Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: meuccio23    30/08/2015    3 recensioni
Riuscirà un professore severo a realizzare il sogno della sua vita?
Genere: Parodia, Satirico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il professore era un uomo austero, dai penetranti occhi azzurri con cui scrutava il mondo circostante. Nonostante si avvicinasse alla settantina, camminava dritto sulle lunghe gambe e sovrastava la gente comune con la sua prodigiosa statura. Era di una magrezza impressionante e i radi capelli canuti suscitavano riverenza e timore.
Quell’uomo  instancabile continuava a lavorare a dispetto dell’età, insegnava due materie ormai trascurate: il greco e il latino. Lottava con i colleghi per affermare la loro importanza e spesso veniva deriso, ma dentro di sé coltivava l’idea di essere un genio incompreso. Occupava il suo tempo libero con la stesura di un libro riguardante la necessità degli studenti di apprendere i rudimenti delle due discipline.
Un giorno, mentre guardava il telegiornale, impallidì e subito dopo il suo volto si fece paonazzo per la collera. Il premier Renzi aveva appena annunciato che la scuola sarebbe stata modernizzata con la conseguente eliminazione delle discipline classiche a partire dall’anno successivo. Lo shock era stato troppo forte per i suoi nervi già tesi dalle continue discussioni con i colleghi: il professore afferrò la televisione e la fracassò a terra, osservando compiaciuto il vetro che si spaccava e continuando ad infierire sul povero schermo con un piede.
Cosa ne sarebbe stato della sua vita? Aveva dedicato completamente la sua esistenza a quelle materie, considerava i valori del mondo classico come dei modelli che determinavano la sua vita quotidiana. Quei politici stolti e ignoranti avevano calpestato il suo orgoglio professionale!
Il professore passò i mesi successivi a spremersi le meningi, avrebbe trovato un modo per fare apprezzare a quegli asini l’importanza del greco e del latino, dovevano capire quanto fosse fondamentale l’insegnamento della cultura antica nelle scuole. Come si poteva non apprezzare la perfezione di quel mondo andato perduto? Dopo lunghi periodi di riflessione ebbe un sogno premonitore: l’onnipotente Zeus, il padre degli dei, gli apparve e gli sussurrò all’orecchio dei numeri.
Quella notte il professore dormì un sonno inquieto ed agitato, non riusciva a interpretare il suo incubo. Cosa potevano mai significare quelle cifre? Il tempo che gli restava da vivere? Ma poi capì.
Il giorno dopo, appena aperti i negozi, schizzò in edicola trafelato ed acquistò un Superenalotto e giocò il 9 (il numero delle muse), il 10 (il numero degli anni della durata della guerra di Troia) e il 12 (il numero delle fatiche di Ercole). La sera si incollò alla televisione con il biglietto della lotteria a portata di mano. La presentatrice, una donna giovane con un sorriso palesemente falso e le labbra gonfie di silicone, salutò il pubblico e gli disse di prepararsi all’estrazione delle palline. Il premio in palio era un milione di euro.
  • 9
Wow, era stato proprio fortunato, aveva azzeccato il primo numero.
  • 10
Stava per saltare ma, come soleva ripetere ai suoi alunni, meglio non ostentare la propria felicità, altrimenti c’è il rischio di incorrere nell’ira degli dei.
  • 12
No, non era possibile. Aveva vinto.
Ora avrebbe potuto realizzare la sua più grande aspirazione: aprire un’accademia per le eccellenze in cui venivano scandagliati a fondo i segreti della filosofia, dell’arte e della cultura antica. Già si figurava l’imponente ingresso della struttura, ispirata ad un tempio dorico che avrebbe dominato l’area circostante. L’interno sarebbe stato costellato di statue degli dei e degli eroi, dall’astuto Ulisse al pio Enea, il nobile antenato di cui ogni cittadino italiano dovrebbe andare fiero.
Il giorno dopo prese il primo treno per la mitica città fondata da Romolo e Remo, e andò a ritirare il suo meritato premio. Tra poco non avrebbe dovuto più preoccuparsi per la perdita imminente del lavoro: con la vincita poteva vivere agiatamente per il resto della sua vita.
Ma quando arrivò a destinazione trovò una spiacevole sorpresa. Il portinaio gli disse:
  • Signore, ha sbagliato. Quei numeri sono usciti alla Ruota della Fortuna, non al Superenalotto.
Dato che non ci credeva lo invitò a casa sua a vedere una replica della trasmissione. Era proprio vero: i numeri erano giusti ma aveva sbagliato biglietto.
Il professore maledisse in silenzio Zeus. 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: meuccio23