Il Dottore era seduto sul bordo del TARDIS che fluttuava nel mezzo di un mare stellato.
Dove si voltava vedeva stelle,nebulose,pianeti,satelliti e anche altro,ogni istante che passava vedeva una stella spegnersi,e poi un'altra,e un'altra ancora.
Adorava starsene lì,seduto,a leggere,pensare o semplicemente oziare:lì nessun rumore lo avrebbe disturbato,nessuna richiesta di aiuto gli sarebbe giunta,la TARDIS addormentata non lo avrebbe portato ovunque avesse dovuto andare,perché lei glie lo aveva detto:non lo portava dove voleva,ma dove doveva andare.
In quel momento stava riflettendo.
Su cosa?I suoi occhi erano vecchi e profondi ma non facili da decifrare,nessuno avrebbe potuto dire a cosa pensava,non più almeno:solo River ci riusciva sempre,ma ora non l'avrebbe più rivista,glie lo aveva detto lei:la prima volta in cui lui l'aveva vista l'aveva messa in un database perché potesse continuare a vivere ed era stata l'ultima volta in cui lei lo aveva visto e quel giorno,almeno così gli aveva detto la moglie,era l'ultima volta in cui lui avrebbe visto lei.
La sua ultima compagna,Jen era morta,o meglio,viveva il suo futuro nel passato,chissà dove,o per meglio dire chissà quando.
Lui aveva provato ad usare la console in modalità telepatica per ritrovarla ma non ci riuscì.
E non una volta ci aveva provato,ma per giornate e giornate senza mai staccarsi di lì,neanche per dormire,mangiare,bere sostenuto solo da una OX(23)OKV.
Ogni istante in tutta la realtà,e ogni cosa,perfino il nulla,gli si stavano compattando addosso,perché lui era lì:nell'ultimo luogo che sarebbe esistito,poi non ci sarebbe stato più né tempo,né spazio,e lui stava per andare nel nulla,e non nel nulla che separava gli universi,quello,per quanto possa sembrare contraddittorio era qualcosa,lui stava per andare oltre l'ultima fermata del vagone del tempo.
ANGOLO SCRITTORE:so che è tristina però mi è venuta voglia di scriverla così.Spero vi piaccia.