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Autore: _Gia    10/09/2015    1 recensioni
Pochi istanti prima dell'inizio della Mietitura per i Settantaquattresimi Hunger Games dal punto di vista di un Haymitch fin troppo ubriaco.
'' A volte l'alcool permette di compiere gesti che da sobri non si avrebbe mai il coraggio di fare. ''
[Haymitch/Effie♥]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Her sweetness 

Attraverso le casse audio il Sindaco Undersee pronunciò forte e chiaro il suo nome - nell’elencare gli unici due vincitori che il Distretto Dodici avesse mai avuto in Settantaquattro anni di Hunger Games - che rimbombò in tutta la Piazza in cui era stato allestito il palco per lo svolgimento della Mietitura, e sui cui lui stesso sarebbe dovuto essere già da un bel pezzo.
Era ubriaco, molto, come ogni anno.
D’altronde quello era l’unico modo che aveva per riuscire a sopportare il ricordo di ciò che anche lui aveva passato, l’unico modo che gli rimaneva per riuscire a sopportare quella vita.
Barcollò verso il palco, salendoci goffamente e con una lentezza quasi esasperante.
Prima di lasciarsi cadere sulla sedia rimasta vuota fino a quel momento, l’unica cosa che riuscì a notare fu lo sguardo deluso di Effie Trinket, l’eccentrica Capitolina che da anni accompagnava i Tributi del Distretto Dodici a morte certa, amareggiata dal pessimo stato in cui anche quell’anno si era presentato avanti alle telecamere, che lo avrebbero trasmesso sui televisori di tutta Capitol City.
Come se Haymitch non sapesse quale scadente reputazione si era creato, nel corso degli anni.
E davvero egli non poteva fare a meno di trovare assurdo il fatto che Effie pensasse sul serio che gliene importasse qualcosa.
Dopo che si fu seduto, il pubblico reagì in un applauso puramente simbolico.
Loro non lo stimavano, per tanti anni lui non aveva fatto altro che gettare fango sul proprio Distretto, con il suo alcolismo e il pessimo aiuto che forniva annualmente ai tributi che gli venivano affidati aveva finito per distruggere la reputazione già fin troppo pessima che il Dodici aveva conquistato con gli anni.
Forse, l’unica a provare una briciola di stima nei suoi confronti era proprio la donna che gli era seduta affianco, che adesso aveva adottato un’espressione meno dura e gli sorrideva come una mamma sorride al proprio bambino un po’ pasticcione.
E lui era così contento di vederla, che non poté fare a meno di abbracciarla.
Forte della consapevolezza che nessuno l’avrebbe considerato un vero e proprio gesto d’affetto, bensì un’azione puramente dettata dal troppo alcool ingerito, lo fece.
« Ti sono mancato, Principessa? »
Circondò il corpo di lei con le proprie braccia in un goffissimo abbraccio e riuscì appena a sussurrarle quelle poche parole, con quel suo solito tono provocatorio, prima che ella potesse scansarsi da quella stretta e rivolgergli un’occhiataccia.
Non che egli si aspettasse di ricevere una risposta, anzi lo sguardo truce che gli lanciò fu un trionfo non da poco.
Adorava farla innervosire, stuzzicarla.
Si beò di quello sguardo finché poté, fino a quando il Sindaco, angosciato per quell’ennesima figuraccia, presentò la donna in un tentativo di riportare l’attenzione di tutti sulla Mietitura.
E mentre Effie Trinket, esuberante e sorridente come sempre, dava inizio alla cerimonia con la sua consueta frase, il Mentore si perse nel profumo fruttato che gli aveva invaso le narici in seguito al breve contatto che c’era stato tra loro, scoprendosi realmente desideroso di una risposta alla sua precedente domanda.
Avrebbe davvero voluto sapere se le fosse mancato, perché lei con il suo fastidioso entusiasmo decisamente fuori luogo, il suo irritante accento e i suoi modi da principessa viziata, gli era mancata davvero tanto.

'' Felici Hunger Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore! ''
   
 
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