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Autore: Taliesin NicoMak    06/08/2015    2 recensioni
One-Shot di 675 parole sugli ultimi istanti di Gin Ichimaru:
"Come sono finiti cento anni di intrighi e pianificazioni nell’ombra? Nel cesso? Mi verrebbe da ridere a pensarci, se ad impedirmelo non ci fosse questo maledetto squarcio al petto. Mi verrebbe da ridere, perché in effetti tutta questa situazione è ironica: il Serpente, l’essere più infido e sleale della Soul Society, che sacrifica la propria vita per salvare quella di qualcun altro, dopo aver passato un’intera esistenza come un rettile freddo, egoista e solitario. Ma in effetti non è poi così incoerente come pensiero, perché la tua e mia vita non sono differenti. La tua mi appartiene, quindi non ho fatto altro che salvaguardare la mia anima che tu rappresentavi. Perciò, se ci sono riuscito non mi importa di morire"
Gin/Rangiku con accenni alla presenza di Ichigo e Aizen, poco prima del loro scontro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gin Ichimaru, Rangiku Matsumoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ULTIMA RICHIESTA DI UNA SERPE FERITA

 

Che hai da guardare, moccioso?

L’ho capito anch’io che sto morendo, non ho bisogno che tu me lo ricordi con quel disgustoso sguardo compassionevole. Finto, tra l’altro. Perché nemmeno tu forse sei talmente stupido da provare pietà per un avversario che cinque minuti prima non avresti esitato ad uccidere. O forse mi vuoi ricordare che ho fallito, che ho buttato via 100 anni della mia vita e di quella di Rangiku per un’aspirazione impossibile, il cui unico risultato è stato quello di tornare punto e accapo.

“Voglio diventare uno Shinigami, affinché tu non debba più piangere”

Peccato che tu ora lo stia facendo, Rangiku. Per colpa mia. Stai versando questo fiume di lacrime per un miserabile traditore che non è stato in grado di proteggerti nemmeno dopo essersi schierato contro tutto il mondo, tradendo due volte quelle pochissime persone che ne avevano fiducia. Non che della fiducia di Aizen mi importasse chissà che, se non per ottenere le informazioni necessarie ad ucciderlo. E infatti, come sono finiti cento anni di intrighi e pianificazioni nell’ombra? Nel cesso? No, ma quasi: sto morendo miseramente e devo pure assistere a questo spettacolo pietoso. Mi verrebbe quasi da ridere a pensarci, se ad impedirmelo non ci fosse questo maledetto squarcio al petto. Mi verrebbe da ridere, perché in effetti tutta questa situazione è ironica: il Serpente, l’essere più infido e sleale della Soul Society, che sacrifica la propria vita per salvare quella di qualcun altro, dopo aver passato un’intera esistenza come un rettile freddo, egoista e solitario. Ma in effetti non è poi così incoerente come pensiero, perché la tua e mia vita non sono differenti. La tua mi appartiene, quindi non ho fatto altro che salvaguardare la mia anima che tu rappresentavi. Perciò, se ci sono riuscito non mi importa di morire. Ah, chissà se il capitano Zaraki avesse capito quella volta la nostra vera natura; dopotutto era stato lui a dire che gli unici shinigami a temere la morte eravamo io e Tosen. Entrambi miseramente sconfitti dalla propria illusione. Ma incredibilmente non soli, perché le pochissime persone che tengono a noi ci sono accanto almeno alla fine.

E tu, Cap? Tu avrai qualcuno che piangerà sulla tua tomba una volta morto?

Che domanda, sicuramente ci saranno gli sfigati della quinta brigata o quella cretina della piccola Hinamori. Pensare che era convinta che fossi stato io a traviare il suo caro capitano Aizen  portandolo alla malvagità. IO, che adesso mi trovo steso su questa roccia con un braccio in meno e un bel “cesareo” nel petto perché ho cercato di fermarlo! Non che io sia mai stato uno stinco di santo, in effetti.

Devo ammettere, dopotutto, che una volta mi divertivo un sacco a prendere in giro persone così ingenue, vedere le loro espressioni dopo aver realizzato che avevo promesso nient’altro che crudeli illusioni era esilarante, ma adesso non ho né la forza né la voglia per farlo. L’unica cosa che desidero è vedere Aizen crollare sotto il peso del suo stesso castello di carte e, anche se è estremamente umiliante dovermi affidare a quel maledetto moccioso, ti rivolgo una sola richiesta, Kurosaki: sconfiggi Aizen, uccidilo nel più crudele dei modi. Se non per me, almeno per Rangiku che continua a piangere china sul mio corpo ormai freddo. Anzi, siamo egoisti fino alla fine, fallo anche per me!

E soprattutto, levati quello sguardo dalla faccia se non vuoi che sia Shinso a farlo, perché non lo sopporto. Guarda piuttosto Aizen che è appena giunto per ucciderti, ricordati la tua missione e lasciami in pace, ora che posso finalmente essere solo con lei, senza più bugie o inganni mascherati dietro una faccia di volpe e un sorriso di serpente. Pare che io abbia pensato abbastanza finora; la mente mi si sta annebbiando del tutto e non sento più gran parte del corpo, mentre gli occhi tornano a scivolare nella loro posizione abituale. Adesso, penso che avrei dovuto aprirli più spesso, perlomeno per vedere meglio la donna che sei diventata, Rangiku.

Chissà se vedendoli avresti capito che non ho mai tradito né te né Izuru.

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice

 

Buon giorno! E' la prima volta che scrivo qualcosa su Bleach, manga/anime di cui mi sono innamorata da qualche mese, seguendolo quasi ossessivamente fino alla saga degli Espada, dove sono arrivata adesso. Gin è sempre stato il mio personaggio preferito e, anche se ho visto che il tema della sua morte ormai è trito e ritrito su questo fandom (tra l'altro con fic stupende), mi è venuto in mente questo esperimento e non ci ho potuto fare niente. Tra l'altro mi pare ancora assurdo aver scritto qualcosa di così breve! Mi auguro di non averlo stravolto nella storia anche perché, ... ehm, non ci tengo a ritrovarmi Shinso puntata alla gola.  So che non è molto allegra, però spero con tutto il cuore che possa ugualmente piacervi. Il titolo penso che lo cambierò appena mi verrà in mente qualcosa di decente, ma per ora è buio totale. Voi che ne pensate? 

A presto, 

Bayern Moni

  
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