“Come te le sei fatte queste?”
Thorin stava tracciando con infinita delicatezza, simile alla reverenza, le sottili increspature della pelle di Bilbo. Le sue dita percorrevano la schiena del marito per tutta la sua lunghezza, soffermandosi esitanti su ogni singola cicatrice. Come se avessero paura di ferirlo ulteriormente.
“Dovrai essere più preciso mastro Nano”. La voce di Bilbo è dolce come sempre, ma con un accenno appena di canzonatura: “A quale delle tante ti stai riferendo?”
“A tutte…” vorrebbe rispondere il Re, ma esita, sconvolto dalla noncuranza con cui quel piccoletto ne sta parlando.
E’ vero, sono così numerose… E Thorin non lo ha mai notato.
Sono sposati da poco, e le notti precedenti sono state troppo accese dalla passione per fare caso a qualunque altra cosa.
Solo ora, durante questo momento così pigro e calmo, se n’è reso conto, e inconsapevolmente rabbrividisce. La sua mano comincia a tremare. Ognuna di quelle piaghe è testimone di una ferita, e ognuna di quelle ferite avrebbe potuto strappargli per sempre il suo Hobbit. Thorin non lo aveva mai realizzato. Quello stesso Hobbit del quale ha riconosciuto tardi il valore; quell’Hobbit che si è insinuato di soppiatto nel suo cuore, giorno dopo giorno; quell’Hobbit che Thorin ha infine giurato di proteggere e amare per sempre.
“Thorin?”. La voce di Bilbo questa volta è incerta, titubante, quasi spaventata.
E suo marito questo non può sopportarlo: si è ripromesso che Bilbo non dovrà mai più conoscere la paura.
“Le… le trovi ripugnanti, non è vero?”
Ed è la goccia che fa traboccare il vaso: il Nano si affretta a prendergli il viso tra le mani, e a baciarlo con tutto l’amore possibile. Non è mai stato bravo a parole, ma nei gesti nessuno può eguagliarlo. Scende poi lungo il collo, raggiunge le spalle, dove cominciano alcuni di quei segni. E si sofferma su ognuno di essi, con cura e dovizia, beandosi dei mugolii soddisfatti dell’altro.
“Queste cicatrici ti fanno onore, Ghivashel. Per noi Nani sono simbolo di forza e coraggio. Ciò che mi tormenta è la ragione per cui te le sei procurate”.
Bilbo si volta verso di lui: finalmente ha capito, ma non sa con quali parole rassicurare l’amato.
Ma non serve, perché è nuovamente l’altro a prendere inaspettatamente l’iniziativa.
“Te lo giuro, non accadrà mai più”.
Un ringhio basso e feroce, come se Erebor all’improvviso complottasse contro la vita dello Hobbit.
“Sciocco di un Nano”. Ma Bilbo è segretamente compiaciuto, molto compiaciuto, di fronte a quella dichiarazione così protettiva.
“Siamo al sicuro adesso, amore mio”, continua il Mezz’uomo, “La Terra di Mezzo è in pace. Tuttavia non sarei contrario” e la sua voce si fa improvvisamente più roca, maliziosa, “A portare nuovi marchi, di tutt’altra natura”.
Nemmeno Thorin è contrario.
Neanche un po’.
 
 
 
Autrice:
grazie per aver letto!