Capitolo
1-
Destinati
C’erano
riusciti. Ora entrambi erano al riparo,in un luogo sicuro dopo giorni
di
tristezza, dolore, sconforto e paura. La casa incredibilmente pulita,
nonostante l’apocalisse sopraggiunta da tempo, era
sicuramente appartenuta ad
un tizio che faceva il becchino poiché avevano trovato bare,
grandi vasi di
fiori, e sì, anche dei corpi morti.
Non si erano
fatti di certo intimorire però, nulla riusciva
più a farlo, anzi Beth era
rimasta colpita dalla cura con cui i corpi erano stati ripuliti e resi
“umani”
dal proprietario della casa.
I due ora si
trovavano intorno al tavolo della cucina e stavano mangiando.
Daryl raschiava
energicamente la marmellata dal fondo del vasetto che teneva in mano
come se
fosse il piatto più prelibato del mondo quando si accorse
che la ragazza,concentratissima,
stava scrivendo su un piccolo foglietto di carta.
“Che
stai
facendo?” chiese l’uomo incuriosito
“Ma niente…Sto
solo scrivendo un piccolo ringraziamento al padrone di questa casa,sai,
per
quando tornerà”
“Potremmo
restare per un po’..Finche la tua caviglia non
starà meglio”
Intanto
che gli
parlava riusciva solo a pensare alla notte precedente, erano sempre in
quella
casa ma la situazione era ben diversa: Beth era sfinita dopo giorni di
corsa e
dopo l’incidente con la trappola per conigli aveva la
caviglia gonfissima
e nonostante le mille attenzioni
che gli aveva riservato come portarla in braccio per la
foresta,disinfettare e
fasciare tutto era stato vano: aveva bisogno di riposo.
Dopo aver
controllato che non ci fosse nessuno l’aveva portata al piano
superiore e
l’aveva obbligata a coricarsi
sul letto
così che potesse dormire.
Gli aveva
promesso di restare nei paraggi così si accomodò
sulla sedia a dondolo
nell’angolo della stanza vigile e attento.
Guardò più volte
attraverso i cartoni che aveva attaccato ai vetri della finestra per
monitorare
gli erranti ma gli occhi si posavano sempre nello stesso punto: su
Beth. Era bello
vederla riposarsi così dopo tutto quello
che aveva passato,aveva perso suo padre ed era stata annientata dal
dolore,
dunque vederla calma e rilassata lo ripagava di tutte le fatiche e la
stanchezza che gravavano sulle sue spalle,facendole svanire.
“Davvero?
Quindi
allora pensi che esistano ancora buone persone in questo mondo! Che
cosa ti ha
fatto cambiare idea?”
La scena
successiva fu estremamente rapida: Daryl che si alza
e che va ad aprire la porta di ingresso
pensando al cane senza occhio della stessa mattina e invece
un’orda di erranti
pronti a ridurlo a brandelli era li,ad aspettarlo, così si
girò di scatto
combattendo con la porta e urlando più forte che poteva:
“Beth!BETH!
La
mia balestra!”
Beth
fu veloce,
di corsa ignorando il dolore alla gamba si recò sul retro
con il suo zaino e
prese la macchina ,mise in moto e si diresse all’uscita
aspettando trepidante
che Daryl si facesse vivo.
Passavano i
minuti e lui non arrivava, Beth a quel punto si maledì da
sola:
-Perché non sono
rimasta ad aiutarlo! Ora sta rischiando la vita per me per la
milionesima volta
mentre io sono qui al riparo! Quanto sono stupida!-
Sapeva quanto
era forte, era stata lei a dirgli che sarebbe stato l’ultimo
sopravvissuto di
quel mondo ma aveva
lo stesso paura di
perderlo e per questo non si sarebbe mai perdonata. Anche lei in questi
giorni
era confusa.
Non riusciva a
capire i modi di Daryl: ovviamente lo aveva sempre rispettato sin dal
primo
momento in cui era arrivato alla prigione, aveva ammirato la tenacia
con cui
aveva cercato per giorni la piccola Sofia senza mai arrendersi e si era
molto
commossa quando si era presentato alla sua cella, in prigione, per
dirgli che
Zach non c’è l’aveva fatta dicendogli
che era stanco di perdere continuamente
le persone che lo circondavano ma ora Beth iniziava a nutrire un
sentimento più
forte per l’arciere che non riusciva a spiegarsi.
Sarà stata la
confessione che gli aveva fatto in lacrime, sarà stato il
modo in cui la
proteggeva o l’intesa e lo scambio di sguardi che
c’era stata la notte in cui
bruciarono la casa insieme ma era certa che tra loro due stava nascendo
un
forte legame. Non poteva stare lì. Doveva andare.
Si stava già
precipitando fuori dal veicolo per raggiungerlo e combattere al suo
fianco
quando lo vide: Ce l’aveva fatta! La stava raggiungendo! Era
senza fiato,
coperto di sangue di erranti,sudato e sporco ma l’importante
era che fosse
vivo.
Beth accese il motore mentre
Daryl sbatteva la
portiera e si
precipitava sul sedile di
fianco al guidatore.
“Parti!
Ne
abbiamo un’altra dozzina alle calcagna!”
Senza
indugiare
Beth premette l’acceleratore spingendo la macchina verso una
meta sconosciuta.
Ma quella non era importante, l’importante è che
erano insieme e che entrambi
stavano bene.