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Autore: leila91    18/08/2015    11 recensioni
Bilbo, rimasto a casa mentre Thorin è al lavoro alla forgia, si ritrova a dover consolare un piccolo Frodo, ancora triste e scosso dalla recente morte dei genitori.
Note:
{AU: everyone lives/nobody dies || domestic!bagginshield || tanto fluff con un goccio di angst}
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo Baggins, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I'll be there for you  
I'll be there for you..
 
 
 
 

 
Quella mattina iniziò come tutte le altre.
Quando Bilbo si alzò, Thorin era già uscito di casa, per recarsi a lavorare alla forgia.
Il Nano aveva impiegato un po’ ad abituarsi alla vita nella Contea, ma ora, con gran gioia di Bilbo, sembrava aver trovato un perfetto equilibrio.
 
Questo almeno fino a una decina di giorni prima, quando un nuovo imprevisto aveva fatto irruzione nella vita di quella strana coppia.
Si trattava del piccolo Frodo Baggins, figlio dei cugini di Bilbo, rimasto orfano a seguito di una gita in barca finita in tragedia.
Thorin aveva fatto di tutto per nascondere il proprio disagio nel ritrovarsi con un frugoletto non suo in giro per casa.
Sì, aveva cresciuto Fili e Kili, ma era stato molto tempo prima. E si trattava pur sempre dei figli di sua sorella.
Con Frodo invece non aveva nulla in comune, se non… Bilbo.
E proprio per amore di quest’ultimo il Nano aveva fatto “buon viso a cattivo gioco”, e Frodo era diventato a tutti gli effetti un Baggins di Casa Baggins.
Nessuno poteva resistere più di tanto ai suoi dolcissimi occhioni azzurri e al suo visino angelico.
Difatti la ritrosia di Thorin scomparve quasi magicamente dopo appena due giorni, e l’affetto con cui ora guardava il piccolo era come quello di un vero padre.
 
“La mia famiglia” pensava orgoglioso Bilbo: in molti li ritenevano strani, scandalosi addirittura, ma a lui non importava. Non avrebbe barattato quella vita per nulla al mondo. Non si sentiva così felice da quando era ragazzino.
 
Lo Hobbit sbrigò le faccende quotidiane di buona lena, la mente già rivolta al pranzo, e a tutti i modi in cui avrebbe potuto viziare quella volta il suo adorato Nano.
Fu solo verso le 11 che si accorse dell’assenza di Frodo.
Il piccolo non si era fatto vedere per ben due colazioni: non era decisamente da lui!
Che stesse ancora dormendo? E se non si fosse sentito bene durante la notte?
Bilbo si diresse a grandi passi verso la camera del nipote, reprimendo l’improvvisa preoccupazione e il senso di colpa per non aver notato niente prima.
 
“Frodo?” bisbigliò aprendo la porta.
Il ragazzino era raggomitolato sul letto, e l’iniziale sollievo provato da Bilbo svanì all’istante quando, avvicinatosi, lo scoprì in preda alle lacrime.
 
“Ragazzo mio!”
Bilbo sentì la sua voce spezzarsi mentre, titubante, provava ad abbracciare il nipote.
“Frodo, tesoro, cosa succede?” chiese quando l’altro non si ritrasse al suo tocco, anzi restituì più forte l’abbraccio.
 
“Ho… ho sognato la mia mamma e… e… mi manca! Mi manca tanto, zio Bilbo! Rivoglio mamma e papà!”
La vocina del piccolo Hobbit era squassata dai singhiozzi, e alle sue lacrime presto si aggiunsero quelle di Bilbo.
Avrebbe dovuto immaginarlo: era passato così poco tempo…
“Mancano tanto anche a me, piccolo mio”.
 
Si stava riferendo ai suoi cugini, ma Frodo capì un’altra cosa.
“Anche… anche a te mancano i tuoi genitori?” chiese tirando su con il naso, “Credevo che ai grandi non succedesse…”
“Oh sì” rispose Bilbo, prendendo la palla al balzo, “Capita anche a noi… molto spesso. Siamo solo più bravi a nasconderlo. Tu zio Thorin è il migliore di tutti” concluse con un piccolo risolino.
 
“Zio… tu che cosa fai quando sei triste? Come si fa a non esserlo più?”
 
Bilbo sospirò: “Temo non esista un modo, piccolino… E ognuno di noi reagisce sempre in maniera diversa. Io piangevo moltissimo, sai? E mi accade tutt’ora, per tanti motivi diversi. Vedi, quando succede io mi stringo forte a tuo zio, e lui stringe forte me. Così in quel momento Thorin diventa la persona per la quale sto soffrendo… solo per me, solo per pochi minuti. Ma sono sufficienti, perché dopo mi sento sempre molto meglio”.
 
“Vuoi provare Frodo?” chiese poi, titubante, “Vuoi che sia il tuo papà, fino a che non ti sentirai meglio?”
 
Bilbo si accorse di tremare mentre aspettava la risposta del piccolo.
 
“Sì” mormorò lui, accoccolandoglisi contro, “Per favore”.
 
 
 
                                                         **********
 
La forgia quel giorno era stata più trafficata del solito, e Thorin era stato costretto a fermarsi anche durante l’ora di pranzo. Non succedeva spesso, ma succedeva.
Quando rimise piedi in casa quella sera, le uniche cose che desiderava erano un bagno caldo, e la totale attenzione del suo Hobbit.
Sì stupì alquanto quindi, di trovare Casa Baggins così buia e silenziosa.
Così come aveva fatto Bilbo quella mattina, anche lui si recò di corsa verso le camere: prima diede una sbirciata in quella che divideva con suo marito, e poi in quella di Frodo.
E fu che li trovò.
 
Bilbo non aveva avuto alcuna intenzione di addormentarsi, e passare tutto il pomeriggio in camera di suo nipote.
Lo aveva tenuto stretto a sé fino a quando non aveva smesso di piangere, e si era appisolato, ma in tutto ciò aveva perso la cognizione del tempo, e il sonno aveva vinto anche lui.
Quando riaprì gli occhi stava imbrunendo fuori dalla finestra.
La prima cosa che percepì fu un bacio ispido sulla fronte; seguito da una mano che gli carezzava teneramente i capelli. Infine lo sguardo dolce e insieme divertito di Thorin.
 
“Giorni celesti!” esclamò, balzando a sedere, “Thorin, ma! Ma… che ore sono?”
“Le sette passate, Azyungal” rispose il Nano, reprimendo a stento una risata nel vedere il suo Hobbit così arruffato e con gli occhi gonfi di sonno.
 
“No, non è possibile… vuoi dirmi che ho… oh misericordia! La cena! Oh Thorin, mi dispiace tanto, Frodo piangeva, mi sono fermato a consolarlo e poi-”
Suo marito fermò quel fiume di parole, ponendogli un dito sulle labbra.
“Shhh, non fa niente. So che avevi bisogno di un po’ di riposo. Hai avuto sonni parecchio agitati di recente, e ti ho sentito alzarti quasi tutte le notti per passare a controllarlo” disse accennando con la testa il nipote addormentato.
 
Bilbo arrossì: aveva sperato che il Nano non si fosse accorto di niente. L’ultima cosa che voleva era impensierirlo o disturbarlo in alcun modo.
Provò ad abbozzare quella che doveva essere a metà fra una scusa e una spiegazione, ma Thorin non accennava a voler rimuovere il dito, e come se gli avesse letto nel pensiero, proseguì: “Ti sei stancato troppo in questi ultimi giorni. Frodo è meraviglioso, ma non sei abituato a stare dietro a un bambino non è vero?”.
L’ultima domanda fu accompagnata da una risatina e da un tono affettuosamente canzonatorio.
 
“Dimenticavo, ha parlato l’esperto” mugugnò Bilbo in risposta, ma stava sorridendo.
E non riuscì a trattenere un enorme sbadiglio.
 
Thorin sogghignò di nuovo, prima di baciargli la fronte.
“Lascia che sia io a prendermi cura di te, questa volta. Di voi. E magari domattina potrei anche restarmene a letto uh? Che ne dici?”
 
Ma non fece in tempo a finire la frase che il suo Hobbit si era già riaddormentato, raggiungendo il nipote nel mondo dei sogni.
 
“Lo prenderò come un sì” ridacchiò il Nano, rimboccando le coperte ad entrambi.

 

 
 


 
Noticine Fufflosine:
 

Shameless fluff, assolutamente shameless (anche se l’angst non può mancare o non sarei io. Però è proprio lieve).
Ad ogni modo la colpa è tutta del mio cervello che fa quel che gli pare, e ogni tanto per sopravvivere DEVE produrre bagginshield.
Grazie di continuare a sopportarmi, vi adoro ♥

Benni
   
 
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