Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: ___Page    02/09/2015    10 recensioni
-Che ne dite di questo?!- propone, appoggiando il giornale sul basso tavolino, aperto su una pubblicità che occupa due pagine e ritrae Aries, una delle top model in auge al momento, che pubblicizza dei gioielli, completamente nuda.
Nonostante sia senza veli la sua foto non ha niente di volgare, anzi è elegante e raffinata, le parti intime coperte dalla posa e dai capelli.
-Levy-chan…- comincio cauta.
-Juvia è confusa-
-Stai suggerendo di farci fotografare nude per guadagnare soldi?!- domanda Cana, accigliandosi -In che modo?!-
-Un calendario! Da vendere all’università! Ogni anno vengono fatti un sacco di soldi con questo genere di… ehm… “merce”!- afferma, esitando appena e facendomi sgranare gli occhi.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sorrido tirata a Gildharts che si avvicina per salutarmi mentre gli preparo il suo solito caffè corretto, lanciando una rapida occhiata al locale.
Non mi sembra vero che il Fairy sia salvo, ogni volta che ci penso è come se una piccola luce prendesse a pulsare al centro del mio petto e un po’ dell’angoscia scompare.
-Mira, come stai?- mi domanda, addossandosi al bancone con gli avambracci, paterno e affettuoso come solo lui sa essere, quando vuole ovviamente.  
Cana è davvero fortunata ad avere un padre così.
-Tutto bene!- annuisco convinta, posandogli la piccola tazzina di ceramica sotto al naso.
Le lezioni in università sono finite ormai e con lo studio sono a buon punto, quindi ho chiesto a jicchan di aumentarmi le ore, anche se non per guadagnare qualcosa in più, quello è solo un effetto collaterale.
Il vero motivo è che ho disperatamente bisogno di tenermi impegnata e non pensare. Certo, non avrei mai immaginato di trovarlo qui.
Sospiro e, senza staccare il viso dai palmi né i gomiti dal bancone, mi giro verso di lui, seduto giù in fondo, di spalle rispetto agli altri a bere una coca cola con Makarov sul bancone accanto a lui, l’aria severa e le braccia al petto.
Jicchan si è rifiutato di servirgli la birra prima dell’ora di pranzo e Laxus sembra alquanto contrariato.
Sembra ma io che lo conosco bene so, dalla luce nei suoi occhi, dal linguaggio del suo corpo, dalla silenziosa vicinanza che cerca con suo nonno, dagli sguardi che solleva di tanto in tanto su Ever, Bixlow e Freed, che tutto questo gli è mancato ed è felice di essere di nuovo qui.
Uno spasmo mi attanaglia lo stomaco ma continuo a tenere le labbra piegate all’insù.
Nonostante il suo mutismo mi faccia male, sono felice per lui, sono felice che sia qui.
Con me non parla, in realtà non ha parlato con nessuno che non fosse jicchan ma anche l’altra sera alla festa mi ha evitato per tutto il tempo.
Non so se il suo essere qui in carne ed ossa annulla automaticamente la promessa che mi ha fatto poche settimane fa, quella di non farsi più vedere perché mi fa solo soffrire.
Si comporta come se fosse invisibile eppure io lo vedo bene, così bene che fatico a staccare gli occhi da lui, a rivolgere la mia attenzione a qualcun altro.
Ed infatti mi sorprendo che Gildharts sia ancora qui fermo davanti a me quando si schiarisce la gola e io torno su di lui, trovandolo intento ad osservarmi con un sorriso che è tutto un programma.
-Potresti unirti alla conversazione- mi suggerisce e io sgrano appena gli occhi prima di arrossire sulle guance.
-Ma che dici io… stavo solo pensando…- affermo, conscia di non essere per niente convincente, e infatti eccolo sollevare un sopracciglio.
Ma non insiste, cosa di cui gli sono grata, mentre recupero la sua tazzina per infilarla nella lavastoviglie e cambio il filtro alla macchinetta del caffè.
-Tu sai cosa gli prende a Wakaba e Macao e a Jet  e Droy stamattina?!- domanda e io mi giro interrogativa.
Con un cenno della testa li indica e io mi concentro sui quattro chiamati in causa, tutti riuniti intorno a un tavolo in angolo, di spalle rispetto al bancone, intenti a confabulare mentre lanciano furtive occhiate da sopra le proprie spalle a turno.
Aggrotto per un attimo le sopracciglia, perplessa.
In effetti è strano che loro quattro facciano gruppo a quel modo ma non fatico a immaginare quali argomenti possano avere in comune, anche se in effetti il loro comportamento è strano.
-Non ne ho idea!- esclamo, senza smettere di osservarli.
Jet si volta e si accorge del mio sguardo e mi rivolge un esagerato sorriso, salutandomi con la mano.
Ricambio sempre più perplessa, considerando un attimo che grazie al cielo si è tagliato i capelli perché con quel codino era davvero inguardabile, decidendo che, qualunque cosa stiano combinando, preferisco non saperlo.
Mi stringo nelle spalle e sistemo una pila di piattini puliti prima di girarmi verso Makarov e fare un profondo respiro per calmarmi.
-Jicchan- lo chiamo e lui subito si gira, con calma.
Con mio grande sconforto Laxus tiene gli occhi incollati al bancone.
-Scendo a prendere una cassa d’acqua- lo avviso e lui si limita ad annuire.
-Vuoi una mano?- si offre subito Gildharts ma io declino ringraziandolo.
Un immediato sollievo mi pervade quando apro la porta delle scale che portano in cantina.
Mi è sempre piaciuto scendere in cantina qui al Fairy. Mi da un senso di protezione, intimità, mi permette di pensare e sfogarmi.
Da quando lavoro qui, è sempre stato il mio angolo protetto.
Qui dove correvo per piangere senza che nessuno potesse vedermi, qui dove scendevo per riflettere quando avevo troppi pensieri, qui dove io e Laxus…
Proprio laggiù in quell’angolo…
Porto due dita a sfiorare le labbra, rimodellandole mentre un brivido mi percorre la schiena, ricordando quel giorno, il sapore del nostro primo bacio e scuoto la testa con forza quando gli occhi prendono a pizzicarmi.
Quei tempi ormai sono andati perduti, le cose sono cambiate.
È inutile restare attaccati al passato così.
Con un tremolante e profondo respiro, mi avvicino alle casse dell’acqua, cominciando già a lavorare sulla mia espressione per essere radiosa e solare come sempre quando riemergerò da qui.
Mi piego e avvolgo le dita intorno alla maniglia a di una delle casse di plastica blu ma non faccio in tempo a fare forza sulle gambe che mi ritrovo a sgranare gli occhi quando un’altra mano, grande e ruvida, ma calda e rassicurante, si posa sulla mia avvolgendola completamente.
Mi basta la scarica che mi attraversa la schiena per sapere di chi è.
Mi giro a guardarlo, senza parole, basita e interrogativa e lui distoglie lo sguardo, puntandolo al muro senza però lasciare andare la maniglia.
-Nonno mi ha chiesto di venire ad aiutarti- si giustifica con un grugnito e io sento il cuore accelerare a mille.
È… imbarazzato?! È imbarazzo quello?!
Da quanto non lo vedevo così?! Da quanto non lo vedo rancoroso, arrabbiato, infastidito ma imbarazzato?!
Da quanto non era più il mio Laxus?!
Mi sento confusa e agitata, deglutisco a vuoto e rumorosamente, sentendomi come se fossimo stati catapultati improvvisamente indietro nel tempo, a quando avevamo sedici anni e cominciavamo a capire e ammettere di sentire qualcosa l’uno per l’altra.
-Io… G-grazie…- riesco ad articolare a fatica, rimettendomi dritta, restando agganciata a lui tramite la cassetta dell’acqua.
La sua mano mi sta mandando a fuoco la pelle, ma non voglio toglierla da qui nemmeno per tutto l’oro del mondo.
Dopo tutto questo tempo, mi sento finalmente completa e giusta, anche se lui si ostina a non guardarmi, facendomi sorridere.
Che bambino cocciuto che è!  
Se non dovessi tenere la cassa girerei il palmo all’insù e intreccerei le mie dita con le sue.
-Grazie di tutto Laxus… Grazie per non averci lasciati soli…-
Non si gira a guardarmi, ma soffia dal naso e le guance gli si imporporano appena, facendomi sbuffare una risata e finalmente riporta gli occhi su di me.
Io scuoto la testa mentre finisco di ridere, guardandolo con affetto.
-Sono felice che sei tornato. Volevamo salvarlo anche per te- soffio sincera, socchiudendo gli occhi e notando il lampo che attraversa i suoi.
Ora è lui a deglutire a vuoto e si muove appena a disagio, spostando la mano lungo la maniglia della cassa, per permettermi di togliere la mia, invitandomi a lasciare a lui il lavoro pesante.
Riapro le dita senza staccare gli occhi da lui.
C’è così tanto che vorrei dire e fare ma devo dare tempo al tempo.
Forse c’è uno spiraglio, per noi ma soprattutto per lui. Ed è questo che mi importa, che lui torni a essere il Laxus che conosco io, felice e sereno.
Il Laxus che amo.
Che sia con me o senza di me.
Mi giro per tornare di sopra e mi avvicino alle scale, facendo frusciare la gonna, sicura che mi stia seguendo, ma quando la sua voce mi raggiunge mi rendo subito conto che è ancora fermo dov’ero anch’io un attimo fa.
-A me dispiace- mormora roco, gli occhi puntati su di me -Mi spiace che il calendario non sia uscito. Il tuo sogno è andato in frantumi di nuovo- butta fuori, distogliendo lo sguardo.
Lo fisso incredula.
Incredula per ciò che ho appena sentito, incredula per ciò che ha appena affermato.
Possibile?! Possibile che ancora non abbia capito?! Dopo tutto questo tempo lui crede ancora… lui pensa…
Aggrotto le sopracciglia, immobile, mentre un fremito mi attraversa. Non di eccitazione, non di felicità ma di rabbia.
Rabbia perché non è possibile che sia un simile…
-Cretino!!!-
Mi stupisco per un istante solo della mia voce che risuona nello scantinato, furente e quasi indemoniata.
Mio fratello dice sempre che quando mi arrabbio è come se subissi una metamorfosi e diventassi una specie di demone o un’erinni.
In effetti, non mi sono nemmeno resa conto di avere coperto di nuovo la distanza che ci separava e averlo spinto contro il muro con forza, riuscendo a spostarlo nonostante la sua mole notevole e il peso della cassa dell’acqua.
Sussulta non tanto per il colpo quanto per la sorpresa e sgrana gli occhi mentre io lo scruto, irata.
-Sei un cretino- sibilo di nuovo, leggendo il senso di colpa nei suoi occhi.
Stupido, inutile, insensato senso di colpa.
Stupido come lui.
-Tu non hai mai capito vero?! Non vuoi capire!- lo aggredisco, parlando sottovoce.
-Mira…-
-Non vuoi proprio capire che il mio sogno sei sempre stato tu!- butto fuori, guardandolo trattenere il fiato prima di avventarmi sulle sue labbra.
Gliele mordo, vogliosa e arrabbiata, drogandomi di lui, aggrappandomi a lui, impedendogli la fuga. Non mi arrendo quando lo sento rigido e immobile contro il muro e la mia perseveranza viene ben ripagata quando finalmente risponde.
Lascia cadere con fragore l’acqua e non mi preoccupo neppure per un attimo se le bottiglie sono integre o no. Le sue braccia mi circondano e tutto scompare.
Infila le mani nei miei capelli, la lingua tra le mie labbra, che si modellano sulle sue come il metallo intelligente a contatto con l’acqua calda, che mai dimentica la sua forma originale.
Mi schiaccio su di lui e mi accorgo della sua patta gonfia, ansimando sempre più, desiderandolo con ogni fibra del mio corpo.
Improvvisamente, con le mie labbra premute sulla sua gola, scossa dai mugugni trattenuti, e le sue mani a sollevarmi la gonna, premendo contro le mie mutande già fradicie, non mi sembra passato nemmeno un giorno.
Faccio scorrere le dita lungo il suo collo e la sua mandibola, accarezzandogli le basette bionde, staccandomi a fatica dalla sua pelle bronzea e bollente per guardarlo in viso, leggendo nei suoi occhi il mio stesso desiderio, la mia stessa voglia, la mia stessa stordente felicità.
Oddio quanto lo amo.
Lo amo, lo amo, lo amo e lo voglio.
E lui vuole me, lo sento da come mi stringe i fianchi.
Mi vuole e mi ama e come lo capisco gli occhi mi si riempiono di lacrime, che lui asciuga rapido con i suoi ruvidi e caldi pollici prima di piegare il busto per ricominciare ad assaporarmi.
Sento le sue labbra a un soffio dalle mie, il suo respiro fresco sulla bocca e chiudo gli occhi già pronta a perdermi quanto una serie micidiale di tonfi ci fa immobilizzare e risollevare le palpebre.
Colpi e urla attutite ci raggiungono attraverso il pavimento del bar, lasciandoci basiti e perplessi.
Non sembra la solita rissa ma più un branco impazzito di gnu.
Che diavolo succede?!
Una muta comunicazione passa tra noi e ci precipitiamo su per le scale, preoccupati.
Non avranno mica in mente di sfasciare il bar proprio ora che lo abbiamo salvato!
Spalanco la porta con un unico secco gesto del braccio e Laxus si blocca dietro di me osservando le sedie e i tavoli volare.
Non ci sarebbe niente di strano, non fosse che Erza non sta facendo  nulla per fermarli. Immobile, sta osservando insieme a Cana quello che potrebbe sembrare un blocco spiralato non molto spesso, entrambe compiaciute.
Non è che…
Un dubbio si fa strada in me e sposto gli occhi rapida verso l’altro lato del locale.
-…di guardare mia figlia con quell’espressione da pervertito eh?!?!- sta urlando Gildharts, scuotendo Wakaba per il colletto della camicia mentre Jet e Droy si spalmano contro il muro tremanti, spaventati dallo sguardo sadico di Gajeel che si avvicina terribile a loro, scrocchiando le dita.
-Bene, bene, bene. Cosa stavate guardando?!- domanda, psicopatico.
-Gajeel!!! Calmati!!!- lo richiama Levy, aggrappata alla sua vita in un vano tentativo di fermarlo.
Gray e Natsu si stanno azzuffando al centro della sala con Max e Warren, Juvia impegnata a fare il tifo per il suo Gray-sama ed estasiata per lo scatto di gelosia che lo ha colto, mentre Elfman sta frantumando ogni sedia che gli capita a tiro in un vano tentativo di colpire Bixlow, che lo evita con facilità e ridendo con la lingua fuori.
-Ma che diavolo…- mormora Laxus.
-Reedus!!! Come ti è venuto in mente?!?!-
Mi giro di scatto quando la voce di Lucy mi raggiunge e la trovo impegnata a strangolare il povero Reedus, che sembra vagamente cianotico e terrorizzato. Gerard sta cercando di calmarla inutilmente.
-Avevamo detto di sospendere la stampa!!! So-spen-de-re!!!-
Sgrano gli occhi nel trovare conferma al mio sospetto e trattengo a stento una risata.
Oh santo cielo!
-Ma quello che Erza ha in mano è…-
-Il calendario!- completo per Laxus.
-Ma avevate bloccato la stampa!- mi fa notare e io scoppio a ridere.
-Lo so!-
-E allora che…-
-Non lo so!- lo interrompo, voltandomi verso di lui -Forse Jet e Wakaba gli hanno chiesto delle copie o forse è uscito lo stesso e in quel caso immagino che più tardi qualcuno farà il giro di tutte le edicole di Magnolia ma…- mi fermo, passando il palmo sul suo petto con sguardo malizioso -Vuoi veramente parlare di questo ora?!-
Rabbrividisce prima di tornare a osservare la scena di fronte a sé.
-Stanno distruggendo il bar, Gajeel potrebbe commettere un duplice omicidio e almeno due foto tue senza veli girano per il Fairy se non per tutta la città…- riflette e io mi acciglio non certa di dove vuole arrivare.
Rimane in silenzio qualche istante, concentrato su chissà che elucubrazioni per poi tornare a guardarmi con uno splendido sorriso sul volto che mi ferma per un attimo il cuore.
-Direi che ce ne possiamo occupare più tardi- mormora ghignante e le gambe mi si mozzano un attimo prima di trovarmi a cavallo della sua spalla tipo sacco di patate.
Chiude la porta e si avvia giù per le scale, sollevando la gonna per baciarmi la coscia, a fior di labbra e con dolcezza.
E io mi mordo il labbro inferiore, permettendo al calore, al sollievo, alla felicità e all’eccitazione di invadermi,  lasciandomi andare tra le braccia di Laxus, di nuovo, finalmente, proprio qui, nella nostra seconda casa, qui dove ci siamo innamorati, qui nella cantina del Fairy Tail.
Dove tutto ha avuto inizio.
E dove non avrà fine mai più.
 

 
§

 
Mi lascio andare con le spalle contro il bancone, in mezzo alle altre tutte allineate e sedute per terra, sospirando sconfortata, girandomi verso Lucy alla mia destra.
-Lu-chan…- la chiamo flebile.
Fissa davanti a sé, rassegnata e con le lacrime agli occhi.
-È stato Loki, lo so che è colpa sua- mormora disperata.
-Lu-chan non è così grave- le faccio notare, con un sorriso incoraggiante.
-Lo pensi davvero?!- mi domanda, girandosi a guardarmi -Cosa dirò a papà ora che non ho più un valido motivo per aver posato nuda?!- mi fa notare e io apro la bocca per rispondere ma subito la richiudo, rendendomi conto che non posso darle torto.
Però una speranza c’è ancora.
-Beh non è detto che tuo padre lo veda!- esclamo, illuminandomi -Magari riescono a ritirare tutte le copie prima che inizino a venderle!- le dico, senza ottenere l’effetto desiderato.
-Gray-sama sta correndo per tutta Magnolia per impedire che altri uomini vedano Juvia nuda! Perché Gray-sama vuole Juvia e il suo corpo tutto per sé!- mormora trasognata Juvia, alla mia destra, prima di girarsi verso di noi omicida -Il corpo di Juvia non il vostro!- mette in chiaro, spaventandoci appena.
-Andiamo ragazze! Un bella bevuta e si dimentica tutto!!!- ulula Cana, sporgendosi verso di noi e abbracciando Lucy per le spalle.
-Cana smettila, ha ragione Lucy. Sarebbe davvero imbarazzante se le nostre foto nude girassero in modo del tutto gratuito per Magnolia- la ammonisce Erza, seduta dal lato diametralmente opposto, alla destra di Juvia.
Ci giriamo a guardarla e io assumo un’espressione scettica perché, nonostante la sua affermazione, sorride soddisfatta e una strana luce le accende gli occhi, quasi fosse estasiata all’idea che succeda davvero.
Lucy sospira e io torno su di lei.
-A me preoccupano i danni che potrebbero fare alle edicole…- confessa e tutte e cinque ci voltiamo ad analizzare le condizioni del bar, deserto a parte noi.
Gli altri sono andati tutti, chi volontariamente e chi no, a cercare di ritirare i calendari prima che qualcuno cominci a comprarli. 
Sedie e tavoli riversi, la maggior parte distrutti, una trave massacrata dai pugni non so se di Gajeel o Elfman, svariate tavole di parquet divelte e una pozza di sakè contornata da cocci di vetro  in un angolo.
Ma soprattutto un enorme squarcio nella parete di destra, aperta dal mio fidanzato nel lanciare fuori dal bar Jet e Droy e allargata dalla furia cieca degli altri.
Quando hanno finito, Bacchus e Gerard l’hanno usata per uscire al posto della porta d’ingresso.
Assumo un’espressione miserabile e volgo lo sguardo all’insù, verso di lui che non ha mosso un solo muscolo ed è ancora seduto al bancone, occhi chiusi e braccia al petto.
-Jicchan… ci dispiace tanto…- sussurro, sentendomi come una bambina.
-Non preoccuparti Levy- mi interrompe calmo e pacato -In fondo aveva già bisogno di una ristrutturata. Spero solo che tuo padre non si risenta, Lucy-
-Figurati… la maggior parte dei danni li ha fatti il mio ragazzo…- mormora la mia migliore amica, con una nota vagamente isterica nella voce.
Il rumore di una porta che cigola ci fa voltare e sporgere in tempo per vedere Mira uscire dalla cantina del Fairy, leggermente scarmigliata e raggiante come non era da tempo. Sembra un po’ trasognata e tutte assumiamo un’espressione interrogativa, accigliandoci.
Ma tutto diventa chiaro e i nostri occhi si sgranano quando dietro di lei appare Laxus, intento a tirarsi su la zip dei pantaloni.
Definirlo soddisfatto sarebbe riduttivo. Sembra più un uomo di ritorno da un viaggio in paradiso.
-Dove sono tutti?!- domanda Mira, guardandosi intorno, non troppo scioccata dallo stato del locale.
-A recuperare i calendari- riesce a rispondere Juvia mentre noi continuiamo a fissarli basite.
-Vado anche io allora- ci avvisa Laxus, accarezzando una guancia a Mira che ricambia con un sorriso, al colmo della felicità -Ci vediamo presto- ci saluta poi e noi ci limitiamo ad agitare la mano mentre anche lui esce attraverso lo squarcio.
Mira lo guarda andare via e poi si unisce a noi, sedendosi a terra di fianco a Erza e sospirando soddisfatta facendoci piegare le labbra in ghigni saputi ed eloquenti.
Posa la nuca contro il bancone e tiene gli occhi chiusi qualche secondo prima di riaprirli e tendere una mano verso Erza.
-Posso vederlo?- domanda, indicando il calendario posato in grembo alla sua migliore amica.
Erza glielo tende e tutte torniamo a puntare gli occhi di fronte a noi, esauste, ascoltando il frusciare dei fogli che Mira sta girando con calma.
-Beh…- mormora dopo un po’ -Direi che è andata bene no?!-
Rimaniamo un attimo interdette tutte quante e poi la risata di Cana, malamente trattenuta, si leva nel locale, contagiandoci tutte.
Pochi attimi e stiamo ridendo come matte, tenendoci la pancia e rischiando di rotolare a terra, con jicchan che ci osserva affettuoso.
Sì, direi anche io che è andata bene.
Mi giro a guardare le mie amiche, la cui felicità è palpabile nell’aria e non semplicemente perché stanno ridendo.
Dopotutto non è così male che qualche copia del calendario sia uscita, ci resterà come ricordo.
Ricordo di questa folle avventura che rifarei altre mille volte pur di salvare la mia seconda casa.
Questa folle avventura, che ci ha cambiato la vita.







Angolo dell'autrice: 
Ebbene sì, la storia è finita  e io sono felice e triste al tempo stesso. Quando ho iniziato a scriverla ho deciso che avrei iniziato e finito con la stessa coppia e mi ha fatto soffrire un po' tirare così tanto in là Mira e Laxus, per questo sono felice. D'altra parte sono triste perché davvero mi avete fatto sentire incredibilmente a casa, è stata un'accoglienza più che calorosa che proprio non mi aspettavo alla prima long sul fandom. 
Non ho davvero le parole, mi avete fatto adorare questa storia nonostante io abbia avuto un momento di blocco, mi avete fatto adorare scriverla quindi grazie. 
Grazie a chi l'ha seguita, preferita e ricordata. 
Grazie a:
Fairy-chan
Sayaka
NaruSaku
Celty
Giulyetta
shinigamichan
AlexiaLil
Lucy
tempestxd
cercasinome
Princess_5_elements
Caka
kounchan
daimler
Redkiss_Chan
Pfefferminz
Shino_Chan

sperando vivamente di non avere dimenticato nessuno, grazie di cuore! 
Scusare se non ho sempre risposto alle vostre recensioni ma sappiate che per me ogni minuto speso a lasciarmi un commento è un regalo gigantensco che mi fa venire voglia di dare il meglio! Quindi lo dico un'ultima volta, grazie davvero! 
E alla prossima avventura! 
Piper. 
  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: ___Page