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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    07/09/2015    0 recensioni
Questa raccolta, con protagonisti Sherlock e il Dottore sulla loro vita insieme, contiene le storie scritte per gli event dei gruppi Facebook "We are out for Prompt" e "Who LindtLock Drabble"
La prima volta che Sherlock vide il Dottore: "Un banale pomeriggio di settembre in cui, su una scena del crimine, atterra una strana cabina blu."
La morte di Sherlock: "John Watson non è stato l'unico a soffrire per la "morte" di Sherlock Holmes."
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Un banale pomeriggio di settembre in cui, su una scena del crimine, atterra una strana cabina blu. 

Sherlock chiuse gli occhi, stringendo a se suo marito. Si erano sposati quel giorno stesso, c’era stata una grande festa, una meravigliosa festa, in cui avevano infiocchettato Sexy come una macchina d’epoca. Il loro mezzo di trasporto. Quando si erano detti il sì erano ben consapevoli di cosa significasse. Chiuse gli occhi tornando alla mente alla prima volta che aveva incontrato il suo uomo, il suo tutto. L’unico che fosse in grado di non farlo mai annoiare.
Ricordò quel pomeriggio, uno dei tanti. Il cielo era grigio, in pericolo di pioggia come ogni giorno lì a Londra. L’unica cosa che lo avesse spinto fuori di casa, fuori da quella camera e da quel divano era una donna morta in una situazione misteriosa. Era letteralmente scomparsa, non ce n’era più traccia, le uniche cose che restavano di lei era la casa, le foto e gli abiti. Nulla d’importante comunque. Se Lestrade non si fosse premunito di spingerlo ad andare a vedere cosa fosse successo e se lui non si fosse annoiato tanto probabilmente non sarebbe mai andato, quel giorno su quella scena del crimine. Se non fosse andato lì… dio quanto gli sarebbe dispiaciuto. Avrebbe perso così tanto… in un qualche modo doveva ringraziare gli Angeli Piangenti (lo avrebbe scoperto solo grazie all’aiuto del suo uomo, quello) per averli fatti incontrare.
Era lì, ad osservare la scena, non capendo come fosse possibile che l’unica cosa appartenente al criminale fosse un frammento di marmo. Che il marmo fosse riuscito ad uccidere una donna di quarant’anni era praticamente impossibile.
Un caso che, comunque, non gli avrebbe preso poi troppo tempo. Un caso di livello sei.
Fu in quel momento che lo sentì. Un suono fastidioso che gli infastidì l’udito, un suono ripetitivo, quasi da sirena, ma più acuto e stridulo.
Si era voltato per cercare di comprenderne l’origine, ma non ci era arrivato, almeno fino a quando una cabina telefonica blu non era comparsa poco distante da loro.
Una cabina blu della polizia con tanto di sirena sopra, era un oggetto comune degli anni ’60, non di certo degli anni 2000. Ci volle davvero poco perché Sherlock comprendesse che quella cabina non solo era ciò che aveva prodotto quello strano suono assordante, ma anche che non era una vera cabina della polizia (le cabine non compaiono solitamente), ma da qui a capire che quello stesso oggetto stesse trasportando il suo futuro non era davvero possibile.
Ecco che la porta di quella cabina si apriva, qualcuno ci mise fuori il naso, potè notare solamente un ciuffo di capelli castani sparati in alto, due begli occhi castani che si posarono per un istante su di lui e un lembo di un lungo cappotto marrone prima che scomparissero entrambi dalla sua vista, per ricomparire qualche attimo dopo.
Un giovane di non più di trent’anni ne fuoriuscì, il cappotto marrone che aveva visto copriva la giacca ed i pantaloni a righe anch’essi marrone, sotto si intravedeva una cravatta messa apposto in fretta e furia ed una camicia bianca, il cui colletto era stato controllato in quel momento.
Gli lanciò un occhiolino, mentre si avvicinava.
Non poteva sapere, all’epoca, che quell’uomo era il suo Dottore, l’uomo che poi avrebbe sposato, né si sarebbe potuto immaginare che quello stesso alieno proveniente da Gallifrey lo conosceva ormai da molto tempo dato che lui l’aveva conosciuto la prima volta che era sceso sulla terra.
Non se lo poteva di certo immaginare, eppure bastò quell’unico sguardo per comprendere che non aveva trent’anni e che sarebbe divenuto presto qualcuno d’importante nella sua vita.
La ragazza che uscì dopo di lui, una biondina che sorrideva in una maniera davvero irritante e che sembrava tutta contenta di dove si trovava gli fu subito antipatica.
All’epoca non conosceva nemmeno il nome di quei due e non aveva mai sentito la loro voce.
La prima frase che disse l’uomo fu: - Questo è opera di un Angelo Piangente.-
La ragazza sgranò gli occhi azzurri:- Un… ma… ne sei sicuro Dottore?-
Quello che si doveva chiamare Dottore si volse verso di lui:- Avete trovato qualcosa?-
Fu a quel punto che rispose:- Un frammento di marmo.- al che l’uomo si voltò verso la ragazza, facendole un cenno come a dirle: “visto?”
John si aggiunse alla conversazione:- Dottore chi?- Chiese.
- Mi chiamo il Dottore, solo il Dottore.- Sherlock sbuffò nel vedere il suo comportamento.
- “Dottore”? Non avevate nomi più complessi nel suo pianeta?-
- Voi dovete essere Sherlock Holmes.- Disse, sorridendogli.
Sherlock lo osservò:- Esatto, Dottore… non ditemi che leggete il blog di John.-
- Spoiler. Vieni con me?- Tutta la risposta del Dottore, poi sorrise:- Ci sarà molto movimento. Bisognerà agire in fretta. Allora?-
Si era voltato a guardare John, quasi a chiedergli di andare con loro.
- Certo, ci stiamo.- Aveva, infine, risposto. Non si sarebbe mai immaginato in quel momento che la domanda fosse di andare loro due da soli.
- Rose, ricordi le poche regole che ti ho dato riguardo la guida del TARDIS? Ecco, potresti portarlo da qualche parte più riparato? Potrebbe aiutarla?- Si era voltato, poi, verso di John.
Rose aveva preso John da parte, avviandosi con lui verso la cabina chiacchierando allegra, non dopo aver lanciato uno sguardo ai suoi occhi enigmatico al Dottore.
L’uomo gli aveva sorriso, prima di iniziare a fargli strada.
Non aveva compreso come fosse stato possibile, ma fin da quella prima volta non avevano potuto fare a meno di correre tenendosi per mano e ridere come due adolescenti quando il pericolo fu scampato.
Non poteva capire perché, ma di una cosa fu certo: lui e quell’alieno erano fatti per stare insieme.
Fu quella la prima volta che lo vide e la prima che se ne innamorò, ma non fu l’unica o quella che gli fece capire di volerlo sposare. No, furono tante le volte. Innumerevoli. Fu un corteggiamento lento, il loro, un corteggiamento assurdo.
Strinse un po’ di più la presa attorno alle spalle del suo uomo, del suo Dottore. Qualsiasi fosse la sua rigenerazione sarebbe rimasto il suo Dottore.
   
 
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