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Autore: Vanya Imyarek    23/08/2015    1 recensioni
Chad e Penelope sono finalmente riusciti nel loro intento: rubare la corona di Tolomeo e portarla al sicuro nella Piramide Arena. Ma questo non significa certo che il loro compito è finito: dovranno impedire, al contempo, che Setne risorga e che la giustizia faccia il suo corso, e questo implicherà un viaggio nel luogo più pericoloso del mondo greco.
Dopo una corona contesa tra più parti, i nostri eroi saranno alle prese, come da profezia, con uno spettro da fermare e, al contempo, non fermare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                    PENELOPE
 
FACCIAMO  SCOPRIRE  UNA  MISSIONE  ALTAMENTE  TOP  SECRET
 
 
 
 
Prova, prova ... lo so che non è originale, ma per vedere se funziona, cosa vuoi che dica? Comunque sì, funziona, sentiranno anche questo, quindi sta' un po' zitto e lasciami cominciare.
 Bene, se state ascoltando questa registrazione, vuol dire che avete sentito anche la precedente, e siete arrivati alla fine senza scagliarla da qualche parte. Non mi azzardo nemmeno a pensare che questo presupponga in qualche modo un perdono, casomai sono un po' sollevata dal fatto che almeno vogliate sapere come siano effettivamente andate le cose. Del resto, probabilmente queste registrazioni sono le prime occasioni in cui siamo completamente sinceri con voi, lo so che non è una bella cosa, però ... fa niente, lasciamo stare tutto questo discorso e iniziamo con le spiegazioni. 
Nella scorsa registrazione abbiamo narrato di come il dio Thoth ci abbia reclutati come assistenti nel compito di mantenere l'equilibrio cosmico durante l'ennesima guerra tra bene e male, di come anche una delle due fazioni ci abbia offerto di lavorare come spie nella parte opposta e noi avessimo accettato al solo scopo di tenerli d'occhio, e in mezzo a tutto questo bel triplo gioco con avvitamento carpiato ci siamo trovati anche con il compito di sottrarre a entrambe le parti una corona decisiva per l'esito dello scontro. 
Situazione che Chad, qui, sostiene risolta per merito suo, ma che comunque si era chiusa con una trance della sottoscritta con relativo delirio profetico: qualcosa di peggiore di un dio che avrebbe attraversato delle porte, una parte avversa che si sarebbe distrutta da sè, e distruzione proveninente dalle messi. Lo so che vi ricordate tutto fin troppo bene, sto solo ricapitolando un po' per capire a che punto inizia la storia.
 Vi ricorderete che Setne aveva già sviscerato un piano B, un'alternativa nel caso la corona si fosse trovata definitivamente al di là della sua portata: attraversare le Porte della Morte e tornare in vita. Non sarebbe diventato un dio direttamente, ma sarebbe stato in grado di formulare incantesimi in grado di costringere gli dei a renderlo tale. E sì, lo ribadisco: era tutto quello che noi dell'esercito di Setne pensavamo che avesse in mente. Il suo piccolo progetto collaterale era stato passato sotto silenzio a chiunque non fosse direttamente coinvolto, ovvero la sola Gaia. Ma a questo arriveremo solo a fine registrazione. 
Per accedere alle Porte della Morte, avrebbe dovuto per forza attraversarsi tutto il regno di Ade fino ad arrivare all'ingresso del Tartaro, ma non aveva nessuna intenzione di farsi seguire. Nessuno di noi lo avrebbe accompagnato, tutti ci saremmo dedicati a una serie di attacchi al Campo Mezzosangue, al Campo Giove o anche a mezzosangue isolati che ancora non sapevano di essere tali, in modo da far credere che lui fosse ancora con noi, a dirigere le operazioni. Ci aveva perfino preparato una serie di piani d'attacco, per evitare che noi facessimo qualunque cosa a sua insaputa.
 Bene, questo era il programma di Setne; ma Thoth aveva altre idee. Dopo un'analisi delle varie prospettive, era giunto alla conclusione che il modo migliore per conservare il kosmos sarebbe stato bloccare Setne nel Tartaro. Farlo resuscitare sarebbe stato contro il concetto stesso di equilibrio, consegnarlo alla giustizia degli Inferi egizi sarebbe stato un bene eccessivo e avrebbe portato a uno squilibrio. Ergo, noi avremmo dovuto far sì che qualcuno dei due Campi scoprisse cosa stava succedendo, mandasse qualche eroe al suo inseguimento, e preferibilmente proporci come parte del gruppo, per controllare che Setne facesse davvero la fine per lui prevista.
 A questo scopo, ci eravamo dedicati a tirare un poco di sfiga alle Furie e ai demoni della sorveglianza ai Campi della Pena: nel giro di alcune settimane, si ritrovarono ad affrontare alcuni episodi di fuga con relativi tentativi di infilarsi nel mondo mortale o quantomeno nell'Elisio. Sì, è stata tutta opera nostra, in larga parte mia, anche se ovviamente il qui presente Chad non è d'accordo. Va bene, recentemente aveva scoperto in modo accidentale di sapersi pure rendere invisibile (come davolo avesse fatto ad accorgersene in ritardo, proprio non lo so) e poter rendere invisibili anche terzi (me), e la cosa poteva essere d'aiuto per confondere i demoni, ma ero soprattutto io a suggerire un piccolo incidente a questo o  quell'altro. 
Naturalmente eravamo stati ben attenti a non lasciare scappare davvero nessuno, ma tutto ciò era stato sufficiente a far sì che Ade richiamasse suo figlio Nico perchè qualcuno cercasse di arginare un po' la situazione. No, non potevamo assolutamente essere noi a far scoprire i piani di Setne: sarebbe stato lo stesso che andare dal suo esercito e dichiararci fermamente sostenitori degli dei. Nico era la persona perfetta: era legato sia ad Ade che al Campo Mezzosangue, conosceva bene gli Inferi ed era fondamentalmente l'unico mezzosangue a cui Ade avrebbe affidato il compito di controllare cosa c'era che non andasse nel suo dominio. 
Il dio dei morti era naturalmente stato avvertito dei potenziali piani di Setne e consigliato di aumentare la sorveglianza, e come lo stesso Nico aveva prospettato, aveva risposto mandando tutti a quel paese e ribadendo che la sicurezza del suo regno era sempre stata un argomento di vitale importanza per lui: come sottolineato dal fatto che solo da quando c'era lui l'organizzazione delle pene e dei premi ai defunti aveva un qualche senso, e che quasi nessuno fosse riuscito a tornare al mondo dei vivi, e per giunta era solo e unicamente lui a gestire tutte le spese, grazie tante per il riconoscimento. 
Lo sdegno di Ade aveva giocato a nostro favore: quando si era accorto dei problemi aveva tenuto la cosa nel massimo riserbo, senza lasciar trapelare nulla presso gli altri dei, e aveva imposto la medesima segretezza a Nico; dunque il Campo non poteva saperne assolutamente nulla. E visto che noi eravamo le spie al Campo, anche noi non ne sapevamo assolutamente nulla e non avremmo certo potuto avvertire Setne del pericolo di farsi sgamare. Nessuno avrebbe potuto sospettare di noi, purchè avessimo agito con cautela.
 Sapevamo il giorno in cui Setne sarebbe ufficialmente disceso nel Tartaro per tentare la grande impresa (22 di dicembre, ve lo ricordate tutti, sì?), e sapevamo da dove avrebbe effettuato la sua discesa: un bel tuffo a candela (ci aveva tenuto a specificarlo: a bomba non sarebbe stato dignitoso) in un crepaccio che pareva messo lì apposta.
 Nico doveva essere lì ad assistere. 
Il piano che avevamo studiato con Thoth prevedeva di fare le cose in grande per l'occasione: avremmo scatenato un'evasione di massa servendoci di quarantanove signorine, al secolo note come Danaidi, celebri per aver assassinato i loro mariti durante la prima notte di nozze dietro ordine del padre (se ne era astenuta solo una, che infatti era nell'Elisio) e per essere state  punite di ciò, nella loro vita post mortem, tramite l'obbligo di cercare di riempire d'acqua delle giare vuote. 
Ora, come far evadere queste soavi fanciulle dal loro supplizio eterno? Semplice, provvedendo a sfidare le leggi della fisica con un bel trucchetto di illusionismo. O almeno, così era nel piano; Chad non ne era affatto convinto. 
"Ti rendi conto che non reggerà mai?" borbottava. "Sarebbe meglio chiedere direttamente un miracolo. Tanto, per i sorveglianti finirebbe male lo stesso, no?"
 "No, no, quello varrebbe al massimo per i figli di Tyche" fu la mia risposta a quelle lagne continue. "Noi figli di Moros, a quanto pare, siamo molto più vincolati da ciò che potrebbe realmente succedere. La sfiga più pura e semplice, che non coinvolga affatto il soprannaturale" 
"Cioè, i figli di Tyche possono creare miracoli di fortuna e quelli di Moros sono legati al campo delle normali possibilità? Che sfiga" 
"L'hai detto. Comunque piantala, ecco che arriva in zona" risposi. 
Avevamo precedentemente tirato un colpo di sfortuna a un demone che passava di lì per caso: prima gli avevamo fatto ordinare da Caronte di prendere del nastro adesivo molto resistente e impermeabile per le riparazioni della barca, poi gli avevamo fatto venire il sospetto di non aver visto Sisifo che sfacchinava sulla sua collinetta, e dunque ventilato la possibilità di una sua fuga. No, quello specifico dannato era ancora al suo posto, e Chad non mi avrebbe lasciata dargli anche solo la remota possibilità di una fuga, quindi era tutto frutto della fantasia del demone ... con un piccolo aiutino da parte nostra, certo. 
Da bravo guardiano solerte, la nostra vittima non aveva lasciato troppo spazio al sospetto che fosse solo suggestione ed era andato sul sicuro, preferendo controllare di persona. Una volta raggiunti i Campi della Pena, aveva deposto a terra, proprio vicino al pozzo dove si affaticavano le Danaidi, quell'utilissimo scotch, onde avere le mani libere nel caso ci fosse da riacciuffare un fuggitivo. 
Ma in realtà Sisifo era lì che spingeva e sacramentava in tutte le lingue del mondo, dunque non c'era nulla di cui preoccuparsi e poteva tornare a dedicarsi ad altro ... ma aveva dimenticato il suo nastro adesivo vicino alle Danaidi. Che sfortuna. 
Per i primi minuti, però, tememmo che le Danaidi non avrebbero afferrato: continuavano ad affaccendarsi con le loro giare, rassegate e senza nemmeno guardarsi intorno. Immagino che dopo millenni fosse naturale essere un po' senza speranza, ma che diamine, noi avevamo servito loro un'occasione coi controfiocchi proprio sotto il naso, cosa ci voleva a coglierla? 
Solo quei pochi minuti, per fortuna; poi una Danaide dall'aria molto più incazzosa delle altre vide lo scotch e si fermò di colpo.
 "E questo cosa ..." mormorò, prendendolo in mano. Come diavolo faceva a sollevarlo, essendo un fantasma? Non ne ho la minima idea, ma del resto poteva toccare anche la giara. Chad sostiene che a causa fosse l'appartenenza di quegli oggetti agli Inferi. 
Comunque, fatto sta che quella Danaide raccolse l'oggetto, se lo ritrovò appiccicato alle dita e, quando capì a che cosa serviva, un sorriso enorme le si dipinse in volto.
 "Sorelle!" richiamò le altre. "Guardate un po' qui! Un modo per liberarci ce l'abbiamo eccome!" 
Nessuna delle sorelle in questione se la filò nemmeno di striscio, salvo una che le rispose in tono demoralizzato. "Ancora con questa storia, Crisippe? Pensavamo che ti fossi decisa a lasciar perdere quattro secoli fa ..."
 "No, questa volta funzionerà" ribattè decisa Crisippe, che a quanto pareva non era nuova a tentativi di fuga. Riuscì finalmente a staccarsi il nastro adesivo dalle mani e lo applicò con cura sul foro nella sua giara, tagliando l'eccesso con una pietra appuntita messa lì in teoria solo perchè le dannate potessero calpestarla durante il loro supplizio. Mostrò poi soddisfatta il risultato alle sorelle: la giara sembrava perfettamente normale. 
Alcune delle sue sorelle si fermarono per osservarla molto interessate, altre continuarono con i loro tentativi di riempire la giara. 
"Non servirà a niente" replicò la stessa che aveva parlato prima.
 "E basta con la depressione inutile, Teano! Guarda un po' qua, piuttosto!" sbottò Crisippe. Marciò spedita verso il pozzo e attinse la sua giara. Mi ritrovai a incrociare le dita, sperando che il nastro reggesse davvero. La Danaide tirò fuori la giara dal pozzo. Non ne cadde una sola goccia d'acqua.
 Tra le sue sorelle si scatenò il caos: chi correva ad ammirare quel miracolo, chi provvedeva direttamente a replicarlo, contendensosi lo scotch per essere la prima a vedere finalmente la propria giara piena.
 "Se continuano con tutto questo casino si faranno beccare dalle Furie prima del previsto" mormorò nervosamente Chad. 
"Nel caso ci penserò io a rallentarle" replicai. Ma ricevemmo qualcosa di estremamente raro per noi, un colpo di fortuna: nessuna Furia si avvicinò prima del dovuto. Iniziarono a farsi vive solo quando furono le Danaidi stesse a richiederlo, gridando e sventolando le giare piene per richiamare la loro attenzione. Per fortuna avevamo previsto che avrebbero fatto una cosa simile, probabilmente più per il gusto di piazzare in faccia alle proprie aguzzine la vittoria che per sperare in un'assoluzione dopo aver scontato la pena. 
Tre vecchiette raggrinzite, alate e munite di fruste si avvicinarono per vedere cosa fosse tutto quel baccano, e furono salutate dal lancio di quattro giare, che riuscirono ad acchiappare solo grazie alle loro fruste. Un paio non afferrarono e presero a minacciare le Danaidi, ma l'altra cacciò un urlo furioso quando si rese conto che, in barba a tutte le leggi della fisica e degli Inferi, le Danaidi erano riuscite in ciò che era previsto dalla loro pena. 
Ora, di solito, quando le punizioni date ai Campi della Pena erano sotto forma di richiesta di portare a termine un incarico, questo era talmente impossibile che la possibilità di successo non era nemmeno contemplata. Ergo, non esistevano leggi che stabilissero cosa fare in quel caso, se cambiare pena al condannato o graziarlo (più probabilmente avrebbero fatto la prima). 
 Ma lì un evento simile si era appen verificato, e le Furie erano comprensibilmente nella confusione più totale. La Danaidi non ci pensarono mezzo secondo per approfittarne, e il terreno tremò sotto la corsa di quarantanove ragazze esaltate che andavano nemmeno loro sapevano bene dove, bastava che fosse lontano da lì.
 "Bene. Avanti, cane da pastore, fai il tuo dovere"! bisbigliò Chad. Avrei quasi voluto non essere invisibile: avrebbe percepito l'occhiataccia molto meglio.
 "E tu fa' il tuo, di dovere, ovvero stai zitto. Quanto a voi, andate verso il Tartaro, così da farvi sgamare!" sussurrai. 
Poi passai alla vittima successiva. "Che Nico Di Angelo vada al Tartaro, e si ritrovi un'intera ribellione da fronteggiare!" Sì, a distanza il mio potere funzionava così.
 A quanto ne sapevamo, Setne doveva essere all'interno degli Inferi, ma probabilmente non era ancora saltato. Vedersi arrivare addosso una carica di quarantanove tizie doveva costituire un buon deterrente dal gettarsi subito. Conoscendolo, avrebbe almeno voluto scoprire cosa stesse succedendo. 
Noi due, invece, dovevamo raggiungere al più presto la scena del crimine e accertarci che tutto andasse come previsto. Pareva di sì: le Danaidi giunsero sull'orlo del precipizio, guardarono giù, ponderarono tra loro cosa fosse quel buco o se fosse o meno il caso di buttarsi, e furono interrotte da un urlo che grazie all'involontario contributo di Luciano Macchiavelli riconobbi come un'esclamazione in italiano.
 "Ferme dove siete!" gridò Nico, sopraggiungendo di corsa, la spada puntata innanzi a sè. Siccome queste frasi valgono qualcosa solo nei film o nei romanzi con protagonisti molto sprovveduti, l'unico risultato che ottenne fu che quattro o cinque Danaidi affrettarono la scelta e si gettarono nella voragine. 
Uh, questa giuro che non gliel'avevo augurata io. Chissà cosa sarebbe successo loro? Sospettavo che comunque non si sarebbero trovate meglio che nella loro precedente situazione. 
Altre reagirono in modo diverso, scagliando addosso al povero Nico le giare che evidentemente avevano conservato allo scopo ... be', del resto gli avevo augurato di fronteggiare una ribellione. Sei Danaidi ancora, invece, persero la speranza così da poco acquisita e scoppiarono in singhiozzi. Tra loro riconobbi Teano.
 Per completare il quadretto, dai Campi della Pena stavano sopraggiungendo le Furie, molto ... be', furiose. Nel frattempo, però, di Setne non si vedeva la minima traccia. Che diavolo di fine aveva fatto? Non era che per caso si era già buttato? Oppure non era ancora arrivato ... no, negli Inferi c'era di sicuro, lo avevamo visto entrare noi stessi, poco prima di iniziare il putiferio delle Danaidi. 
Ma allora era già saltato? O era lì che si godeva lo spettacolo? Del resto, debolezze nel sistema di sicurezza degli Inferi avrebbero dovuto interessarlo molto, nel caso decidesse di resuscitare anche qualche mitologico psicopatico deceduto, un po' come aveva fatto Gea. Probabilmente si era ben nascosto con un incantesimo di invisibilità o di mimetizzazione. Ma il fatto era che Nico doveva vederlo, e doveva vederlo saltare nel Tartaro. 
"Setne, vediti svanire il tuo incantesimo di protezione, qualunque esso sia" sussurrai.
 Detto fatto: il nostro presunto capo apparve in tutto il suo pacchiano splendore, comodamente seduto su una roccia a godersi lo show. Non si rese nemmeno conto subito che la sua magia era svanita: realizzò soltanto quando una delle Danaidi piagnucolose lo vide e strillò per lo spavento, attirando inoltre l'attenzione di Nico e delle Furie. 
"Setne! Voi tre, lasciate perdere le altre, prendete lui!" gridò il figlio di Ade.
 Setne, rendendosi conto di essere stato sgamato nel modo peggiore e meno previsto, non perse tempo a reagire, a modo suo naturalmente. "Caro il mio figlio di Ade, ma tu guarda che lavoracci che ti rifila tuo padre!"
 Sì, lo so che Nico questa parte non l'ha riferita. E se siete in ascolto insieme a lui, non dategli subito addosso, per favore. Com'è che c'è questa tendenza a non voler riferire un tentativo di corruzione da parte del nemico quando non c'è nessun esito? Veramente, Nico, non sei stato ad ascoltarlo nemmeno per un secondo, perchè ti sei vergognato tanto da omettere questa parte? Avresti rischiato solo sospetti infondati nel caso Setne avesse accennato a una vostra conversazione.
 Ti sei comportato benissimo, siamo pronti a giurarlo sebbene adesso la tua parola da sola per tutti valga molto più di quella di me e Chad messi insieme, e anzi avresti preso Setne, se non fosse stato per il mio intervento. 
"Inciampa e sbaglia il colpo" sussurrai. Nico inciampò in un'asperità del terreno, agitò il braccio che reggeva la spada portandolo il più lontano possibile da Setne, e per sbaglio si ferì da solo all'altro braccio. Ahi, questa proprio non gliel'avevo augurata, anche se rientrava in effetti nel campo delle possibilità previste dalla mia frase. Non era che per via della mia ascendenza i mei auguri tendevano a comportare la maggior sfiga possibile, anche quando non richiesta da me? 
Sperai di no, sarebbe stato molto meglio se il mio potere fosse sempre del tutto controllabile. E poi sul serio, mi dispiacque per il povero Nico. Almeno il taglio sembrava piuttosto superficiale. 
Ma mentre succedevano tutte queste cose, Setne colse l'occasione per dileguarsi: pochi istanti prima di essere raggiunto dalle Furie, si tuffò nel Tartaro. A bomba, se la cosa può interessare a qualcuno. 
Le tre Furie urlarono e imprecarono, facendo schioccare le fruste addosso a tutte le Danaidi disponibili, ma non si azzardarono minimamente a inseguire il prigioniero e a riportarlo su, come avevamo previsto. Evidentemente consideravano il fatto che fosse finito nel Tartaro come una punizione ben più che sufficiente, e lo scorno era solo per non essere riuscite a portare il prigioniero al loro re. 
"E' fatta" bisbigliò Chad in un sussurro. 
Annuii, ricordando solo dopo di essere invisibile. "Ade non potrà nascondere anche questo per orgoglio. Anche se dovesse ordinare una cosa simile, Nico disubbidirebbe"
 "E farebbe bene. Andiamo, dobbiamo dire al capo della buona riuscita del tutto, e bisogna sentire i nuovi ordini sul nostro progetto. Non so te, ma io chiedo un aumento"
 "La vuoi smettere di sparare cretinate col rischio di farti sentire? Andiamo e basta!"
 
 
 
 
 
 
Ladies & Gentlemen,
ed eccoci arrivati alla seconda storia della serie! Complimenti a voi, se dopo la prima avete ancora voglia di reggere a un'altra storia dello stesso tono. Una piccola curiosità: anche nella famigerata storia originale ci doveva essere un secondo capitolo, e poi un terzo, esattamente come un questa, ma contrariamente alla prima non fu mai completata. Le idee però le avevo ben chiare, e se qualcuno riesce a sopportarlo, ne parlerò più diffusamente a storia ultimata. E ora, spoiler! Nel prossimo capitolo, i nostri eroi si consulteranno di nuovo con Thoth, e poi faranno il loro solito lavoro: diranno parecchie balle a quelli del Campo.
 
  
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