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Autore: OharaNakamura    10/09/2015    3 recensioni
Aveva l’impressione che il lupo fosse padrone ormai non solo del suo corpo, ma anche della sua anima.
Siamo in New Moon, Sam ferisce Emily e scappa via, in preda a rimorsi e sensi di colpa. Tuttavia non è questo che lo spinge lontano da casa, ma il rimpianto verso la sua vita perduta, verso tutto ciò che aveva prima che il lupo glie lo portasse via.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Sam Uley | Coppie: Emily/Sam, Leah/Sam
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Remember me

 

 

Correva.

Correva nella foresta con tutte le forze che aveva a disposizione.

Non desiderava altro che cadere a terra stremato, senza più neanche un briciolo di energia.

Ma l’enorme corpo del lupo nero era difficile da scalfire.

Aveva ormai macinato chilometri. Non sapeva neanche dov’era arrivato di preciso, forse in Canada?

Sentiva forte quel legame artificiale e indissolubile spingerlo a ritornare indietro. Ma doveva resistere.

Avrebbe preferito morire, soffrire la fame, la sete, perdere se stesso com’era accaduto a molti che avevano rivestito la forma di lupo per troppo tempo, avrebbe patito qualsiasi dolore.

Era un mostro, una creatura abominevole, meritava le pene più terribili.

Correva nel fitto della foresta, addentrandosi sempre di più verso quelle terre impervie e a lui sconosciute.

Quanti prima di lui avevano perso completamente la testa con i propri cari riducendoli a brandelli?
Quanti prima di lui avevano scelto questa forma a quella umana?

Correva nella foresta senza più desiderio di fare ritorno.

Eppure, nel profondo, sentiva ancora forte il legame dell’imprinting spingerlo a cambiare strada.

I suoi profondi occhi scuri, dalla forma leggermente a mandorla.

La sua voce, così dolce e delicata. Tutto di lei era delicato e gentile.

Il suo volto, così bello e perfetto.

 

Correva nella foresta Sam.

Correva, senza riuscire a fuggire dai ricordi, che tornavano a colpirlo come una tempesta di grandine.

Nella sua mente si affollava un vortice di immagini.

 

Le mani di Leah percorrevano lente il profilo delle sue spalle. Non avevano alcuna fretta.

Il suo sorriso illuminava l’intera, piccola, stanza e lui le sorrideva di rimando.

I suoi capelli scuri erano sparsi sul cuscino come i tentacoli di medusa, aggrovigliati in una massa indomabile. Gli occhi socchiusi a causa del sonno. La voce ancora roca.

Eppure per lui era bellissima.

La ragazza starnutì. Era così buffa quando lo faceva: stringeva gli occhi così forte che le comparivano delle rughette agli angoli esterni, aggrottava le sopracciglia come alle prese con chissà quale grande sforzo e anche la bocca assumeva un’espressione strana, come se stesse per mandare un bacio, invece emetteva soltanto un ridicolo “chii”.

Sam non poteva fare a meno di ridere ogni volta e ogni volta lei finiva per arrabbiarsi.

«Sei uno stupido» lo rimproverò mentre si girava sul fianco opposto, fingendosi offesa.

«Dai, Lee-lee»

Ma lei di risposta, si infilò con la testa sotto le coperte.

«Ah, è così eh?» Chiese retorico, prima di iniziare a farle il solletico.

 

In un solo istante quante promesse aveva infranto? Non sarebbe mai riuscito a dimenticare gli occhi colmi di lacrime di Leah, quando le aveva rivelato di essersi innamorato di sua cugina Emily.

Come poteva spiegarle che l’amore non c’entrava nulla, che era tutta colpa di quella magia, di quella terribile maledizione di cui non riusciva a liberarsi. Come avrebbe potuto spiegarle che avrebbe fatto di tutto pur di riaverla?
Vegliava su di lei ogni giorno, la seguiva da lontano, di nascosto. Vedeva la sua rabbia, il suo dolore, ma non poteva fare nulla per aiutarla. Non poteva più amarla, perché il destino aveva voluto così. Aveva cercato un modo per separarli e c’era riuscito.

E poi c’era Emily. Lei sapeva cosa era accaduto. Sapeva dell’imprinting, come sapeva che ogni sera, quando Sam tornava a casa e la guardava, non era lei che vedeva, non era lei che voleva davvero, non era lei che cercava. Sapeva di star vivendo la vita di un’altra. Ogni giorno doveva vivere con la consapevolezza che il cuore di Sam non sarebbe mai stato suo, solo la sua mente, ottenebrata da quella potente maledizione chiamata imprinting. Sam non voleva farla soffrire, eppure non riusciva ad evitare di bramare nel suo viso i tratti che la accomunavano alla sua Lee-lee, che non era più sua. O forse, in un modo completamente irrazionale, lo sarebbe stata per sempre.

Quegli occhi, così simili, quei tratti così ugualmente delicati eppure così diversi.

 

Aveva l’impressione che il lupo fosse padrone ormai non solo del suo corpo, ma anche della sua anima. Lo vedeva ogni volta nello sguardo ferito e pieno di astio di Leah.
Tuttavia, per quanto l’avesse amata, amata davvero, in passato e per quanto tenesse ancora a lei nonostante tutto, non riusciva a contrastare quella forza sovraumana che lo indirizzava verso una donna che non era lei. Tutta colpa di quella stupida magia che lo aveva costretto a rimangiarsi ogni fottutissima promessa, ogni progetto per il futuro. Leah era rimasta sola, lui invece aveva Emily. La dolce, splendida Emily Young.
Sam il mostro era un’imbarcazione in balìa della tempesta e Emily la sua ancora di salvezza. L’eterna fonte della sua presunta felicità. La metà perfetta che il destino aveva scelto per lui. Gli bastava vederla perché il mondo intero perdesse di significato.

Un mostro. Nulla di più, nulla di meno.
In quale altro modo poteva definirsi la creatura che si impossessava di lui ogni qual volta non aveva abbastanza forza per contrastarla?
Dio, era così arrabbiato, frustrato e confuso; qualcuno da qualche parte, chiunque governasse l’universo, aveva preso i suoi ricordi, i suoi sentimenti, le sue volontà, le aveva appallottolate e gettate in un cestino come carta straccia.

Il lupo aveva divorato ogni cosa.
Non avrebbe sopportato un solo istante di più lo sguardo accusatore della sua amata Leah.
Con i nervi a fior di pelle, era bastato una semplicissima richiesta da parte di Emily a fargli perdere del tutto il controllo. Una banale frase di circostanza, poi quei lineamenti, al contempo così estranei e così familiari. Emily, Leah … dove iniziava l’una e finiva l’altra? La sua mente era così confusa. Tutto era così confuso.

Con chi stava parlando, con quale delle due donne? La sua appassionata Lee-lee o la cara Emily?

Sam non c’era più, il lupo aveva preso il sopravvento.

 

Correva nella foresta Sam, il lupo.

Correva senza una meta, voleva soltanto spegnere tutto. Esaurire le pile definitivamente.

Avrebbe voluto urlare che era stato tutto un terribile sbaglio. Lui stesso era uno sbaglio, qualcosa che non sarebbe mai dovuto esistere. Aveva rovinato tutto, aveva ferito la donna che amava, quella che il suo cuore aveva scelto prima che mostri e strane creature cominciassero a popolare la loro esistenza. E continuava a ferire entrambi ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, senza alcuna via di scampo. Quante vite aveva incasinato in un solo, terribile, istante?

Quanti desideri avevano condiviso, quanto dolore, quante gioie.
Di quante tacite promesse erano cariche le loro carezze?

Erano così felici all’epoca e come tutti gli innamorati credevano di avere l’eternità a disposizione.

Sam arrestò la sua corsa, i muscoli bloccati come in preda a una paralisi; come un cane che corre fino a quando la corda del guinzaglio non si esaurisce. Una volontà più forte di lui lo spingeva a cambiare direzione: l’imprinting aveva  vinto di nuovo.

 

 

 

Note dell'autrice.

So che questa storia può sembrare uguale a molte altre: il lupo che nella foresta corre per sfuggire da qualcosa. Jacob lo fa costantemente e sostanzialmente è un qualcosa di ricorrente ogni volta che uno del branco ha un problema che non può affrontare. Quello che ho cercato di fare io, ed è il motivo per cui la fuga di Sam è differente, è il fatto che l’imprinting gli impedisce di seguire i suoi reali desideri fino in fondo. Non è libero come Jacob di fuggire, perché c’è sempre questa forza a intervenire sulle sue azioni. Da qui il più grande rimpianto di Sam: Leah. Il loro amore puro, scelto dal cuore, perché per me l’imprinting è come un annebbiamento, qualcosa che parte dalla mente, non dal cuore. È la scelta migliore da un punto di vista della conservazione della specie, in un certo senso, ma non ha nulla a che fare con l’amore, quello è del tutto irrazionale. Io penso che Leah soffra per essere stata abbandonata da Sam, ma anche lui dal canto suo, a mio avviso, deve fare i conti con qualcosa che non riesce a dimenticare, con il suo cercare Leah negli occhi di un’altra donna. E penso che anche Emily soffra di questa situazione perché se io fossi al posto suo, mi sentirei come se fossi una ladra di vita, come se avessi rubato la vita di qualcun altro e la stessi vivendo al suo posto.

Il titolo Remember me invece nelle mie intenzioni si riferisce al fatto che una piccola parte di Sam continua a ricordare i suoi giorni felici con Leah. Una piccola parte di cuore che continua a combattere affinché ricordi per sempre di lei.

  
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