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Autore: Yvaine_    10/08/2015    0 recensioni
Laura è in viaggio. Sta accompagnando una classe e si ritrova nel bel mezzo di una città che non potrebbe essere più diversa da lei. Ha anche il sospetto che si nasconda qualcosa dietro quelle fitte cortine grigie... Intanto si imbatte nel misterioso e sibillino Anthony.
Genere: Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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2° turno - Storie in coppia
In questo turno i partecipanti dovevano scrivere una One Shot in cui descrivevano l'incontro con un altro personaggio descritto da un altro concorrente, in 1000-1100 parole.
Personaggio: Anthony Waters di Angelica_Morgenstern
 
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Segreto

Mi trovavo come accompagnatrice di un viaggio d'istruzione in una città di cui non sapevo nulla. Pensavo sarebbe stato divertente finché non mi ero ritrovata in un luogo completamente grigio, con fabbriche a perdita d'occhio che non smettevano mai di sputare nell'aria i loro fumi neri creando una cortina che sembrava celare un enorme segreto...
 
Il secondo giorno di soggiorno visitammo l'industria principale della città. Ci accolsero il proprietario dell'azienda e il figlio. Dopo un breve e freddo saluto, il più anziano dei due uomini si scusò e se ne andò lasciandoci nelle mani del figlio Anthony. Ben presto ci affiancò un dirigente dell'azienda per spiegare ancora meglio la funzione di quelle macchine di cui non capivo nulla. Un campanello d'allarme suonò nella mia testa appena realizzai che stavamo passeggiando solo sui camminamenti più alti quando, sopratutto per i ragazzi, sarebbe stato più utile e interessante vedere i macchinari da ben più vicino.
Non potei fare a meno di farlo notare al vicecapo menzionando anche il fatto che immaginavo che quella città custodisse un segreto. Non so perché lo feci — non è la prima cosa che vai a fare in una città straniera — ma c'era qualcosa in quello sguardo spento, nell'espressione assente che mi fecero capire che Anthony non aveva la testa sulle lastre di ferro che produceva l'azienda di suo padre. Qualcosa nei suoi occhi azzurri* mi suggerì che potevo fidarmi di quel ragazzo giovane e pensieroso.
In un primo momento mi guardò come se non mi vedesse.
«Come scusi, può ripetere?» mi chiese.
«Dicevo che mi sembra strano camminare così in alto: per i ragazzi sarebbe più educativo vedere le macchine da vicino.»
«No, no, l'altra cosa che ha detto» mi corresse in fretta.
«Che mi sembra strano anche il fatto che non vi siano tante persone in giro per una città così grande e che nemmeno qui dentro si veda un'anima viva. Ci dovrà essere qualcuno a far funzionare tutto!»
Mi osservò fisso per un altro mezzo minuto, poi constatò: «Lei è una donna intelligente, che sa vedere. La aspetterò all'una e mezza nel vicolo dietro la fabbrica, se vorrà capire. Arrivederci.» E se ne andò senza un'altra parola.
 
Come richiesto, curiosa e confusa, arrivai nella viuzza cieca dietro la Grande Fabbrica. Ben presto vidi avvicinarsi una sagoma, ma finché non mi fu vicina non riconobbi Anthony. Aveva un'espressione serissima in volto.
«Probabilmente questa è la cosa più stupida e irrazionale che io abbia mai fatto» cominciò con un freddo sorriso, «ma per una strana ragione mi fido di te e penso davvero che tu possa comprendere
Al mio sguardo dubbioso lui rispose solo con un cenno del capo ad indicare la direzione in cui ci saremmo dovuti incamminare. Lo seguii titubante e stavo per porgli una domanda quando Anthony riprese a parlare.
«Quello che sto per raccontarti e che stai per vedere è di assoluta segretezza. Penso non ci sia bisogno di dirti di non farne parola con nessuno.
«Adesso dovremo camminare un po' in modo da essere abbastanza in alto da avere una panoramica della città.»
Si girò e con passo spedito mi fece strada in quel labirinto di viuzze.
Arrivammo sulla cima della collinetta del Comune e, dal retro dell'edificio, ci spostammo sul lato destro.
«Vieni» mi chiamò a bassa voce.
Ubbidiente mi avvicinai e trattenni il respiro. Ciò che avevo davanti superava ogni mia immaginazione e creava un tale miscuglio di emozioni che non riuscivo a capire se fossi più colpita o disgustata.
Ai piedi della collina si stendeva la città, ma se sulla destra c'erano delle belle case grandi, dall'aspetto imponente, che trasmettevano un senso di potere, a sinistra si ammucchiavano fabbriche su fabbriche — che anche a quell'ora continuavano a sputar fuori fumi il cui colore andava dal nero intenso a grigio tenue — e casermoni enormi che invece davano la sensazione sovraffollamento, sporcizia e povertà.
«Riesci a capire, vero?»
Voltai lentamente la testa verso Anthony con l'espressione più scioccata che potessi avere. Scossi il capo, incapace di accettare una verità che parte di me aveva già intuito.
«Oh, sì che hai capito... È la parte migliore deve ancora arrivare!»
Mi si avvicinò e comincio a spiegarmi: «Come avrai notato, l'entrata del Comune è sulla facciata opposta a quella della città. Da dove siamo noi possiamo ammirare, sulla destra, la zona residenziale. Lì ci vivono una trentina di famiglie, proprietarie di tutte le fabbriche che vediamo sulla sinistra. Solo un esiguo numero, però, ha effettivamente il controllo e il potere sulla città.»
Prese un profondo respiro e continuò con un tono triste e sconfortato: « A sinistra, come ho detto prima e come si può ben vedere, ci sono le fabbriche in cui vive la maggior parte dei cittadini...»
«Vive
«Sì. Più o meno dai dodici anni i ragazzi entrano in fabbrica e ne escono soltanto distesi immobili su un carrello di ferro, freddi come la morte che li ha liberato da quel supplizio.»
Sgranai gli occhi e mi si strinse lo stomaco a sentire il tono che aveva usato.
«Mangiano, dormono e lavorano nello stesso posto. Le donne, invece, sono puri strumenti di riproduzione. Ogni due anni vengono selezionati gli esseri migliori dei due sessi: i più forti, i più sani... e vengono fatti accoppiare, come animali. Ci si preoccupa bene che chi si accoppia non abbia legami di sangue stretti, perché altrimenti i bambini sono dementi, e che le donne possano effettivamente concepire. Una volta concluso il rapporto ognuno torna alle proprie mansioni: gli uomini al lavoro, le donne a lavare i panni dei ricchi o a soddisfare i piaceri dei ricchi.
Le donne più anziane ad si occupano dei bambini, una volta venuti al mondo...
«Pronta per il piatto forte? A tutti i neonati, una volta che i controlli hanno stabilito che ognuno sopravvivrà in piena salute... viene cucita la bocca perché non possano esprimersi. Oh, beh, naturalmente, se qualcuno è di peso perché non lavora, è debole, vecchio, non sano viene eliminato senza troppe cerimonie.
«Non hanno una casa, una famiglia, degli affetti... nulla! Vivono come BESTIE!»
Rimasi in silenzio, scossa e disgustata da quanto avevo sentito.
«Tu come sai tutto questo?»
«Solo i dirigenti d'azienda sanno effettivamente come stiano le cose. Io lo scoperto cercando e facendomi domande. Da piccolo pensavo non ci fosse nulla dietro il cibo che mangiavo e i vestiti che mettevo.»
«È... abominevole! Come possono fare questo a degli esseri umani? Non c'è nulla che si possa fare?»
«Oh sì… e lo stiamo facendo. Ma, ecco, penso proprio che il giorno che ve ne andrete dovreste farlo il più in fretta possibile...»
 
 
*non capendo esattamente di che colore fossero gli occhi del prestavolto mi sono presa la libertà di decidere.
 
 
Nicchia dell'Autrice
Okay, come al solito sono in ritardo...
Comunque, devo dire sinceramente che mi sono divertita molto ed è stata una delle storie che ho amato scrivere di più in assoluto. Bizzarro il fatto che abbia dovuto litigare con un limite di parole così alto, dal momento che al massimo scrivo 500 parole...
Nonostante sia una delle storie di cui vado più fiera, ho paura di aver fatto un pasticcio con la consegna: tenete le dita incrociate con e per me, per favore!
Bene, penso di aver detto tutto.
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto,
Yvaine_
 
  
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