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Autore: Kotoko_chan    11/08/2015    3 recensioni
Dopo aver visto insieme Kyoko e Sho, Tsuruga-san è arrabbiato. Che cosa sarebbe successo se invece di continuare a recitare nei panni dei fratelli Hell, Kyoko e Ren avessero deciso di tornare sé stessi? Ci sarebbe stato solo quel piccolo succhiotto sul collo?
Buona lettura ^^
*One shot dedicata a Kyoko e Ren (capitoli 189-196).
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyoko Mogami, Ren Tsuruga
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ti amo”
 
Erano stati giorni strani quelli. Quei giorni in cui sei presente con il corpo ma non con la mente. Giorni di riflessione e confusione. Ed era proprio ciò che provava lei, Mogami Kyoko, accanto a uno dei migliori attori del Giappone, Tsuruga Ren.
Tutto era iniziato quando le era stato affidato il compito di occuparsi di lui durante la registrazione di Black Jack, nei panni dei fratelli Hell. Lei era la sua sorellina, irrimediabilmente legata a lui, un attaccamento morboso che sfociava quasi nell’incesto. Lui era suo fratello, piuttosto geloso e possessivo nei suoi confronti. Ed era proprio per questo motivo che si sentiva irrequieta. In molte occasioni non riusciva a capire se stessero recitando oppure facendo sul serio.
“La lezione di oggi è finita”.
Kyoko batté le palpebre tornando alla realtà. In quel momento era a scuola e aveva perso l’intera lezione.
“Nooo, sono costretta a recuperare!!” pensò abbattuta. Una giornata di scuola persa a causa di pensieri inutili.
Scoraggiata, mise tutto in cartella e si avviò con passo pesante verso l’esterno. Attorno a lei gli altri studenti chiacchieravano allegramente dei loro attuali ruoli, nominando un attore, cantante. Alcuni idol camminavano con passo elegante mostrando il loro essere alla moda con alcuni accessori, dopotutto indossavano la divisa scolastica, quindi non potevano mostrare altro.
Giunta all’ingresso, avvertì una strana sensazione, come se qualcosa di negativo fosse lì vicino.
Notò alcuni studenti assediati vicino al cancello principale con aria eccitata. Anche lei si avvicinò titubante perché la sensazione negativa aumentava ad ogni passo. Poi lo vide e capì.
Non c’era qualcosa di negativo ma qualcuno. Il suo acerrimo nemico Fuwa Sho, ex amico, ex primo amore.
I loro occhi si incontrarono per una frazione di secondo. Lui sorrise, un leggero ghigno che poteva solo significare una cosa. Stava aspettando lei.
Immediatamente gli diede le spalle e corse verso l’interno. Riuscì solo a fare pochi passi perché lui, con scatto fulmineo, l’afferrò per un braccio trascinandola poi dentro la sua auto. Prima di chiudere lo sportello però, regalò un sorriso ai ragazzi che avevano assistito alla scena con aria sbigottita.
La macchina partì con il disappunto di Kyoko che, con aria truce, fissava il suo rapitore.
“Che cosa vuoi?” chiese scontrosa.
“Parlarti” rispose lui semplicemente.
“Ma va?” pensò sarcastica.
Sho iniziò a parlare, rimproverandola sulla questione di Kijima-san e del suo offrirsi a rimetterla a nuovo per lo show. Lei non disse nulla, guardando ostinatamente fuori dal finestrino. Ci aveva già pensato Tsuruga-san a rimproverarla, non occorreva un ulteriore ramanzina. E poi a lui che importava?
“Tsuruga-san…”
Scosse la testa cercando di toglierselo dalla testa. Doveva restare concentrata perché a breve avrebbe iniziato a registrare, inoltre dove la stava portando Sho?
Dal finestrino notò l’edificio famigliare dove avrebbe dovuto indossare nuovamente i panni del pollo più famoso della tv. Sho stava dicendo che avrebbe effettuato un live proprio lì.
“Comodo. Non ho dovuto spendere soldi per il taxi” pensò. Almeno era servito a qualcosa.
La macchina si inclinò verso il basso, entrando nel parcheggio sotterraneo degli studi televisivi. Sho continuava a parlare e lei, irritata, stava per rispondergli per le rime quando sconcertata guardò fuori. Erano appena usciti da un automobile Yashiro-san e Tsuruga-san. I loro occhi si incontrarono sorpresi come se non si aspettassero di incontrarsi in quel modo. Poi l’espressione di Yashiro si trasformò in allarme e così quella di Tsuruga. Quest’ultimo però, aveva assunto un’espressione irritata. Kyoko si rese conto troppo tardi che il motivo della sua irritazione poteva solo essere Fuwa Sho e, in un tentativo disperato, cercò di nasconderlo, inutilmente.
Ormai il danno era stato fatto.
 
***
 
Era ferma davanti alla porta dell’albergo che condivideva con Tsuruga-san quando interpretava la sua amata sorellina Setsu. In quei panni si sentiva più sicura, un attore del suo calibro si sarebbe limitato a recitare la sua parte di buon fratello. Eppure, qualcosa la bloccava… temeva una sua reazione negativa e non sapeva ancora come affrontarlo.
Come poteva giustificare la sua breve permanenza nelle grinfie del suo acerrimo nemico? Come poteva spiegare che era stata presa contro la sua volontà? Poteva crederle?
Fece un respiro profondo concentrandosi, appropriandosi dell’anima di Setsuka Hell. Aprì con decisione la porta entrando con la solita andatura e sicurezza degna di una vera Hell.
“Sono tornata, fratellone” annunciò.
Lo trovò su una poltrona con i piedi appoggiati al tavolino posto di fronte. La stava guardando con aria assonnata e non rispose al saluto.
“Non dirmi che dormivi?” chiese lasciando la sua borsa e giacca sul letto.
“Pare di sì” rispose lui grattandosi in testa.
“Invece di stare nella poltrona in quella stana posizione, perché non ti sei messo a letto?”
“Non aveva importanza dove mi mettessi, fintantoché tu non fossi tornata, non sarei riuscito a prendere veramente sonno” rispose guardandola intensamente.
“Il mio povero fratellone!” disse lei con tono provocante “è tutta colpa del fatto che hai una sorellina carina come me, ecco perché non riesci a prendere sonno”.
“Dannatamente vero” confermò lui con tono infastidito “potrei rimediare rinchiudendoti in questa stanza e assicurandomi che tu non guardi nessuno, tranne me”.
“Carino…” commentò eccitata “nel prossimo giorno libero, perché non andiamo a comprare un catenaccio?” chiese con tono seducente.
Uno strano suono risuonò nella stanza interrompendo la conversazione. Entrambi guardarono verso la borsa di Setsu.
“Il mio telefono? Ma di solito è sempre in modalità silenziosa” pensò frugando nella sua borsa.
Poi ricordò. Quella mattina aveva messo la suoneria nella speranza di una chiamata da parte di Tsuruga-san per parlare di ciò che era successo con Sho il giorno prima.
Controllò la schermata e la sua espressione cambiò. Non era più Setsu ma Kyoko, tutto per colpa di colui che la stava chiamando a quell’ora della notte: Fuwa Sho.
Nel panico più totale, cercò di spegnere il telefono ma era talmente entrata nel pallone che il cellulare continuava a sfuggirle di mano. Improvvisamente non era più tra le sue mani ma in quelle del suo fratellone che appena lesse “numero sconosciuto” si rabbuiò. Spense il telefono e lo lanciò in un angolo della stanza lasciando Kyoko del tutto sorpresa.
Alzò lo sguardo verso il suo interlocutore spaventata. Non era né da Tsuruga Ren quel comportamento né da Cain Hell.
Impaurita fece qualche passo indietro toccando il muro alle sue spalle. L’aura minacciosa di Tsuruga era la più spaventosa che avesse mai visto. Da dove sgorgava tutta quella rabbia?
“Che succede? Non hai nulla da dire?” chiese con voce minacciosa.
Lei non rispose, incapace di reagire.
“Lo puoi negare? Quella telefonata non era di Fuwa?”
“Perché vuole parlare di questo? Perché sta uscendo fuori dal suo ruolo?” pensò lei agitata.
Indietreggiò ancora, evitando il muro alle sue spalle.
“Non potrebbe essere nessun altro se non lui. Gli unici ad usare un numero privato siamo io, l’agenzia e lui. Però ormai sia il mio numero sia quello dell’agenzia sono stati registrati” avanzò verso di lei inesorabilmente, costringendola a indietreggiare sempre più “dunque, lui è l’unico che rimane. Perché ti sta chiamando ad una simile ora?”
Ancora sconvolta, urtò il letto finendoci sopra e, mentre cercava di rialzarsi, Tsuruga-san la sovrastò bloccandola.
“Ti tieni ancora in contatto con lui? Non lo odiavi? Ieri sembravate così amichevoli in quel auto” continuò.
Era così vicino tanto da sentire il respiro sul suo volto, procurandole dei brividi ma, non di paura. Si sentiva assuefatta dalla presenza di Tsuruga-san.
Da quando era così consapevole di lui? 
Fece scorrere la mano sul suo corpo, irrigidendola. Tsuruga-san continuava a parlare però si rese conto che non era lui. C’era qualcosa che non quadrava in quella storia e decise di reagire. Se doveva parlare voleva farlo con lui e non con questo strano personaggio che stava emergendo. Ormai aveva capito che stava parlando con l’altro se stesso, una persona guidata dall’odio, incapace di controllare le sue emozioni. Non poteva permettere che gli accadesse una cosa simile visto che sapeva benissimo come ci si sentiva in quella situazione e lei voleva proteggerlo.
Con gesto fulmineo lo colse di sorpresa, invertendo le posizioni. Si sedette a cavalcioni su di lui, sorprendendolo. Non era da lei comportarsi in quel modo così audace.
“Che cosa dici? Non mi dire che sei geloso?” chiese mostrandosi più sicura di quello che era. In quel momento era semplicemente lei, Kyoko. Non riusciva a rientrare nei panni di Setsu.
Lo sguardo sbigottito di lui valeva più di mille parole. Era confuso e incapace di dire o fare altro.
Con mano esitante iniziò a sfiorargli il volto. Non sapeva come avrebbe reagito a quel tocco ma lui non fece nulla, rimanendo immobile. Lei acquisì più sicurezza, accarezzandolo con decisone. Le sue dita bruciavano ogni qualvolta le posava su di lui e si sentiva strana. Cos’era quella sensazione?
“Tsuruga-san, come potrei essere in contatto con lui? Con la persona che più odio in assoluto? La persona che ha distrutto la mia vita?” disse non fermandosi.
Gli occhi di Tsuruga continuavano a fissarla confusi.
“E’ inutile che aggiungo altro, vero? Tu questo già lo sai…”
Si chinò verso di lui posando le labbra sulla sua fronte. Gli lasciò il segno del rossetto e, quando si rialzò, sperava che fosse tornato in sé.
“Mogami-san…” mormorò lui.
Gli occhi che la stavano guardando non erano più in tempesta. Erano occhi pacifici, sicuri.
Tsuruga-san era tornato.
Lei sorrise sollevata. Ce l’aveva fatta.
“Tsuruga-san” disse lei abbracciandolo.
Di solito non era così espansiva ma, come poteva trattenersi in un momento del genere? Quando si rialzò, Tsuruga-san intrappolò il suo viso con una mano, passandola dietro la testa. I loro visi in quel modo erano così vicini che ognuno poteva sentire il respiro dell’altro.
Lei non si ritrasse, per la prima volta in vita sua era decisa a non scappare da quelle emozioni che aveva trattenuto per troppo tempo a causa di Sho, il ragazzo che aveva distrutto il suo cuore.
Le loro labbra si sfiorarono esitanti. Tsuruga-san, nonostante fosse il più esperto tra i due, sembrava vacillare e non era l’Imperatore della Notte che una volta l’aveva fatta spaventare.
Lei intrecciò le dita con le sue, raggiungendo la mano che ancora era posata sul suo viso.
“Tsuruga-san…” mormorò.
Lui posò con decisione le labbra sulle sue, riuscendo con delicatezza ad aprirle con la lingua. Lei l’accolse con curiosità mista ad imbarazzo. Stava ricevendo il suo primo bacio dall’uomo più desiderato del Giappone e aveva paura di sbagliare, deluderlo. Non era brava in quelle cose. Era completamente inesperta e all’oscuro.
“In che razza di guaio mi sono cacciata!?” pensò.
Sentendo la sua incertezza, Tsuruga-san cercò di guidarla, rendendola più partecipe al bacio. Infatti la tensione che aveva accumulato si sciolse nel momento in cui anche lei iniziò a muovere la lingua. Le sfuggì un gemito, cosa che la imbarazzò tantissimo. Tsuruga-san si scostò in modo da poterla guardare negli occhi e sorrise di fronte all’espressione imbarazzata di lei.
Riprese a baciarla e con delicatezza invertì le posizioni. Kyoko avvertì la morbidezza del materasso sulla sua schiena e il petto robusto di Tsuruga-san che sfiorava il suo.
“Tsuruga-san…” mormorò nel momento in cui lui posò le labbra sul suo collo.
Man mano che andava avanti, senza più imbarazzo, Kyoko si immerse nel mondo di sensazioni che Tsuruga-san le stava regalando. Le sue mani esperte sapevano dove toccarla, come toccarla. Sapeva come strappare piacere anche in punti inconsueti. Ovunque posasse le sue labbra o mani, la pelle ardeva come se fosse stata bruciata.
Lei continuava a stringerlo assecondando i suoi movimenti, non pensava di essere in grado di poter fare certe cose. Con audacia aveva esplorato anche lei il suo corpo, spogliandolo dei suoi vestiti, sentendolo gemere al suo tocco, sorprendendolo.
Raggiunse l’apice del piacere dopo la penetrazione, nel momento in cui le sue morbide carni furono lacerate dall’eccitazione di Tsuruga-san. Non avrebbe mai potuto immaginare di stare così bene dopo averlo accolto in lei. Lo stringeva forte tra le sue esili braccia mentre lui si muoveva, aumentando sempre di più il piacere di entrambi.
Non seppe per quanto tempo andarono avanti, l’unica cosa che ricordava erano le sensazioni che aveva provato nel stare tra le sue forti braccia, la felicità che avvertiva per aver liberato finalmente il suo cuore dalle catene che si era autoinflitta dopo il dolore. Il suo cuore era tornato a battere dopo tutto quel tempo per l’uomo più ambito e complicato che avesse mai conosciuto. Sarebbe stata in grado di gestirlo? Ma soprattutto… per quanto Tsuruga-san fosse un ragazzo nobile, quella notte appena trascorsa cosa rappresentava? Solo un semplice momento di passione?
Fu mentre si crogiolava in quei dubbi che la stretta attorno a lei aumentò. Il respiro che fino a quel momento era lento, improvvisamente era diventato più veloce, scompigliando i suoi corti capelli arancioni. Schiena contro petto, capì che Tsuruga-san si era svegliato.
Trattenendo il respiro, chiuse gli occhi incerta. Cosa avrebbe potuto dire? Cosa si diceva dopo una notte come quella?
“Maledizione!!”
“Mogami-san…” chiamò lui con voce roca.
Lei si irrigidì preparandosi al peggio: “è stato solo un errore”, “mi dispiace, ero fuori di me”, “non potremo mai avere un futuro…”
“Ti amo”.
Spalancò gli occhi stupita, mentre il battito del cuore cominciò ad aumentare furiosamente. Le gote le si arrossarono e lo stomaco le si contorse spiacevolmente.
Che cosa doveva rispondere? Lei cosa provava per lui? Non era molto sicura dei suoi sentimenti. Volerlo accanto a sé significava amarlo?
“Io…” iniziò titubante “io…”
Lui la voltò delicatamente in modo da poterla guardare in volto.
“Non mi occorre una risposta” disse dolcemente “almeno per adesso. Quindi non farmi attendere troppo, ok?” aggiunse con un sorriso sbarazzino.
Era il sorriso che rivolgeva solo a lei, il sorriso che l’aveva rincuorata nei momenti più difficili. La strinse a sé affondando il viso nei suoi capelli mentre lei si ritrovò ad ispirare il suo profumo.
“Tsuruga-san?” chiamò lei deglutendo nervosamente.
“Uhm?” disse lui.
“Ti amo anch’io”.
 
 
Angolo della follia
Ciao a tutti! =)
Questa one-shot dedicata a Skip Beat! è nata dopo aver letto i capitoli dal 189 al 196. In quel momento credo che un po' tutti abbiamo desiderato che tra Ren e Kyoko ci fosse qualcosa di più di un semplice bacio sulla fronte e del succhiotto sul collo di Ren -.-“
Ovviamente alcune vicende sono state cambiate e anche alcune reazioni (ad esempio Kyoko e Sho), mentre il dialogo tra i fratelli Cain l’ho preso dal manga.
Bene, spero che vi sia piaciuta e se volete ho scritto una long su Skip Beat! che si intitola “Voglia d’amare”. (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2307420&i=1)

Ciao e fatemi sapere cosa ne pensate ^^

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