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Autore: PriorIncantatio    17/08/2015    5 recensioni
Mi si chiede di introdurre questa storia. Ma sappiate che io ho usato tutte le parole a mia disposizione e sono così stanco da riuscire se non a sento a respirare, perché sono parole che ho usato, ma soprattutto lacrime e ricordi.
Ne ho versate. E molte.
Ed è la loro storia: Il Dottore ed Amy Pond, anzi no Amelia perché amava questo nome, ed anche io.
Ma questa è anche la mia storia. Probabilmente la storia di molti.
Queste parole saranno infine cullate dalla Lunga Canzone di Akhaten, e non mancheranno le parole del Dottore.
Io ho messo tutto me stesso, o forse di più.
È il lavoro più sofferto che io abbia mai fatto e questo è ciò che conta per me.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 1, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Rest now… my warrior”


Sembra essere giunta proprio l’ora.
Eppure sembra che questo lungo viaggio sia iniziato soltanto poco fa.
Momenti fugaci di una vita troppo breve.
Attimi indelebili che mai saranno obliati dal tempo, dall’odio.
Dalla paura.
 
Va bene, ecco cosa farò: ti racconterò una storia.
“Rest now, hardship is over”
Li stai ascoltando?
 
Trenzalore sembra essere un’ombra nella mia mente.
Peccato che essa non sia l’unica.
Sai, speravo fosse più bella la mia ultima meta.
Insomma, guardami! Ho anche il mio miglior papillon!
Una tomba nera colma di morte e tristezza.
Forse il peso di questa malinconia è troppo devastante.
“Live. Wake up. Wake up.”

I miei occhi hanno visto troppi addii.
Una mia vecchia amica mi disse che odiava gli epiloghi.
Sorrido sai, perché sto pensando alla mia fine, e non posso rimandare.
Ma quanto meno posso decidere come concludere la mia esistenza.


Tutte le persone che vivevano nel terrore del tuo giudizio,
tutte le persone i cui antenati ti sono stati devoti hanno sacrificato
loro stessi a te.


Oh, ho rinunciato a persone straordinarie e sì, quelle che vedi...
Queste sono le mie lacrime.


Riesci a sentirli cantare...

Le lacrime di un Signore del Tempo, e no! Non ho paura!
I-io n-non ho paura!

Oh, tu ti consideri un Dio! Ma tu non lo sei!
Tu sei solo un parassita che si rode dalla gelosia, dall’invidia
che si impossessa della vita degli altri, e tu!
Tu, ti nutri di loro!



Come vorrei vedere altre spettacolari albe,
chiudere gli occhi e sognare, sognare...
Per poi riaprire gli occhi e contare le stelle.
Oh, viaggiare in universi sconosciuti.
E sappi, che non sarei mai da solo, questo l’ho finalmente capito!

I ricordi degli amori, delle perdite, delle nascite, della morte, della gioia...
Del dolore!
Quindi...



Ho abbandonato. Tirato indietro la mano.
E se mi chiedi se nella notte dei tempi, buia più del nero,
io vengo rincorso da attanaglianti sensi di colpa la risposta è una soltanto.
Sì.
“And let the cloak, of life
cling to your bones”
 
Ti avevo promesso una storia.
Bene l’avrai, e sarai soddisfatto.
Ma ricorda, mi pregherai, mi supplicherai,
che questa non venga più raccontata.
Che questo pazzo spiri e che la sua ombra giaccia per sempre.
 
“Cling to your bones”

Caddi una notte dalle stelle infuocate.
E correvo tra le tenebre e tra la luce.
Avevo perso la mia, di stella.
Ed il mio cammino sbarrato dalla paura.
I ricordi offuscati. Non mi riconoscevo.
E caddi sulla Terra, buia e fredda.

Forza, vieni! Prendi i miei.
Prendi la mia memoria ma spero che tu abbia parecchio appetito
perché io ho vissuto una lunga vita...


Ed il primo viso che vidi...
 
“Wake up, wake up.
Live. Wake up. Wake up.”

Oh, il suo viso, che mai, mai dimenticherò.
Il primo volto del mio meraviglioso mondo.
Ai suoi piedi.
Caddi tra le fiamme, caddi come una stella.
Una bambina con meravigliosi capelli rossi.
Come il fuoco. Come il Sole.
Non potevo che volare direttamente ai piedi della stella più luminosa.

E ho visto diverse cose...


E poi promisi.
Ad una bambina.
Dannato me! Promisi di tornare!
Come un principe in quella scatola blu.
Un Signore del Tempo che fa ritardo.
E lei mi aspettò, per 12 anni!
Se solo avessi saputo, o capito, se solo fossi arrivato prima!
Avremmo avuto più tempo, il nostro tempo.
E lo avremmo stretto tra le mani, sicuri che nessuno
ci avrebbe divisi!
 “And let the cloak, of life
cling to your bones”
 
E lei mi odiò, lo fece con il cuore e con l’anima.
Mi odiò come solo lei poteva fare.
Ed è forse questo il prezzo del tradimento, della fiducia?
L’odio?

Sono sopravvissuto all’ultima grande guerra del tempo.
Ho segnato la caduta dei signori del tempo.
Ho visto la nascita dell’universo e ho visto il tempo finire...



E lei mi perdonò con quei suoi occhi grandi, intesi.
Riuscì a guardare dentro i miei e capì che erano occhi di un vecchio.
Di un vecchio pazzo caduto con una cabina.
Poi prese la mia mano e insieme corremmo.
Viaggiamo per giorni, settimane, mesi.
E ogni angolo dell’universo sembra sempre infinitamente piccolo per noi.
Non ci saziavamo della voglia di vivere.

Momento dopo momento.
Finché non è rimasto niente né il tempo né lo spazio...
a parte me.



Ero vivo! Vivo! E nulla più importava che correre e correre.
E farlo ancora e di nuovo fino a non smettere mai.
I nostri cuori sembravano spingere e pompare all’unisono.
Come un’orchestra perfetta, di cui noi eravamo compositori
pazzi, incredibili ed impossibili.
“Cling to your bones
Wake up. Wake up!”

E abbiamo combattuto, sì.
Lei ha capito che non era più quella bambina che chiedeva aiuto.
E la sua piccola camera da letto, dimora di incubi, era svanita.
Scomparsa nel momento in cui sono giunto io.
Ma quella frattura...
Quella dannatissima frattura ci ha rincorsi ovunque, come il destino.
“Wake up. Wake up!

E non abbiamo temuto i nostri nemici, perché noi...
Noi eravamo più forti di qualunque Dalek o Cyberman.
Non ci ha fermato la Pandorica o... gli Angeli Piangenti...


Ho camminato per universi dove le leggi della fisica sono il folle delirio
della mente di un povero pazzo!
E ho visto universi congelarsi e creazioni bruciare e cose a cui tu non potresti mai credere!

 
Ma adesso sono qui, nella mia casa.
Più grande all’interno...
La mia scatola magica, blu come quella notte in cui caddi da te.
“Cling to your bones
Wake up. Wake up!”

E al suo interno mi sembra rivederti.
Ti vedo correre, bambina dai capelli di fuoco.
La ragazza che ha aspettato.
Anche tu adesso le hai viste, le mie lacrime.
«Sei tornata a casa» le sussurro.

E ho perso cose che tu non potresti mai neanche concepire
e conosco cose... segreti che vanno celati,
conoscenze che non devono essere dette!
Conoscenze che ridurrebbero in un mucchio di cenere
gli dei parassiti come te!

 
«Sai, sto per andarmene Amelia Pond.
Quante volte ti ho detto che amo il tuo nome?»
Stai sorridendo e arrossisci.
Probabilmente troppe volte, vero?
  “Wake up! Wake up!”


«Non voglio andare via, Pond.»
Chiudi gli occhi e forse percepisco anche la tua tristezza.
«H-ho paura. Paura di dimenticare il primo viso che io abbia mai visto.
Paura di dimenticare il tuo, di viso. Paura di non ricordare più il tuo nome.
Ho paura di cambiare e di dimenticare la tua storia, la nostra storia!
Il pazzo con la scatola e la ragazza che ha aspettato.»
  “Wake up! Wake up!”

Sta succedendo e non posso far nulla per farlo smettere.
Sono pochi gli istanti che ci dividono, Amelia.
Sembrano lunghi ed interminabili attimi e al tempo stesso,
brevi e fugaci.
Probabilmente questo ci rappresenta.
È la nostra storia, e meriterebbe di essere raccontata.
Raccontala ai tuoi figli, Pond. Ai tuoi nipoti, e non smettere mai.
Come non smetterò mai io. La rimembrerò per sempre nella mia testa.
Mi cullerà fino alla fine dei miei giorni e sempre un angolo
della mia anima, del mio cuore e della mia mente...
sarà per sempre tuo.
 
Su, andiamo, allora!
Prendili, assaggia tutto amico mio!
Mangia, puoi avere tutto!

 

E cade il mio papillon.
Cadono i miei pensieri, ormai.
Cadono le mie paure e le mie insicurezze.
Cade l’oblio che si estende intorno a me.
Trenzalore non è che una tappa, ma forse qui...
qualcosa morirà per sempre.

 
  “Wake up! Wake up!”
Ma non io! Non tu! Non noi!
Noi andremo oltre!
Oltre le stelle, il cielo, le tenebre.
E non vivremo di ricordi, perché non possono rimanerci soltanto quelli.
Noi vivremo di una vita futura che pulserà una linfa meravigliosa.
E sarai tu quella linfa, mia dolce Amelia Pond.
E non sarà diversa la realtà.
E non sarò da solo.
Promettimi che non lo sarò. E prendi queste lacrime e ricordati che le ho versate per te.
Ricordati che non ti avrei mi abbandonata.
Ricordati che non ti avrei mai divisa dalla felicità.
Perché io lo ricorderò!

Ed intanto ti avvicini.
Ed io incontro i tuoi.
È passato tanto tempo.
Ma restano gli stessi.
E restano impressi.
Posso toccare la tua pelle.
Ed il tuo profumo lo ricordo.
E tu sei ritornata.
Solo per me.
Ed io mai, mai ti dimenticherò.
Ed io sempre sarò al tuo fianco.
E mi troverai.


Io sempre ricorderò quando il Dottore...
Ero io.
 
Raggedy Man... Goodnight.


 
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