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Autore: King_Peter    19/08/2015    33 recensioni
{ InterattivaApocalypse!NowIscrizioni chiuse }
I was angry with my friend; I told my wrath, my wrath did end. I was angry with my foe; I told it not, my wrath did grow.
And I waterd it in fears, night and morning with my tears; and I sunned it with smiles, and with soft deceitful wiles.
And it grew both day and night, till it bore an apple bright. And my foe beheld it shine, and he knew that is was mine.
And into my garden stole, when the night had veild the pole. In the morning glad I see, my foe outstreached beneath the tree.

(A Poison Tree, William Blake)
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Semidei Fanfiction Interattive
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Heaven Knows
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Theo ♠ Cigno Nero

 
Theo avrebbe volentieri seppellito la testa sotto la sabbia, dopo quella sera.
La partita di Caccia alla Bandiera si era risolta con un fiasco totale e doveva ammettere che, in parte, era stata anche colpa sua. Adesso tutti i compagni della sua squadra lo guardavano con aria truce, come se avessero tutta l'intenzione di scaraventarlo in una fossa piena di leoni affamati ed assistere alla sua morte.
Il colore scuro della terra aveva smorzato la sfumatura bronzea del suo elmo, stralci di foglie secche e petali di fiori morti erano rimasti impigliati fra i crini rossi del suo pennacchio. Il fango sul suo pettorale copriva il simbolo di sua madre, inciso all'altezza del cuore, linee bianche e rossastre intrecciate a formare una colomba bianca, colta nel momento di spiccare il volo verso il cielo.
Afrodite.
I figli della dea della bellezza erano portati naturalmente ad attirare l'attenzione delle persone, un concentrato di verità e di bugie, nascosti dietro un bel viso. Spettinare i suoi capelli e tatuare le sue braccia non avevano fatto altro che catalizzare ancora di più l'interesse degli altri semidei, come se non fosse altro che una calamita umana per gente che non sapeva tenere a bada i suoi ormoni.
Theo si chiese cosa avrebbe detto sua madre di lui, se mai avesse avuto l’opportunità di incontrarla.
I figli di Afrodite erano stati costretti a svegliarsi e a crescere, dopo che le porte dell'Olimpo erano state sigillate una seconda volta. Quando un enorme fulmine aveva spezzato in due il pino di Talia, decine e decine di mostri si erano uniti contro Long Island, un'unica massa di dannati pronta a mettere a ferro e fuoco il Campo Mezzosangue, riducendo in schiavitù i soldatini dell'Olimpo.
Loro avevano cercato di resistere, respingere gli assalitori, pregare i loro antichi dei, ma inutilmente.
Chirone era morto, sfigurato dal sangue di un suo simile, l'Oracolo ucciso, il suo corpo dilaniato da cani e belve feroci perché non scrutasse più nel futuro, lo spirito di Delfi silente da almeno trent'anni.
La terra aveva tuonato la sua gioia, la sua vendetta urlata dalle bocche di tutti gli alberi del bosco, satiri e driadi che avevano partecipavano ad uccidere i mezzosangue, il sangue dell'Olimpo che aveva bagnato i marmi e i templi dei loro padri.
Adesso non rimaneva altro che cenere, cenere di un passato antico e glorioso, e profonde crepe che sfiguravano le case degli dei, cicatrici permanenti a ricordare la loro umiliante sconfitta. La cosa, così come avevano imparato a chiamarla i mezzosangue nel corso degli anni, si era ormai insediata al campo, proponendo ai semidei un patto per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Molti di loro, fra il timore di morire e la voglia di riscattarsi da semplici pedine degli dei, cambiarono allineamento.
Come si dice, se non puoi combattere il nemico, unisciti a lui.
Da allora in poi il campo aveva ripreso a funzionare normalmente: c'erano le partite di Caccia alla Bandiera, le lezioni di tiro con l'arco, le canzoni cantate intorno al focolare. L’unica cosa strana, però, era il fatto che fossero i mostri a tenere a bada i semidei, le parti completamente rovesciate.
E poi i mezzosangue dovevano tenersi in forma, per quello a cui erano destinati.
Theo superò passi rapidi e spediti i ruderi di quella che un tempo era la Casa Grande, distogliendo lo sguardo non appena le finestre si illuminarono di un lampo azzurro. Una dracena, di guardia sul portico d'ingresso, lo stava osservando, gli occhi gialli puntati su quelli verdi di Theo.
Lui le sorrise, il sorriso più smagliante che riuscì a improvvisare, anche se non gli era difficile, essendo un figlio della dea della bellezza; continuando ad andare avanti e cercando di ignorare la tigre dai denti a sciabola che gli stava artigliando lo stomaco. Sapeva cosa stava succedendo lì dentro, così come sapeva che lui sarebbe stato il prossimo.
Deglutì, raggiungendo la diroccata capanna di Afrodite, le colonne che sostenevano il tetto incrinate e sporche, i balconcini spogli e, quelle poche piante superstiti, appassite e morte. Schizzi di sangue rappreso macchiavano ancora la facciata d'ingresso, le colombe che sembravano emissari di dolori e sofferenza, per quanto fossero sfigurate.
I passi di Theo risuonarono bassi e profondi, visto che i figli di Afrodite avevano perso la loro natura civettuola e, quindi, chiacchiere e pettegolezzi erano ridotti a zero. La guerra li aveva colpiti molto più duramente degli altri semidei, Theo poteva vederlo dall’amarezza sui loro volti.
Si lasciò cadere sul suo letto, le lenzuola maleodoranti e sfatte come le aveva lasciate quella mattina, il cuore che gli martellava impazzito nel petto, il dolore più lancinante che avesse mai provato. Le foto che aveva appeso alla parete erano sbiadite, circondate da un alone di polvere, percorse da crepe come il muro a cui erano attaccate.
- Ehi Mitch, come va? - chiese, senza troppo interesse, ad uno dei suoi fratelli appena arrivati al campo, per poi affondare la testa nel cuscino; ciuffi di capelli morbidi che gli solleticavano gli occhi. Era strano notare come i mostri fossero molto più efficienti dei satiri, visto che localizzavano nuovi mezzosangue ogni giorno e li trascinavano fin lì, per i capelli, a vivere fra i ruderi del Campo Mezzosangue.
Era successo anche a Theo, anche se lui non ne parlava molto volentieri.
Gettò l’elmo da qualche parte, il bronzo del pettorale che sbatteva contro la rete metallica del suo letto, prima che chiudesse gli occhi. Continuava a vedere il lampo azzurro, quella estemporanea saetta di luce azzurra che illuminava il piano superiore della Casa Grande.
Theo ricordava come da piccolo avesse timore del buio, di quella sensazione fredda che provava quando sentiva qualcuno sgusciare nelle tenebre e toccarlo con le sue dita ossute. Ricordava la paura che sconvolgeva il suo corpo, l’angoscia che caricava il suo cuore quando il sole scendeva oltre l’orizzonte e cominciava a calare la notte.
Era stato suo padre a dirgli che bastava tenere la luce accesa per scacciare l’uomo nero dei suoi incubi, i mostri che popolavano le rive nere delle tenebre.
Eppure la luce azzurra che aveva visto era malvagia, malvagia almeno quanto la cosa che abitava al Campo Mezzosangue e ciò che faceva ai semidei. Theo glielo aveva visto fare, aveva perso degli amici, dopo che erano tutti passati attraverso la porta della Casa Grande.
Si rigirò fra le lenzuola, incubi e sogni che tornavano ad assalirlo, i tatuaggi scuri che si avvolgevano a spirale sulle sue braccia, disegnando scritte e volti. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, la consapevolezza che quella sarebbe stata la sua ultima notte da semidio.
La cosa non si era limitata ad umiliare gli dei, distruggendo il Campo Mezzosangue, ma aveva fatto di più: usava i loro figli come cavie da laboratorio, fenomeni da baraccone su cui condurre esperimenti e miglioramenti, per ottenere, infine, il prototipo di uomo perfetto, capace di elevarsi da solo al rango di dio.
E il che dava i brividi.
Una volta compiuti diciassette anni, i semidei venivano scortati fino alla Casa Grande dove, anche se questo Theo poteva solo immaginarlo, venivano legati e marchiati, come bestie da macello, prima che su di loro venissero condotti degli esperimenti.
Solo i più forti resistevano, solo ai più forti era concesso di continuare a vivere. Chi sopravviveva, portava un segno indelebile sulla sua pelle, un codice a barre che lo identificava come un esperimento della cosa, come di sua proprietà.
Era per questo che l’umore dei semidei era così nero, obbligati a seguire tutte le attività del campo per essere abbastanza forti da superare gli esperimenti. Era per questo motivo che molti mezzosangue non tornavano più indietro, perduti, impazziti, morti.
E Theo sarebbe stato il prossimo. Allo scoccare della mezzanotte, non sarebbe stato più al sicuro.
Aveva già pensato di fuggire, di scappare via dal campo visto che, come figlio di Afrodite, nessun mostro lo avrebbe mai preso sul serio. Eppure adesso le dracene e le arpie si erano fatti più sveglie, i ciclopi più vigili, anche se avevano solo un occhio, e nessuno si sarebbe sognato di lasciar fuggire un mezzosangue, non senza incorrere nell’ira della cosa.
Era stanco, stanco per la partita di Caccia alla Bandiera, stanco di mentire, stanco di cercare una via di fuga che non esisteva. Chiuse gli occhi, scivolando dolcemente nel mondo dei sogni, Morfeo che benediva silenziosamente il suo sonno, l’occhio di sua madre che lo scrutava dall’alto dell’Olimpo.
Il suo piccolo cigno nero, stanco di seguire il branco. 


 
 
King'sCorner.

Hello, popolo di Efp
Rieccomi qui, con un'altra interattiva, per giunta. Ok, avevo promesso che dopo Immortals avrei dovuto terminare prima il mio romanzo e poi ricominciare a scrivere qui, però mi è venuta in mente un'idea fantastica discreta, va, diciamo così AHAHAHAHAHAH

► La storia è ambientata circa trent'anni dopo la guerra contro Gea. Come avete capito, ho ucciso sia Chirone che Rachel, che bello (#sadismomodeon), quindi gli OC che mi manderete non potranno conoscere Percy, Annabeth, ecc. Ovviamente, come avrete capito, la storia è ambientata in un futuro non molto lontano e apocalittico in cui i semidei sono stati sconfitti e catturati dalla cosa, la quale li usa come cavie da laboratorio e li marchia con un codice a barre.
► Il titolo è ispirato alla canzone omonima dei The Pretty Reckless ed è da intendersi come Il cielo sa e non Il paradiso sa. Parliamo di mitologia greca, dopotutto.
► Mi servono 10 personaggi, tutti greci, suddivisi fra buoni e cattivi. Theo è il mio OC, quindi in tutto saranno 11 personaggi partecipanti alla storia, anche se non escludo che potranno esserci anche altri personaggi secondari, se ci sarà il boom di iscrizioni. Tengo a precisare che gli aggiornamenti della storia saranno un po' lenti, visto che siamo quasi a fine agosto e fra un po' comincia la scuola (sigh), quindi fatemi respirare.

▲ 5 Buoni (good guys go!
Allora, facciamo che ci saranno 3 ragazze e 2 ragazzi (contate che c'è già il mio OC, per i ragazzi). Mi farebbe davvero piacere se creaste anche una Cacciatrice di Artemide, inclusa in questi personaggi.
▼ 5 Cattivi (darkness is beautiful.)
Per i cattivi, invece, 3 ragazzi e 2 ragazze. Mi raccomando, sbizzarritevi, ci sono un migliaio di divinità cattive e malvagie, nell'universo mitologico greco.

Prima di darvi il modulo della scheda, ancora qualche piccola considerazione. Mi raccomando, leggete tutto, altrimenti evoco un segugio infernale e vi faccio sbranare. Ehm, ignorate quello che ho appena detto.

→ Non accetto personaggi perfetti: insomma, non sono degli dei, no? Hanno tutti le loro debolezze, poteri LIMITATI, quindi non mandatemi schede in cui i vostri semidei abbiamo poteri stratosferici.
→  Non più di 2 figli dei pezzi grossi.

→ Non più di 2 figli per lo stesso dio (Afrodite è esclusa, quindi niente figli della dea dell'ammmore) Esistono tanti dei minori, fateli felici.
→ Non pretendo che recensiate ogni capitolo, ma non potete scomparire dopo avermi appioppato il vostro personaggio! Lo dico perché ho giò fatto un'interattiva e c'è stata gente che mi è morta al primo capitolo., Poi non si è più vista e la cosa mi ha dato fastidio.
Se non recensite con costanza, prenderò provvedimenti sul vostro personaggio *sorrisetto sadico*
→ Recensite solo scrivendo la progenie e il sesso del personaggio che avete intenzione di mandarmi. Ovviamente i personaggi sono 10, però voi mandatemi le schede lo stesso e SARO' IO A SCEGLIERE se un personaggio merita più di un altro di interagire nella storia.


Detto questo, non so più che altro dire. Avrete cinque giorni dalla mia risposta alla vostra recensione per mandarmi la scheda personaggio, altrimenti scarterò il vostro pg e passerò ad altri (se ce ne saranno!) La scheda, finalmente! (i campi in corsivo sono facoltativi.)

Nome:
Secondo nome:
Cognome:
Età, data e luogo di nascita:
Fisico:
Descrizione caratteriale:
Genitore Divino e rapporto con esso:
Famiglia mortale e rapporto con essa:
Orientamento sessuale:
Allineamento (Buono/Cattivo):
Relazioni (amore/amicizia) fra gli altri OC:
Arma:
Abilità:
Poteri:
Ama/Odia:
Storia:
Altro/Curiosità:
Prestavolto (obbligatorio):



Hope you enjoy it. Per qualsiasi cosa, potete chiedere sul mio account Ask. 
King 

 
 





 
  
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