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Autore: Shinji    08/02/2009    3 recensioni
Quinta raccolta di poesie.
Continuum nel tempo, non nella forma.
Continuum nel significante, non nel significato.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey

CONTINUUM

 

Hey. Siamo alla quinta raccolta.

In verità sono imbarazzato.

Lo sono sempre per quanto riguarda le poesie –perché sono qualcosa di profondamente intimo. E perché non mi sono mai sentito particolarmente un poeta, ecco.

Poi, questa volta le poesie sono state scritte in un lasso di tempo molto molto maggiore, quindi per alcune io sto già passando nella fase de “a cosa cavolo stavo pensando mentre scrivevo questa cosa, per il Parnaso?” che tutti i fanwriter/scrittori hanno passato almeno una volta nella loro vita.

Le poesie saranno messe in ordine strettamente cronologico: la prima è di un anno fa (!!!) mentre l’ultima ha solo un mese. Tra l’altro, per questo chiedo scusa ai lettori che mi seguono dal mio LJ, in quanto alcune di queste poesie le avranno già lette.

Vabeh, ormai non si torna indietro. Tanto la mia reputazione –inesistente- è già gravemente compromessa… *_*/

 

Buona lettura!

 

Shinji

 

 

Sono…

 

Sono il Sangue che ti cola sul viso

Sono il Grido che squarcia il Silenzio

Sono la mente che violenta la Perfezione

Sono il Vento che accarezza e schiaffeggia

Sono la Mano che nutre, la Lama che dilania

Sono la Foschia dell’autunno che non vuol morire

Solo la luce della Luna, pallida e assorta e disperata

Sono la luce del Sole che si riflette su un bicchiere rotto

Sono il Ghiaccio sottile che brucia, e l’acqua che rispecchia

Sono la sordida Ombra densa di Urla che mai svanisce

Sono la pacata carezza del Padrone disinteressato

Sono il languido Sguardo dello Schiavo illuso

Sono il ricordo del Domani e l’attesa del Ieri

Sono la Paura che sfregia la candida anima

Sono la Valle che accoglie il criminale

Sono la Strega che tesse Storie nere

Sono Te, che tu lo voglia o No.

 

 

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Il Fine

 

Una spada, per tagliare l’esterno del cielo

Un pensiero rosso fuoco, scarlatto e carminio

Un bacio, per saldare la parete di roccia di un cuore timido

Una voce pastello, rosata e pallida come l’alba

Un nome, per significare la rinascita grigia di pioggia

Un canto, per ricordare il pensiero del malinconico gatto

                                                                                         che dorme

sulla

Luna.

 

 

 

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Ricordo di un Viaggio

 

Il Canto della Farfalla

risveglia la Speranza

del Verde Campo

che odora di Ricordi Amari.

Senza fine,

il suo battito

piega la compagine del Mondo

portatrice della Luce taciturna

del Futuro che non c’è.

Il confine del tuo Respiro

aprirà la piega del Giorno

sommerso dalla Pioggia.

Quindi brilla

di caleidoscopici bagliori,

e di fresche acque

carezzate dalla brezza atlantica.

Riposa, e ricorda.

Sempre.


(odore di Infinito,

nel palmo della mano.)

12/08/2008

sul treno per Dublino.

 

 

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Emicrania___----_----_.

Un cuore

Che non ricorda a chi appartiene

Martella

            Martella

                        Martella

Nel petto di uomini

Morti

            Morti

                        Morti

Cadaveri di ricordi che strillano strenui strappando strofe

Alle meduse esalanti solforosi sospiri

Ancora

            Ancora

                        Ancora

Senza ricordo né pace

Cicalio insulso, vuoto carapace

Musica contrastante incrostata in cromature aliene

Pulsa

            Pulsa

                        Pulsa

Nella mia testa

Non fermarti fammi

Male

            Male

                        Male

                                   M A L E

 

 

Stai zitto,

non parlare.

 

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Astri SeNza SeNsO compiuto.

 

 

Malinconica eco di luci soffuse

strugge sé stessa alla Luna calante

stupida dama che

                               mangia

                                        dorme

                                               salta

e niente capisce, e tutto confonde.

 

Carne viva nel macello del mondo

grida senza un motivo, per sanguinare

sotto un Sole che

                              ride

                                  strappa

                                         corre

e niente salva, e tutto uccide.

 

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___

 

Come orchidea nera

Profumante di nulla

Ecco a voi

La voce del silenzio.

 

Essa sa di essere

Ma in sé dipinge il nulla.

 

È affanno brivido e perdita

Totalizzante delizia di qualcosa

Di troppo falso per non essere vero.

 

Come nebbia e salsedine dimenticata

Dal sapore di mare e fumo

Ecco a voi

La voce del silenzio

 

Essa sa di essere

Ma in sé conserva il nulla.

 

Il senso dell’abbandono

Non può essere assorbito

Dal sapore di un no.

 

   
 
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