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Autore: eugeal    07/08/2015    1 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Le pareti della galleria erano talmente strette da impedirgli qualsiasi movimento e premevano sul suo petto mozzandogli il respiro, mentre sopra e sotto di lui c'era solo un'oscurità senza fine.
Guy si svegliò ansimando e si strappò di dosso le coperte che gli si erano avvolte intorno al corpo durante il suo sonno agitato, dandogli la sensazione di essere intrappolato.
Si guardò intorno: non c'era nessun cunicolo e una candela accesa sul tavolo rischiarava la sua stanza a Locksley.
Gisborne si girò sulla schiena e fece un sospiro, poi rimase fermo a fissare il soffitto mentre il suo cuore piano piano rallentava i battiti.
Sorrise tra sé: l'incubo era stato angosciante, ma era felice di essere vivo e se non altro il pericolo che aveva corso aveva fatto dimenticare a Marian qualsiasi cosa che potesse aver visto nella taverna.
La ragazza lo aveva salvato, gli aveva dimostrato quanto fosse forte l'amore che provava per lui e gli era rimasta accanto finché non Guy non era crollato sul letto, troppo esausto per riuscire a tenere gli occhi aperti. Mentre si addormentava, aveva sentito Marian che discuteva con il padre sulla decenza di trascorrere la notte nella stanza di un uomo che non era suo marito.
Se non fosse stato per l'intervento di Sir Edward, molto probabilmente Marian avrebbe insistito per vegliarlo e non si sarebbe staccata da lui nemmeno per pochi minuti.
Ma la ragazza non era lì, quindi il padre doveva essere riuscito a farla ragionare.
Guy avrebbe voluto averla sempre al suo fianco, ma doveva ammettere che Sir Edward non aveva tutti i torti. Anche se non c'era un solo muscolo che non gli facesse male, Guy non era ferito o in pericolo di vita e non c'era alcun motivo valido perché Marian passasse la notte ad assisterlo.
Si accorse della freccia piantata nella testata del letto e si chiese da quanto tempo fosse arrivata, il suo sonno era stato talmente profondo che non l'aveva sentita arrivare.
Guy si mosse a fatica e la strappò via dal legno, la nascose sotto il letto e tornò a stendersi con un gemito. Robin avrebbe dovuto aspettare, lui si sentiva troppo a pezzi anche solo per pensare di alzarsi, di certo non aveva la forza di cavalcare.
Chiuse gli occhi e si riaddormentò profondamente.

Robin Hood si appoggiò con una spalla al muro e guardò Gisborne. Da quando Robin era entrato dalla finestra, qualche minuto prima, Guy non si era mosso e aveva continuato a dormire, totalmente inconsapevole di non essere solo.
Robin prese una freccia e la usò per punzecchiarlo finché Gisborne non si decise ad aprire gli occhi.
- Ah, sei tu, Hood. Che vuoi?
- Dovresti fare attenzione. Non ti sei nemmeno accorto che ero qui. E se fossi stato qualcuno con cattive intenzioni?
- Perché, tu hai buone intenzioni?
- Potrebbero ucciderti nel sonno e non ti sveglieresti nemmeno.
- Se i morti si svegliassero mi preoccuperei. E comunque in questo momento essere morto potrebbe essere un miglioramento. - Gemette Guy.
Robin lo guardò, con un sorriso ironico stampato sul volto.
- Non mi sembri molto in forma, Gisborne.
Guy sbuffò.
- Se non me lo avessi detto tu non lo avrei mai notato.
Robin sogghignò.
- Fare l'eroe non migliora il tuo umore, direi.
Guy si alzò a sedere e lo guardò. Arrossì nel pensare a come aveva mostrato il suo terrore davanti a tutti il giorno prima e sperò almeno che fosse stata solo Marian a vederlo piangere.
- L'eroe? Più che altro un idiota che ha rischiato di finire spiaccicato sul fondo di un pozzo. Se non fosse stato per Marian è lì che sarei ora.
- Non è quello che si dice a Locksley.
Guy lo fissò, incuriosito.
- Cosa dicono?
- Che Sir Guy di Gisborne ha rischiato la propria vita per salvare tre bambini caduti in un pozzo. A proposito, se la caveranno. Tutti e tre. La guaritrice ha detto che Matt si riprenderà col tempo.
Guy fece un sospiro tremolante.
- Credevo che fosse morto. Era così freddo e non si muoveva…
Robin lo guardò, stupito nel vederlo mostrare così apertamente la propria emozione.
- Sarebbe morto se non lo avessi scaldato. - Disse Robin, poi sogghignò e gli diede una pacca sulla spalla. - Bravo Gisborne, sei ufficialmente un eroe!
Guy guaì di dolore.
- Fai piano, Hood! - Ringhiò, lanciandogli uno sguardo rabbioso e Robin scoppiò a ridere.
- No, decisamente salvare bambini in pericolo non giova al tuo umore. Ma che ci facevi da quelle parti?
Guy tornò serio.
- Ero con Archer. Robin, ho visto la voglia! Lui è davvero nostro fratello!
Robin aprì la bocca per rispondergli, quando la porta si aprì all'improvviso. Il fuorilegge si gettò a terra per nascondersi tra il muro e il letto, ma si rialzò nel vedere che era solo Allan.
Il giovane vide Robin Hood inginocchiato a terra e si richiuse la porta alle spalle.
- Ah, sei tu, mi era sembrato di sentire delle voci. Che ci fai qui?
Robin indicò Guy con un cenno del capo.
- Volevo vedere se era ancora intero.
Guy gli lanciò un'occhiataccia e Allan sogghignò, divertito.
- Giz, a questo proposito, Thornton ci ha fatto preparare un bagno caldo. Se riesci ad alzarti dal letto ti farà bene.
Robin lo guardò, perplesso.
- Vi ha fatto preparare un bagno?
- Marian è leggera, ma Giz no, e insieme fanno un bel peso da sostenere, è già tanto che io abbia ancora le braccia attaccate al loro posto. E scommetto che anche quell'Archer non se la passa tanto bene oggi.
Robin guardò Guy.
- Era lì anche Archer?
- Questo non lo dicono i contadini? Se non fosse andato a cercare aiuto, saremmo ancora in quel buco. E lui e Allan ci hanno tirati su con la corda.
- Giz, io ancora non capisco come hai fatto a fidarti così tanto di lui. Dopotutto è sempre un uomo dello sceriffo, avrebbe potuto lasciarti lì a morire.
- Però non lo ha fatto. - Disse Guy.
Robin non commentò, lui aveva capito benissimo perché Gisborne avesse dato fiducia ad Archer, ma era preoccupato. Il fatto che fosse loro fratello non implicava anche che fosse affidabile.
Sperò che Guy avesse ragione nel giudicare Archer perché in caso contrario si sarebbero trovati in una situazione difficile e dolorosa.
- Dai, eroe, sbrigati ad alzarti prima che l'acqua si raffreddi. - Disse a Guy, lasciando cadere l'argomento Archer e gli tese una mano per aiutarlo. - Tra l'altro direi che hai decisamente bisogno di un bagno.
Gisborne annuì, con un sorriso un po' imbarazzato. La sera prima era crollato sul letto senza nemmeno avere la forza di ripulirsi dal fango e sapeva di essere ancora sporco di terriccio dalla testa ai piedi.
- Aspetta. - Disse a Robin, che si stava già avvicinando alla finestra per andare via, e gli porse le frecce che aveva nascosto sotto il letto. - Riprenditi queste prima che Marian le trovi.

Marian entrò in cucina e riempì un vassoio di cibo, poi, tenendolo tra le mani, si diresse verso le scale, ma Sir Edward la bloccò.
- Aspetta, Marian.
La ragazza lo guardò, scontenta.
- Ho aspettato finora e adesso è sveglio, ho sentito la sua voce. Lasciami andare, devo vederlo.
- E lo farai, Sir Guy non andrà da nessuna parte, ma aspetta che sia lui a venire da te, non essere impaziente.
La ragazza sospirò.
- Hai paura di quello che può dire la gente? Ma non li hai sentiti? Cosa possono dire di me che non abbiano già detto in passato?
- E se la gente sparla a torto, tu vuoi dare loro ragione di farlo? Non è tuo marito, non siete nemmeno fidanzati ufficialmente, aspetta almeno che ti chieda in moglie.
Marian non gli rispose e tornò in cucina, irritata.
Il padre poteva aver ragione, ma aveva toccato un punto dolente.
Lei e Guy si amavano, su questo non c'era alcun dubbio, ma lui non le aveva ancora chiesto di sposarla e Marian iniziava a dubitare che lo avrebbe fatto.
Sedette al tavolo, prese un pezzo di pane dal vassoio che aveva riempito per Guy e iniziò a mangiucchiarlo svogliatamente.
- Non deve preoccuparsi per Sir Guy, signorina. - Marian alzò gli occhi e vide che era stato Thornton a parlare. L'anziano servitore le sorrise, rassicurante.
- Lo avete visto stamattina? Come sta?
- Piuttosto dolorante, ma nulla di grave, credo proprio che si riprenderà in fretta. Ho fatto preparare un bagno caldo per lui e per Allan, forse dopo si sentirà abbastanza bene da scendere per pranzare.
La ragazza capì che avrebbe dovuto aspettare e sospirò.
- Per favore, dite a mio padre che vado al villaggio, voglio vedere come stanno quei bambini.

- Questo non è affatto male, Giz, potrei farci l'abitudine. - Disse Allan con un sospiro soddisfatto, allungando una mano per prendere un pezzo di carne dal piatto appoggiato accanto alla vasca da bagno.
Guy lo guardò, divertito, poi si appoggiò con la schiena alla parete della sua vasca e chiuse gli occhi.
- Beh, non farlo. Dubito che i servitori siano disposti a scaldare l'acqua per te, a meno che non ti capiti di salvare qualche altro bambino. Quando Locksley era mia credo che lo facessero malvolentieri anche per me.
- Forse perché a quei tempi terrorizzavi la gente agli ordini dello sceriffo?
- Forse.
- È per questo che dovresti stare alla larga da Archer. Stanno iniziando ad accettarti, a fidarsi di te, ma se ti fai vedere in giro con l'uomo dello sceriffo, penseranno che sei tornato a essere quello di un tempo.
- Archer mi ha salvato, lo hai visto anche tu, no?
- Posso ammettere che abbia dimostrato un minimo di coscienza, ma lavora comunque per Vaisey. Perché ci tieni tanto? Perché devi farci amicizia a tutti i costi? Potrebbe anche essere una persona decente, ma avere a che fare con lui può causarti solo problemi.
Guy aprì gli occhi per guardare l'amico: Allan era sinceramente preoccupato per lui e Gisborne non sapeva cosa dire per rassicurarlo.
- Allan…
- Capisco che quelle gare che fate possono essere eccitanti, che ti piace metterti alla prova, ma perché con lui? Sfida me se proprio ci tieni a rischiare l'osso del collo, oppure Robin se non mi ritieni un degno avversario, ma stai lontano da Archer, ti porterà alla rovina prima o poi!
- Non posso.
- E perché mai? No, non dirlo, scommetto che è uno dei tuoi segreti che io non posso conoscere perché non ti fidi abbastanza di me. Ma del resto perché dovresti? Ho tradito la banda di Robin per lavorare per te, chi ti garantisce che non tradirò anche te?
Guy lo fissò, allibito per quello sfogo, e scosse la testa.
- Non è questione di fiducia, Allan. Mi fido di te, sai tutto del Guardiano Notturno.
- Quello me lo hai detto prima che spuntasse fuori quell'Archer. Da quando quell'uomo ha iniziato a lavorare per lo sceriffo sei diverso, Giz, quando si tratta di lui o non dici nulla oppure le tue parole sono solo bugie.
- È mio fratello.
Allan lo guardò, incerto se avrebbe dovuto ridere o arrabbiarsi per quella presa in giro, Ma Gisborne era mortalmente serio.
- Cosa?
- Archer è mio fratello. E anche di Robin.
- Giz… Ieri hai sbattuto la testa, vero? Oppure l'acqua è troppo calda?
- Non sono impazzito. Volevi la verità? Eccola.
- Tuo fratello e anche di Robin? Come è possibile?
- Mia madre e suo padre avevano una relazione. Ma né io né lui abbiamo saputo dell'esistenza di Archer fino a pochi mesi fa.
Allan lo guardò, scuotendo la testa.
- Perché non volevi dirmelo? Perché tanti misteri?
Guy lo fissò.
- Perché non lo sa nessuno: solo io, Robin e la famiglia di Adeline. È un segreto pericoloso, non avrei dovuto parlarne né a te né a Marian e non per mancanza di fiducia, ma per proteggervi.
- Archer lo sa?
- No. E non deve saperlo finché non sapremo se possiamo fidarci di lui.
Gisborne non disse altro e anche Allan rimase in silenzio per un po', poi il giovane sorrise all'amico.
- Sai una cosa, Giz?
- Cosa?
- Non vi somigliate affatto.
   
 
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