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Autore: EnkeliNoManigoldo    08/09/2015    3 recensioni
Vi chiederete il perché del titolo, ma vedrete che acquisterà presto un senso =P
Dal testo: "Aphrodite tornò correndo, mentre Albafica dietro di lui faticava a tenersi in piedi. "C'è una stanza diversa! La centotredicesima, direi" sostenne l'attuale Cavaliere dei Pesci. "C'è un pianoforte, e una scala che va dritta in mezzo al vuoto, non se ne vede la fine. Albafica ha provato a suonare il pianoforte, ma è partita una scossa elettrica che ha rischiato di paralizzarlo. Se fosse stato un cavaliere più debole, forse sarebbe morto.""
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Personaggi Lost Canvas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.Nella tana del lupo (o di chiunque li abbia messi lì!) 

"Abbiate pietà di me, lo sapete che sono pirla" incominciò a dire Seiya, guardandosi intorno spaesato, ma venne interrotto: 

"No, non ce ne eravamo accorti tranquillo!" 

A rimbeccarlo era stato nientepopodimeno che Saga, ex Cavaliere dei Gemelli, che appoggiato a una parete di quello stranissimo posto guardava di sottecchi il suo predecessore, che non aveva ancora proferito parola. Il cicaleccio dell'irritante bronzino, contro ogni sua speranza, non si fermò (se possibile crebbe di intensità). 

"Ha parlato il capo! Ti ricordo che io ho vinto la Guerra Sacra, sono il Deicida!" 

"EH NO!" Questi due monosillabi, sottolineati da un forte calcio tirato dritto dritto sul culo del prediletto dell'attuale Dea Atena, scatenarono le risate generali. Tenma di Pegaso continuò: "Tu sei UN deicida, non IL deicida, poche balle! E poi trovo presuntuoso dire che hai vinto la guerra come se l'avessi fatto da solo, pezzo di demente! Che poi che hai fatto? Primo nemico, ultimo, cazzeggiato qualcosina in mezzo e grandi onori, uao! Un eroe proprio" sbuffò prendendo in giro il successore. 

"Parla quello che è rimasto vivo per un braccialettino di culo, fenomenale proprio!" Rise Seiya alzando il dito medio. La voce di Saga a questo punto, grondava disprezzo e allo stesso tempo una sorta di divertito affetto: 

"Istinto di sopravvivenza zero cazzi, proprio, eh?" 

"Perch-" la voce del ragazzo fu stroncata da un potente colpo in testa da parte di quello che si riconobbe come lo scettro della Dea Athena. Sasha era infatti andata a chiedere un attimo in prestito lo scettro alla sua succeditrice, che al momento aveva le lacrime agli occhi per il troppo ridere. 

"Di culo lo dici a tua sorella, asino! I miei braccialetti sono una cosa di cuore, e me ne frego se sono a fiorellini rosa e se li ho fatti mettere a due maschi, chiaro? E poi ero piccola" concluse decisa, incrociando le braccia.  

Saori, mossa a pietà (ma solo dopo aver rischiato di cadere nel vuoto per il troppo ridere) disse: "Comunque suppongo tu volessi richiedere come siamo finiti qui, vero?" 

"Si ecco, proprio quello!" Disse Seiya con una faccia allo stesso tempo confusa, grata e un po' sofferente... sì, insomma, da ebete. 

A quella visione celestiale Tenma cercò con lo sguardo l'amico Yato, e quello che trasparì quando i loro occhi si incrociarono non necessitò di parole. Scoppiarono entrambi a ridere fino a mai, e per evitare di doversi trattenere biascicarono un qualcosa di simile ad "Andiamo ad esplorare" correndo sulla scia dei cavalieri di entrambe le generazioni, che dopo un primo momento di presentazioni e imbarazzo si erano dati al controllo del maledetto angolo di universo in cui erano (non si sa bene come) finiti. 

"Per l'ultima volta, poi ti Estinguo." La voce pacata di Mur dell'Ariete risuonò per la prima volta dal suo arrivo. Non era solito parlare molto, soprattutto se per ripetere cose già dette, ma era fermamente convinto che un'altra delle uscite del Bronzino lo avrebbe potuto uccidere (o trasformare in killer seriale). 

"Hipnos, Dio del Sonno, ha trasferito qui quasi tutti i Cavalieri di Athena che hanno preso in qualche modo parte alle ultime due Guerre Sacre. Sembra sia stato aiutato da un cavaliere di cui non conosciamo l'identità, anche se pare lui conosca noi, o almeno alcuni di noi. Ora stiamo cercando di capire dove siamo finiti e se c'è un modo per uscire o tornare da dove siamo venuti. Milo e Aiolia sono a capo delle pattuglie d'esplorazione, credo che Tenma e Yato abbiano raggiunto Milo, mentre Albafica e Aphrodite sono andati da soli" 

La faccia ebete di Seiya si trasformò in quella di uno che ha all'improvviso raggiunto l'illuminazione. 

Era in effetti un posto molto strano: rassomigliava a una grande Casa, come quelle del Tempio, solo che i muri esterni non esistevano. Pareti, porte e tutto quanto, ma ogni stanza dava sul vuoto, e inoltre c'era sempre un lentissimo e appena percettibile dondolio, come se la cassa fosse sul punto di rovesciarsi (il che sarebbe bastato, anche in una situazione meno tesa, a far venire conati di vomito a chiunque). Dai primi rapporti di esplorazione, che facevano capo a Saga dei Gemelli e Cardia dello Scorpione, si era scoperto che il posto dove si trovavano era più grande di una qualunque Casa e forse anche più grande di tutto un tempio. Yuzuriha della Gru e Sirio del Dragone, grazie agli Dei immuni alle cretinate di Tenma e Seiya, raccoglievano le testimonianze dei tre gruppi e cercavano di mappare lo strano luogo. Al momento avevano constatato che la dimora era composta da centonove stanze esplorate, la maggior parte delle quali vuote o con al più un divano/armadio. 

Aphrodite tornò correndo, mentre Albafica dietro di lui faticava a tenersi in piedi. "C'è una stanza diversa! La centotredicesima, direi" sostenne l'attuale Cavaliere dei Pesci. "C'è un pianoforte, e una scala che va dritta in mezzo al vuoto, non se ne vede la fine. Albafica ha provato a suonare il pianoforte, ma è partita una scossa elettrica che ha rischiato di paralizzarlo. Se fosse stato un cavaliere più debole, forse sarebbe morto." 

Un pesante silenzio scese nella sala, fino a quando Yuzuriha non chiese: "E la scala?" 

"Elettrica anche quella" rispose Albafica, dopo aver asciugato un rivolo di sangue all'angolo della bocca "Dopo lo scherzo del pianoforte abbiamo tirato due rose sul primo gradino. Bruciate all'istante" concluse lasciandosi crollare su un divano.  

Mur, grande esperto di medicina (e un po' di tutto il resto) si precipitò a soccorrere il Cavaliere ferito. Questi, nonostante lo smisurato orgoglio che lo contraddistingueva, non ebbe la forza di opporsi e accolse il cosmo dell'Ariete che risanava le ferite come se si trattasse di un dono degli Dei. "Quella scossa doveva avere dell'altro per averti ridotto così" sostenne Mur "escluderei il veleno (venne faticosamente ignorato il "Perché scusa?" Di Seiya) , quindi direi un potente cosmo appartenente all'oscurità". 

"Chi può avere un Cosmo così terribile da poter essere distaccato e lasciato a guardia di oggetti e da poter ferire un uomo come Albafica dei Pesci?" Chiese Shun, ingenuo cavaliere di Andromeda, sconvolto. 

"Mi conoscevi già, Cavaliere?" Albafica inclinò leggermente il capo in direzione dell'interlocutore, ma fu Aphrodite a rispondere: "La tua storia è leggenda, e Shun non è certo una capra come il loro leader. Avrà certamente letto di te da qualche parte" concluse sorridendo incoraggiante al ragazzo, diventato di colpo di un colore molto simile a quello della sua armatura. 

... Sì, decisamente Shun non era fatto per stare al centro dell'attenzione. Si fece comunque coraggio e rispose: "Ho trovato gli scritti del Grande Sacerdote, Shion dell'Ariete, e tutti voi Cavalieri che avete combattuto la Guerra Sacra del Lost Canvas siete menzionati. Le vostre storie sono davvero leggenda!" Disse l'ultima frase tutta d'un fiato e pregò silenziosamente la Dea Athena (ed entrambe le sue reincarnazioni) che qualcuno lo salvasse portando l'attenzione da un'altra parte. 

L'aiuto divino giunse da Manigoldo del Cancro. Era appena spuntato dal corridoio che usciva dalla stanza, mentre tutti erano convinti si trovasse in un angolo. "E tu dove cazzo saresti andato, scusa?" Sbottò Albafica, il suo solito distacco e la sua eleganza andati  contemporaneamente in un certo paese. 

"Uh, il pesciolino si è arrabbiato?" Lo canzonò Manigoldo, unico essere vivente che potesse anche solo pensare di osare tanto. "Comunque sia, quando avete detto che eri rimasto ferito ho voluto vedere questa stanza, e vorrei precisare che il cosmo non appartiene ad uno Specter. Gli strati di Spirito non gli si sono nemmeno avvicinati, mentre normalmente le anime hanno una certa affinità con loro e li attaccano senza problemi. 

"Quindi" ricapitolò Saga "Un cosmo smisurato, no Specter, no divinità, altrimenti se ne sentirebbe il cosmo nauseante... Cosa rimane?" 

Angolino Mio: Olè olè olè, sono tornata! Spiace per voi, ma è così :D Per una volta non vi ritroverete sommersi da storie porno/demenziali, ma mi impegnerò a scrivere una storia un po' più articolata (se ci finiranno in mezzo porno e demenza abbiate pietà di me! A parte le boiate, spero davvero vi piaccia, fatemi sapere! Un bacio, 

Eli
   
 
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