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Autore: Just a Shapeshifter    15/08/2015    4 recensioni
→Tratto dal primo capitolo:
"Vuoi che ti mostri com'è la mia dose di eroina Court?"
→Tratto dal secondo capitolo
Duncan non ce la fece più, era così occupato a prendersela con le proprie paranoie, non si era accorto che degli abbozzi di solchi stavano comparendo nel suo avambraccio per mezzo delle unghie.
Era agitato non poco il suo spirito, il pensiero secondo il quale non era Courtney a scrivere lo stava portando a un esaurimento nervoso.

¤ ¤ ¤
Una piccola ma emozionante ff da non perdere che vede come protagoniste due nostre care concorrenti a cui tutti si sono affezionati :3
P. è tornata con una chicca che attende di essere completata dal 2013.
Buona lettura ;3
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Courtney, Duncan, Heather
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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-Chapter 1-

-Orgoglio-





Un ciuffo blu ed una cascata di capelli rossi.
Erano due ragazze, camminavano, tenendosi per mano e...
E sorridevano, ogni volta che gli sguardi si incrociavano...
In mezzo alla luce del sole, incuranti degli sguardi titubanti delle anziane o degli schiamazzi dei bambini che giocavano, rincorrendosi su e giù per le colline del parco.
Quegli sguardi che si scambiavano, le dita intrecciate le une alle altre. Si avviavano verso il tramonto, verso l'uscita del parco.
Non avevo mai visto degli occhi così sinceri e pieni d'amore. Anzi, mai visto due paia di occhi così innamorati.
Sospirò la mora, per anni si era sempre tenuto tutto dentro, e ogni volta qualcosa la prendeva per il basso ventre, la stringeva e non la mollava, certo, stava male, ma non era da lei, no, non era da lei dimostrare quel poco di disagio che le procurava un eterno brusio nella sua perfida mente, che poi tanto cattiva non era. Ma...quella scena, anche se breve era stata devastante. Accavallò le gambe, cercando di darsi un po' di contegno, fissando la donna davanti a se.

"Quindi, alla fine sei qui per parlarmi di questo tuo nuovo problema." La psicologa la fissò, da dietro quegli occhiali contornati da delle aste d'acciaio, fredde come i suoi occhi color ghiaccio. Sospirò, dopo aver visto l'asiatica annuire e girare il volto nella direzione opposta, come per evitare il contatto visivo.
"Heather..." Cominciò la donna togliendosi gli occhiali rotondi da quel naso troppo smilzo per un viso pieno. "Sei qui in cura nel mio studio da quattro anni oramai, ovvero da dopo la sesta e ultima rottura con Alejandro." Si bloccò, appena la mora si girò a fissarla, con una delle sue micidiali stilettate.
"E andiamo Heaty, ne abbiamo parlato in passato..."
"Non mi interessa! Q-u-e-l nome NON lo voglio sentire. Mai. Più." Sibilò La ragazza, aggiustando con la mano le pieghe sulla camicia e sedendosi meglio sul divanetto.
"Va bene, va bene. Non insisto...Sappiamo entrambe come hai ridotto il mio studio l'ultima volta."
scarabocchiando qualcosa sul foglietto fece una smorfia, lanciando la pagina all'indietro cagionandola ad un ricciolino su se stessa. "Mi hai accennato a delle relazioni che hai avuto..." la donna sulla quarantina la adempì con i suoi occhi agghiaccianti.
Heather contraccambiò quello sguardo, senza scomporsi, rivolgendo nuovamente la sua attenzione fuori dalla finestra. Respirava, ansiosa di finire quella chiacchierata, mentre i ricordi le accavallavano la mente.
"Inizierei parlando di Linsday... non era proprio una relazione ma più che altro una piccola avventura che mi ha un po' distorto le idee quando mi sono trovata in una situazione simile con Courtney" stava davvero raccontando quella storia? Beh, era la sua psicologa, e doveva togliersi questo peso che la opprimeva ogni volta che vedeva due ragazze tenersi per mano, o baciarsi, anche solo stare vicine sulla panchina.

Avrebbe davvero voluto avere la loro vita?
Stare con una persona dello stesso sesso?

Non sapeva, eppure le cose potevano andare diversamente, avrebbe potuto trovare la felicità senza Alejandro, escludendo tutte le notti di furore che aveva avuto con lui e il suo corpo così perfetto che la faceva impazzire. Scosse la testa ritornando a pensare a quelle due ragazze, che adesso erano sotto la fresca ombra procurata da un piccolo albero dai pochi rami ancora giovani.
Si lasciò sfuggire un sorriso che Marta percepì subito, e seppe che in quel momento stava pensando, stava meditando, stava prendendo tempo per iniziare a parlare... ma quel silenzio era netto e per un attimo sembrò essere infinito "Heather?" la mora si risvegliò subito dopo, guardando la donna, imprigionandosi in quegli occhi così ammalianti.
"Oh andiamo, non posso neanche guardare fuori dalla finestra per concentrarmi? È una cosa molto difficile per me parlare di qualcosa che non ho mai raccontato a nessuno" Marta aveva degli splendidi capelli biondi, portati con un taglio a caschetto mosso, da una parte più lunghi e dall'altra più corti. Annuì in modo dolce, come per darle ragione, facendola continuare.
"Grazie per l'incoraggiamento" sbuffò, e la sua frangetta costruì un'onda su di essa, lasciando per un attimo intravedere la fronte, senza alcuna proliferazione di brufoli o punti neri, impeccabile.

"Come ti sentiresti se una persona si avvicina a te con occhi seducenti invitandoti ad accogliere il suo volere?" domandò l'asiatica, senza scomporsi, evitando di guardare l'altra negli occhi, come se in lei ci fosse un velo di vergogna. Non le lasciò neanche il momento di rispondere alla domanda retorica che continuò a raccontare. "Dopo un bicchierino bevuto di nascosto Linsday si avvicinò a me, eravamo entrambe nella piscina ed era tardi, era già buio, quindi ti lascio immaginare che ore si erano fatte. La festa era finita, e non c'era più nessuno, Alejandro si era ritirato insieme a Owen, Duncan, Jeoff e qualcun'altro..." prese fiato, e i suoi occhi si imbatterono in quelli della bionda, il suo viso ricordava molto qualcuno che avrebbe voluto sapere a tutti i costi cosa fosse successo dopo.

"Ci siamo baciate" disse Heather, così velocemente che l'idea di raccontarle anche di Courtney evaporò completamente.

Tornò a casa, o forse sarebbe meglio dire nel suo appartamento, che una volta poteva essere stato loro. Si sdraiò sul letto ancora sfatto, le coperte erano ormai accartocciate ai suoi piedi, chiuse gli occhi Heather, sentendo ancora l'odore di Alejandro appiccicato alle lenzuola. Aveva appeso l'orgoglio così in alto da non poterlo più recuperare, e così si era resa vulnerabile davanti al latino, quella era stata la loro ultima litigata; lo sconforto si faceva spazio tra il suo petto, e sul cuscino giaceva ancora il suo malizioso profumo che conduceva tanto ad un misto tra Playboy e Armani.
"Alejandro sei un idiota..." un mugolio di rassegnazione decise di scappare dalla gola della ragazza. Il silenzio in quella stanza era glaciale, ma ogni tanto, veniva mosso da dei singhiozzi frustrati e affannosi, prendeva il dolore e lo spingeva sotto gli occhi, sotto forma di liquido trasparente. Loro erano come due animali che lottavano per il territorio, erano quelli delle porte in faccia e le finestre sbattute, i piatti rotti e le urla affilate, ma che alla fine risolvevano tutto travolti dalla passione, e puntualmente la mattina ogni male era scomparso, ma quella volta era Alejandro quello assente.
Quella volta nessun coinvolgimento dalla lussuria, solo sguardi freddi e parole false avevano trasformato un normale risveglio in una lotta in gabbia.
Chiuse per un piccolo momento gli occhi, strizzando le palpebrale per far uscire le ultime lacrime depositate sul bordo. E ripensò a quello che aveva detto a Marta su Linsday, rimpiangendo forse ciò che avrebbe potuto raccontarle su Courtney... iniziò a domandarsi davvero se valeva la pena stare con un uomo invece che con una donna, insomma Heather, il sesso femminile è anche più appagante, ridacchiò la vocina dentro la sua testa, dove delle onde costruite da problemi si frantumavano a contatto con il cranio. Erano i pensieri disordinati che ognuno dentro di sé possiede, ma gli urti erano tanto potenti da procurarle ogni volta un gran mal di testa.
"Al... dove sei..." guaì assaggiando il sale sulle sue labbra, proprio mentre avvertì un leggero bussare alla porta. Era tutto un sogno, doveva essere solo un presentimento, perché appena aprì quella porta dal pomello d'ottone non c'era nessuno ed era come se ogni suo presentimento andasse a sbiadirsi, ogni sua idea a buttarsi da un grattacielo, e sfracellarsi sull'asfalto.

"Courtney..." sospirò, era lei, proprio dietro il muro appoggiata di schiena, di fianco alla porta.
Girò il viso, facendo scivolare le pupille sulla destra, la ragazza era appoggiata al muro con le braccia serrate, e la testa che guardava verso il corridoio.
Scrollò le spalle Heather e grazie a quella scossa riuscì a far cadere anche quella sensazione di solitudine e desolazione che aveva poco prima. Bensì Courtney avesse già visto la sua parte più intima lei restava fedele al suo spietato orgoglio.
"Che fai qui? Hai rotto ancora con Duncan? Oh wow, davvero degli ottimi partiti eh." Ma non ebbe risposta, conosceva bene la perfettina e se non si degnava nemmeno di guardarla in faccia allora era successo qualcosa di grave. Si avvicinò piano, leggera e la prese per un polso guardandola negli occhi piantati sul pavimento, si, era davvero successo qualcosa e lei era intenzionata a scoprirlo.
La fece accomodare, bastò tirare il braccio della castana verso la propria direzione. Heather non smise di fissarla nemmeno per un secondo tanto più l'altra non osava alzare gli occhi. "Che ti hanno fatto Court?" Si morse piano il labbro e la presa al polso divenne presto una carezza continua e morbida. Fece poi scivolare le sue pupille nere verso la propria mano: le maniche dell'amica erano abbassate fino ai polsi, ed essa non ci mise molto a stringere l'altra fra le braccia. In quel momento capì tutto ma non disse una parola, non trasudò pensiero che non fosse quello di tenersela lì al seno piangente e singhiozzante.
Ma Heather non piangeva e, se prima le accarezzava il polso, ora la mano si era posata tranquilla sui capelli color cioccolato di Courtney donandole piccole carezze.

"Aiutami.. Heathy." Sentì poi la mora tra quei fremiti inumiditi, ma lei non capì subito di cosa stesse parlando, nella sua mente pensieri contorti si facevano spazio tra inconscio e conscio, tra cui il pensiero di un Duncan fortemente guidato da istinti pericolosamente animaleschi dopo aver saputo della loro attinenza di qualche tempo prima, si sarà arrabbiato sapendo che la sua ragazza lo aveva tradito; con una donna per giunta.
Le tenere carezze si spostarono sul viso di Court facendole alzare il mento e costringendo gli occhi a iniettarsi in quelli color nebbia della ragazza che la teneva stretta. "Mi dici che cosa ti è successo? Non posso aiutarti se non lo fai." Ma non sorrise Heather, si limitò ad avvicinarsi sempre di più a lei e quei suoi occhi miglioravano la situazione non poco tanto da creare finalmente una reazione in Courtney.
"Prometti?" Tenne lo sguardo fisso in quello dell'amica che annuì. "Prometto, ma ora ti prego Court, è già stata una giornata pesante."

Non fu gradevole ciò che la mezza asiatica vide quando Court fece scivolare la manica della sua camicetta bianca fino al bicipite.
Una macchia violacea nell'interno gomito con spruzzi di colori freddi tendenti all'azzurro e al blu, era come se Courtney avesse una galassia con un buchino minuscolo al centro tatuata sulla sua pelle, l'unica differenza è che sarebbe potuta andare via solo con grande forza di volontà la cui presente perfettina era provvista in grande quantità.

Fu la prima volta che Heather rimase senza parole e tanto più fu la prima volta dove piano riabbassò la manica senza dire nulla ma accarezzando il viso di Court fece avvicinare le labbra alle proprie, azzerando le distanze.
Qual'era la cosa migliore se non rifare l'errore? Quello che le aveva risolto tutti quei problemucci legati all'iper aggressività e alla perdita di pazienza che caratterizzavano la castana?
Quest'ultima si sentì completamente abbracciata da un senso di confusione piacevole, Hethy non aveva detto niente eppure quel bacio stava traducendo qualsiasi cosa avrebbe voluto dirle. L'attraversò una sconosciuta sensazione condiscendente appena l'altra iniziò piano a sbottonarle la camicetta.
Si morse piano il labbro con piacere e rabbrividì sentendosi scivolare di dosso l'indumento, rimase in intimo con le guance rosse che quasi ebbe paura che Heather sentisse il loro calore, lei non era mai stata così, nessuna delle due era mai stata così, sempre fredde, distaccate, orgogliose e con la battuta pronta, ma in quel così delicato momento solo un pensiero comune circolava nelle loro menti.
Heather tornata a casa dall'incontro settimanale si era cambiata, o almeno ci aveva tentato visto i suoi vestiti: canotta bianca e pantaloncini da ginnastica neri, lei che era sempre impeccabile si ritrovava con il trucco sbavato un po' sotto gli occhi mentre baciando Courtney la faceva sdraiare nel letto sfatto della notte prima, non aveva avuto nemmeno il tempo di ripiegare il letto e chiuderlo nel divano.
Era sorpresa di se stessa ma questo non bastò per farla smettere di baciare l'altra. Le loro labbra si separarono solo per permettere alla canotta della mora di scivolare anch'essa ai piedi del letto mischiandosi con le lenzuola e il precedente odore di Alejandro.
Le labbra di Heather si chiusero in una curva confortevole come per permettere a Courtney di giacerci all'interno.
"Vuoi che ti mostri com'è la mia dose di eroina Court?"






Angolo di P:
P: Bentornati *lancia coriandoli*
M: yeee! P. è tornata dopo i suoi epici ritardi *si mette a lanciare coriandoli anche lei*
P: *lanciano coriandoli insiemi e la stanza finisce per assomigliare a un fondale di pesci d'acquario*
Scott: *entra in stanza* oh ma che bel casino *si guarda intorno* mi fate sempre più paura
P: pff oh non ci far caso, stiamo festeggiando :D
Scott: e perchè non c'è nessuna tort- *sente dei rumori sospetti e si gira* ingordo
Duncan: *porge il vassoio a Scott* hai visto? ti ho salvato dal colesterolo
M: *fa leggere il testo a Duncan* eh, bella idea *gli mette in testa dei coriandoli senza che lui se ne accorga*
P: peccato che sia una Lime arancione eh
Duncan: voglio. il. seguito. RECENSITE! ...o.. ecco io..
Scott: vi mangerà le torte.. *borbotta da solo*
  
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