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Autore: Ino chan    24/08/2015    7 recensioni
I ricordi hanno la fragilità dell’acqua e la loro forza.
Un momento non sono altro che un debole rigagnolo sul nero di una mente vuota e poi, all’improvviso, sono una forza inarrestabile che spazza via tutto e annega nel passato un cuore ormai abituato a vivere solo nello spazio di un colpo di fucile.

[Bucky/Darcy] [Steve/Sharon]
Genere: Angst, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff, Sharon Carter, Steve Rogers
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO TRE



New York

BROOKLYN, Cobble Hill


Le mattine a casa Lewis sono, da sempre, un vero delirio.
Cinque persone in guerra per il bagno, che litigano per i cereali e si attaccano a turno ai cartoni del latte, perchè non sono in grado di programmare la propria giornata partendo da un risveglio sereno e ad un orario decente, sarebbero soggetti perfetti per uno studio sociologico. O etologico.[1] Eppure Darcy deve ammettere che era questo, più che altro, che le mancava di casa; le mattine di paura e delirio passate a raccontarsi i programmi della giornata, fra bottiglie di latte lanciate da una stanza all'altra e merendine infilate tutte intere in bocca per far prima.
-Darcy, quelli sono i miei cereali con la crusca! Smettila di ingozzartici, costano quanto un collier di diamanti! -
Lara Lewis, figlia di mezzo di Clara e Jared Darcy, ha ventidue anni, ed è uno schizzetto dai luminosi capelli biondi e gli occhi verdi. Darcy ricorda benissimo quando, da piccola, le pettinava i capelli e la acconciava come se fosse la sua bambola.

-Crusca? Sei diventata stitica?-

-No, vuole dimagrire ancora, la stronza.-
Nora Lewis aka la piccola di casa, ha sedici anni ed è una bellissima brunetta dagli occhi neri. O per lo meno, era una bellissima brunetta dagli occhi neri.
In piena crisi adolescenziale, ha adottato uno stile, punk-emo, come l'ha definito Lara e ha tagliato e tinto la sua bellissima chioma per farne una cresta rosso sangue.
-Non sono affari tuoi, lesbica mancata!-
-Brad non ti scoperà nemmeno se diventi uno scheletro che cammina,torna a mangiare come Dio comanda!-
Darcy segue il botta e risposta fra le sorelle minori spostando la testa da una parte all'altra come se fosse una partita di tennis: quando le ha lasciate andavano d'amore e d'accordo e ora si scannerebbero, che diavolo è successo?
-Ah Darcy...- Clara divide le figlie spingendole ai due lati del tavolo e si avvicina alla figlia maggire -È arrivata una lettera da Londra per te.-
Darcy allunga una mano dopo un momento di incertezza e borbotta un ringraziamento alla madre che la guarda con un sopracciglio sollevato.
-Non sei contenta di avere notizie di Jane?-



Non è che Darcy sia invidiosa nel senso stretto del termine, sia chiaro.
Perfettamente consapevole di quanto sia impegnativo avere a che fare con Thor di certo non vorrebbe fare a cambio con Jane nella sua condizione di promessa sposa del dio del tuono, ma una parte non può fare a meno di chiedersi se a lei capiterà mai di venire chiesta in moglie.
Osserva le sue gambe immobili, poi le pungola con un dito . La debolezza che avverte è del tutto psicosomatica, le hanno detto che, se volesse, se non avesse così paura del mondo oltre la sicurezza della sua disabilità, potrebbe tornare a camminare, potrebbe tornare ad avere una vita del tutto indipendente.

Piega il biglietto che accompagna l'annuncio del fidanzamento fra il dio e la sua sposa mortale e lo infila in tasca. Telefonerà a Jane, le dirà di non avere abbastanza contante per tornare a Londra e partecipare alla festa di fidanzamento, inventerà una scusa pietosa che comprende la sua sedia a rotelle e rimarrà a casa.
Vigliacca? Forse un po', ma ha già sperimentato i sensi di colpa di Jane Foster e non vuole rischiare che, con una parola sbagliata, mandi a monte i suoi piani. Se n'è andata anche per quello, per impedirle di fossilizzarsi nell'idea che era lei quella che doveva finire con un proiettile nella schiena e il corpo deceduto dalla vita in giù.
-Non andrai?-

-No, mamma. -
Sono più altruista di quello che sembro.


-C'è un uomo alla porta che chiede di Darcy.-
Il silenzio che segue è agghiacciante, Darcy non fa nemmeno a tempo a chiedersi chi possa essere, visto che di solito è Luisa a passarla a prendere per andare a lavoro assieme, che tutta la sua famiglia si è lanciata verso la porta.
-Oh mio Dio, no! Fermi!-
Troppo tardi, Darcy si ritrova sola in cucina e sa per certo che, nello spazio di tempo che impiegherà a passare dalla seggiola alla sedia a rotelle , chiunque abbia avuto la sventura di chiedere di lei, si ritroverà a subire un terzo grado degno di un gerarca nazista da suo padre e commenti degni di un night club da sua madre e dalle sue sorelle.
-Chiunque sia lasciatelo andare subito!- bercia imboccando la porta e avvicinandosi a forza di braccia. Si ferma, istupidita. Tutta la sua famiglia, la sua scellerata, scatenata famiglia, sta chiocciando come una covata di pulcini attorno a James.
-Che diavolo?- sbotta.
Nora e Lara l'affiancano -Chi è sto figo?- le chiede la prima.
-Non fartelo scappare, questo si che è bello, altro che il dio del tuono.- le fa eco la seconda. [2]



In auto, Darcy non riesce a guardare James nemmeno per sbaglio; tutta la sua famiglia, compreso suo padre, di solito geloso delle sue figlie in una maniera quasi maniacale, l'hanno praticamente venduta a James. Per un momento, ha temuto che tirassero fuori tappeti e giare di olive per sigillare l'accordo.
-La signora Cassetti mi ha chiesto di venirti a prendere.-
Darcy annuisce legnosamente sentendo le guancie in fiamme.
-Spero che non ti dispiaccia.-
-No, per niente.-
-Mi sembri indispettita da qualcosa.-
-Non hai notato il comportamento della mia famiglia?-
Soldato d'Inverno alza gli occhi per un momento -No.-
-Non ti è parso strano il loro comportamento?-
-No, affatto.-
-Mio padre ti ha chiesto di prenderti cura di me.-
Soldato d'Inverno alza le spalle, ai suoi tempi, era più che normale che un padre facesse discorso ad un uomo venuto a prendere la propria figlia - ...Non ...- tentenna -...Non è una cosa normale?-
-No, per la miseria! Ma dove sei vissuto fino ad ora?-


Negozio di giocattoli “Neverland”
_Briarwood, Queens_


C'è un piccolo negozio di giocattoli artigianali a un isolato di distanza dal Frutto proibito, il suo proprietario è un adorabile vecchio irlandese, vagamente somigliante a Babbo Natale, di nome Bernard. Darcy adora stare in compagnia e dopo la colossale figura di merda che la sua famiglia le ha fatto fare con James, non c'ha messo molto a lasciare la libreria per il Neverland.
-Qualcosa non va?-
Darcy alza gli occhi dal burattino a forma di Fata Turchina che sta cercando di far muovere manovrando i fili con entrambe le mani invece che solo con una - Perchè me lo chiedi?-
-Sesto senso.-
La luce in strada crea un rettangolo luminoso sul pavimento in legno del negozio e Darcy osserva la sua ombra allungarsi fino allo scaffale sotto al bancone dove Bernard sta riparando una bambola di porcellana con mani abili e pazienti.
-Barney... È una cosa tanto brutta essere invidiosi di un amica?- gli occhi azzurri dell'uomo si fissano su di lei. A volte Darcy ha la sensazione che siano troppo giovanili per appartenere ad un uomo di settant'anni -Non sono invidiosa in maniera cattiva, però...-
-Vorresti essere al suo posto.-
-Inizio ad avere un età in cui pensare al futuro è inevitabile.-
-E non hai idea di come sarà.-
Darcy annuisce tornando a giocare con il burattino, facendogli compiere qualche piccolo passo avanti e indietro davanti alla sedia a rotelle.
-Nessuno sa dire come sarà il suo futuro, possiamo solo aspettare che diventi presente.-

New York

BROOKLYN, Bensonhurst


Steve Rogers non è mai stato una persona timida.
Superata la fase del ragazzino impacciato, incapace di formulare un pensiero coerente di fronte ad un esponente dell'altro sesso, non c'ha messo molto per sviluppare una personalità affascinante e carismatica e diciamo, a volte, anche ingombrante. Per questa ragione, il totale blackout che sta vivendo da quando, entrando in casa,si è imbattuto in Sharon Carter, non riesce proprio a spiegarselo.
Perfino quando era uno scricciolo sempre malato, riusciva a conquistare le ragazze con la sua parlantina sciolta e ora non riesce a spiccicare una parola perchè ha di fronte una ragazza in calzoncini?
Cielo se Stark lo sapesse lo prenderebbe in giro fino alla fine dei tempi.
-Natasha mi ha detto che potevo stare qui, non avevo idea che fosse casa tua.-
Steve batte le palpebre confuso -Natasha?-
-Sì, l'Agente Romanoff, visto che sono stata sfrattata, mi ha detto che potevo stare qui. Pensavo che fosse uno dei suoi punti di rendez vous con l'Agente Barton, ma temo che mi abbia preso in giro.-

Io la uccido...
Steve preme una mano sul viso e chiude gli occhi. Sicuramente quella stronza patentata l'ha fatto a posta a dire a Sharon di sistemarsi temporaneamente nello stesso appartamento che ha offerto a lui.
-No, non ti preoccupare. Non è casa mia questa, è che Natasha ha detto anche a me di venire qui visto che il mio indirizzo era conosciuto allo S.H.I.E.L.D.-
Il viso di Sharon si illumina -Oh...- esclama -...Ci sono due camere da letto, se non ti dà fastidio, possiamo abitare assieme fino a quando non avrò trovato un appartamento.-
Alle spalle di Steve, Sam inizia a ridere in maniera isterica, Sharon lo guarda, poi guarda Steve, che è sicuro di essere arrossito fino alla radice dei capelli.
-Va tutto bene?- chiede docilmente sorridendo in maniera semplicemente adorabile.

-Sì, benissimo, non è mi dà fastidio condividere l'appartamento con te.-

Sharon gli batte una mano sulla spalla -Oh perfetto, io vado a correre allora. La mia camera è quella sulla destra, ho fatto la spesa ieri pomeriggio, serviti pure. Ci vediamo dopo coinquilino.-
Steve la guarda uscire attonito per poi spostare lo sguardo verso Sam.
-Io quella stronza la uccido.-

-Linguaggio Capitano!- [4]

Negozio di giocattoli “Neverland”
_
Briarwood, Queens_

-E così Thor si sposa.-
Bernard si appoggia allo schienale della seggiola mentre Natasha Romanoff sbuca dal retro del negozio spostando uno scaffale pieno di trenini di legno, bambole e burattini. Bernard si batte una mano su una coscia e la donna va a sedersi sul suo grembo, lasciando dondolare le gambe oltre il bracciolo sinistro della sedia.
-Ho sudato sette camicie per non ridere.-
Natasha porta le mani ai lati del viso dell'uomo che le sorride divertito, e premendo con le palme, inizia a sollevare la maschera che copre il volto dell'altro membro dello
STRIKE Team Delta[3], Clint Barton.
-Sei solo invidioso.-
Clint ride -Sposare una donna che ha più telescopi che mutande? Non vedo l'ora.- si sporge in avanti, avvolge le braccia attorno ai fianchi di Natasha e la costringe ad un casquet facendola praticamente stendere sulle sue gambe.
-Sei un porco.-
Clint ride con la bocca premuta contro il collo della donna -Lo so, è per questo che mi vuoi bene.-










FINE CAPITOLO:

Essì, ci sarà anche della clintasha in questa storia xD


[1] ETOLOGIA: Il termine etologia indica la moderna disciplina scientifica che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale

[2] Scena ispirata all'anime “Le situazioni di Lui e Lei.”
[3] Lo
STRIKE Team Delta è il nome della coppia formata da Hawkeye e Black Widow quando sono in azione.

[4] Battuta ispirata a Avengers: Age of Ultron.
Le dinamiche della famiglia Lewis, sono un mio headcanon :)















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