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Autore: innamoratahobbit96    11/09/2015    4 recensioni
Bilbo sospirò e andò a lavarsi. I suoi capelli ricci erano in disordine e cercò di sistemarseli al meglio.
Aprì l’armadio e cercò degli indumenti consoni. Era il suo primo giorno di scuola, in una nuova scuola, a Roma. Avrebbe frequentato il terzo anno del liceo classico.
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Thorin non era per niente contento della sua vita. Era arrabbiato. Sua madre era morta. Suo nonno era morto. Le sue uniche figure di riferimento avevano perso la vita in un incidente stradale.
I loro genitori erano ricchi, avevano una grande villa con la piscina. Tanti soldi e potere. Ma chi diceva che i soldi facevano la felicità, sbagliava.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 


< < Bilbo. Svegliati. È ora di andare a scuola > > sussurrò Belladonna Tuc al figlio.
Bilbo si mosse e si stiracchiò.
< < Che ore sono? > > sbadigliò.
< < Sono le sette del mattino, alzati e preparati, poi vieni in cucina, la colazione è pronta > > disse la madre dandogli un bacio sulla guancia e tornando in cucina.
Bilbo si ripulì immediatamente la guancia con la manica del pigiama. Ormai aveva quasi 16 anni, non era più un bambino.

Si alzò dal letto e aprì le tende della finestra. Non era più circondato dalle sue amate montagne. Non si respirava più l’aria fresca e tranquilla. Guardò verso il basso e notò la strada trafficata.
Molte auto suonavano continuamente il clacson perché erano di fretta e dovevano andare al lavoro.
Bilbo sospirò e andò a lavarsi. I suoi capelli ricci erano in disordine e cercò di sistemarseli al meglio.
Aprì l’armadio e cercò degli indumenti consoni. Era il suo primo giorno di scuola, in una nuova scuola, a Roma.
Avrebbe frequentato il terzo anno del liceo classico. Si domandava come fossero le scuole di una città così grande come Roma. Era ansioso e preoccupato. Già faticava a farsi degli amici.

Aveva trascorso l’estate facendo tante passeggiate sui duri sentieri dei monti.
Il mondo gli crollò addosso quando suo padre, Bungo Baggins, aveva detto alla famiglia che si sarebbero trasferiti a Roma per lavoro. Avevano trovato un piccolo appartamento in un condominio vicino al Colosseo.
Bilbo cercò di convincerlo a rimanere nella Valle di Primiero , ma purtroppo, non avevano altra scelta. Bilbo non aveva altri parenti nella valle.

Dopo essersi messo una camicia, un piccolo gilet color rosso e dei pantaloni marroni, uscì dal bagno e si diresse in cucina, dove suo padre stava leggendo il giornale.
Belladonna diede al figlio una tazza di latte. Bilbo prese dei biscotti al cioccolato e li immerse nella tazza, gustandoli più che poteva.
< < Sei pronto per il tuo primo giorno? > > chiese la madre.
Bilbo si limitò ad annuire.
< < Sono stato dal preside, ieri – disse il padre – sarai nella classe 3^D > >
< < 3^D? > > chiese Bilbo.
< < Sì. Ci sono tante classi all’istituto “Albertelli “ > > continuò la madre.
< < Ah. Capito > > disse Bilbo freddamente continuando a bere.
< < Tesoro. Lo sappiamo che vorresti tornare a casa, ma ormai dobbiamo rimanere qua. Però . . ti promettiamo che poi in estate torneremo > > disse dolcemente la madre appoggiandogli una mano sulla spalla.
< < Ho paura . . ho paura di non trovarmi bene > > disse preoccupato Bilbo.
Era sempre stato un ragazzo sensibile e tranquillo, l’idea di una scuola enorme lo preoccupava assai.
Aveva paura di essere preso in giro e di rimanere vittima di qualche bullo.
< < Tranquillo, vedrai che col tempo andrà bene, hai da imparare ancora tante cose figlio mio > > sorrise il padre.
< < Grazie. Vi voglio bene! > > disse Bilbo abbracciando i suoi genitori.

Intanto, a casa Durin, Thorin stava guardando la tv.
< < Sono quasi le otto! Alzati da quel divano e fila a scuola, che fai? Vuoi far tardi il primo giorno?! > > sbottò Thrain vedendo il figlio seduto sul divano.
< < Tanto non impiego molto ad arrivare a scuola > > sospirò Thorin.
< < Ma con il passo che hai, arriveresti a scuola l’anno prossimo > > lo prese in giro Frerin, il fratello minore.
Thorin lo fulminò con lo sguardo, poi si rilassò e continuò a guardare la televisione.
< < Padre, io sono pronta > > disse Dìs, la figlia minore, l’ultima della famiglia, dirigendosi verso la porta.
< <Smeagol! > > urlò a gran voce Thrain.
< < Sì padrone? > > disse il servo della famiglia arrivando in soggiorno.
< < Fra poco i mie figli andranno a scuola, oggi dovrai pulire la casa, mentre io devo andare al lavoro, poi, voglio che tu pulisca la piscina, è lurida come non so che cosa > > gli ordinò.
Il servo sbuffò e si inchinò.


< < Tieni > > disse Frerin lanciando lo zaino a Thorin, che lo prese al volo e se lo mise in spalla.
< < Chi me lo fa fare? > > mormorò Thorin più a se stesso.
< < Thorin. Ti prego di studiare quest’anno, è già un miracolo che ti abbiano salvato agli esami di recupero > > lo avvertì Thrain.
< < Ok > > disse Thorin freddamente.
< < Studia di più! Perché non sei come i tuoi due fratelli? Sono più piccoli di te, ma almeno non mi deludono! > > lo rimproverò Thrain.
< < Ho capito! Non c’è bisogno che me lo dica tutte le volte! > > disse Thorin.
Thrain alzò il braccio in aria, stava per dargli una sberla. Thorin attese serenamente. Tanto era abituato.
Dìs corse dal padre e lo pregò di abbassare la mano, allora, rilassò i muscoli e incrociò le braccia.
< < è tardi. Meglio correre a scuola! > > disse Frerin guardando l’orologio.
< < Ok. Frerin, Thorin – disse il padre – accompagnate Dìs alla scuola media prima, ricordatevi > >
< < Va bene > > dissero all’unisono.
Così, scesero le scale e uscirono dalla loro grande villa.

Thorin non era per niente contento della sua vita. Era arrabbiato. Sua madre era morta. Suo nonno era morto. Le sue uniche figure di riferimento avevano perso la vita in un incidente stradale. Thorin, prima che sua madre e suo nonno perdessero la vita, era un ragazzo studioso.
Con il padre non aveva un buon rapporto. Thrain preferiva decisamente Frerin e Dìs, i fratelli minori di Thorin.
I loro genitori erano ricchi, avevano una grande villa con la piscina. Tanti soldi e potere. Ma chi diceva che i soldi facevano la felicità, sbagliava.
Per fortuna, Thorin aveva degli amici, i quali gli volevano bene.
Thorin adorava essere rispettato da tutti, forse era anche temuto, per il suo sguardo freddo e irascibile.
Il suo amico più caro, Dwalin, era simile a lui, ma era molto leale nei suoi confronti.
Poi, c’era Bofur, l’amico giocherellone e burlone. Dwalin, a volte, lo fulminava con lo sguardo pur di farlo smettere.
Ori era il ragazzo più timido, un secchione, ma grazie ai fratelli Dori e Nori, entrò a far parte del gruppo di Thorin, e ciò valeva anche per Oin, Gloin, Bifur e Bombur.

Ciao a tutti:)
Eccomi qui con una nuova storia, ambientata nel mondo moderno. Cosa ne pensate?
Bilbo è un giovane che proviene da luoghi tranquilli, e in poco tempo si ritrova in un mondo totalmente diverso dal suo, e dovrà affrontare molti ostacoli.
  
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