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Autore: Antonella84    12/08/2015    7 recensioni
Una piccola storiella senza grosse pretese. Confessioni sul tetto più famoso di Nerima.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonava rumorosamente.
Quella era una mattina importante.
Anzi no.
Decisiva. 
Akane Tendo si alzò di scatto dal letto, aprì la finestra permettendo al sole di illuminare tutta la stanza.
"Il gran giorno è arrivato!".
Affermò con voce ansiosa.
Si avvicinò allo specchio che aveva in camera per spazzolarsi i capelli.
Nonostante gli anni passati erano rimasti sempre corti, li tagliava spesso perché a Lui piaceva di più così. 
Scese di sotto e come di consueto l'intera famiglia la stava aspettando.
C'erano tutti,tranne il Lui in questione, ovviamente. 
"Akane va a svegliare Ranma per favore..". 
La voce di Kasumi e quella domanda erano un rituale mattutino come il suono della sveglia o come lavarsi i denti.
Toccava sempre ad Akane andare a svegliare il suo fidanzato e la scena era identica da anni.
Con un'unica piccola differenza. 
"Ranma, ehi svegliati! Non vorrai far tardi anche stamattina!". Disse la ragazza scuotendo le spalle del bel moro. 
"Mhm..Akane lasciami dormire..sparisci". 
La piccola Tendo strinse la mano attorno al secchio d'acqua fredda e lanciò il suo contenuto  sul bell' addormentato. 
"Muoviti idiota o ti lascio qui!". Rispose la giovane abbandonando la stanza.
"Accidenti è fredda!". Urlò Ranma tastandosi il petto. 
La  sensazione che provò fu strana e di sorpresa...nonostante fosse trascorso un anno da quando si era liberato della maledizione. 
Ora Ranma era un uomo al 90%...
Novanta perché c'era ancora un 10% che gli impediva di esserlo in toto.
E l'avrebbe ottenuto quel giorno. 
Fatta la colazione con le solite litigate sul cibo fra i due Saotome, Ranma e Akane uscirono di corsa da casa, destinazione Furinkan. 
La cerimonia del diploma fu commovente per le famiglie e motivo di orgoglio per tutti quegli studenti che finalmente avevano raggiunto un obiettivo fondamentale della loro vita.
Tutti erano felici sfoggiando grandi sorrisi e immortalando in innumerevoli foto quel prezioso momento.
Tutti tranne loro due. Akane e Ranma avevano le facce avvolte nella tensione. Ricambiavano pacche sulle spalle e abbracci con inerzia malcelata da sorrisi di circostanza. 
Il motivo della loro preoccupazione era causato dal discorso che la famiglia aveva fatto loro solo una settimana fa. 
Il signor Saotome e il signor Tendo li avevano convocati, infatti, per informarli che subito dopo il diploma i due promessi avrebbero dovuto pensare al futuro. "Vorremmo sapere se avete intenzione di stare ancora insieme e sposarvi".
Queste erano state le parole che avevano mandato in subbuglio cuore, anima e cervello dei due ragazzi da sette giorni a quella parte. 
Ranma e Akane non avevano ancora avuto modo, o coraggio, di parlarne tra loro.
Avevano preferito far finta di nulla e continuare le loro vite movimentate e folli, come era ormai da tre anni. 
Neanche il mancato matrimonio di tempo addietro, aveva modificato tutti quei rituali, strambi ma tanto cari ai due, che prendevano vita tra loro da sempre. 
Ma adesso quel giorno era arrivato.
E l'ansia del futuro traspariva perfettamente dai volti dei due giovani artisti marziali. 
Dopo la cerimonia tutta la famiglia Tendo-Saotome decise di passare una giornata alle terme.
Ovviamente, come era consuetudine fare, Ranma e Akane erano stati esplicitamente obbligati a rimanere al dojo per poter decidere cosa dire ai familiari una volta tornati dalla scampagnata. 
I due stavano ripercorrendo la strada di casa, quando fu Ranma a rompere il silenzio:
"Che tipi! Avrebbero potuto farci andare con loro! Dopotutto siamo noi i festeggiati!". 
Akane continuava a fissarsi le scarpe mentre il giovane da sopra la recinzione non la perdeva d'occhio.
"Ehi maschiaccio! Hai sentito cosa ti ho detto?". Domandò poco carinamente il moro.
"Certo che ti ho sentito Baka! Ti stavi lamentando come il solito. Questo però non risolverà la questione...".
Rispose la ragazza continuando a non degnarlo di mezzo sguardo. 
"Che questione?". Le chiese il codinato.
Akane sbuffò.
"Quella che ci ostiniamo ad evitare da ormai una settimana. Non pensi che dovremmo parlarne,Ranma?". 
L'artista marziale si bloccò di colpo lasciando che la fidanzata lo oltrepassasse.
Akane aveva ragione.
Dovevano parlare.
L'espressione che lei aveva sul viso non prometteva nulla di buono. 
Come tutte le discussioni che avevano avuto, anche quella sarebbe stata più complicata e difficile del previsto. 
Arrivarono a casa e fecero uno spuntino che Kasumi aveva lasciato loro, premurosa come sempre.
"Akane..Vado a farmi un bagno. Ci vediamo dopo sul tetto?". 
La ragazza annuì senza nessuna espressione.
Ranma interpretò quella strana freddezza come un modo per prepararsi al peggio. 
Si immerse nella vasca di acqua calda impiegandoci più tempo del solito.
Cosa avrebbe dovuto dirle?
Anzi come le avrebbe detto che lui...Che lui in realtà...
Si immerse con la testa sott'acqua come per isolare quei pensieri che lo rendevano sempre così nervoso ed impacciato. 
Si cambiò e salendo sul luogo dell'incontro, la vide. 
Il tramonto donava ai suoi capelli ed al suo viso una sfumatura rossastra che le dava un'aria ancora più malinconica. 
Il cuore prese a battergli furiosamente nel petto e dopo aver preso un lungo respiro, le si mise seduto accanto. 
Ed ora si ritrovavano su quel tetto a cercare di parlare di loro senza litigare. 
Già..facile a dirsi.
Perché se c'era qualcosa di veramente difficile per Ranma e Akane, era appunto parlare di Ranma e Akane.
"Credevo fossi scappato in Cina..". Esclamò la ragazza fissando il suo fidanzato.
"Tze! Me la sono presa comoda tutto qua.".
Fu la risposta del bello col codino. 
"Akane sei strana.
Per tutta la cerimonia non sembravi affatto a tuo agio. Credo che il motivo sia lo stesso del mio...". 
Provò ad accennare un inizio di confronto Ranma.
"Pensavo a questo momento. Sarebbe stato meglio per noi non essere costretti a viverlo". Rispose la ragazza. 
"Quindi per te questa discussione non dovrebbe mai avvenire?".
Domandò il giovane con tono duro. 
Akane gli si mise seduta di fronte in modo da poterlo guardare negli occhi. 
"Non fraintendermi Ranma.
Non avrei voluto fosse stata imposta dai nostri genitori.
Sembra che noi due, da quando ci conosciamo, non abbiamo mai avuto voce in capitolo su nulla.
Hanno sempre deciso loro tutto quanto. Ed adesso...Dopo essere riusciti a diplomarci, ci chiedono tutto ad un tratto di prendere in mano le nostre vite e...Decidere.". 
Ranma le chiese:
"E questo non è un bene? Avresti preferito svegliarti e trovarti di fronte all'altare senza sapere come e quando?".
La ragazza fece un amaro sorriso.
"Un po' come è successo a te,giusto?". 
Il moro non rispose. 
Akane fece un profondo respiro ed ammise per la prima volta a voce alta:
" Ho paura.
Ho paura di non fare la scelta giusta.
E questa volta non potrei dare la colpa a nessuno Ranma, neanche a te.". 
Il codinato immaginava quanto potesse essere costata, in termini di orgoglio, quella confessione, alla sua fidanzata. 
Così decise di fare l'uomo e prendere in mano le redini della situazione.
Sbatté le mani sulle ginocchia per caricarsi e disse:
"Facciamo così. Dato che parlare direttamente di noi non ci riesce facile...Che ne diresti se ci concedessimo una confessione a vicenda?". 
Akane lo fissò sbalordita.
"Una confessione? In che senso?". 
Ranma sentì le mani sudare.
Oramai, però,  il discorso era stato avviato e non aveva alcuna intenzione di tornare indietro.
"Semplice! Io farò una domanda a te e tu a me. E a seconda di ciò che risponderemo avremo poi le idee chiare sul da farsi. Ma ricorda...Una soltanto. Allora che te ne pare?".
La ragazza fissava sbalordita il suo fidanzato.
"Da quando hai sviluppato una mente così pragmatica,baka?". Domandò ancora con espressione stupita. 
"Scema! Ho imparato da tua sorella Nabiki. Di certo lei non è una che si perde in giri di parole! Quindi, siamo d'accordo maschiaccio?". 
Akane annuì per poi affermare:
" Basta che poi non mi chiedi dei soldi". 
Lo sguardo di disappunto del codinato la fece tornare seria ed esclamò:
" Va bene ho capito...Però comincia tu. Avanti, chiedimi quello che vuoi Ranma.". 
Accidenti. 
Toccava a lui per primo farle una domanda. 
Nella vasca da bagno ne aveva pensate mille, ma nessuna sembrava fosse adatta a dargli le risposte che cercava. 
Poi l'illuminazione. 
Guardando la sua fidanzata negli occhi le chiese:
" Perché sei così gelosa Akane? ". 
La ragazza arrossì vistosamente. 
"Gelosa io? Ma che dici scemo!".
Gli occhi di Ranma la guardarono con diffidenza. 
"Lo sapevo! Non riesci proprio ad essere sincera con me, giusto? Avrei dovuto aspettarmelo. ".
Il giovane sapeva che provocandola in questo modo, la reazione della sua fidanzata non sarebbe arrivata tanto tardi. 
"Vuoi sincerità eh? Bhe io... Non volevo che uscissi o ti strusciassi con quelle oche delle altre tue fidanzate ecco!". 
Ranma decise di cogliere la palla al balzo sfruttando il momento:
" Quando raccontai a Hiroshi e Daisuke di questo tuo atteggiamento, loro mi risposero che avevi una cotta per me. Che era un chiaro segnale". 
Akane si irrigidì.
"Non avevo una cotta per te.". Dichiarò.
" Solo non volevo che qualcun altro provasse qualcosa per te.".
Ranma scoppiò in una risata.
" Sai Akane, sei carina quando neghi l'evidenza. Lo sei sempre stata.".
Affermò il moro come se fosse la cosa più semplice del mondo.
"Ranma...Ti malmeno ogni mattina dicendoti le peggiori cose...Questo non è carino nè adorabile.". Esclamò Akane arrossendo.
"Lo è su di te". Sussurrò il ragazzo strizzandole l'occhio.
La giovane scosse la testa battendogli il dito sul petto:
" Non provare ad usare le tue strategie da sciupafemmine con me".
Restarono in silenzio ad osservarsi per alcuni minuti.
Poi Ranma, che evidentemente aveva avuto la risposta che cercava, esclamò:
" Ho un'idea.
Questa cosa potrebbe essere chiarificatrice per entrambi. Ma tu devi rinunciare alla tua domanda.".
Lo sguardo di Akane si fece serio e pensieroso.
In fin dei conti lei non sapeva nemmeno cosa chiedere a Ranma così da poter avere tutte le risposte che cercava.
In più anche se lei avesse fatto la domanda giusta, chi le assicurava che quel baka avrebbe risposto? O peggio ancora che ciò che lei avrebbe potuto sentire, fosse alla fine  ciò che sperava con tutto il cuore?
Ranma aveva sicuramente un piano per sviare la richiesta dei genitori e lei decise di fidarsi.
"Accetto". Affermò sicura.
A quel punto il moro deglutì rumorosamente. 
Con molto imbarazzo si avvicinò al viso della ragazza.
Le loro labbra distavano pochi centimetri, ed Akane presa in contropiede, rimase immobile. 
"Voglio...Ecco io...Voglio baciarti". 
Anche il sole calante di fronte al colorito del ragazzo col codino, impallidiva. 
Akane presa dal panico scosse la testa con sollecitudine.
"Non credo sia una buona idea.". 
Le parole della mora non fecero demordere Ranma.
Lui era sicuro che Akane l'amasse.
Aveva ammesso di essere gelosa e che non sopportava l'idea che qualcun altro (oltre  lei) potesse provare qualcosa per lui. 
A suo modo la ragazza aveva confessato.
Forse senza neanche rendersene conto.
Ed adesso toccava a lui conquistarsi quel dieci percento per sentirsi completo. 
Spinto da un impeto di coraggio, Ranma fece scorrere un dito sulle labbra della sua fidanzata.
*Ho sbagliato approccio. Lei odia le imposizioni. Devo pensare ad Akane a come un ga-gat-gatto smorfioso che deve essere avvicinato con cautela*. Pensò. 
Forse il paragone felino non era uno dei più adatti data la sua fobia per i gatti. 
Ma la paura e la tensione che provava in quel momento erano paragonabilissimi al disagio che aveva di fronte a quegli animali. 
"Solo un bacio. Ti giuro sui Kami che non farò il maniaco. Ci servirà Akane".
Spostò il dito dalle sue labbra e continuò:
" In fondo un bacio non ha mai ucciso nessuno,no?". 
La ragazza trattenne una piccola risata:
" A meno che non si tratti del bacio della morte di una pazza amazzone cinese...Ah ma a quanto ricordo a te non è andata così male, vero Ranma?". 
La risatina si trasformò in pochi attimi in due occhi pieni di rabbia e gelosia. 
"Ma cosa dici stupida! Mi ha preso alla sprovvista!".
Stavano litigando.
Di nuovo. 
"Accidenti a te Akane, un bacio non è poi così terribile!". Urlò Ranma perdendo le staffe.
Quella stupida non voleva proprio capire!
" Con te lo è". Rispose Akane sincera. 
Prima che il giovane fidanzato potesse fraintendere le sue parole, la ragazza gli prese le mani e gli disse:
" Ho il terrore che un tuo bacio possa definitivamente farmi perdere l'unica via di fuga che possa avere..". 
Ranma la guardò confuso. 
" Da cosa vuoi scappare Akane?". Chiese. 
La ragazza lo fissò negli occhi esclamando:
" Da ciò che provo per te. Semmai i miei sentimenti non dovessero essere ricambiati io...".
Non fece in tempo a continuare che le labbra di Ranma si posarono sulle sue. 
Lui la stava baciando.
E non era un semplice sfiorare di labbra. 
Era un'esigenza come respirare, era desiderato, irruento, urgente. 
Ad Akane scappò un gemito, mentre la lingua del ragazzo esplorava la sua bocca. 
Nella foga del momento, Ranma cercò di avvicinare ancora di più il corpo di Akane al suo.
Ma sbilanciandosi un po' troppo finì col battere la fronte contro quella della fidanzata.
"Ahi Ranma! Mi verrà un bernoccolo accidenti a te e alla tua testa dura!". 
Il ragazzo preso dall'imbarazzo stava per rispondere per le rime alla sua fidanzata, quando guardandola vide le sue guance colorate, gli occhi lucidi e le labbra leggermente rigonfie. 
"Sono un ridicolo imbranato!" . Affermò Ranma sorridendo di se stesso. 
Akane notando solo dopo la poca delicatezza della frase di scherno detta al suo fidanzato, cercò di rimediare:
" Ma dai Ranma...Poteva accadere anche a me...". 
Il giovane col codino le poggiò una mano sul viso in una leggera carezza e disse:
" Anche se sono sembrato ridicolo, ne è valsa la pena.".
Akane arrossì.
Quante volte era successo da quando avevano iniziato a chiarire?
Aveva perso il conto. 
"Ti amo Akane". Disse di colpo il ragazzo. 
La giovane sorrise radiosa, mentre alcune piccole lacrime di gioia sfuggivano al suo controllo. 
"Bhe...Ora lo so! E senza doverti fare qualche imbarazzantissima domanda! Però...ce ne hai messo di tempo, baka!". Fu la risposta della ragazza. 
"Ehm...Akane..N-non dovresti ecco...Dirmi qualcosa anche tu?". Chiese in preda al panico e all'imbarazzo il giovane col codino. 
"Dici? Prova a chiederlo ad Hiroshi e Daisuke...Magari te lo sapranno dire loro...Scemo!". Rispose Akane saltando giù dal tetto. 
"Ehi Non sei affatto carina! Così non vale! Akanee!". 
Ranma cominciò ad inseguirla per i tetti di Nerima.
Averla aiutata a migliorarsi in questi anni, aveva dato i suoi frutti e la sua fidanzata era diventata una valida combattente. 
Il dojo sarebbe stato in ottime mani. 
Accelerando il passo, Ranma finalmente la raggiunse.
Afferrandola per le spalle che ansimavano per la corsa, la fece voltare:
" Volevi fare la furba eh! Ti ricordo che ancora  non abbiamo deciso cosa dire ai nostri genitori!". 
Akane gli diede un bacio sulle labbra cogliendolo di sorpresa. 
" Gli diremo che ci amiamo Ranma.". 
Il ragazzo arrossì:
" H-hai detto CI Akane?". 
Di colpo, come succedeva sempre, il giovane davanti alla chiarezza dei sentimenti della sua fidanzata, si solidificò. 
Alla ragazza scappò una risata e prendendolo per mano si avviarono verso casa. 
" Ti amo Ranma". 
Le sentì sussurrare il suo fidanzato. 
Col cuore più tranquillo e sicuro che il suo amore fosse ricambiato, Ranma sorrise felice. 
Ora si che poteva sentirsi, finalmente, un uomo completo al 100%.
  
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