremi al pensiero di quello che ti ha promesso John.
Non appena trovi Lestrade fai la tua richiesta, suscitando un moto di curiosità in lui, che però si guarda bene dal fare domande e ti conduce in uno stanzino in cui, su una rella, sono appese moltissime divise di Scotland Yard.
Ringrazi e chiudi la porta, spogliandoti dei tuoi soliti abiti e indossandone di nuovi, che ti fanno sentire vagamente a disagio.
Esci senza neanche domandarti come ti stia, non ti interessa, e corri verso Molly, ansioso di sapere cosa ti divida ancora dal tuo premio.
Molly ride, vedendoti conciato come un poliziotto, ma anche questo, non ti interessa, vuoi solo un nuovo indizio.
Vieni accontentato.
‘Complimenti! Ora puoi tornare a casa. Non toglierti la maschera’.
A casa? Cosa ci sei andato a fare fino a Scotland Yard, se ora ti viene chiesto, no, anzi, imposto, di tornare a casa?
Chiami un taxi, maledicendo il giorno in cui hai conosciuto John Watson.
“221B Baker Street” ti limiti a dire, accomodandoti sul sedile posteriore, fremendo, in attesa di arrivare.
Fai le scale con una rapidità di cui non credevi essere capace, spalanchi la porta, trafelato, e resti lì impalato a fissare John, comodamente seduto in poltrona, che sorseggia una tazza contenente un liquido caldo. Indossa un maglione beige infeltrito, la sua tenuta casalinga e ti guarda con un sorriso dolce.
“Stai bene vestito così” commenta, tornando a leggere il libro che ha in mano.
Vuole che sia tu a chiederlo, ti sta ignorando di proposito. Lo guardi di sottecchi, sei molto orgoglioso, ma vuoi anche che lui mantenga la promessa.
“Devi rispettare la tua parte di accordo, John” sputi, tutto di un fiato, attendendo una reazione.
Con una lentezza esasperante, lui ti si avvicina, reclinando lievemente la testa all’indietro per poterti osservare meglio.
Non resisti più, quella vicinanza ti sta uccidendo. Ti abbassi lievemente, poggiando le labbra sulle sue, con timore. È la prima volta che baci un uomo, è la prima volta che baci John.
Il dottore ti stringe a sé e approfondisce il bacio, spingendoti sul divano.
“Allora, basta per la tua ricerca?” soffia John sulle tue labbra, con un sorrisetto divertito
Scuoti appena la testa. Per la ricerca basterebbe, non esiste nessuna ricerca, è ovvio, ma per te non basta, non basta affatto.
NdA: spero che questa storiella senza pretese vi abbia strappato almeno un aw, lo scopo era semplicemente quello. prima o poi dovrei davvero scrivere qualcosa di serio, ma a voi non interessa ^-^'
un bacio e un biscotto della fortuna
Alice In Wonderbook