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Autore: corvonero83    04/09/2015    2 recensioni
E' la prima volta che mi azzardo a pubblicare in questo fandom!
Ho voluto immaginare una Westeros moderna, per cui la mia coppia preferita agisce come se fossero due liceali.
Spero di non aver fatto danni!
Dal testo:
"-Tu?-
-Io?...cosa?- Gendry fece la parte del tonto.
-Tu mi hai fatto da scudo al concerto, quando è scoppiato il pogo- Arya lo fissò dritto negli occhi. Gendry imbarazzato abbassò la testa.
-Jon si è raccomandato che non ti succedesse nulla, così...-
Arya sbuffò. -Sarei stata capace di resistere al pogo anche da sola!-
-A si! allora al prossimo concerto eviterò di farmi venire male ai polsi per evitare che ti schiaccino come una polpettina!...."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il concerto era finito da alcuni secondi ma Arya rimase inchiodata alla transenna fissando il palco. Aveva ancora l'effetto  dell’adrenalina in circolo nel corpo. Era il suo primo concerto ed era stato fantastico! Prima fila, transenna e non aveva rischiato la vita neanche nei momenti di peggior pogo.
Questo lo doveva a due braccia che ad un certo punto l’avevano circondata creando attorno alla sua esile figura una barriera protettiva. Due braccia robuste che non l’avevano importunata ma solo protetta, due mani forti aggrappate alla transenna di fianco alle sue. Due bracciali di cuoio ai polsi e…nient’altro! Non era riuscita a vedere in faccia il suo protettore.
Accese le luci nel locale, ripresasi dalla trance di fine concerto e soprattutto non vedendo più quelle mani di fianco alle sue, si voltò di scatto. Ma era troppo tardi, troppe persone attorno a lei che stavano cercando l’uscita.
“Le Converse! Aveva un paio di Converse verdi, sgualcite! quelle le ho viste…” pensò tra se. 
Estraniatasi un attimo dal mondo come faceva di solito, fu richiamata alla realtà da una voce familiare.
-Pulcino?!- solo due persone potevano chiamarla in quel modo, una era suo fratello Jon e l'altra era la sua Regina dei Draghi. E infatti se la ritrovò davanti, biondissima e bellissima come solo lei sapeva essere: Daenerys, la sua migliore amica.
-Tuo fratello è fuori con gli altri e ti sta aspettando, andiamo?-
-Vieni!- Arya la prese per un braccio trascinandola via verso l’uscita -Devo ritrovarlo!-
-Trovare chi?- l’amica fu costretta a seguirla tenendo la sua andatura veloce e cercando di evitare di inciampare cadendo a terra.
-Poi te lo spiego!-
Fuori dal palazzetto i ragazzi avevano creato dei gruppetti divisi e tra questi non fu un problema per Arya riconoscere la folta chioma nera e ricciuta di suo fratello Jon.
Il ragazzo era assieme ad altre persone: Ygritte, la rossa dietro cui Jon moriva da anni; Drogo, un bestione tatuato fidanzato con Dany; poi c’era…
-Waters!- la voce le uscì aspra.
Il terzo ragazzo era alto e ben messo fisicamente, capelli neri e ribelli: Gendry Waters. Nuovo arrivato all’ inizio dell’anno, Arya dopo alcune incomprensioni aveva creato uno strano rapporto con lui, un rapporto di amore-odio, rispetto e strana complicità.
-Eccola qui!- Jon era sorridente, molto più del solito, notò Arya. Sicuramente era merito di Ygritte.
-Sei contenta?- Jon era curioso, il concerto era stato il suo regalo di compleanno per la sorella.
-Contenta? Sono euforica!- Arya lo abbracciò - E’ stato un regalo fantastico, Jon! Sei l’unico che ci ha preso, come ogni anno!-
Il pensiero di Arya andò agli orecchini che le aveva regalato sua sorella Snasa, per non parlare delle scarpe che le aveva preso sua madre.
-Finché non mi chiedi di portarti a vedere gli Slipknot o i Korn, va bene. I Sonata Arctica sono più che fattibili!- Jon le accarezzò la testa con dolcezza.
Erano molto uniti. Anche se Jon era stato adottato, Arya non vedeva o sentiva alcuna differenza tra lui e i suoi veri fratelli naturali. Jon era l’unico dei maggiori che la capiva davvero e che l’accettava per quello che era: un maschiaccio!
-Ascolta pulcino, io porto Ygritte a casa quindi ho chiesto a Gendry di accompagnarti, tanto lui è di strada, va bene?-
Arya strabuzzò gli occhi e lanciò al fratello un’occhiataccia per poi darla anche al moro al loro fianco. Gendry era stato in silenzio per tutto il tempo, fischiettando con le mani in tasca. 
Dany notò il disagio negli occhi dell’amica e tentò di salvarla.
-Jon, possiamo portare noi Arya a casa?-
-Ma siete in moto!- Jon squadrò la biondina che arrossì.
-Vero…- poi rivolta all'amica -Mi dispiace!-
-Stai tranquilla, grazie per averci provato, smemorata!- Arya le sorrise dolcemente -Ok, Waters ci tocca!- 
Arya abbracciò l’amica -Ci vediamo lunedì, fate i bravi voi due e dai un bacio alle iguane!-
-Devi venire a trovarle, Arya! sono cresciute un sacco! specialmente Drogon!- gli occhi violetti della ragazza si illuminarono di gioia al solo pensiero dei suoi "cuccioli". Le iguane erano per lei come dei figli, ne parlava sempre, da qui il sopranome con cui la chiamano a scuola: Regina dei draghi!
-Sei pronta?- la voce di Gendry si fece sentire per la prima volta ed Arya sussultò. Il ragazzo aveva una voce profonda e a sentirla Arya provò uno strano brivido lungo la schiena. Annuì mettendosi le mani in tasca. Salutati tutti, dopo aver valutato se Jon avrebbe concluso qualcosa o no con la rossa, decise di mettersi in marcia verso casa sua. Gendry la seguì in silenzio. Lui abitava poco oltre la villetta degli Stark.
-Com'è che conosci Jon?-  Arya era curiosa, a scuola li aveva visti assieme alcune rare volte  e non credeva che quei due potessero avere qualcosa in comune!
-Io e Jon siamo nella stessa squadra di rugby, dimentichi? Poi è l'unico che all'inizio dell'anno mi ha rivolto parola senza troppi problemi. Dopo che tu mi avevi fatto fare il tour della scuola, ovvio!- il ragazzo teneva gli occhi bassi ed erano velati di quella malinconia che li caratterizzavano sempre.
-In più abbiamo una passione in comune per gli eroi rivoluzionari...-
-Si, Jon a una fissa assurda per alcuni tipi  strani...Mance Ryder in primis!-
-Sempre meglio che essere fissati con il muschio, non credi?- voleva prenderla in giro e lei naturalmente ci stava cascando.
-Io non ho una fissa per il muschio! so solo come utilizzarlo in natura e se quella volta ci siamo persi in quel cavolo di foresta non è stata colpa mia! Ma del professor Thoros che non saprebbe orientarsi nel suo bagno! in più avevo ragione: muschio uguale nord! e ne siamo usciti illesi prima che scendesse la notte!-
-Va bene, va bene!- il ragazzo rise -Lo so bene che se non ci fossi stata tu saremmo ancora al freddo e all'umido nelle foreste del Tridente!-
Gendry si scostò una ciocca di capelli ribelli. Li aveva neri come la pece, folti anche se lui li teneva corti.  Gli occhi erano due gemme azzurre, un azzurro scuro tendente al blu. Arya li trovava bellissimi ma non lo avrebbe mai ammesso con nessuno.
-L'ho aiutato con Ygritte- lo confessò di getto -Tuo fratello dico...-
-Sei serio?- Arya si incuriosì -Be' devo ammettere che ci voleva qualcuno che gli desse una mano! il mio aiuto non lo ha mai voluto e quel suo amico, Sam, è peggio di lui! Poi Ygritte è cotta a puntino!devono solo capirsi...-
-A si?!- Gendry sorrise malizioso -E tu come lo sai?-
-Sono une ragazza, capisco certi sguardi!- poi aggiunse subito -Ygritte guarda Jon come se....si, insomma come se lo volesse mangiare!-
-E' la prima volta che ti sento difendere il tuo lato femminile. E fare discorsi da donna, se lo vuoi saresti una perfetta "lady"!-
Arya lo fissò truce -Io non sono ne mai sarò una lady, mettitelo in quella tua zucca dura! soprattutto non verrò a quello stupido ballo!-
-L'offerta è sempre valida- Gendry la guardò di sottecchi.
Anche se Arya era più piccola di lui di quasi cinque anni, Gendry si era subito sentito attratto da lei. Arya era molto carina, anche se era un vero maschiaccio! faceva atletica e tiro con l'arco, era un piccolo genio a scuola, portava i capelli corti, era esile ma non senza forme e soprattutto aveva due occhi grigi, di un grigio screziato di verde. 
Due occhi da lupa che lo avevano stregato subito.
Il primo giorno di scuola Gendry si sentiva perso, nuovo arrivato, due anni indietro e carattere difficile. Stava studiando la piantina dell'edificio per capire dove si trovasse l'aula di letteratura inglese quando Arya lo rapì nel vero senso della parola e gli fece fare un giro "turistico" della scuola. Fu la prima a parlargli, la prima a guardarlo senza astio. Con il tempo avevano imparato a conoscersi meglio creando un rapporto di complicità e rispetto che a volte sfociava in litigi senza fine. Ma dopo tornava tutto come prima. 
In più Arya era stata la sua salvezza aiutandolo a preparare l'esame di Valyriano. Lui non ci capiva niente, non aveva familiarità con le lingue ma l'esame era obbligatorio e se non lo passava rischiava di perdere la borsa di studio. Con Arya era stato facile apprenderne le basi e anche divertente, la ragazza lo parlava molto bene, un po' perché le piaceva e un po' perché si allenava con la sua amica bionda. Daenerys era originaria della Valyria.
-Ti è piaciuto il concerto?- il ragazzo cambiò discorso.
-Si! ovvio!- ad Arya le si illuminarono gli occhi -I Sonata Arctica sono la mia band preferita!-
-Sono stati bravi, devo ammetterlo.- Gendry teneva le mani in tasca, si stava rigirando qualcosa tra le dita ma Arya non ci fece caso -Qual è la loro canzone che ti piace in assoluto?- ma la bloccò subito -No! Aspetta...Wolf and raven?!-
Arya lo guardò strana -No! cioè è molto bella anche quella ma io adoro Fullmoon!-
-Ovvio. La mia lady è una lupachiotta e deve amare per forza la luna piena- la stuzzicò maliziosamente.
-Non sono la tua lady!- poi come per non ferirlo -Non sono la lady di nessuno!- precisò.
-Be' infatti hai retto la transenna come un ometto! complimenti!- se lo lasciò scappare e all'occhiata incerta che Arya gli lanciò a quelle parole, si morse subito la lingua.
Arya si fermò e con le braccia al petto si mise a studiare la figura del ragazzo: braccia forti, con bracciali di cuoio ai polsi, Converse verdi e sgualcite ai piedi...-
-Tu?-
-Io?...cosa?-  Gendry fece la parte del tonto.
-Tu mi hai fatto da scudo al concerto, quando è scoppiato il pogo- Arya lo fissò dritto negli occhi. Gendry imbarazzato abbassò la testa.
-Jon si è raccomandato che non ti succedesse nulla, così...-
Arya sbuffò. -Sarei stata capace di resistere al pogo anche da sola!-
-A si! allora al prossimo concerto eviterò di farmi venire male ai polsi per evitare che ti schiaccino come una polpettina! oppure potrei direttamente schiacciarti io!- gli uscì una voce maliziosa.
-Come osi?! sei...sei solo un bue senza cervello!- Arya riprese a camminare indispettita -Andiamo!-
-Come la mia lady comanda!- non voleva demordere. Adorava il broncio di Arya. -E comunque...Toro! non bue! mi chiamano Toro e lo sai molto bene dato che sei stata tu ad avermi affibbiato quel soprannome!- 
Ma Arya non rispose. Aveva le labbra arricciate in una smorfia contrariata.
-Va bene...- Gendry si rimise al passo con lei e per alcuni minuti calò il silenzio tra loro.
Minuti che li portarono davanti al portone d'ingresso della villetta degli Stark.
-Comunque è stato un piacere poterti fare da cavaliere- aveva la voce dolce Gendry. Lui era sempre dolce con lei anche quando litigavano o la riprendeva per qualcosa.
Arya se ne rese conto solo in quel momento.
-Forse dovrei ringraziarti...- lo guardò mordendosi il labbro inferiore. Lo faceva spesso e la cosa provocava in Gendry una strana sensazione di calore.
-No! non ce n'è bisogno. In un certo senso ho voluto io questa situazione...-
-In che senso?- Arya non capiva ma era pronta a prenderlo a sberle se necessario.
-Vedi...-Gendry esitò. Voleva essere sincero con lei e prese coraggio -Sapevo che se te lo avessi chiesto io,  non avresti mai accettato di essere riaccompagnata a casa da me, da soli. Ho convinto Jon a "ordinartelo", so che a lui non sai mai dire di no. E lui mi doveva un favore per la storia di Ygritte....-
Arya corrugò la fronte -Questa Snow me la paga, e anche molto cara!- "Snow" era il modo in cui Arya chiamava il fratello, nome dovuto all'amore che Jon aveva per la neve e per il fatto che fosse un asso nello snowboard.
Poi Arya ebbe un dubbio -Ma perché volevi riaccompagnarmi?- non lo capiva. Forse non voleva neanche capirlo perché poteva essere collegato al subbuglio che sentiva nel suo stomaco ogni volta che si trovava persa a fissare gli occhi del ragazzo.
-Volevo, io...ecco! io volevo dirti grazie per l'aiuto che mi hai dato con il Valyriano...- Gendry si grattò la testa imbarazzato.
-Ma figurati! sai che io amo quella lingua. Non è stato un peso, tranquillo!-
Gendry le prese improvvisamente le mani -Ecco! tieni!-
Arya si ritrovò un sacchetto di velluto rosso dentro il suo pugno chiuso.
-Che cos'è?-
-E' un regalo per te. L'ho...l'ho fatto io. Spero ti piaccia...-
Arya studiò il volto del giovane. Gendry teneva gli occhi bassi, raramente era riuscito a reggere lo sguardo di Arya per più di due secondi, solo se doveva sgridarla per qualcosa poteva guardarla fissa. La fronte del ragazzo era corrucciata, segno che stava pensando a qualcosa. Si scostò ancora la ciocca ribelle che gli ricadeva sempre sugli occhi.
Dopo aver studiato il sacchetto e aver goduto della sensazione del velluto sulla pelle delle dita, Arya lo aprì. 
Trovò un ciondolo non troppo grande.
Un ciondolo che aveva la forma di una testa di lupo.
-Ma è bellissimo!- le si illuminarono gli occhi di felicità. La voce le uscì simile ad uno squittio e sorrise. Un sorriso sincero -Lo hai fatto davvero tu?-
-Si, sai che mi piace lavoricchiare il metallo! Spero si veda che non è un semplice lupo ma un metalupo!-
-Non credevo fossi così bravo!- Arya studiò il ciondolo ed era vero, la testa era grossa, il pelo inciso irti, gli occhi tenevano incastonati due cristallini di colore rosso e le zanne erano aguzze come quelle del mitico animale ormai estinto.
-Si! è un bellissimo metalupo. Grazie...- strinse il ciondolo tra le mani e si sentì strana. Insicura e fragile.
-Ma non dovevi io..-
-Si! invece dovevo, in più è stato anche il tuo compleanno e dovevo fare un regalo speciale alla mia lady!- sorrise.
Stavolta Arya non gli rinfacciò quel nomingnolo, anzi capì che sentirsi chiamare "la mia lady"  da lui le procurava uno strano senso di piacere.
-Arya? te lo ripropongo, vuoi venire al ballo con me? ne sarei onorato...- il ragazzo prese tutto il coraggio che aveva dentro per riformulare ancora quella domanda che le aveva fatto la prima volta da ubriaco, ad una festa e a cui non aveva ricevuto una vera risposta.
Stavolta però era sobrio e serio.
E la voleva quella risposta.
Arya arrossì. Ringraziò l'oscurità della notte che nascondeva agli occhi del ragazzo quella sua debolezza. Quello che non poteva vedere, Arya, era che anche le guance del ragazzo erano arrossate.
-Io, io prometto di pensarci, Waters!- ma nel suo cuore un "si" stava spingendo per essere pronunciato ad alta voce.
-Bene! io ti aspetto Stark, ricordatelo. Come un lupo fedele ti aspetterò sempre...-
Arya non capì.
Gendry all'improvviso la strinse a se. All'inizio Arya rimase fredda, immobile, ma poi si lasciò andare al calore di quel corpo possente che la stava avvolgendo. Stava bene in quell'abbraccio. Si sentiva sicura. Protetta.
Senti la voce del ragazzo canticchiare una canzone :

"Grant me a wish, my master
Take heed of me
I have been loyal servant
Heartfelt, humble..."

"Wolf and raven" pensò lei e a quel pensiero sorrise tra se.
-Devo andare...- lo disse tenendosi ancora legata a lui, stringendo ancora tra le mani il tessuto della maglietta di Gendry.
Assorbendone tutto il suo profumo.
-Si, lo so...- ma lui non la lasciò andare. Non subito. Stettero così, abbracciati, ancora per un po'.
Poi Arya si staccò davvero da lui.
-Grazie Gendry. Sei stato il regalo più bello che potessi sperare...- di getto poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo. Per farlo dovette alzarsi sulle punte dei piedi. Un lieve tocco, uno sfiorarsi di pelle, un senso di umido che però piacque a tutti e due. E che li lasciò un poco insoddisfatti.
Con la voglia di approfondire e scoprirsi.
Arya scappò verso il portone di casa. Infilò la chiave nella toppa, era nervosa, agitata ma felice. Prima di entrare si voltò e lo trovò ancora li, impalato a guardarla.
-Si...-
 Gendry al suono della sua voce si illuminò speranzoso - Si? Mia lady?- domandò.
-Se dovessi decidere di venire a quello stupido ballo, verrò con te!-
E sparì dietro il portone perdendosi il volto del ragazzo, illuminato di gioia. 
Arya rimase immobile dietro la porta di casa sua, il cuore che le batteva forte. troppo forte. Odiava sentirsi vinta dalle sue emozioni ma stavolta...stavolta era diverso.
Gendry rimase ancora un po' fuori dalla villetta. Appena vide la luce della camera di  Arya accendersi decise di andare a casa anche lui.
Un sorriso ebete gli si formò sul volto. Si passò la lingua sulle labbra per sentire ancora il sapore di Arya.
Un sapore buono, fresco, un sapore dolce ma anche selvatico.
L'unico sapore che voleva sentire nella sua vita.
Il sapore della sua lady. 


p.s: spero davvero di non avere fatto dann!
 
  
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