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Autore: Neko    08/02/2009    7 recensioni
E se Rufy nascondesse un grande segreto????-Robin facendo promettere a Nami che non si sarebbe comportata in modo diverso con il capitano della nave, le disse quello di cui era venuta a conoscenza tempo fa. “No, non ci credo! Non è possibile! Non potrebbe fare tutto quello che fa!” disse Nami incredula. “Oh invece si! Ed è anche piuttosto bravo!” “Piuttosto bravo? Io direi che è un genio! Io…non so se crederti! Devo metterlo alla prova!” disse Nami.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ormai era passato quasi un anno da quando Rufy decise di partire per diventare il re dei pirati

Non trattatemi in modo diverso!

 

Ormai era passato quasi un anno da quando Rufy decise di partire per diventare il re dei pirati. Aveva reclutato nella sua ciurma ben 7 persone. Tutti quanti avevano un abilità speciale e insieme avevano affrontato pericolosi nemici, senza che essi potessero avere speranza di salvezza.

Tutti quanti consideravano Rufy il più forte all’interno della ciurma. Era sempre lui infatti che affrontava i nemici più pericolosi e per questa sua forza, nessuno avrebbe mai sospettato che il capitano potesse nascondere un grande segreto.

Rufy entrò in cucina, dopo essersi alzato un po’ più tardi del solito. Infatti tutti i suoi compagni erano seduti al tavolo a consumare la propria colazione. Una volta tanto senza timore che il capitano rubasse loro il cibo.

“Ahi! Contro cosa ho sbattuto!” chiese Rufy il quale non si era accorto di un ostacolo davanti a lui.

“ah baka! Non vedi che abbiamo spostato il tavolo?” disse Nami.

“Cosa? e perché? non andava bene dove era prima?” chiese curioso il capitano.

“Nami voleva cambiare l’arredamento! Ci ha obbligati!” disse Usop rassegnato.

“Qualcosa da ridire Usop?” disse Nami fulminando il povero cecchino con lo sguardo, il quale si andò a nascondere sotto il tavolo per timore di una sfuriata.

“Ecco qui la tua colazione Rufy” disse Sanji mettendo sul tavolo una enorme porzione di torta “E un po’ meno abbondante del solito, ma fattela bastare. Non ho alcuna intenzione di prepararti altro! Per una volta mangia come un comune essere umano!” mise subito in chiaro il cuoco.

“Uffa, va bene! Ma sei cattivo!” disse Rufy lamentandosi, ma mentre si recava al suo posto andò nuovamente a sbattere, finendo quasi per terra. Fu grazie all’intervento di Robin che non finì con la faccia per terra. Infatti la ragazza aveva fatto ricorso ai suoi poteri per afferrare il capitano per il colletto, impedendogli così una brutta caduta, anche se probabilmente non si sarebbe fatto niente dato che il suo corpo era di gomma.

“Ora puoi proseguire senza più pericoli capitano!” gli disse dolcemente Robin, facendo fare a Nami una smorfia di incomprensione.

Dopo la colazione ognuno si era messo a svolgere le proprie attività, mentre Rufy si recò da Robin per parlarle. Assicuratosi che non c’era nessuno dei dintorni disse “Grazie Robin!”

Robin sollevò lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando e chiese “ Di cosa capitano?”

”Bhe per avermi aiutato stamattina!” disse Rufy un po’ imbarazzato “Stavo per cadere come un  sacco di patate…non sarebbe la prima volta, però…”

“Non preoccuparti! Fra compagni ci si aiuta a vicenda! Anche se solitamente preferisci cavartela da solo!”

Rufy rimase serio poi dopo un sospiro chiese “ Tu te ne sei accorta, vero?”

Robin annuii semplicemente, solo un secondo dopo si ricordò di rispondere “Si!”

“Da quanto tempo lo sai e come hai fatto a scoprirlo?”

“ Bhe diciamo che l’ho capito mentre combattevi con Crocodile. Inizialmente mi sembrava un po’ strano, ma dopo essermi unita alla tua ciurma e osservandoti, ho potuto constatare che le mie supposizioni erano esatte!” disse Robin semplicemente senza andare nel particolari “ Sei molto bravo a nascondere questa tua parte di te! Nessuno infatti se ne accorto!”

“Già! A volte vorrei dirglielo, ma credo che  sia meglio così! Non voglio la loro compassione!” disse Rufy

“Temi che si comporterebbero in modo diverso?” chiese Robin.

“Di sicuro!” disse Rufy con convinzione “bhe forse non è carino che io pensi questo di loro, ma infondo credo che anche io mi comporterei così se…”

Non terminò la frase che Chopper arrivò a interrompere i loro discorsi.

“Robin,  si vede un isola in lontananza! Se c’è una città vieni con me a comprare dei libri? Mi vergogno andare da solo!” disse timidamente la piccola renna.

Robin sorrise e annui al dottore, rassicurandolo.

“Wow che bello, una nuova isola! Chissà cosa ci aspetta!” disse entusiasta Rufy.

“Lo scoprirai fra un paio d’ore!” Disse Nami raggiungendo i suoi tre compagni.

Tutti è quattro erano vicini all’albero maestro, per ripararsi con la sua ombra dal grande sole che in quel momento batteva insistentemente. Rufy si passò una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore, dopodiché allungò un braccio per potersi appoggiarsi all’albero, ma senza volerlo si appoggiò a Nami, toccandole per sbaglio un seno.

“Bakaaaaaaa!” urlò Nami contro il capitano dandogli un forte pugno in testa.

Sanji sentendo le grida della navigatrice contro il capitano, si avventò addosso al povero Rufy in difesa della sua adorata.

“Cosa stavi facendo alla mia adorata Nami eh?” gli disse Sanji dandogli un altro pugno sulla testa.

Il povero Rufy  si lamentava per i due bernoccoli che gli erano spuntati sulla testa, mentre Robin sorrideva. Era sia divertita dalla situazione, sia dispiaciuta per il caos che si era andata a creare per un piccolo errore di calcolo.

“Ma cosa è successo? Perché Sanji mi ha picchiato? E perché Nami è arrabbiata con me?” chiese ingenuamente Rufy non rendendosi conto di quello che era appena successo.

“Non ti preoccupare! Niente di grave! Andrò io a parlare con Nami per farla calmare”

Robin si recò nella sua cabina, dove trovò Nami tutta rossa per la rabbia.

“Ma come ha osato quel pervertito! Me la pagherà cara!” disse urlando.

“Calmati! Rufy non l’ha fatto apposta!” disse l’archeologa con tutta tranquillità.

“Se fossi tu al mio posto, non mi diresti di calmarla, ma staresti progettando una morte crudele a cui sottoporlo!” disse Nami ancora più arrabbiata.

“No, non credo proprio! Rufy voleva solo appoggiarsi all’albero maestro e non fare quello che ha fatto!” disse l’archeologa sedendosi sul letto e incrociando le gambe.

“Come fai a esserne certa? Magari era solo una scusa!” disse Nami

“Conosci Rufy! Secondo te è il tipo da fare cose del genere?” chiese Robin, portando la navigatrice a pensare

“No! Ma non credo che si possa trattare di un semplice sbaglio!” disse Nami “Sapeva che ero vicino a lui!”

“Si. Lo sapeva, ma non con estrema precisione!” disse l’archeologa.

“Robin non ti capisco! Sii più chiara!”

Robin facendo promettere  a Nami che non si sarebbe comportata in modo diverso con il capitano della nave, le disse quello di cui era venuta a conoscenza tempo fa.

“No, non ci credo! Non è possibile! Non potrebbe fare tutto quello che fa!” disse Nami incredula.

“Oh invece si! Ed è anche piuttosto bravo!”

“Piuttosto bravo? Io direi che è un genio! Io…non so se crederti! Devo metterlo alla prova!” disse Nami.

Robin la osservò non capendo che intenzioni avesse. Andò a chiamare Rufy come le aveva chiesto l’amica e quando il ragazzo di gomma entrò, Nami si tolse la maglietta rimanendo solo in reggiseno. Rufy non fece una piega, nonostante avesse lo sguardo verso di lei.

“Nami ehm…non ho ben capito perché te la sei presa con me prima e perché anche Sanji mi abbia picchiato, ma…ti chiedo scusa!” disse tristemente e inchinandosi.

Nami non rispose, ma si mise a gesticolare e a fare smorfie.

“Allora? Mi perdoni?” chiese Rufy speranzoso.

“Rufy, allora è vero! Robin aveva ragione. Tu sei…”

Rufy alzò il sopracciglio non capendo inizialmente poi “Ah Robin te l’ha detto!” si grattò la testa “ Bhe si è vero!”

Nami rimase a bocca aperta per quello che aveva appena saputo. Certo non si sarebbe mai immaginata che Rufy potesse nascondere un tale segreto. Si era sempre comportato come se niente fosse.

Le due ore passarono e finalmente la Going Marry armeggio vicino alla costa. Ora era il momento di sbarcare. Nami continuava a fissare Rufy, il quale si sentiva gli occhi puntati addosso.

“Nami, smettila di fissarmi! Non sono un fenomeno da baraccone!” disse Rufy.

Robin sorrise a quella scena dopodiché saltò giù dalla nave , bagnandosi tutte le gambe a causa dello schizzo d’acqua che ci fu.

Dopo di chè toccò a Rufy scendere dalla nave e anche lui si bagno, ma a differenza di Robin dalla testa ai piedi. Infatti era caduto e si era ritrovato sott’acqua. Anche se l’acqua era profonda un solo metro, se un possessore del frutto del mare cadeva, rischiava di annegare anche in quelle circostanze.

Fu Nami a ripescarlo.

“Eheh! Grazie Nami!” disse Rufy sorridendole.

“Non c’è niente da ridere! Potevi annegare!” disse Nami con tono di rimprovero

“Ma non è successo, perché preoccuparsi?” disse Rufy innocentemente “Andiamo, una nuova isola ci sta aspettando!”

Tutti i ragazzi si incamminarono alla scoperta dell’isola. Sembrava essere disabitata, ma anch’essa, come molte altre terre che avevano visitato in passato era ricca di sorprese. Rufy camminava dietro a tutti con Nami al suo fianco. Rufy sembrava un po’ infastidito dalla sua presenza, perché la sua compagna non si comportava come al solito. Ma appena avvistò qualcosa, la navigatrice si staccò da lui per recarsi sul posto.

“Wow! È fantastico!”

Il luogo era incantevole. Si trovavano un sacco di piccole cascate  che a contatto con le rocce, le quali erano di vari colori, formavano dei scivoli d’acqua sui quali Usop e Chopper cominciarono subito a giocare.

Ce n’era una in particolare molto alta che si muoveva a zig zag fra le rocce e sembrava condurre molto lontano rispetto agli altri piccoli scivoli naturali.

Nami si avvicinò alla cascata più alta, dove vi si trovava una roccia di un insolito colore. Era di un blu intenso, mischiato con una goccia di verde.

Nami era incantata da quel colore  e chiamò tutti perché potessero vederla anche gli altri. Tutti vi si avvicinarono, e presi dalla curiosità la toccarono, compreso Rufy.

Robin invece aveva sentito già parlare di quel luogo e delle cose strane capitate in quel luogo.

“Non toccate quella roccia!” urlò l’archeologa inutilmente.

Un attimo dopo ci fu un forte bagliore e una forte scossa che fece scivolare Rufy, il quale cadette giù per lo scivolo naturale più grande.

Quando la luce si abbassò

“Che cosa è accaduto?” Disse Usop “AAAAAH cosa mi è successo?” disse guardandosi le mani, o meglio dire gli zoccoli.

“uhm??? Ehi ma, ma sono più alto, come mai? AAAAAh sono Usop!”

“Cosa ci faccio io dentro il corpo di questo damerino!” disse Zoro.

“Che tragedia! Con tutti i corpi che c’erano proprio in quello dello spadaccino fallito dovevo capitare?” si lamentò Sanji

“Qualcuno mi vuole dare una spiegazione? Perché ognuno di noi si trova nel un corpo sbagliato?” chiese Usop

“Quella è una roccia magica, che fa entrare lo spirito di una persona all’interno di un altro corpo, se due persone nello stesso momento la toccano.” Disse Robin, la quale era rimasta l’unica normale.

“Non potevi dircelo prima?” chiese Usop

“Ho provato, ma mi sono ricordata troppo tardi di questa sua particolarità.”

“Come si fa a tornare alla normalità?” chiese Zoro “Non mi piace trovarmi nei panni del cuoco da strapazzo.”

“Lo stesso vale per me, testa d’alga.” Disse Sanji.

I due ragazzi cominciarono a litigare. Intervenne Usop con il corpo di Chopper trasformato in essere umano a fermarli.

“Wow che forza! Potrei abituarmici!” disse il cecchino.

“Io rivoglio il mio corpo!” si lamentò la piccola renna.

“C’è un modo per tornare alla normalità, il problema è trovare la pietra giusta. È molto rara e per di più non la vedo qui in giro!” disse Robin.

“Bhe credo che dovremo cercarla” Disse una voce  femminile.

“Oh Nami, tu sei rimasta la stessa mia adorata!” disse Sanji facendole gli occhi a forma di cuore.

“Non direi proprio! Io sono Rufy!”

Sanji ci rimase male. Aveva appena fatto la corte al suo capitano.

“Scusate, ma io non vedo Rufy… cioè Nami da nessuna parte!” disse Chopper.

“potrebbe essere caduta e finita chissà dove!”disse Usop.

“Se è così, meglio andarla a cercare! Non è in grado di trovarci di sola!” disse Rufy.

“Nami è brava a orientarsi! Difficilmente si perderà!” disse Zoro.

“Non è quello il problema!” disse Robin

“Hanno ragione loro,  amore caro stiamo venendo a salvarti!” disse Sanji urlando la frase alla foresta nella speranza che la navigatrice lo sentisse.

“Ti piace Nami anche se è nel corpo di Rufy?” chiese divertito Chopper.

Sanji diventò blu dal ribrezzo. “Che cosa disgustosa! La mia povera Nami, sarà disperata!”

“Si lo credo anch’io!” disse Rufy.

Nami si era appena ripresa dopo quello che era accaduto. Non sapeva cosa era successo, ma capì di non trovarsi nel suo corpo. Non era in grado di poter raggiungere gli altri e rannicchiandosi su se stessa decise di aspettare che i suoi compagni  arrivassero a prenderla.

Intanto gli altri membri della ciurma erano alla ricerca della navigatrice. La chiamarono più volte, ma di lei nessuna traccia.

Rufy continuava a stare dietro ai suoi compagni, probabilmente per abitudine, ma questo non lo aiutò minimamente. Continuava a inciampare ed ad andare a sbattere contro le cose.

“Ahi! Che botta!” disse portandosi una mano sul naso “Non sono più abituato a sentire dolore per delle botte così. Il corpo di gomma è una vera pacchia!”

“Ehi Baka, stai più attento! Ricordati che sei nel corpo di Nami, non ti azzardare a deturpare la sua bellazza, intesi?” lo minaccio Sanji.

“è una parola!!”

Durante il tragitto Rufy faceva domande strane a cui solo Robin rispondeva senza essere sorpresa di quello che gli chiedeva. Sapeva che in quel momento il ragazzo doveva trovarsi a disagio. Infondo non solo non era nel suo corpo, ma aveva una abilità di cui non aveva mai potuto usufruire.

“Certo che sei più strano del solito oggi!” disse Usop “Che razza di domande sono? si vede lontano un miglio che quel fiore è rosso!”

“Uhm? Rosso? Me lo immaginavo diverso!” disse Rufy

“Come hai detto?” chiese Chopper pensando di aver capito male
”Niente, non fateci caso! Ahi! Accidenti, questi alberi sembrano che si muovono da soli!” si lamentò Rufy

Robin sorrise “ Non sai cosa significhi profondità, vero? Gli oggetti lontani piano piano si avvicinano e prima o poi bisogna spostarsi per non andarci contro!”

“Oh…e io che credevo che si muovessero da soli! Infatti sapevo che gli alberi sono immobili!”

“Ma di che cavolo state parlando voi due? Robin non dirmi che gli dai pure corda!” disse Zoro.

“Stiamo freschi se anche la più sana di mente fra di noi, comincia a dare i numeri!” disse usop

Robin sorrise. Era logico che i suoi compagni reagissero cosi, dato che non sapevano ancora.

“Ragazzi, Nami è stata qui! Sento il suo odore!” disse Usop. “Che bello avere il fiuto sviluppato come il tuo Chopper!”

“Già!” disse la renna imbronciata incrociando le braccia.

“Qua ci sono delle orme, seguiamole! Sono sicuro che ci porteranno dalla mia adorata Nami!” disse Sanji.

Infatti poco dopo cominciarono a sentire un suono di tamburi e avvicinandosi maggiormente, poterono vedere l’accampamento di un gruppo di selvaggi che avevano legato Nami a un palo ed erano pronti per sacrificarla.

Il loro accampamento era tutto decorato dalle pietre colorate tipiche di quel luogo. Il che rendeva il posto molto allegro anche se conservava la sua semplicità. C’erano una 20 di capanne costruite con fango e paglia, all’interno delle quali vivevano diverse famiglie. Accanto a ogni porta si trovava appesa una maschera decorata a seconda della casta a cui facevano parte.

Al centro dell’accampamento si trovava un enorme fuoco, intorno al quale una decina di danzatrici volteggiavano intorno ad esso. Davanti al fuoco si trovava un trono, sul quale sedeva colui che sembrava essere il capo villaggio. Era colui che era più decorato con gioielli di ogni genere. Probabilmente derubati alle vittime che avevano catturato nel corso degli anni.

“Dobbiamo liberare Nami! Ho come il presentimento che non verrà trattata come ospite. Noi pensiamo a distrarli, mentre Robin e Chopper pensete a liberare Rufy…cioè Nami!” disse Zoro.

“Ehi! Il capitano sono io! Devo decidere io cosa fare!” disse Rufy.

“Sentiamo, cosa proponi capitano!” disse Sanji.

“Ehm… va bene quello che ha detto Zoro!” disse sorridendo.

“Babbeo, non farci perdere altro tempo!” disse lo spadaccino con i denti da squalo.

Tutti andarono all’attacco e senza che i selvaggi ci pensassero un attimo, si avventarono sugli invasori, con l’intento di catturarli.

Zoro e Sanji non ebbero problemi a combattere nonostante non fossero nei rispettivi corpi, ma potevano comunque continuare a usare il loro stile di lotta. Mentre Usop poteva usare i poteri del frutto del mare di Chopper e una volta capito il meccanismo, non ebbe problemi a combattere. Solo Rufy era in seria difficoltà. Si ritrovava a combattere in condizioni del tutto nuove e data la sua scarsità nell’abituarsi alla sua nuova situazione, venne catturato facilmente.

Intanto Robin e Chopper erano riusciti, durante la confusione della battaglia, a liberare Nami.

“Ragazzi siamo riusciti a liberare Nami!” disse Chopper.

“Perfetto, andiamo!” disse Sanji sferrando un ultimo calcio al suo avversario.

I ragazzi scapparono da quel luogo, ma solo più tardi si accorsero della mancanza di Rufy.

“Accidenti, dove si è cacciato? Non ditemi che si è fatto catturare!” disse Sanji.

“Quel baka! Si caccia sempre in mezzo ai guai!” disse Zoro.

“Dobbiamo salvarlo!” disse Nami barcollando. Robin dovette prenderla sotto braccio per poterla guidare.

“Cosa ti succede?” chiese Usop.

“Ecco io…” Nami esitò a dire quale era il problema.

Chopper accortosi che qualcosa non andava e che Nami continuava a guardare in un punto fisso, si avvicinò alla ragazza e passandole una mano vicino agli occhi si accorse quale era il problema “è cieca!”

Nami abbassò la testa.

“Cosa? Come è possibile?” chiese Usop “Ti hanno spruzzato qualcosa negli occhi? Sarà curabile?”

“No, i selvaggi non centrano! Non è Nami a essere cieca, ma è Rufy!” disse Robin cercando di spiegare loro la situazione.

“Cosa centra Rufy, ora è lei che si trova nel suo corpo, quindi è lei che non ci vede!” disse Zoro.

“Ragionate un attimo. Chopper è nel corpo di Usop, ma non possiede nessun potere, Usop al contrario ha acquisito il potere di trasformarsi. Anche Rufy non era in grado di adoperare i propri poteri! Ognuno quando è stato scambiato di corpo, ha acquisito le caratteristiche dell’altro!”

“Quindi io non ci vedo perché Rufy non possiede questa abilità!” disse Nami.

“Ma Rufy non è cieco!” disse Usop convinto di quello che affermava.

“Si lo è! È solo bravo a nasconderlo! Riesce a muoversi come se vedesse alla perfezione, ma solo se qualcuno prima di lui compie l’azione che deve compiere. Non avete notato che cammina sempre dietro di noi? Lo fa per sapere dove ci sono ostacoli lungo il cammino. Si basa sui suoi sensi per riuscire a comportarsi normalmente!”

“Incredibile” disse Sanji.

“Però come ha fatto a farsi catturare? Se da cieco non si sarebbe fatto acchiappare, perché ora si?”

“Proprio perché ci vedeva!” disse Robin

“Non capisco!” disse Nami

“Rufy è bravissimo a muoversi nonostante sia cieco giusto? Eppure tu che ora possiedi il suo corpo, non sei in grado di muoverti da sola! La stessa cosa vale per lui. Ora ci vede grazie alla tua vista Nami, ma allo stesso tempo non vede. Noi non nasciamo che siamo già capaci di vedere, ma impariamo crescendo, con le esperienze e ognuno impara a seconda dell’ambiente che lo circonda. Infatti è stato approvato come popolazioni diverse, che abitano in ambienti differenti, hanno modi diversi di percepire ciò che li circonda. Come potete pretendere che Rufy abbia acquisito la capacità di vedere perfettamente nel giro si un paio d’ore? È impossibile! Vede le forme, ma non sa riconoscerle senza toccarle. Non ha il concetto di profondità e quindi fa più fatica a evitare gli ostacoli, tutte cose che noi siamo in grado di fare grazie all’esperienza di una vita!” spiegò l’archeologa.

“Si Robin ha ragione! In quanto dottore posso assicurarvi che le cose coincidono e Rufy non ha colpa se non è riuscito a difendersi! Probabilmente non capiva dove doveva colpire!” intervenne Chopper.

ci fu un lungo silenzio dopo di che Usop parlò “Comunque sia, il nostro amico è in pericolo. Lui ci ha tirato fuori dai guai nonostante questa sua mancanza. Ora tocca a noi tirarlo fuori dai pasticci!”

“Si, andiamo!” disse Nami, non mollando la presa da Robin.

”Aspettate! Forse c’è un mezzo più efficace della violenza! Proverò a parlare col capo villaggio! Conosco la loro lingua. Fortunatamente l’ho studiata!” disse Robin sicura di quello che affermava.

I ragazzi un po’ titubanti la lasciarono andare da sola in mezzo a quella gente.

Robin uscì allo scoperto e alzò le mani per far capire loro che non aveva cattive intenzioni. Si avvicinò al capo villaggio, alzatosi in piedi dal suo trono e senza che la ciurma potesse capire, cominciarono a dialogare. 

Ad un tratto videro il capo villaggio scoppiare in una sonora risata e ordinare ai suoi uomini di liberare Rufy.

“Ragazzi potete venire! È stato tutto un malinteso, non vogliono farci del male.” Disse Robin rassicurando i suoi compagni.

Gli altri ancora sulla difensiva raggiunsero la loro compagna. Nami venne aiutata da Zoro.

“Ehi Rufy, tutto bene?” chiese Usop

“Io si, tu Nami?” chiese Rufy ingenuamente.

Nami fece qualche passo verso Rufy e disse “Che razza di domande, certo che no! Ridammi immediatamente il mio corpo!” disse scotendo violentemente un suo compagno.

“Ehi Nami, smettila! Non sono Rufy!”

“ Oh scusa, Usop!” disse Nami imbarazzata.

“Veramente sono Chopper!”

Robin sorrise e tranquillizzò l’amica dicendogli che i selvaggi avevano la pietra che serviva loro per tornare alla normalità.

Non se lo fecero ripetere due volte e prendendo in mano la pietra in questione e pronunciando il nome di colui che era finito nel proprio corpo, i ragazzi assunsero di nuovo le proprie identità.

“Evviva! Sono di nuovo nel mio corpo! Preferisco avere il naso blu, piuttosto che un nasone lungo come il tuo Usop!” disse Chopper

“eeeeh è stato bello sentirsi imbattibili una volta tanto!” disse Usop scoraggiato per aver perso i poteri del frutto del male.

“Damerino, che cosa hai combinato con i miei piedi? Sono tutti indolenziti!” disse Zoro

“Dovevo pur lottare in qualche modo no? cactus!”

I due ripresero nuovamente a litigare. Fu Nami sta volta a fermarli.

“Che bello, poterci vedere di nuovo! Però si può sapere che diavolo ai fatto col mio naso, Rufy?” disse la ragazza strofinandoselo.

“Eh eh…sono andato a sbattere un po’ di volte!” disse Rufy grattandosi la testa.

Il ragazzo si aspettava una reazione di rabbia da parte della ragazza, però essa non arrivò.

Rufy si rattristò, ma non disse niente.

I compagni del ragazzo di gomma, come previsto da lui stesso, cominciarono a comportarsi in modo diverso con lui. Gli dicevano cosa doveva fare a ogni minimo passo, dove doveva schivare qualcosa e cose del genere. Anche quando dovette sedersi con i selvaggi per mangiare lo guidarono al posto dove sedersi. Rufy non disse niente, ma era terribilmente irritato da quel comportamento.

I ragazzi vennero invitati a pranzo dal capo villaggio, il quale offrì loro i piatti specifici della tribù. Fece anche le sue scuse. Disse loro che a causa del modo in cui erano vestiti, li avevano scambiati per dei pirati che da un po’ di tempo venivano nelle loro terre a depredare e a rubare le donne, eliminando anche persone innocenti.

Purtroppo loro non erano in grado di contrastare le loro armi e si vendicavano come potevano catturando e uccidendo i nemici, quando ci riuscivano.

“Se ci imbattiamo in loro, mente siamo qui, possiamo darvi una mano noi! Mi ci vuole proprio un bel combattimento!” disse Rufy.

Robin si apprestò a tradurre al capo del villaggio ciò che il capitano aveva detto e gli fu riconoscente per l’aiuto che voleva prestare alla sua tribù.

“Sei sicuro Rufy? Insomma tu…potremo pensarci noi e…” cominciò a dire Usop.

Questo fece esplodere il capitano, il quale sbatté violentemente la scodella di cibo per terra e alzandosi se ne andò.

“Ho detto qualcosa che non va?” chiese Usop.

Robin sospirò dopo di chè spiegò loro cosa c’era di sbagliato nel loro comportamento, soprattutto in quello di Usop e Chopper che erano diventati troppo protettivi nei confronti del capitano.

Rufy era seduto in riva a un fiume che sorgeva vicino al villaggio. Aveva le ginocchia vicino al petto e la testa appoggiata su di esse.

Voleva rimanere da solo per potersi sbollire, ma non riuscì a starci per molto. Infatti i suoi compagni lo raggiunsero presto.

“Andate via!” disse semplicemente.

La ciurma rimase sorpresa di vedere il proprio capitano così abbattuto.

“Rufy, noi volevamo parlarti!” disse Sanji.

“ Se siete venuti qua per esprimermi la vostra compassione o per dirmi di stare attento a non cadere nel fiume, potete pure risparmiare il fiato!” disse con voce bassa.

“Siamo qui per chiederti scusa e per dirti che siamo stati degli idioti!” disse Usop.

Rufy si alzò e si mise a fissare i suoi compagni anche se in realtà non guardava niente, ma i suoi amici potevano ben vedere in quegli occhi la sua determinazione.

“Cosa è cambiato da ieri a oggi? Avete scoperto che sono cieco e allora? È sempre stato così eppure non avete mai avuto questi riguardi verso di me!” disse

“Prima non lo sapevamo!” disse Chopper cercando di giustificarsi, ma sapeva che la sua era solo una sciocchezza.

“Quindi ho fatto bene a tenervelo nascosto! Se vi avessi detto dall’inizio che non vedevo, probabilmente non vi sareste nemmeno uniti a me! Che bello!” disse abbassando la testa. Si potè vedere anche una lacrima che gli scivolava sulla guancia, la quale il ragazzo si affrettò ad asciugare.

Non amava farsi vedere debole.

“Non mi sembra di chiedervi troppo, se vi dico di trattarmi come se non avessi problemi, perché in effetti non ce li ho! Sono nato così e non ci faccio nemmeno caso. Riesco a rendermi conto del luogo che mi circonda attraverso gli odori, il tatto e l’udito e se qualche volta vado a sbattere pazienza, cado e mi rialzo. È sempre stato così e non posso immaginarmi un altro modo di vivere!”

A quel punto Robin prese una pietra e la lanciò contro il capitano, il quale nonostante non si aspettasse una cosa del genere, riuscì ad afferrarla senza nessun problema.

Tutti si girarono verso Robin

“Vedete? È perfettamente in grado di badare a se stesso e ve lo ha dimostrato parecchie volte mi sembra. In caso contrario sarebbe stato lui a chiedervi aiuto, non credete?”

“Si Rufy, hai ragione scusaci!” disse Nami abbassando la testa.

Rufy sorrise “D’accordo vi perdono, ma al primo sgarro vi butto in mare, intesi? Non mi interessa se ci sono mostri marini”

“Mo-mostri marini? Faremo i buoni promesso!” disse Usop con le gambe tremanti.

Dopo che tutto fu chiarito, i ragazzi sentirono delle urla provenire dal villaggio. Dei pirati stavano attaccando il villaggio e avevano catturato diverse persone.

“Bene, è ora di andare all’attacco!” disse Rufy

“Per curiosità, come farai a essere certo di non colpire gli abitanti del villaggio?” chiese curioso Sanji

“Semplice. Questa gente e più pulita di certi pirati. Basterà seguire la puzza di quei criminali per assicurarmi di aver mandato a segno il mio colpo!” spiegò Rufy.

Detto questo la ciurma di cappello di paglia andò all’attacco. Gli uomini erano circa una cinquantina e come al solito a capo dei pirati si trovava un omaccione con una cospicua taglia sulla testa.

Rufy lo individuò subito e decise che il suo avversario sarebbe stato quello, mentre i suoi compagni si sarebbero occupati degli altri nemici.

Sanji e Zoro non ebbero problemi di alcun tipo verso i loro avversari. Nemmeno Chopper e Robin che riuscirono a cogliere di sorpresa i nemici grazie ai poteri del frutto del mare. Solo Nami e Usopp fecero un po’ fatica, ma la ragazza grazie al suo bastone climatico, riuscì ad arrostire tutti coloro che le si avventavano contro e Usop grazie alla sia ingegnosità, mise ko, con le sue bombe al tabasco, tutti i pirati.

Ora rimaneva solo Rufy e il suo avversario. Il ragazzo dovette farsi colpire un paio di volte per capire l’abilità del nemico. Era un abile tira pugni, che agiva ad una elevata velocità. Inoltre le sue mani avevano la capacità di cambiare consistenza a seconda della forza che voleva attribuire al colpo.

Il nemico capì presto che i pugni avevano poco effetto contro il ragazzo di gomma, ma per sfortuna di Rufy, l’avversario era capace anche di modificare la forma della mano oltre che renderla di un materiale diverso.

Infatti la mano destra assunse una forma di un aculeo ben affilato, con il quale riuscì a ferire diverse volte Rufy. Quest’ultimo non di dava però per vinto. Lo avrebbe sconfitto a qualunque costo.

“Non dovremo dargli una mano?” chiese Sanji.

“Non hai imparato proprio niente da prima eh? Babbeo?” lo rimproverò Zoro “Ha detto che se la caverà da solo e io mi fido!”

finì appena in tempo la frase che Rufy riuscì a stendere il nemico con la sua stessa arma: una serie di pugni ben assestati. Aveva fatto ricorso alla mitragliatrice gam gam.

Tutti i selvaggi esultarono. Quei pirati crudeli ci avrebbero pensato due volte prima di attaccare nuovamente il loro villaggio.

Tutta la ciurma venne adorata come se fosse stata una loro divinità e vennero pregati perché si unissero alla loro tribù. Ma come previsto la ciurma di cappello di paglia non poteva stare ferma a lungo in un solo luogo. Tutti i componenti avevano dei sogni da realizzare e perché ciò avvenisse doveva viaggiare.

Il giorno seguente la Going Marry salpò dall’isola.

Rufy era seduto sulla sua polena. Anche se non riusciva a vedere il mare, gli piaceva sentire le brezze estive sulla sua pelle.

“Ciao Nami!” disse senza girarsi.

Nami sgranò gli occhi. “è sorprendente come fai a riconoscerci!”

“Bhe ognuno a un modo diverso di camminare e un profumo differente! Ad esempio tu profumi di pesca!” disse innocentemente.

“Io? Sicuro che non ti confondi con il te alla pesca che ti ho portato?” chiese la navigatrice.

“Non sempre hai una tazza di te in mano!” le fece notare il ragazzo, dopo di chè cominciò a bere piano piano il suo te “Aaaah grazie è buonissimo!”

“Ruuuuufyyyyyy!” urlò Chopper “Rufy, il capo del villaggio in segno di gratitudine ci ha voluto dare questa pietra. Ha detto che ha il potere di ridare un abilità perduta!” disse la renna sperando di fare un favore all’amico.

“In poche parole ti ridarebbe la vista!” disse Nami.

“Uhm? Non mi interessa! Ho avuto la vista per poco tempo e sinceramente mi immaginavo il mondo in maniera differente, con colori differenti e preferisco continuare a immaginarmelo. E poi anche se la riconquistassi, non è detto che io sia in grado di vedere. Nel corpo di Nami avevo la sua capacità visiva, ma i miei occhi hanno mai visto niente…chissà come potrebbe comparirmi il mondo! Non voglio rischiare di rimanere deluso!” spiegò il capitano

“Uhm d’accordo!” disse afflitto Chopper.

“Ma Rufy, non hai mai desiderato poter vedere o almeno vedere qualcosa?” chiese curiosa Nami.

“Si, sapere come eravate voi e il mare!” disse sinceramente.

“Bhe sei stato accontentato!” disse la navigatrice.

“Non completamente! Quando ho acquistato la vista ero nel tuo corpo e per questo non ho potuto vedere come sei tu!” disse abbassando la testa. “ Ho solo constatato che fai la fame! Dovresti mettere qualcosa in più dentro al tuo stomaco!”

“Mi devo mantenere in forma no?” disse la ragazza dai capelli rossi sorridendo. Poi afferrò le mani di Rufy e le mise sul suo viso. “I ciechi vedono attraverso le mani, giusto! Bhe dimmi come ti sembro!”

Rufy fece come le aveva chiesto “Sei molto carina!” le disse sorridendo. “Adesso posso immaginarmi meglio il tuo volto!”

Nami arrossì “Come fai a dire che sono carina?”

“Lo sento e poi la tua pelle è perfetta e liscia!”

Ora fu Rufy a prendere le mani di Nami e le porto al suo viso. “Chiudi gli occhi!” le chiese.

La ragazza obbedì.

“Cosa senti?”chiese curioso il ragazzo.

“Che comincia a crescerti la barba!” disse sorridendo

“Poi? Qui?” disse portando la mano destra della ragazza sotto il suo occhio sinistro.

“La tua cicatrice!”

“Vedi? In questo modo ti puoi fare un idea di come è il volto di una persona anche senza vederla in viso e sinceramente il tatto è più veritiero della vista. Difficilmente ti darà una informazione sbagliata a differenza della vista, che può farti vedere una cosa per un’altra!”

“Non avevo mai pensato a questo! Quindi per sapere esattamente come è fatta una cosa dovrei anche toccarla oltre a limitarmi a guardarla!” disse Nami.

“Se si può, si!”

ci fu un attimo di silenzio poi Rufy riprese a parlare.

“Non so tu, ma io ho un certo languorino!”

Nami sorrise “Sanji ha appena sfornato dei biscotti se ti interessano!”

“Perfetto, andiamo!” Rufy prese per la vita la navigatrice e allungando il braccio fino al parapetto del piano superiore, dove si trovava la cucina, si catapultò davanti alla porta facendo attenzione di non far male a Nami.

“Atterraggio perfetto!”

“Oh bhe, conosco ogni angolo di questa nave, so quando fermarmi o no! Ahi!!”

disse Rufy ormai entrato in cucina e sbattendo contro qualcosa.

“ehm…scusa Rufy, mi sono scordata di dirti che ho rimesso tutto come era prima per aiutarti!” disse Nami imbarazzata.

“Grazie tante, ma la prossima volta avvertimi!”

“Tsè, vedrò! Anzi non ti dico niente, così impari!” disse incrociando le braccia.

Rufy e Nami così cominciarono a litigare amichevolmente.

Tutta la ciurma si lasciò alle spalle una avventura piena di sorprese e si prepararono per affrontarne un’altra.

 

 

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Spero che questa storiella vi sia piaciuta. Fatemi sapere, lasciate un commentino!!!

Ciao alla prossima

Neko^^

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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