CONFUSIONE

Posso quasi vederla.
E’ la confusione più pura e semplice, anche se non esiste nulla di semplice nel continuo ingarbugliarsi dei pensieri e dei ricordi.
Eppure io la percepisco chiaramente. È come se ogni filo ingarbugliato assumesse un colore diverso permettendomi di seguirne il percorso dall’inizio fino alla fine. Eppure continuo a non capire.
Da un lato è tutto incredibilmente chiaro benché complicato, sfumato e labile, dall’altro temo di spagliare interpretazione, ho paura di essere daltonica e di non riuscire a seguire fino in fondo ogni singolo percorso.
A volte tutti quei colori sembrano confondersi tra di loro, si fondono per poi separarsi , ed ognuno pare diverso da com’era precedentemente.
La confusione non è solo intorno a me, ma anche dentro di me.
Cerco di sgarbugliare la matassa, di aiutarti a districare tutti quei nodi, ma non ho le unghie abbastanza lunghe per farlo. Le ho distrutte quando ho cercato invano di aggrapparmi al mondo che precedeva tutto questo caos, le ho usate per cercare di salvarmi, ma non sono poi così sicura di esserci riuscita.
Penso di essere precipitata per centinaia di metri  senza un appiglio mentre i fili prima ordinati in una meravigliosa trama, si sfaldavano attorno a me e si ingarbugliavano.
Non posso nemmeno usare quelle poche capacità che ho per sistemare tutto perché non sono l’unica a controllare le matasse, anche se vorrei tanto esserlo, così non avrei problemi di interpretazione e potrei avere il controllo del caos che mi circonda, o quantomeno potrei conoscerlo in tutte le sue sfaccettature.
Eppure la confusione continua ad aleggiare dentro e fuori e non c’è modo per porre ordine in questo eterno e  perpetuo caos.