CAPITOLO TRE
New York
BROOKLYN, Cobble Hill
Le
mattine a casa Lewis sono, da sempre, un vero delirio.
Cinque
persone in guerra per il bagno, che litigano per i cereali e si
attaccano a turno ai cartoni del latte, perchè non sono in
grado di programmare la propria giornata partendo da un risveglio
sereno e ad un orario decente, sarebbero soggetti perfetti per uno
studio sociologico. O etologico.[1] Eppure Darcy deve ammettere che
era questo, più che altro, che le mancava di casa; le mattine
di paura e delirio passate a raccontarsi i programmi della giornata,
fra bottiglie di latte lanciate da una stanza all'altra e merendine
infilate tutte intere in bocca per far prima.
-Darcy, quelli sono
i miei cereali con la crusca! Smettila di ingozzartici, costano
quanto un collier di diamanti! -
Lara Lewis, figlia di mezzo di
Clara e Jared Darcy, ha ventidue anni, ed è uno schizzetto dai
luminosi capelli biondi e gli occhi verdi. Darcy ricorda benissimo
quando, da piccola, le pettinava i capelli e la acconciava come se
fosse la sua bambola.
-Crusca? Sei diventata stitica?-
-No,
vuole dimagrire ancora, la stronza.-
Nora Lewis aka la piccola di
casa, ha sedici anni ed è una bellissima brunetta dagli occhi
neri. O per lo meno, era una bellissima brunetta dagli occhi neri.
In
piena crisi adolescenziale, ha adottato uno stile, punk-emo, come
l'ha definito Lara e ha tagliato e tinto la sua bellissima chioma per
farne una cresta rosso sangue.
-Non sono affari tuoi, lesbica
mancata!-
-Brad non ti scoperà nemmeno se diventi uno
scheletro che cammina,torna a mangiare come Dio comanda!-
Darcy
segue il botta e risposta fra le sorelle minori spostando la testa da
una parte all'altra come se fosse una partita di tennis: quando le ha
lasciate andavano d'amore e d'accordo e ora si scannerebbero, che
diavolo è successo?
-Ah Darcy...- Clara divide le figlie
spingendole ai due lati del tavolo e si avvicina alla figlia maggire
-È arrivata una lettera da Londra per te.-
Darcy allunga
una mano dopo un momento di incertezza e borbotta un ringraziamento
alla madre che la guarda con un sopracciglio sollevato.
-Non sei
contenta di avere notizie di Jane?-
Non
è che Darcy sia invidiosa nel senso stretto del termine, sia
chiaro.
Perfettamente consapevole di quanto sia impegnativo
avere a che fare con Thor di certo non vorrebbe fare a cambio con
Jane nella sua condizione di promessa sposa del dio del tuono, ma una
parte non può fare a meno di chiedersi se a lei capiterà
mai di venire chiesta in moglie.
Osserva le sue gambe immobili,
poi le pungola con un dito . La debolezza che avverte è del
tutto psicosomatica, le hanno detto che, se volesse, se non avesse
così paura del mondo oltre la sicurezza della sua disabilità,
potrebbe tornare a camminare, potrebbe tornare ad avere una vita del
tutto indipendente.
Piega
il biglietto che accompagna l'annuncio del fidanzamento fra il dio e
la sua sposa mortale e lo infila in tasca. Telefonerà a Jane,
le dirà di non avere abbastanza contante per tornare a Londra
e partecipare alla festa di fidanzamento, inventerà una scusa
pietosa che comprende la sua sedia a rotelle e rimarrà a
casa.
Vigliacca? Forse un po', ma ha già sperimentato i
sensi di colpa di Jane Foster e non vuole rischiare che, con una
parola sbagliata, mandi a monte i suoi piani. Se n'è andata
anche per quello, per impedirle di fossilizzarsi nell'idea che era
lei quella che doveva finire con un proiettile nella schiena e il
corpo deceduto dalla vita in giù.
-Non andrai?-
-No,
mamma. -
Sono più altruista di quello che sembro.
-C'è
un uomo alla porta che chiede di Darcy.-
Il silenzio che segue è
agghiacciante, Darcy non fa nemmeno a tempo a chiedersi chi possa
essere, visto che di solito è Luisa a passarla a prendere per
andare a lavoro assieme, che tutta la sua famiglia si è
lanciata verso la porta.
-Oh mio Dio, no! Fermi!-
Troppo tardi,
Darcy si ritrova sola in cucina e sa per certo che, nello spazio di
tempo che impiegherà a passare dalla seggiola alla sedia a
rotelle , chiunque abbia avuto la sventura di chiedere di lei, si
ritroverà a subire un terzo grado degno di un gerarca nazista
da suo padre e commenti degni di un night club da sua madre e dalle
sue sorelle.
-Chiunque sia lasciatelo andare subito!- bercia
imboccando la porta e avvicinandosi a forza di braccia. Si ferma,
istupidita. Tutta la sua famiglia, la sua scellerata, scatenata
famiglia, sta chiocciando come una covata di pulcini attorno a
James.
-Che diavolo?- sbotta.
Nora e Lara l'affiancano -Chi è
sto figo?- le chiede la prima.
-Non fartelo scappare, questo si
che è bello, altro che il dio del tuono.- le fa eco la
seconda. [2]
In
auto, Darcy non riesce a guardare James nemmeno per sbaglio; tutta la
sua famiglia, compreso suo padre, di solito geloso delle sue figlie
in una maniera quasi maniacale, l'hanno praticamente venduta a James.
Per un momento, ha temuto che tirassero fuori tappeti e giare di
olive per sigillare l'accordo.
-La signora Cassetti mi ha chiesto
di venirti a prendere.-
Darcy annuisce legnosamente sentendo le
guancie in fiamme.
-Spero che non ti dispiaccia.-
-No, per
niente.-
-Mi sembri indispettita da qualcosa.-
-Non hai notato
il comportamento della mia famiglia?-
Soldato d'Inverno alza gli
occhi per un momento -No.-
-Non ti è parso strano il loro
comportamento?-
-No, affatto.-
-Mio padre ti ha chiesto di
prenderti cura di me.-
Soldato d'Inverno alza le spalle, ai suoi
tempi, era più che normale che un padre facesse discorso ad un
uomo venuto a prendere la propria figlia - ...Non ...- tentenna
-...Non è una cosa normale?-
-No, per la miseria! Ma dove
sei vissuto fino ad ora?-
Negozio
di giocattoli “Neverland”
_Briarwood,
Queens_
C'è
un piccolo negozio di giocattoli artigianali a un isolato di distanza
dal Frutto proibito,
il suo proprietario è un adorabile vecchio irlandese,
vagamente somigliante a Babbo Natale, di nome Bernard. Darcy adora
stare in compagnia e dopo la colossale figura di merda che la sua
famiglia le ha fatto fare con James, non c'ha messo molto a lasciare
la libreria per il Neverland.
-Qualcosa
non va?-
Darcy alza gli occhi dal burattino a forma di Fata
Turchina che sta cercando di far muovere manovrando i fili con
entrambe le mani invece che solo con una - Perchè me lo
chiedi?-
-Sesto senso.-
La luce in strada crea un rettangolo
luminoso sul pavimento in legno del negozio e Darcy osserva la sua
ombra allungarsi fino allo scaffale sotto al bancone dove Bernard sta
riparando una bambola di porcellana con mani abili e pazienti.
-Barney... È una cosa tanto brutta essere invidiosi di un
amica?- gli occhi azzurri dell'uomo si fissano su di lei. A volte
Darcy ha la sensazione che siano troppo giovanili per appartenere ad
un uomo di settant'anni -Non sono invidiosa in maniera cattiva,
però...-
-Vorresti essere al suo posto.-
-Inizio ad
avere un età in cui pensare al futuro è inevitabile.-
-E non hai idea di come sarà.-
Darcy annuisce tornando
a giocare con il burattino, facendogli compiere qualche piccolo passo
avanti e indietro davanti alla sedia a rotelle.
-Nessuno sa dire
come sarà il suo futuro, possiamo solo aspettare che diventi
presente.-
New York
BROOKLYN, Bensonhurst
Steve
Rogers non è mai stato una persona timida.
Superata la fase
del ragazzino impacciato, incapace di formulare un pensiero coerente
di fronte ad un esponente dell'altro sesso, non c'ha messo molto per
sviluppare una personalità affascinante e carismatica e
diciamo, a volte, anche ingombrante. Per questa ragione, il totale
blackout che sta vivendo da quando, entrando in casa,si è
imbattuto in Sharon Carter, non riesce proprio a spiegarselo.
Perfino
quando era uno scricciolo sempre malato, riusciva a conquistare le
ragazze con la sua parlantina sciolta e ora non riesce a spiccicare
una parola perchè ha di fronte una ragazza in
calzoncini?
Cielo se Stark lo sapesse lo prenderebbe in giro fino
alla fine dei tempi.
-Natasha mi ha detto che potevo stare qui,
non avevo idea che fosse casa tua.-
Steve batte le palpebre
confuso -Natasha?-
-Sì, l'Agente Romanoff, visto che sono
stata sfrattata, mi ha detto che potevo stare qui. Pensavo che fosse
uno dei suoi punti di rendez vous con l'Agente Barton, ma temo che mi
abbia preso in giro.-
Io
la uccido...
Steve preme una mano sul viso e chiude gli occhi.
Sicuramente quella stronza
patentata l'ha fatto a posta a dire a Sharon di sistemarsi
temporaneamente nello stesso appartamento che ha offerto a lui.
-No,
non ti preoccupare. Non è casa mia questa, è che
Natasha ha detto anche a me di venire qui visto che il mio indirizzo
era conosciuto allo S.H.I.E.L.D.-
Il viso di Sharon si illumina
-Oh...- esclama -...Ci sono due camere da letto, se non ti dà
fastidio, possiamo abitare assieme fino a quando non avrò
trovato un appartamento.-
Alle spalle di Steve, Sam inizia a
ridere in maniera isterica, Sharon lo guarda, poi guarda Steve, che
è sicuro di essere arrossito fino alla radice dei capelli.
-Va
tutto bene?- chiede docilmente sorridendo in maniera semplicemente
adorabile.
-Sì, benissimo, non è mi dà fastidio condividere l'appartamento con te.-
Sharon
gli batte una mano sulla spalla -Oh perfetto, io vado a correre
allora. La mia camera è quella sulla destra, ho fatto la spesa
ieri pomeriggio, serviti pure. Ci vediamo dopo coinquilino.-
Steve
la guarda uscire attonito per poi spostare lo sguardo verso Sam.
-Io
quella stronza la uccido.-
-Linguaggio
Capitano!- [4]
Negozio
di giocattoli “Neverland”
_Briarwood,
Queens_
-E
così Thor si sposa.-
Bernard si appoggia allo schienale
della seggiola mentre Natasha Romanoff sbuca dal retro del negozio
spostando uno scaffale pieno di trenini di legno, bambole e
burattini. Bernard si batte una mano su una coscia e la donna va a
sedersi sul suo grembo, lasciando dondolare le gambe oltre il
bracciolo sinistro della sedia.
-Ho sudato sette camicie per non
ridere.-
Natasha porta le mani ai lati del viso dell'uomo che le
sorride divertito, e premendo con le palme, inizia a sollevare la
maschera che copre il volto dell'altro membro dello STRIKE
Team Delta[3],
Clint Barton.
-Sei solo invidioso.-
Clint ride -Sposare una
donna che ha più telescopi che mutande? Non vedo l'ora.- si
sporge in avanti, avvolge le braccia attorno ai fianchi di Natasha e
la costringe ad un casquet facendola praticamente stendere sulle sue
gambe.
-Sei un porco.-
Clint ride con la bocca premuta contro
il collo della donna -Lo so, è per questo che mi vuoi bene.-
FINE CAPITOLO:
Essì, ci sarà anche della clintasha in questa storia xD
[1] ETOLOGIA: Il termine etologia indica la moderna disciplina scientifica che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale
[2]
Scena ispirata all'anime “Le situazioni di Lui e Lei.”
[3]
Lo
STRIKE
Team Delta è il nome della coppia formata da Hawkeye e Black
Widow quando sono in azione.
[4]
Battuta ispirata a Avengers:
Age
of Ultron.
Le dinamiche della famiglia Lewis, sono un mio headcanon :)
Questa è la mia paginetta su facebook, se vi va, passate a darci uno sguardo : Ino chan EFP