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Autore: Crystal25396    08/09/2015    3 recensioni
E’ il compleanno di Brian e Rory ed Amy hanno finalmente deciso che per lui è arrivato il momento di conoscere una certa persona...
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«Brian! Che piacere rivederti, buon compleanno!» aggiunse subito dopo abbracciando anche lui.
«È bello rivederti, Dottore.» disse lui dandogli delle affettuose pacche sulla spalla.
«Anche per me! E’ bello tornare sulla Terra in questa linea temporale.» esclamò strofinandosi le mani e facendo una piccola piroetta sul posto prima di riprendere a parlare con uno schiocco di dita.
«Amy, River è ancora nel TARDIS, credo abbia una piccola crisi isterica su cosa indossare, mi ha tirato dietro una scarpa. Credo che le farebbe piacere avere il tuo aiuto, il mio non l’ha voluto. Dice che non ci si può fidare di uno che indossa un cravattino e ha un debole per i fez, ma non capisco cos’abbia contro di loro. I cravattini sono forti! Anche i fez sono forti, devo decidermi a comprarne uno.»
«Stai tranquillo, adora i tuoi ridicoli cravattini.» lo tranquillizzò Amy entrando nel TARDIS.
«Non sono ridicoli!» le urlò dietro il Dottore fingendosi irritato.
«Scusate se vi interrompo» prese parola Brian [...] «Ma chi è questa River?»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Brian Williams, Doctor - 11, River Song, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BUON COMPLEANNO BRIAN
 
 




Quel giorno, a casa Pond, c’era stata molta agitazione fin dalle prime luci dell’alba. Amy era occupata a fare gli ultimi ritocchi alla casa e Rory non era mai stato tanto preso nel preparare un pranzo come quel giorno.
La tavola era stata apparecchiata già alle 10 di mattina con le migliori stoviglie che i Pond avevano. I pavimenti brillavano, gli specchi luccicavano e quello splendido servizio da tea della vecchia zia di Amy non era mai stato così lucido come quel giorno.
Tutto era perfetto.
Doveva essere perfetto.
Perché quel giorno Brian avrebbe compiuto Sessant’anni e i due coniugi avevano pensato ad un regalo speciale e particolare per lui.
Ne avevano discusso per settimane, ma alla fine avevano deciso.
 
Brian suonò il campanello della porta di casa Pond puntuale, alle 12.30 spaccate.
 
«Amy!» la salutò il signor Williams quando la donna aprì la porta.
«Brian! Buon compleanno!» esclamò lei facendo entrare l’uomo in casa e abbracciandolo calorosamente.
«Grazie cara.» la ringraziò lui ricambiando l’abbraccio.
«Vieni, Rory è di là in cucina. Ha insistito perché gli lasciassi campo libero.» disse Amy attraversando il salotto, dove tutto era apparecchiato a dovere, per dirigersi in cucina, dove il marito aveva da poco infornato una grossa teglia di patate al forno.
 
«Per la miseria figliolo, stai cucinando per la Regina per caso?» scherzò Brian entrando in cucina e abbracciando il figlio.
«Papà! Voglio solo che tutto sia perfetto. In fondo, è il tuo compleanno!»
«Comunque Brian ha ragione, non avrai esagerato con le quantità?» gli fece notare Amy poggiando un braccio sulle spalle del marito.
«Nah, quando ci si mette, il Dottore magia più di un intero esercito. Vedrai che andrà bene.» rispose lui guardando orgoglioso quello che ormai era diventato il suo regno.
«Il Dottore? Ci sarà anche lui?» domandò Brian speranzoso. Gli piaceva quello strano tipo col farfallino dall’aspetto di un ragazzino e una saggezza e conoscenza millenaria. Certo, con lui si rischiava sempre di imbattersi in qualche alieno con manie di grandezza o di incappare in qualche avventura potenzialmente mortale, ma era un tipo simpatico e gli aveva fatto riscoprire quanto fosse bello viaggiare e vedere il mondo. Lo aveva decisamente cambiato in meglio.
 
«Certo che verrà. Ha detto che non vuole perdersi il tuo compleanno per nulla al mondo.» rispose Amy sorridente portando alcuni stuzzichini a tavola.
«E come mai avete apparecchiato per cinque? Chi altro ci sarà?» chiese Brian notando solo in quel momento la presenza di un quinto posto a tavola.
«Oh, beh… Quello è il posto per una persona particolare.» spiegò Rory avvicinandosi al padre che sostava davanti alla tavola. «Una persona che io e Amy vorremmo presentarti, come regalo per il tuo compleanno.»
 
A quelle parole gli occhi di Brian si illuminarono di curiosità.
«Sul serio? E chi è?» domandò sperando di avere una risposta.
«Non ancora, è una sorpresa. Aspettiamo che arrivi con il Dottore e-» le parole di Rory vennero interrotte da un suono sordo proveniente dal giardino e che i tre non faticarono a riconoscere. Solo una cosa poteva fare quel rumore…
 
 
«Salve Pond!» esclamò il Dottore saltando letteralmente fuori dal TARDIS e abbracciando i suoi due compagni di avventure.
«Brian! Che piacere rivederti, buon compleanno!» aggiunse subito dopo abbracciando anche lui.
«È bello rivederti, Dottore.» disse lui dandogli delle affettuose pacche sulla spalla.
«Anche per me! E’ bello tornare sulla Terra in questa linea temporale.» esclamò strofinandosi le mani e facendo una piccola piroetta sul posto prima di riprendere a parlare con uno schiocco di dita.
«Amy, River è ancora nel TARDIS, credo abbia una piccola crisi isterica su cosa indossare, mi ha tirato dietro una scarpa. Credo che le farebbe piacere avere il tuo aiuto, il mio non l’ha voluto. Dice che non ci si può fidare di uno che indossa un cravattino e ha un debole per i fez, ma non capisco cos’abbia contro di loro. I cravattini sono forti! Anche i fez sono forti, devo decidermi a comprarne uno.»
«Stai tranquillo, adora i tuoi ridicoli cravattini.» lo tranquillizzò Amy entrando nel TARDIS.
«Non sono ridicoli!» le urlò dietro il Dottore fingendosi irritato.
 
«Scusate se vi interrompo» prese parola Brian, che in realtà non aveva seguito tutto il discorso del Signore del Tempo «Ma chi è questa River?»
«Il tuo regalo di compleanno!» esclamò il Dottore allargando le braccia felice.
«Si, insomma…» intervenì Rory cercando di trovare le parole giuste.
In verità, non si aspettava che il “discorso River”- o “discorso Melody”, come preferiva chiamarlo lui- si sviluppasse in quel modo. Pensava di affrontare il tutto assieme alla moglie, seduto davanti ad una tazza di tea, e invece, come al solito, doveva puntare tutto sull’improvvisazione.
«Vedi papà, è una storia complicata, vorrei che ci fosse anche Amy…»
«Andiamo Centurione.»lo beffeggiò il Dottore «Aspetti duemila anni la donna che ami e non riesci a spiegare da solo a Brian che tu ed Amy avete una figlia?»
«A-Aspetta, cosa?» balbettò il signor Williams. Si voltò verso il figlio sicuro di aver capito male, ma l’espressione rassegnata che si ritrovò ad osservare gli fece capire che in realtà aveva capito benissimo.
«Grazie Dottore, tu si che sai come affrontare un argomento delicato.» disse Rory ormai rassegnato, mentre il Dottore lo osservava sorridendo.
«Rory… Sono diventato nonno?» chiese Brian che ancora non riusciva a credere alla notizia.
«No. Cioè, volevo dire, si! Insomma… Oh, accidenti.» balbettò Rory non riuscendo più ad immaginare come si sarebbe evoluta la situazione. «Io e Amy volevamo dirtelo con calma e presentarti tua nipote come si deve, ma qualcuno ha rovinato tutto.»continuò marcando le ultime parole e lanciando uno sguardo di fuoco al Dottore, che nel frattempo li guardava compiaciuto. Un giorno o l’altro l’avrebbe ucciso…
 
«Ma è fantastico figliolo!» esclamò Brian abbracciando di slancio il figlio.
«Ma perché non me l’avete mai presentata? Come mai non l’ho mai vista? Perché-»
«Papà, per favore» lo interruppe bruscamente Rory. «E’ stato molto difficile per noi. Amy è rimasta incinta durante il nostro viaggio di nozze con il Dottore, però…» il viso di Rory si rattristì improvvisamente, facendo scemare tutta la felicità che era esplosa poco prima in Brian.
Il loro viaggio di nozze. Erano passati anni da quando lui ed Amy si erano sposati, quindi perché non aveva mai conosciuto la sua nipotina? Perché non gli avevano mai  detto niente?
Prima aveva fatto quelle domande perché semplicemente erano state le prime che gli erano venute in mente, ma ora, riflettendoci, erano molto più di semplici interrogativi. Ormai aveva imparato cosa significava viaggiare con il Signore del Tempo, ed era sicuro che se Amy fosse stata incinta, lei e Rory avrebbero chiesto al Dottore di riportarli sulla Terra, come avevano fatto tante altre volte. Eppure, perché non era successo? Cosa glie lo aveva impedito?
 
Rory si sedette sullo scalino che dalla veranda conduceva al giardino e Brian ci accomodò accanto a lui. Fece un profondo respiro e, dopo aver notato che il Dottore era entrato in casa per lasciar loro un po’ di privacy, si fece coraggio e cercò di raccontare quanto accaduto in maniera più chiara possibile.
Raccontò tutto seguendo gli avvenimenti della sua linea temporale, partendo da quello strano incontro con il Dottore del futuro e del suo omicidio. Gli raccontò della bambina astronauta che chiedeva aiuto, dei cloni creati dalla Carne e di quello che aveva sostituito sua moglie, fino ad arrivare alla nascita e al rapimento della piccola Melody Pond.
«Riuscirono a portarla via da noi e la cercammo disperatamente, scoprendo poi che in realtà era sempre stata con noi.» stava dicendo Rory, mentre continuava a torturarsi le mani.
«Melody riuscì a scappare da Madame Kovarian e ci venne a cercare, viaggiando indietro nel tempo. Crebbe con noi, come nostra amica e compagna di scuola. Te la ricordi papà?»
«Ma certo che mi ricordo di quella bambina. Stava sempre assieme a te ed Amy, ma poi non l’ho più vista.» rifletté Brian a voce alta.
«Già. Un giorno la incontrammo con il Dottore nelle campagne di Leadworth e venne con noi nella Germania nazista. Hitler, per errore, la ferì a morte e fu in quel momento che ci rivelò la sua identità. Si rigenerò davanti ai nostri occhi, e divenne River Song, la donna che spesso ci aveva aiutato e che era con noi al picnic sul Lago Silenzio.»
«Ma perché non vi ha mai detto che era lei? Intendo, quando l’avete conosciuta come River Song. Avrebbe potuto informarvi, cambiare il corso del tempo.»
 
«Perché non potevo.» disse una voce femminile. Una donna dai ricci capelli biondi era uscita dal TARDIS assieme ad Amy e li osservava con occhi tristi e malinconici. Brian lo capì subito: era lei.
«Quando viaggi nel tempo, non puoi fare ciò che vuoi. Se avessi detto ad Amy e Rory che ero figlia loro, avrebbero sicuramente impedito, con o senza approvazione del Dottore, che mi rapissero appena nata. Ma se ciò fosse accaduto si sarebbe creato un paradosso: il mio futuro sarebbe cambiato, River Song non sarebbe mai esistita e di conseguenza anche il passato di Amy e Rory sarebbe mutato. Non avrei mai potuto avvertirli del rapimento se io non fossi mai stata rapita. Per questo ho dovuto mantenere il segreto. E non è stato facile.»
Amy circondò le spalle della donna con un braccio.
River non parlava mai di quel giorno, della sua vita con Madame Kovarian o dei suoi viaggi nel tempo con i loro del passato. Anche se desiderava che sua figlia si confidasse con lei, non l’aveva mai forzata. Era un argomento difficile per entrambe e preferiva godere dei loro incontri presenti o di quello che avevano passato da piccole piuttosto che rimuginare su quanto accaduto sulla Demon’s Run. Senza contare che, nonostante il pensiero le facesse male, River ormai era una donna adulta e non poteva pretendere che l’avrebbe vista e trattata di punto in bianco come sua madre. Era un pensiero triste e doloroso, ma lo capiva.
«Adesso però ci siamo ritrovati e sappiamo chi sei. Possiamo finalmente vivere come una famiglia, anche se non proprio normale.» disse Amy strappando un sorriso sia al marito che alla figlia.
«Per questo abbiamo deciso che era finalmente arrivato il momento di presentartela.» continuò Rory alzandosi e affiancando alla moglie.
 
Brian era paralizzato sullo scalino. Fissava River con occhi sgranati e la bocca aperta, mettendo così la donna, solitamente fiera e per niente timida, non poco a disagio. Ma dopo tutto, come dargli torto?
Era il suo compleanno e in pochi minuti aveva scoperto di essere nonno, che sua nipote non era totalmente umana, che era cresciuta diventando la migliore amica di suo figlio e sua nuora e che, come se non bastasse, era una donna che dimostrava più anni dei suoi genitori. Aveva bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare la cosa, per diamine!
 
«Papà? » lo riscosse Rory.
«Si, scusami. E’ solo che… E’ incredibile, io… Non so cosa dire.» balbettò l’uomo.
«Se la cosa può farti sentire meglio, non sei l’unico.» disse River accennando un sorriso.
«Insomma, noi già ci conosciamo, ma non è esattamente la stessa cosa.»
«No, infatti.» concordò Brian alzandosi.
«Però sei mia nipote. Ed io… Cavoli, io sono nonno! Ne avete passate tante tutti e tre, affrontando cose incredibili. Sono fiero di voi e del vostro coraggio. Conoscerti e sapere chi sei è il regalo più bello che potessi ricevere, Melody. O preferisci che ti chiami River Song?»
Le parole di Brian fecero ridere River, che senza troppi complimenti abbracciò l’uomo con affetto.
«Solo River andrà benissimo, nonno.»
 
«Ehm, mi spiace interrompere, ma visto che ora è tutto chiarito credo dobbiate sapere che le patate al forno sono pronte e mi sono permesso di fare una piccola modifica dell’ultimo minuto alle lasagne. Spero non ti dispiaccia Rory.» disse il Dottore facendo capolino dalla finestra della veranda.
L’uomo fece un cenno di non curanza con la mano e senza farselo ripetere due volte rientrarono tutti in casa, dando inizio a quel meraviglioso pranzo di compleanno.
 
«Devo ammetterlo dolcezza, le lasagne hanno un sapore davvero magnifico, si sente che c’è il tuo zampino.» commentò River dando una leggera gomitata al Dottore.
«Cosa ci hai messo dentro? Sono davvero deliziose.» domandò Rory.
«Oh, segreto professionale. L’ho imparato verso la fine del Tredicesimo secolo se non ricordo male, da una vecchietta italiana davvero fantastica. Preparava queste delizie ai nipoti una volta a settimana e mi ha insegnato come si fa per ringraziarmi di aver dato spunto ad uno dei suoi nipoti per un libro su un viaggio nell’Aldilà. Si chiamava Dante, un bravo ragazzo, ma un po’ troppo pignolo per i miei gusti.»
I quattro, sentendo il suo racconto, si scambiarono un’occhiata divertita. Quanto a pignoleria, lui era decisamente l’ultima persona da cui potesse venire la predica.
«Comunque» disse Amy per cambiare discorso «E’ bello ritrovarci tutti e cinque qui, senza alieni che vogliono ucciderci o cose simili.»
«E’ vero! La famiglia Pond riunita al completo, che bello!» esclamò il Dottore entusiasta.
«Più un alieno pazzo che viaggia nel tempo con una cabina.» ridacchiò Brian riempiendosi il bicchiere di vino.
«Ehi!» disse il Dottore sfoderando un’aria offesa «Guarda che anche io sono un Pond!»
A quelle parole, Brian rischiò seriamente di strozzarsi a causa del vino che improvvisamente gli era andato di traverso.
«Come scusa?»domandò tossendo, mentre Amy gli passava un tovagliolo.
«Ah, si… Ehm, credo di aver saltato un piccolo particolare nella storia che ti ho raccontato prima.» si scusò Rory grattandosi una guancia.
«E sarebbe?» insistette Brian ignorando il fastidio che il vino gli aveva portato alla gola.
«Sarebbe» si intromise River alzando gli occhi al cielo «Che il Dottore ed io siamo sposati.»
Ci volle qualche secondo perché Brian comprendesse a pieno il significato di quelle parole.
«Sei sua moglie.» disse l’uomo meccanicamente. La sua non era una domanda, ma era evidente che aspettasse una risposta per avere la conferma effettiva di quanto aveva appena scoperto.
«Già.»
«E tu sei suo marito.» aggiunse rivolgendosi al Signore del Tempo.
«Esatto, sono un Pond anche io! Il Dottore Pond, o il Pond Dottore. Potrei anche unirli, sarei il Dottond! Oppure il Pondore. No, forse è meglio Pond il Dottore…»
 
E mentre il Signore del Tempo gesticolava illustrando tutte le diverse associazioni che potevano nascere dall’unione del suo nome e del cognome che aveva ereditato –anche se non funzionava esattamente così-, Brian si unì agli altri scoppiando in una fragorosa risata.
Aveva una famiglia straordinaria. La più pazza e magnifica famiglia del mondo, anzi, di tutti i tempi e tutti gli universi.
Era un padre e un nonno orgoglioso.
E quello era, e sarebbe senza dubbio rimasto, il più bel compleanno della sua vita.

 
 
 
 
 
 
***
Angolo dell’Autore
Prima storia che scrivo su Doctor Who e la mia paura più grande è di non essere riuscita a rimanere nell’IC.
Adoro River e mi sono sempre chiesta come si sarebbero comportati tutti se Amy e Rory avessero deciso di presentarla a Brian. Così mi sono rimboccata le maniche e ho provato a scriverlo. Tra l’altro, l’impresa si è anche rivelata più difficile del previsto, perché nonostante sia partita in quarta, ad un certo punto mi sono bloccata e la storia è rimasta in sospeso per settimane, forse anche mesi.
Ho fatto molta fatica a scrivere il finale e vorrei sapere il vostro parere a riguardo. Se avete consigli o critiche, mi piacerebbe saperle per poter così migliorare.
 
Nel caso qualcuno di voi stesse seguendo la mia storia su Doremi – cosa che dubito, ma non si sa mai – vorrei informarvi che sono tornata a scrivere. Vorrei prima buttare giù almeno un paio di capitoli, ma cercherò di tornare ad aggiornare il prima possibile.
 
Grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno questa storia!
-Crystal-
   
 
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