Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Mordreed    04/09/2015    10 recensioni
COLIN O'DONOGHE- JENNIFER MORRISON
Due perfetti sconosciuti che si incontrano per caso, anni prima che il destino li unisse in una nuova esperienza lavorativa. Un incontro dimenticato, un nuovo inizio. Una storia d'amore tormentata, intesa e proibita che sconvolgerà la vita di entrambi. La passione incontrollabile e sventurata, di due amanti clandestini e maledetti.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NdA

Salve a tutti.
Lo so che avrei dovuto postare giorni fa, ma sono stato in vacanza e sono tornato solo ieri.
Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia e mi raccomando, recensite, recensite, recensite (leggetelo con la voce di Gemma del Sud)

PS.
Questa volta, la canzone sarà più avanti nella storia e non subito all'inizio.
Capirete perchè.

Buona lettura





- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -


 

Una volta fuori dalla centrale di polizia, l’atmosfera cambiò radicalmente. 

Jen fu la prima a farlo. 

Uscì dai panni della bionda sensuale che aveva permesso ad entrambi di tirarsi fuori da quella situazione spinosa con l’agente Chamberlain e tornò semplicemente se stessa.

Si lasciò travolgere da quel mare di emozioni e sensazioni che aveva dovuto reprimere per necessità.

Ma adesso erano tutti lì, sentimenti così confusi e contrastanti che non sapeva come affrontare.

La sua mente continuava a ripetersi la stessa frase con sfumature diverse:

‘Lui ha rotto la macchina di Jon, per me’.

Incredulità.

Sgomento.

Stupore.

Rabbia.

Ma una parte di lei era terribilmente sedotta e lusingata.

Lei lo sapeva, lo sentiva.

Probabilmente l’aveva sempre sospettato ma solo quando l’agente mostrò loro le foto, aveva messo insieme i pezzi. 

Era stata una rivelazione così forte da darle un senso di vertigine. 

Lo guardò armeggiare con le chiavi della moto, mentre prendeva i due caschi dal sedile. 

Una figura scura e sinuosa che si muoveva tra le ombre della notte.

La stessa che in un altro parcheggio a molti km da lì, aveva pagato qualcuno per fare a pezzi la macchina di un suo amico… per lei. 

Lui si accorse di essere osservato quando alzò lo sguardo per passarle il casco.

Lei lo prese, ma continuò a fissarlo con un’aria stordita e da ritardata. 

Forse fu questo che lo imbarazzò, il fatto che lui capì che lei stava pensando e ripensando a quanto aveva scoperto in quell’ufficio. 

Ecco perché nascose il suo disagio, divenendo più nervoso e sbrigativo di prima. 

“Dove andiamo?”

Chiese lei indossando il casco. 

La guardò e le rispose.

“A mangiare qualcosa, sto morendo di fame”

 

Il viaggio in moto non la calmò affatto.

Non riuscì nemmeno a godersi l’aria pungente della sera che le vorticava intorno, mentre la città diveniva un turbinio di luci calde e accoglienti.

Los Angeles di notte era da mozzare il fiato, un cuore pulsante di luce e vita, eppure per lei non esisteva nulla al di là di quella moto sulla quale si trovava. 

Lui girò improvvisamente a destra, se ci fosse stato qualcuno di meno esperto a guidare, ora sarebbero entrambi a terra sull’asfalto.

E invece la moto sembrava conoscere il temperamento irrequieto e istintivo del suo proprietario e adattarsi a manovre e cambi di direzione improvvisi. 

Parcheggiò davanti a un Mc Donald’s.

J scosse la testa e accolse la ‘M’ luminosa dell’insegna con un sorriso. 

Non ricordava l’ultima volta che ci era stata. 

Entrarono, c’era poca gente per fortuna. 

In un attimo furono alla cassa per lasciare le ordinazioni. 

Una Mc Donald’s Girl chiese a Jen cosa desiderava. 

Lei si guardò intorno spaesata, cercando di leggere nomi di menù che comparivano sui vari schermi luminosi di fronte a lei. 

Come si poteva ordinare in un minuto se ogni panino aveva almeno 5 ingredienti diversi e per leggerli e confrontarli con gli altri ci voleva almeno mezzora?

“Mh..”

Indugiò a disagio.

Fu Colin a parlare per lei.

Per entrambi.

“Due Mc Menù classici… Big”

Aggiunse mentre velocemente la ragazza inviava la prenotazione alle cucine e consegnava loro il conto. 

Colin pagò e cinque minuti dopo, erano entrambi seduti a un tavolo in una delle salette interne. 

Jen apprezzò l’intimità di quel posto e la poca gente presente.

Aveva voglia di stare da sola e poi avevano scelto un bel posto per appartarsi.

L’unico suono presente era la musica in sottofondo.

Colin si fiondò sul suo cibo, forse per evitare domande.

Lei fece altrettanto.

Dopo un morso, si scoprì terribilmente innamorata di quel panino. 

Forse era la fame, o l’ansia o l’adrenalina di quanto vissuto poco prima, ma J pensò che quel junk food fosse il cibo più buono del mondo. 

Ne addentò ancora con voracità, deliziandosi del sapore deciso della salsa barbecue che si sposava perfettamente con la consistenza dolce e sugosa della carne.

Forse si era lasciata trasportare un po’ troppo, perché alzò il viso e trovò lui a fissarla.

Si pulì le mani con una salvietta e lo guardò.

Nessuno dei due disse nulla a lungo, era come se entrambi stessero aspettando che direzione prendere.

Parlare del cibo?

Del tempo?

Del lavoro?

O di quella cosa?

Alla fine J lo disse.

“Hai rotto la macchina di Jon”

Lui annuì.

“Si”

Di nuovo lei restò stupita, come se stesse scoprendo la cosa per la prima volta.

“Perché?”

Domandò.

Voleva sentirglielo dire. 

Voleva la conferma ai suoi pensieri.

Per un attimo si chiese se per caso ci fosse una motivazione diversa da quella che aveva pensato.

E si ritrovò a sperare con tutta se stessa che non ci fosse, perché altrimenti sarebbe rimasta terribilmente delusa. 

“Eri ubriaca e del tutto fuori controllo. La situazione stava degenerando”

Si giustificò lui con tranquillità, come se stessero parlando del tempo meteorologico. 

Quasi sorrise per il sollievo. 

Era raro che qualcuno le facesse provare lo stesso senso di piacevole stordimento che solo tre shot di tequila riuscivano a darle.  

Jen ripensò a quella domenica, dopo il sabato precedente l’accaduto.

A quando Adam aveva chiamato entrambi sul set per farli allenare da un istruttore di scherma.

Ripensò a quel momento, alle cose che si erano urlati contro, alla rabbia di entrambi, al volersi ferire a tutti i costi.

Lei che pensava che lui l’aveva invitata a quel tavolo solo per spingerla nelle braccia di un altro.

Per rovinarla.

Per farle del male.

E invece si era scoperto che alla fine, lui era in qualche modo il suo… salvatore.

Se si concentrava, riusciva persino a sentirle le emozioni rabbiose e violente di quella litigata. 

Eppure adesso eccoli lì, a parlarsi civilmente, in una situazione del tutto capovolta. 

“Beh.. allora… grazie”

Disse lei infine. 

Dio com’era a disagio.

Aveva appena capito che tra tutte quelle emozioni post scoperta, a prevalere era stato il fatto di sentirsi terribilmente lusingata dal gesto corrotto di lui.

“Di nulla”

Replicò Col.

Poi entrambi tornarono ad occuparsi dei loro menù.

 

 

La riaccompagnò a casa.

Un viaggio tranquillo, per certi versi persino rilassante.

Nulla a che vedere con quello di prima. 

Ora era tutto diverso, un avventurarsi in un territorio nuovo e inesplorato.

È così che si sentiva con lui adesso. 

Parcheggiò sul vialetto davanti al garage, quello dove Seb era solito lasciare l’auto. 

Jen sorrise scendendo.

Se aveva parcheggiato lì, era chiaro che questa volta aveva intenzione di entrare.

E di fatti si tolse il casco e lo abbandonò nel vano del sedile, accanto a quello che lei gli porgeva.

Jen gli fece strada, cercava le chiavi con lui che le stava dietro, così tanto che sentiva il suo fiato sul collo. 

Questo la rese nervosa ma alla fine riuscì a pescare il mazzo dalla sua borsa infernale. 

Aprì la porta, entrò, accese le luci e lo invitò ad entrare.

Lui si guardò un attimo intorno, prima di tornare a lei che nel frattempo stava studiando la sua espressione.

“Così questa.. è casa mia”

Disse scendendo i tre gradini che portavano al salotto.

“Lo so”

Rispose lui raggiungendola e levandosi la giacca.

Lei si voltò a guardarlo con un espressione interrogativa. 

“La notte con Jon.. ti ho riaccompagnata io.. fin dentro casa.”

“Oh”

Disse lei ricordando. 

Tutto sembrava ricondurre a quella notte. 

“Vero… perciò sai già che la cucina è di qua”

“Mh, in realtà no. Ti ho lasciata sul divano e poi sono andato via. Non sono un tipo alla Lupin”

Commentò lui offeso e lei rise. 

Lei lo guidò in cucina, accese le luci dell’isola e prese da bere.

“Scotch liscio, giusto?”

Gli chiese e lui sorrise colpito.

“Però… che memoria”

Il loro primo incontro era avvenuto così.

Una tequila girl e un scotch addicted che si scontravano in un bar. 

Col prese il bicchiere che lei gli porgeva e lo inclinò a mò di brindisi verso di lei, che nel frattempo mandava giù un bicchierino di tequila dall’altro lato della cucina. 

“Devo ringraziarti per oggi.. il modo in cui mi hai tirato fuori dai casini con quel Chamberlain.. è stato davvero.. impressionante”

Lei alzò le spalle, come se fosse cosa di poco conto.

“Non preoccuparti.. casino mio, riparo io”

“In realtà sono stato io quello che ha avuto l’idea di ridurre a rottame una macchina di migliaia di dollari”

Le ricordò lui.

Lei lo guardò severa.

“Hai detto che sono stata io a metterti nella condizione di farlo”

Col ci pensò su un attimo, poi disse:

“Casino nostro allora”

‘Nostro’.

Quella parola restò sospesa tra loro, mentre entrambi ne assaporavano il significato.

Sorrisero archiviando il caso. 



NdA
Canzone da ascoltare durante la lettura: https://www.youtube.com/watch?v=48qwvBkpw1g




Col posò il bicchiere ormai vuoto sul bancone dell’isola. 

Jen sembrò d’un tratto allarmata. 

Come se cercasse di posticipare quel momento.

O forse era solo un impressione sbagliata di lui. 

“Allora io vado”

Annunciò d’un tratto a disagio. 

Lei si girò, sistemando i bicchieri vuoti nel lavandino.

Colin sapeva, lo sentiva, che qualcosa era cambiato.

“Puoi.. puoi restare se vuoi”

Jen si era volutamente voltata per mostrargli le spalle.

Non ce l’avrebbe mai fatta a dirlo guardandolo in viso. 

Sentì uno spostamento d’aria e quando si voltò per controllare, si trovò faccia a faccia con lui. 

Erano così vicini che lei poté sentire il profumo di scotch ancora fresco sulle sue labbra.

“Vuoi che resto?”

Sembrava incredulo.

“Solo se ti va di farlo”

“Perché?”

“Beh, il tuo albergo è parecchio distante, è notte fonda e dobbiamo dormire un po’ se abbiamo intenzione di andare a lavoro domani. Perciò… io ho una casa vuota, e dal momento che domani mattina ti sarebbe comunque toccato venire a prendermi..”

“Ah si?”

Scherzò lui.

“Si, non vedo perché tu non possa fermarti qui per la notte”

Col fece un passo indietro.

“Sebastian non c’è?”

“No, è a Miami dal suo agente..”

Lui annuì.

“Credi che gli andrà bene?”

“Ti ho chiesto di dormire qui da me, non di venire nel mio letto”

L’ultima frase le suonò meno ironica di quanto avrebbe voluto. 

Forse era la tequila che faceva effetto, ma d’un tratto si sentì parecchio accaldata. 

Lui accolse quella frase con uno strano sguardo.

Lei stemperò ulteriormente l’atmosfera dicendo:

“E poi hai ridotto in pezzi una macchina per salvarmi da un assalto sessuale, sei una specie di agente anti stupro… praticamente innocuo”

“Hai ragione…”

Continuò lui sullo stesso tono di lei.

“.. non provo alcun tipo di attrazione sessuale.. non per te almeno”

Aggiunse infine sorridendo.

Lei annuì.

“Vedi? Siamo a posto allora”

“Bene”

Si guardarono un’ultima volta, poi si allontanarono entrambi, procedendo verso il salotto.

“Ti preparo la camera degli ospiti”

“Il divano andrà bene”

Si voltò a guardarlo.

“Sicuro?”

“Si”

“Ok”

Andò a prendere una coperta da un pouf li vicino. 

Gliela porse.

Lui la prese e per un attimo le loro mani confuse e smarrite tra quelle soffici pieghe, si sfiorarono.

Restarono così qualche secondo, poi sorrisero entrambi e lei lasciò la sua parte di coperta.

“Hai bisogno d’altro?”

Chiese premurosa.

“No, sono a posto così”

“Buonanotte allora”

“Buonanotte”

 

Colin la osservò salire al piano di sopra dopo averla salutata.

Che strana sensazione essere lì, nella sua casa, su invito di lei, quando solo due giorni prima lo evitava come la peste. 

Erano cambiate così tante cose. 

Si spogliò lentamente, mentre pensava a quanti muri erano stati abbattuti e a quanto lei gli avesse permesso di starle vicino.

Era quello che aveva sempre voluto, no?

Fare parte del suo mondo. 

E ora eccolo lì nel suo salotto a chiedersi cosa c’era di sbagliato in quell’invito.

Sapeva che qualcosa non tornava. 

Era stato tutto così piuttosto.. facile.

Poi capì.

Forse lei aveva paura di restare sola in casa.

Era la prima volta che si ritrovava sola di notte, dopo l’aggressione. 

Questo non sminuì le intenzioni del suo invito.

Anzi, lo fece sentire particolarmente lusingato perché proprio tra tanti, lei aveva scelto lui. 

 

 

Nel suo letto al piano di sopra, Jen tirò un sospiro di sollievo.

Lui aveva scelto di restare senza molte spiegazioni.

Non riusciva a immaginarsi sola di notte in una casa così grande con porte e finestre dalle quali poteva entrare chiunque. 

Forse doveva affrontare questo problema prima o poi.

Trovare una soluzione, parlarne con un esperto.

Ma per quel giorno era abbastanza.

Dopo aver rivissuto l’incubo di quell’agguato da parte di quel ragazzo disturbato, al commissariato, tutto ciò che voleva era riposare.

E ora era libera di farlo, perché lui che dormiva al piano di sotto, con lei, nella sua casa, la faceva sentire sicura come se ci fosse qualcuno a proteggerla.

Questo le impedì anche di sentire meno la mancanza di Sebastian in quel letto troppo grande e vuoto senza di lui.

Spense il telefono dopo avergli augurato la buonanotte. 

Non voleva ricevere una telefonata da lui che le chiedeva di fare sesso telefonico ora che in casa aveva un ospite. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Mordreed