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Autore: Jules_Weasley    19/08/2015    15 recensioni
Siamo nel Post Seconda Guerra Magica, qualche anno dopo la caduta di Voldemort: Hermione, tornata da un viaggio di qualche mese, bussa al negozio del vecchio Ollivander, con una richiesta molto strana. La sua vita non è come la vorrebbe e la guerra le ha fatto realizzare che ha una sola possibilità di essere felice, e non la vuole sprecare facendo quello che è opportuno o che ci si aspetta da lei. Ora, di nuovo in Inghilterra, decide di virare la rotta ed imparare a creare qualcosa con le proprie mani le farà riscoprire le piccole grandi gioie dell'esistenza. In tutto ciò dovrà anche fare i conti con una vita sentimentale... movimentata. Che fine ha fatto Ron? E quale sarà il ruolo di Fred nella sua vita? E quale sarà quello di Malfoy? Questa storia sarà una Fremione o una Dramione? O semplicemente la storia di una ragazza che cerca il suo posto nel mondo? Queste sono le domande, la risposta è la storia...
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Olivander | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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L'APPRENDISTA DI OLLIVANDER


PROLOGO



In una fredda serata di febbraio, Hermione Jean Grager si Materializzò a Diagon Alley, nei pressi della bottega di bacchette di Ollivander.

Prima di entrare, si guardò intorno circospetta, ma il timore di essere vista era totalmente infondato, dal momento che Diagon Alley, a quell'ora tarda e con quel gelo micidiale, appariva completamente deserta. L'insegna in lettere d'oro scristate era la stessa: Ollivander fabbrica bacchette di qualita superiore dal 382 a.C.

Dopo un istante che parve interminabile la strega si decise ad aprire piano la porta, per produrre il minimo rumore possibile: all'interno c'era calma piatta.

Spinse ancora in avanti la porta, e il tintinnio di un campanello appeso in alto sull'uscio risuonò nell'aria, facendola sussultare. Ancora nessuno.

Mosse qualche passo incerto verso il bancone, e solo a quel punto udì un guizzo; Ollivander sbucò all'improvviso da uno scaffale, appeso alla scala. Per la seconda volta in qualche minuto, Hermione sussultò, sorpresa.

Un agile balzo, degno di un giovincello, e il vecchio era ritto sul pavimento che la scrutava – Hermione non avrebbe saputo dire se con favore o meno, dato che gli occhi scoloriti del vecchio erano impenetrabili. L'uomo sembrava aspettare che fosse lei a fare la prima mossa, ma quando vide che non ne era intenzionata, si schiarì la voce con un colpetto di tosse.

"Posso aiutarla?" chiese.

"Sono Hermione Granger, signore" esordì lei timorosa, "forse lei non si ricorda...".

"So perfettamente chi è lei" ribatté il vecchio, piccato. Hermione si sforzò di sorridergli per farsi perdonare: doveva immaginare che un uomo anziano si sarebbe risentito nel sentirsi dare dello smemorato. "Ricordo per filo e per segno il giorno in cui comprò la prima bacchetta, signorina Granger. Vite, corda di cuore di drago, dieci pollici e tre quarti, molto elastica*" la lasciò senza parole. "Senza contare il fatto che lei, Harry Potter e Ronald Weasley mi avete salvato dalle grinfie dei Mangiamorte, quella volta a Malfoy Manor. E, se non erro" aggiunse, la voce imperscrutabile proprio come l'espressione del volto, "fu proprio in quell'occasione che lei perse la bacchetta". Hermione annuì.

"Ne comprai un'altra dopo la fine della guerra..."

"Faggio e crine di unicorno, undici pollici, molto flessibile*" affermò con compiacimento. Aveva sempre fatto un punto d'onore del ricordare ogni singolo pezzetto di legno venduto ai clienti. Sembrava anche un po' stizzito, però.

Strano, pensò Hermione, non me lo ricordavo così burbero!

Forse non era poi una brillante idea quella che aveva avuto, dato che per il momento nè l'ambiente nè il proprietario la mettevano a proprio agio. Gli riservò un sorrisetto di circostanza, aspettando che fosse lui a parlare – non sapeva neanche lei perché, visto che era stata lei a recarsi lì.

"Dunque, cosa posso fare per lei?" ripetè, stavolta leggermente scocciato. Hermione si schiarì la voce e iniziò a torcersi le mani, nervosa e incerta sulle parole da usare.

"Ehm" non era un grande esordio, "sono di ritorno da un lungo viaggio, signore".

"Me ne rallegro" rispose con una punta di dileggio. "Le spiace arrivare al nocciolo della questione? È davvero molto tardi" osservò dopo aver estratto e contemplato l'orologio da taschino, d'oro massiccio.

"Ci arrivo subito" asserì decisa. "Io voglio che lei mi assuma come apprendista" andò dritta al sodo. "Mi sono licenziata dal Ministero Della Magia per una serie di motivi, e ora non ho un lavoro. Dopo una vita di scartoffie e libri e teoria, voglio vedere se anch'io sono in grado di costruire qualcosa con le mie mani e se ho un minimo di senso pratico". Le sembrava una buona sintesi delle proprie intenzioni, anche se aveva escluso tutti i motivi personali che l'avevano portata alla decisione di dimettersi dall'Ufficio Misteri*, scelta della quale neppure lei comprendeva a fondo le motivazioni – per una volta in vita sua aveva agito d'istinto.

Ebbe la sensazione di averlo sorpreso, anche se lui non lasciò trapelare alcuna emozione. Lo capì solo da un rapido guizzo negli occhi del vecchio: affascinato, stupito, confuso. Era durato solo un secondo, ma le era bastato; riusciva a leggere anche le persone, oltre che i libri.

"Non ho mai avuto apprendisti" rispose dopo aver scarsamente soppesato la richiesta.

"Lo so" si affrettò a dire Hermione, "ma le chiedo di darmi una possibilità; non è obbligato ad assumermi. Mi metta in prova, mi insegni a fabbricare bacchette: lei è l'unico che può" sperava che le lusinghe funzionassero.

Nella mente di Olivander si affollarono diversi pensieri: perché avrebbe dovuto accettarla? Un'apprendista senza esperienza alcuna, solo dedita alla cultura e a tomi giganteschi. Ma il maggiore punto interrogativò era: perché lei voleva imparare l'arte delle bacchette? Aveva una promettente carriera al Ministero, e tutto ciò non aveva alcun senso.

No, no, no: doveva rifiutarsi!

Per questo disse:

"D'accordo, signorina Granger" la voce incolore. Hermione strabuzzò gli occhi.

"Grazie mille, signore" rispose lei, piacevolmente sorpresa.

Cinque minuti dopo, quando uscì e il freddo le penetrò fin dentro le ossa, non se ne curò minimamente. Il vento gelido le sferzava il viso, e lei sentiva una pace interiore che non provava da anni – più o meno da quando era finita la guerra. Per una volta, Hermione Jean Granger rompeva gli schemi – e la cosa, benchè la agitasse, la faceva anche sentire bene. Come fosse possibile, non avrebbe saputo dirlo; ma era consapevole che, in quel momento della sua vita, era la cosa giusta da fare.








NOTE AL CAPITOLO *

1- questa è la prima bacchetta di Hermione, quella che ha per tutta la saga, finchè non le viene sottratta a Villa Malfoy nel settimo libro (quando viene torturata da Bellatrix Lestrange e il Golden Trio salva Ollivander).

2- questa bacchetta l'ho inventata io; immagino che dopo aver perso la propria (non so se l'abbia mai recuperata) Hermione se ne sia scelta un'altra (o meglio, la bacchetta ha scelto lei, come direbbe il buon Garrick).

3- in realtà secondo la Rowling Hermione non va a lavorare all'Ufficio Misteri, ma a quello per la Regolamentazione delle Creature Magiche mi sembra. Comunque, io l'ho collocata lì, e tra l'altro per la mia storia non fa alcuna differenza.





ANGOLO AUTRICE (sopportatemi!)

Salve a tutti,

eccomi di nuovo con una malsana idea. So che devo ancora pubblicare l'epilogo di Una Strega in famiglia (e infatti la prossima volta quello avrà la precedenza), ma questa storia mi ronzava in testa da un po'.

Stavolta non c'è la nuova generazione, è tutto incentrato sui vecchi personaggi. Premetto che non voglio urtare la sensibilità dei fan della Romione (tra i quali figuro anche io!). Non ho la più pallida idea di come mi sia saltata in mente questa trama.

E premetto che mentre ho letto tre Dramione in tutto (che per inciso non mi sono piaciute granchè), non ho mai letto una Fremione (ci ho provato un paio di volte e sono rimasta delusa a circa metà del primo capitolo – probabilmente ci saranno belle Fremione e sono io che sono stata sfortunata eh!).

Questo per dire non che penso di poter fare meglio, anzi: ho paura di sbagliare qualcosa in questa FF (perché toccare i personaggi di zia Jo è un rischio lol) e spero di non deludere le aspettative di chi sarà tanto buono e paziente da seguirmi.

La trama ha Hermione come protagonista, ma ci sono tutti i vecchi cari personaggi Potteriani. Siamo nel post-guerra, ma alcune cose sono diverse da come le ha pensate la Rowling. Fred Weasley non è morto, come non è morta Lavanda Brown. Come ho detto nella presentazione, non vi svelo se questa storia è una Dramione o una Fremione – se vi interessa dovete andare avanti con la lettura perché sono irremovibile su questo punto ;)

Voglio sperimentare qualcosa di nuovo, o riabilitare una coppia che non mi ha mai soddisfatta? Forse voglio solo raccontare la storia di una ragazza.

Mi sembrava originale una Hermione che decide di non fare quello che ci si aspetta da lei. La guerra l'ha cambiata, almeno in parte. È un po' meno precisina e inquadrata, ma è sempre la So-Tutto-Io Granger.

Come mai ha deciso di licenziarsi dall'Ufficio Misteri, dove aveva una folgorante carriera davanti a sè? E perché è stata via per mesi? Ron è ancora nella sua vita oppure qualcosa li ha separati? Ora che è tornata in Inghilterra deve riprendere in mano le redini della propria vita e capire cosa vuole veramente. Ollivander la aiuterà in questo percorso verso la conoscenza di se stessa o sarà sempre scostante come in questo prologo?

E Fred Weasley che ruolo avrà in tutto ciò?

E quale sarà, invece, il ruolo di Draco Malfoy?

Queste sono le domande, la risposta è la storia! (frase che adoro, tratta dal film Questione di cuore con Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese).


Ah, una cosa :D

Se volete seguire questa storia, non giudicatela frettolosamente, perché potrebbe riservare delle sorprese (almeno per come ce l'ho in testa ora è così). Poi magari vi fa schifo eh, però non bollatela in fretta e abbiate fede ;)


Ci becchiamo all'epilogo di Una strega in famiglia gente!

Mi raccomando datemi pareri anche per sapere se vale la pena continuare a pubblicare L'apprendista di Ollivander. Bacioni a tutti,

Jules




  
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