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Autore: Saja    07/09/2015    1 recensioni
100 prompts tutte categoricamente Rumbelle!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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23. Rosso
 
“Unmei no akai ito ovvero la Leggenda del Filo Rosso del Destino.” 
è una credenza orientale che ha origine in un’antica storia cinese che poi si è ulteriormente e maggiormente diffusa anche in Giappone”.
 
 
Rumpel si sedette pesantemente sulla poltrona davanti al camino. Ripensò a quel giorno e all’incontro con quella che dicevano, fosse la più bella di tutti i reami: Snow. Quella ragazzina lo aveva cercato per dimenticare il suo grande amore. E lui aveva, come sempre, rigirato la cosa a suo vantaggio. Ma non era l’incontro con la bella principessa, né quello che aveva ottenuto, a lasciarlo così pensieroso, bensì un viso ed un nome che si erano fatti largo nella sua testa mentre parlava con la principessa mora.

Belle.

Un nome come tanti, ma che aveva ancora il potere di distruggerlo. L’amore era un arma non c’era che dire. Notti insonne e giorni bui si susseguivano per settimane da quando Regina gli aveva raccontato quella terribile verità, da quando la sua splendida luce, che lui, aveva avuto l’ardire di definire solo sua, si era spenta per sempre, così drammaticamente. E come se non bastasse, come se il viso sorridente della ragazza non fosse già una stilettata in pieno petto, c’erano i ricordi dei bei momenti che lei aveva saputo donargli. E proprio ad uno di questi Rumpel stava pesando.


Qualche mese prima…

Belle era seduta sulla poltrona davanti al camino intenta a leggere un libro, Rumpel, invece era comodamente appollaiato sul suo sgabello davanti all’arcolaio e filava. D’un tratto la ragazza represse un piccolo urlo e spalancò gli occhi. Il folletto le diede solo una rapida occhiata e sorridendo, scosse il capo, tornando a filare. Di sicuro, la ragazza, aveva letto qualcosa che aveva attirato particolarmente la sua attenzione, di fatti poco dopo parlò.

“Rumpelstiltskin, voi credete alle leggende?” chiese voltando il capo per averlo nella sua visuale.

“Tsk, penso che siano solo trappole per sciocchi, daerei” la schernì lui sapendo che direzione avrebbe preso la conversazione. L’altra si alzò e non raccogliendo quella tacita sfida verbale, si avvicinò all’arcolaio.

“Ma si dice che in ogni leggenda ci sia un fondo di verità”.

L’altro sorrise ma non alzò lo sguardo dalla ruota “ah si?” chiese “sapete cara, non vi conviene credere a tutto quello che leggete. Molte di quelle vostre ‘leggende’ sono frutto della fantasia di qualche povero scribacchino che sognava una vita migliore”.

Lei in risposta allungò la mano con il libro aperto, per permettergli di leggere anche a lui, oltre i raggi della ruota.

“Comunque sentite questa prima di giudicare. E’ la leggenda del filo rosso del destino. Secondo la tradizione, ogni persona porta, sin dalla nascita, un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega in modo indissolubile alla propria anima gemella. Il filo ha come caratteristica quello di essere lunghissimo, indistruttibile e invisibile e serve a tenere unite due persone destinate prima o poi ad incontrarsi e a stare insieme per sempre.

Può succedere che per la sua lunghezza, il filo possa aggrovigliarsi e quindi creare non poche difficoltà ai due innamorati prima che possano ricongiungersi l’uno all’altra ma è certo che qualsiasi sia l’ostacolo saranno sempre uniti e legati nel cuore e nell’anima”. Ci furono parecchi secondi di silenzio, dove il cuore di Belle palpitava a idee così romantiche, mentre Rumpel serrava la mascella. Quante sciocchezze! Anima gemella, persone destinate ad incontrarsi e stare insieme per sempre! Come se bastasse un filo a legarle insieme! Ci aveva provato lui, ma aveva costatato che non era servito né un anello, né un giuramento di amore eterno, né un figlio per legare una donna ad un uomo. Cosa poteva fare, quindi, un filo?

“Qui continua dicendo che la leggenda nasce dalla storia di un certo Wei, che rimasto orfano in giovane età di entrambi i genitori, partì alla ricerca della sua futura sposa, ma nel suo girovagare incontrò il dio dei matrimoni che aveva un sacco pieno di fili rossi del destino e gli preannunciò che di lì a un paio d’anni avrebbe incontrato la sua anima gemella perché il suo filo era legato ad una ragazza, che, ancora bambina, era ancora troppo giovane per sposarsi. Wei non gli credette e disse ad un suo servo di cercare quella bambina e di ucciderla. In barba al destino e al dio dei matrimoni. Il servo la trovò, ma non uccise la bambina, la ferì solo alla testa e quando, di lì a qualche anno i due si conobbero e si sposarono, Wei chiese alla moglie come mai portasse una benda in testa e lei gli confessò che qualcuno aveva cercato di ucciderla ancora bambina. Wei in lacrime le chiese scusa perché era stato lui ad ordinare di ucciderla e le raccontò la storia. La moglie allora lo perdonò ed entrambi vissero felici e contenti”. Belle rialzò gli occhi dal libro e sorrise a Rumpel che la guardava glaciale.

“E voi credete davvero che quando lui ha confessato di aver tentato di ucciderla, lei lo abbia perdonato realmente?” chiese.

“Se c’è l’amore, ogni cosa può essere perdonata” confermò lei, mentre lui proruppe in una risata isterica, a lungo trattenuta. Amore… che razza di parola.

“Daerei, vi spiego io come è andata realmente la vostra leggenda. Lui ha tentato di ucciderla e quando lei lo è venuto a sapere è scappata con il primo che gli è capitato sotto tiro. La leggenda è la storia di quello che questo Wei avrebbe voluto fosse successo e non di quello che è successo realmente”.

Belle rabbrividì un poco sia per le parole del folletto, perché aveva distrutto una così bella storia in pochi secondi, ma in special modo notando i suoi occhi. Poche volte Rumpel le aveva fatto davvero paura e questa era una di quelle. “Ok, sarà come dite voi” proruppe infine sospirando “quando si tratta di farvi cambiare idea, non c’è nulla da fare”.

“Esattamente” tornò a sorridere lui, notando l’incrinazione che aveva assunto la voce della ragazza. Non sapeva perché, ma vedere la delusione negli occhi di lei, perché lui stesso le aveva smontato la sua adorata storia, lo infastidiva un pò.

“Facciamo così allora!” proruppe Belle dopo averci pensato un po’ su e tornando a sorridergli a sua volta. “Voi sapete usare la magia, no? Fate apparire quindi il filo rosso legato al mio mignolo, vediamo a chi porta. Se non porta a nessuno e non esiste nessun filo rosso, avrete ragione voi, in caso contrario, dovrete ammettere che la ragione l’ho io”.

“E sentiamo” parlò Rumpel alzandosi questa volta dallo sgabello. “Cosa succederebbe se nel caso questo ‘fantomatico’ filo rosso dovesse apparire? Cosa fareste voi” e le puntò il dito indice in viso “se la leggenda fosse vera e vi dovessi mostrare l’uomo destinato a voi?” chiese cercando di sopprimere il ringhio di rabbia che gli veniva dal petto.

“Che intendete?” chiese Belle corrucciando le sopracciglia.

“Sapete che avete promesso di rimanere qui per sempre. Se vi dovessi mostrare il vostro uomo, troverete il modo per raggiungerlo o di mettervi in contatto con lui, cerchereste un modo per rompere il nostro patto e andarvene”.

Belle ci pensò un po’ su e poi sbottò. “Oh non credo che il problema si ponga. Primo perché vi ho dato la mia parola e secondo, come voi stesso dite, la leggenda è solo una trappola per schiocchi. O avete già cambiato idea?”.

“No, no. Certo che no” sibillò lui. “Vorrei solo essere sicuro che ogni mio accordo venga mantenuto da entrambe le parti”.

“Sentite, se questa cosa della leggenda vi crea un così grande problema non ne parliamo più ok?”.

“è la prima cosa sensata che avete detto questa sera, daerei. Andate a dormire, piuttosto! I lavori non si fanno di certo da soli. E non mi serve a nulla una domestica che dorme fino a tardi”.

“Bene” rispose lei alzando il mento, come a fargli capire che era rimasta delusa dal suo comportamento. “Buona notte Rumpelstiltskin e sogni d’oro”.

“Oh di certo i miei li saranno, daerei. Buona notte a voi piuttosto, ah! E non perdete la testa per simili fantasticherie”. L’altra lo guardò al di sopra della spalla, mentre aveva già raggiunto la porta, ma non gli rispose.

Rimasto solo Rumpel sorrise. “Tsk, fili rossi, destino. A quante stupidate la gente crede!”. Ma un pensiero si era fatto strada in lui. Se tutto quello non fosse davvero solo una finzione? Se Belle avesse davvero avuto un ‘uomo del destino’ a cui era attaccato il suo filo? E se quest’uomo fosse venuto un giorno a liberare la sua bella?
Mosse, più per curiosità, che altro, le mani, ma non accadde nulla. Aspettò qualche attimo. Ma nulla. “Visto daerei?” chiese come se Belle lo potesse ancora sentire dalla sua piccola cella nelle segrete “non esiste nessun filo rosso del destino”.

Si risedette tranquillo e tornò a filare. Ad un tratto però qualcosa attrasse la sua attenzione. Un filo di paglia si era andato ad aggrovigliare alla sua mano sinistra, in special modo al mignolo. Con un gesto cercò di allontanarlo, ma colpì solo l’aria. Rumpel rimase basito per un secondo. Ricontrollò la mano ma il filo era ancora lì e lungo, toccava il pavimento per poi oltrepassare la porta. Il folletto guardò meglio la mano e con stupore notò che quel filo era diverso sia dalla paglia, che dall’oro che stava filando. Era come se quel filo fosse… rosso! Si alzò in piedi ancora incredulo ed iniziò a seguirlo. Come poteva il filo, essere apparso a lui, se aveva evocato il filo di Belle? Seguì il filo fino alle segrete del castello. Esso passava sotto ad una porta, Rumpel con un movimento della mano la spalancò. Su una brandina dormiva Belle beata. La mano sinistra di fianco al viso, sul cuscino che lui stesso le aveva regalato per ‘sopprimere i singhiozzi’. E lì allacciato al mignolo di Belle stava, la fine del filo di Rumpel.

“Non è possbile…” disse il folletto, lo sguardo spalancato e la voce strozzata. No, non poteva essere vero! In mezzo al filo vi erano dei nodi, uno di questi si strinse un po’ di più attirando l’attenzione di Rumpel che cercò di raccoglierlo senza risultato.

Impaurito da tutto quello, mosse la mano per eliminare ogni prova che lo conducesse al filo e uscì di corsa dalla stanza della ragazza. “è solo una sciocca leggenda” continuava a ripetersi dopo essere tornato nella sala dell’arcolaio e facendo avanti ed indietro lungo il perimetro del camino. Come poteva una leggenda essere vera? No, no e poi no! Ripensò a Belle, a quello che aveva iniziato a provare per quella ragazza, al filo, al suo sorriso, a come si sentiva quando stava con lei, ai suoi occhi, alla sua figura ed alla sua bocca…. Basta! Doveva trovare un modo per allontanarsi da lei.

“L’amore è solo un’arma, Rumpelstiltskin” sentiva la sua coscienza sussurrargli. Basta! Avrebbe trovato il modo di farla andare in città nei giorni a venire e lei, ignara di tutto sarebbe scappata da lui, per sempre.

Qualche giorno dopo Regina apparve con la sua triste verità.
 

Rumpel tornò alla realtà e chiuse gli occhi, serrando le labbra. Se quel Wei aveva ‘quasi’ ucciso la donna a cui era legato il suo filo, per Rumpel era diverso; lui ad ucciderla c’era riuscito davvero.

Si alzò dalla poltrona e si diresse all’arcolaio. Vedere la ruota girare lo avrebbe aiutato a dimenticare. Ci sarebbe riuscito, davvero.

Rumpelstiltskin, voi credete alle leggende?” Belle…
  
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