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Autore: Nocturnia    28/08/2015    5 recensioni
Dio è un padre assenteista e volubile.
Dio è un bambino capriccioso e viziato.
Dio è un creatore distratto, che si è lasciato sfuggire di mano le cose; un bel po' di cose, aggiungerebbe la Stella del Mattino, sorridendo di sbieco e godendosi lo spettacolo dal ciglio dell'abisso.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Michael, Uriel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Can you hear me
Disclaimer: Alex Lannen, Uriel, Gabriel, Michael e tutti gli altri personaggi appartengono a Vaun Wilmott, Bold Films, Sony Pictures Television e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"It is a wise father that knows his own child."

- William Shakespeare -




Can you hear me?



Gabriel snuda i denti, sbatte le palpebre; fissa un cielo da quale è piovuto fuoco e rabbia - la sua.
La ragazzina umana ha tirato fuori gli artigli e Gabriel è stanco di questa lotta senza né vinti né vincitori.
È troppo vecchio per lasciarsi blandire dall'illusione del perdono, troppo solo per capire che la vendetta è una terra sterile e inospitale.
Inspira, espira; fissa le macerie di quella che aveva chiamato casa, un bastione di roccia e neve che, almeno per un po', era servito al suo scopo.
"Alex?" chiede, ma conosce già la risposta.
"Crediamo sia scappato con l'altro angelo, mio signore; Noma, se non sbaglio."
Gabriel gli regala un gesto secco, un'espressione accigliata e un ringhio sordo giù per la gola.
"Superstiti?"
"Li stiamo ancora cercando, signore."
Gabriel assottiglia gli occhi, conta i suoi morti.
Spada stretta nel pugno, Gabriel promette che Vega ne conterà almeno il doppio entro la prossima alba.


Michael fissa quella strana pira a cielo aperto e non capisce.
Laurel dice che li protegge dagli angeli impazziti, che Mallory è sicura.
Dice che gliel'ha assicurato un profeta (e Michael vorrebbe tanto ridere se non fosse così stanco e provato e insicuro) e che finché il fuoco brucerà non ci saranno problemi.
Gli si affianca in silenzio, mormorando una preghiera a mezza bocca.
"Chi stai pregando?" le chiede, e la rabbia gli brucia la voce.
"Dio." risponde lei, fissando l'orizzonte "Lui ci ascolta sempre, sai?"
Michael arriccia le labbra, si lascia scappare un suono irritato e incredibilmente infantile.
"Dio se ne è andato." replica, incrociando le braccia dietro la schiena.
Laurel alza un sopracciglio, gli regala un sorriso accondiscendente.
"Non qui; non per chi è ancora disposto ad ascoltarlo."
"Stronzate." e le dà le spalle, disorientato dalle sue stesse parole "Dio è morto." continua "Quello che vedi sono solo i rimasugli del suo impero, gli avanzi di una gloria che non esiste più."
Le nuvole si fanno più dense, il vento si alza.
Laurel continua a pregare con la stessa protervia di prima, ignorandolo.
Michael fissa un cielo morto e che non gli regala nessuna speranza.


Alex mastica la polvere e sputa merda, ma non gli interessa.
Noma è al suo fianco, quello strano ragazzino anche e cosa vuoi che sia se un'orda di angeli impazziti ti sta per mordere il culo, l'importante è partecipare, no?
Si proietta oltre un piccolo fosso, scivola nel terriccio secco e spara quattro colpi in sequenza.
"Quanti?" chiede, e Noma ne abbatte un altro, scoperchiandogli il cranio.
"Quattro, forse cinque."
Alex espira con forza dal naso, reprime una risata.
"Una passeggiata di salute."
Noma grugnisce, incassa un colpo nei reni e ne restituisce uno che sfonda il costato all'angelo minore.
"Come ai vecchi tempi, eh?"
Piede d'appoggio, ginocchio, plesso solare, un colpo dritto al cuore; Alex si erge sopra la carcassa dell'infetto e le mostra il dito medio.


Bambini, nulla più che capricciosi esserini che piangono e vogliono, vogliono e piangono.
Uriel è sicura di aver capito il perché il Padre li abbia abbandonati e sebbene non le piaccia per nulla, non può certo dire di non comprenderlo.
Si fissa un'unghia scheggiata, indecisa se mangiarsela o meno (una pessima abitudine di quel corpo umano nel quale è confinata)
"Brutti pensieri?"
Sobbalza, portandosi una mano al petto e stringendo.
"Mi hai fatto venire un colpo."
Un sorriso, tutto denti e menzogne.
"Non era mia intenzione."
"Bugiardo."
Mani delicate, sottili; dita che potrebbero spezzarle il collo in pochi istanti.
"Come se la stanno cavando quei due piagnucoloni?"
Uriel alza gli occhi al cielo, enfatizza il gesto con un sospiro teatrale.
"Michael si è sacrificato per una contadina..."
"Affascinante."
L'occhiata che Uriel gli rivolge potrebbe congelare l'Inferno stesso; potrebbe, forse, se glielo permettesse.
"E Gabriel sta marciando su Vega."
"Oh, questo mi piace." le dice, ruotando leggermente le spalle "Mi piace proprio."
Uriel torna a fissarsi l'unghia rovinata, assorta.
"Perché sei qui?"
"Mi piacciono i film strappalacrime." inizia "E non dico mai di no a un buon vecchio dramma famigliare."
"Dio ci ha abbandonato."
"Lo stai dicendo alla persona sbagliata."
Uriel rialza lo sguardo, fissandolo.
"Hai scelto tu di andartene."
Il cielo si contrae, arrotolandosi in una massa nerastra e pulsante.
"Dio è sempre stato un pessimo padre e voi dei pessimi figli."
Uriel gonfia le guance, si alza in piedi.
"Come..."
L'aria si ferma, diventa vetro sulla pelle.
Uriel apre la bocca, la richiude; cerca un appiglio in quella sconfinata vastità di niente, poi, come è arrivata, la sensazione di gelo se ne va, gettandola a terra.
Tossisce, nebulizzando sangue e cenere.
Quando rialza lo sguardo non trova altro che il deserto a ricordarle con chi stava parlando e perché.


Dio è un padre assenteista e volubile.
Dio è un bambino capriccioso e viziato.
Dio è un creatore distratto, che si è lasciato sfuggire di mano le cose; un bel po' di cose, aggiungerebbe la Stella del Mattino, sorridendo di sbieco e godendosi lo spettacolo dal ciglio dell'abisso.
Dio è Gabriel quando si porta una mano al petto e stringe, trattenendo la vita di un fratello che per lui è tutto.
Dio è Michael quando raccoglie peccati che non sono suoi e muore, la generosità egoista dei martiri.
Dio è Alex, un corpo fragile e una volontà incrollabile; così terribilmente umano.
Dio è Uriel quando tradisce, Claire quando sbaglia, l'assassino che non teme alcun male e la vittima che grida e prega e...

"Io non li ho abbandonati."
Occhi divertiti; una scintilla di vera ilarità sul fondo di quella pupilla nerissima e senza luce.
"Continua a ripetertelo, vecchio." movimenti circolari, predatori.
"Se solo mi avessero ascoltato..."
Dita che si aprono e si chiudono, affamate - voraci.
"Se solo..."
Uno spostamento d'aria improvviso, la rabbia che deflagra senza suono.
"Se solo ti avessero obbedito?"
Silenzio.
"Sì."

Dio è un genitore che ha chiamato nemico il più grande rimpianto della sua vita.

   
 
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