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Autore: Lucenera88    11/08/2015    0 recensioni
Storia dell'amore di Jessie e James, un amore tanto tormentato quanto forte. Dedicato a chi mi ha ispirata giorno per giorno, avrei tanto voluto fargli leggere la storia completa ma non è stato così.
Buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James, Jessie, Meowth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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"Innocence"

Waking up I see that everything is OK
The first time in my life and now it's so great
Slowing down I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
I wouldn't change a thing about it
This is the best feeling

Guardava le sue manine stringersi e aprirsi meccanicamente. Il suo viso era attaccato al seno, ma invece di succhiare dormiva. Si sorprese di quanto potesse essere peloso un neonato, con tutti quei capelli d’un rosso vivo che stavano ritti sulla sua testa, quasi avesse preso la corrente.
A dispetto delle preoccupazioni, era un bambino perfettamente sano. Lo vedeva da quella sua pelle, piena di chiazze rosse, che non lasciava spazio ai dubbi: lei era certa che sarebbe stato un bambino forte.
Per gran parte del tempo in cui l’aveva tenuto dentro, aveva temuto di rigettare a vista quell’esserino una volta resosi conto che proveniva dal suo ventre. Soffriva la paura, segreta e inconfessabile, di odiare quel bambino da ancora prima che venisse al mondo. Non sapeva di preciso perché. Lo soffrì come un virus che la stava divorando dentro, quando si era accorta che oramai esisteva dentro di lei. Non ne aveva nutrito alcun sentimento che non fosse una forte repulsione. E il suo timore era che quella repulsione, repressa successivamente, fosse potuta esplodere alla vista di chi aveva occupato il suo corpo per nove mesi.
Ed invece, si accorse che non fu così. Non appena l’infermiera del reparto maternità gliel’aveva porto, le sue braccia si allungarono automaticamente, quasi come se in quel momento non potesse fare altro che amare quella creatura. Lo sentiva agitarsi tra le braccia deboli; e avvertì immediatamente che lui, sangue del suo sangue, era e sarebbe stato sicuramente molto più forte di lei, e che era dotato di una indole che le apparteneva.
Si sentiva impedita, ma grazie all’aiuto dell’infermiera riuscì a nutrire quella piccola bestia affamata, la quale si attaccò al seno con una voracità che lei scambiò per attaccamento disperato alla vita.
Era sera, oramai; il travaglio era stato più lungo di quanto avesse immaginato. Ed anche più doloroso, nonostante gli anestetici che le avevano somministrato. Altra paura scampata, però: nessun parto cesareo, e quindi nessuna cicatrice. Solo una settimana più tardi avrebbe cominciato a preoccuparsi di smagliature (immaginarie) sul suo corpo.
“Si può?...”
La voce di James si era accompagnata ad un bussare di nocche sulla porta. In quel momento, Jessie si affrettò a coprirsi, e lo fece entrare.
James sembrava più distrutto di quanto lo fosse lei stessa, eppure era invasato da una timida eccitazione. Non aveva assistito al parto; l’aveva concordato prima con Jessie, che ne aveva ritenuto la presenza troppo invadente. Eppure in quel momento aveva pianto di terrore, e si era maledetta cento volte per non aver lasciato che lui entrasse a stringerle la mano, invece che farsela tenere da un’aiuto-ostetrica.
Al solo vederlo due lacrime le salirono agli occhi, ma fu abile a ricacciarle in dentro sbattendo le palpebre al cielo. La sua comparsa le aveva provocato un allentamento di tensione.
Anche Meowth era presente. Il Pokémon gatto era stato visibilmente in ansia per tutto il tempo, ansia le cui tracce trasparivano ancora nei suoi grandi occhi felini.
James era entrato con un mazzo di rose rosse misto a fiorellini di campo, ma in quel momento nessuno di loro diede importanza al dono. Lui semplicemente lo poggiò sul comodino, e sembrava incapace di dire una sola parola. Anche Jessie avrebbe voluto mostrargli il bambino, ma non sapeva da dove cominciare.
“Ciao, piccolino…” miagolò Meowth, guardandolo dal bordo del letto.
Il bambino, svegliatosi quando la madre l’aveva staccato da sé, si stiracchiava, le sue braccia già molto lunghe. Fu in quel momento che James riuscì a tirare fuori le parole.
“Posso… posso vederlo?” esordì timidamente.
Jessie glielo porse. James sembrava spaventato, e cercò di tenerlo quanto meglio era possibile.
“Si agita troppo!” esclamò, con una strana nota nella voce da cui non si capiva se fosse estremamente eccitato o se stesse trattenendo la commozione. Si abbassò leggermente, seduto sulla sedia, per farlo vedere meglio a Meowth.
Il neonato aveva grandi occhi grigi e si agitava prepotentemente, con una energia insolita per un essere così piccolo.
“ Ha i tuoi stessi occhi, Jessie!” commentò Meowth. “Anche azzurri!”
In quel momento era ancora troppo presto per poterne vedere il colore. In seguito, infatti, sarebbero divenuti di quello stesso verde intenso del padre che lo osservava rapito.

This innocence is brilliant
I hope that it will stay
This moment is perfect
Please don't go away
I need you now
And I'll hold on to it
Don't you let it pass you by

Guardando James, Jessie realizzò senza rancori né sentimenti di sorta  - per la prima volta in nove mesi, forse - che quello era anche figlio suo.
“Senti…” cercò di sembrare quanto più disinteressata possibile. James le rivolse la sua attenzione.
“Il cognome” disse lei, senza guardarlo negli occhi.
“Il cognome, dagli il tuo”.
James sembrava piacevolmente incredulo.
“Sei sicura, Jessie? Ne abbiamo parlato” disse lui. “Non ti preoccupare, per me va benissimo se…”
“Sono sicura” tagliò corto lei. “Sempre se vuoi”.
James non lasciò passare nemmeno un secondo da quell’affermazione.
“Certo che lo voglio”.
Si fermò un attimo con gli occhi su quel neonato, che alzava le braccia in aria come se stesse cercando di prendere il controllo del proprio corpo.
“Certo che lo voglio”.

 

 

Nota dell’autrice:
Finalmente Johnny è nato, il figlio di Jessie e James avuto da una gravidanza non desiderata. Il capitolo era pronto da anni, e mi scuso per averlo postato solo ora!
La canzone, come forse si è capito, è “Innocence” di Avril Lavigne.

Alla prossima!

   
 
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