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Autore: MedOrMad    15/09/2015    8 recensioni
Data di scadenza: anche al maschio succede.
A volte anche i signori maschietti devono rispondere alle richieste di mamme e nonne: capita anche a loro di domandarsi se i loro girini siano destinati ad atrofizzarsi. E a mali estremi, estemi rimedi!
Se a 33 anni fai l'informatico e tua nonna ti incoraggia a scrivere un annuncio matrimoniale, forse essere single in eterno è scritto per te nelle stelle. Oppure accetti il consiglio di un amico e... ti iscrivi ad un sito online.
Dal Testo:
A 33 anni Gesù è morto single, no? Augurandomi di andare oltre i 33, morirò single anche io. Per lo meno di questo è assolutamente certa mia nonna, la quale mi ha supplicato di pubblicare qualcosa sulla pagina degli annunci matrimoniali prima di farla morire di crepacuore.
Voleva che includessi maschi e femmine nelle preferenze:
«Se ti piace il fuco invece della fuca, va bene lo stesso. Non ascoltare tua madre. Andiamo in Spagna a fare il matrimonio, ma trovati qualcuno prima che io mi essicchi!».
«Nonna, non si dice fuca.»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Data di scadenza: per lui e per lei'
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Nota: Questa è una one-shot indipendente da altri testi ma, per capire meglio e per completezza, sarebbe meglio leggere la one shot intitloata "Data di scadenza": alcuni personaggi e concetti, infatti, provengono da quella storia.
Anche questa nasce come una one-shot, ma l'idea originale era di una storia di qualche capitolo (3 o 4): non so se l'ispirazione mi assisterà, però...


 

Data di scadenza: anche al maschio succede.
“It’s a match!”

 
 
“Uomo, 33 anni.” 
Come Gesù quando morì. Sono alla frutta. 
“Bella presenza” 
Bella presenza non va bene. Bella presenza vuol dire brutto, ma che non fa vomitare. E le donne lo sanno.
“Lavoro stabile” 
Forse devo dire quale lavoro. Stabile potrebbe non attirare molto; magari vogliono il brivido dell’incertezza. Ma “programmatore informatico” temo evochi immagini costellate di capelli sporchi, acne, action figures e immaturità. E masturbazione. Non che alcune di queste cose non siano veriterire per la categoria, ma non so se è un buon biglietto da visita.
“Cerca compagna, affettuosa, a cui piaccia ridere e …”
Disperata quanto lui. No, così non va, sembra che sto cercando un barboncino. Un barboncino con senso dell'umorismo. 
 
"Uomo, 33 anni. Introverso. Un po’ burbero."
 
È tutto quello che mi sento di scrivere senza sentirmi afflitto da livelli di sfiga inarrivabili. L’annuncio sul giornale è troppo. 
A 33 anni Gesù è morto single, no? Augurandomi di andare oltre i 33, morirò single anche io. Per lo meno di questo è assolutamente certa mia nonna, la quale mi ha supplicato di pubblicare qualcosa sulla pagina degli annunci matrimoniali prima di farla morire di crepacuore. 
Voleva che includessi maschi e femmine nelle preferenze: 
«Se ti piace il fuco invece della fuca, va bene lo stesso. Non ascoltare tua madre. Andiamo in Spagna a fare il matrimonio, ma trovati qualcuno prima che io mi essicchi!».
«Nonna, non si dice fuca.»
«Si dice fica, lo so.»
 
Sentire tua nonna pronunciare la parola fica è qualcosa di indescrivibile: improvvisamente ti convinci che per colpa sua, forse, la fuca smetterà di piacerti e opterai per il fuco. 
 
Appallottolo il post-it sul quale ho provato a scrivere il mio patetico annuncio e lo lancio dritto sulla testa del mio collega, Fernando. 
L’annuncio no. Potevo provare lo speed-date. Potevo gettare l’orgoglio alle ortiche e lasciare che la cugina di mio padre mi combinasse con la sua vicina di casa agorafobica, così non avrei avuto il problema di dover fingere di amare la vita mondana. Ma l’annuncio matrimoniale è troppo. Non ce la faccio. Preferisco giurare eterno amore alla masturbazione. 
 
«Bella presenza nel tuo caso mi pare un azzardo.» interviene alle mie spalle Fernando, avendo l’ardire di prendere per il culo me.
Lui, l’ingegnere informatico che disprezza la sua stessa categoria e che coltiva ancora come sogno nel cassetto quello di hackerare il sistema della Casa Bianca e diventare una celebrità internazionale. Lui, che ha come nick-name Rallegr_ando. Lui, che una volta alla settimana viene in ufficio vestito da Yoda (con tanto di orecchie), perché è sicuro di poter liberare la Forza anche in un “repelli-patata” come me. Lui, che nonostante tutto ciò, a 29 anni è sposato con una valchiria spettacolare, bella da togliere il respiro e intelligente in modo eccitante. Di quelle che ti seducono con il cervello. Quando la vedi smontare un iPhone con dei problemi, smanettarci 23 secondi e ricomporlo come se fosse la cosa più semplice del mondo, ti chiedi se sia inopportuno avere un’erezione per il cervello della moglie del tuo amico più caro.
Lo è, lo so, ma purtroppo il pisello è stupido. Molto stupido. 
 
«Fede, che roba è questa? Sembra un annuncio matrimoniale.»
«È esattamente quello che sembra.»
«Esistono ancora gli annunci matrimoniali?»
«Mia nonna li legge tutte le settimane.»
«Ma sono da disperati!»
«E io che cosa ti sembro?»
 
Fernando si alza dalla sua scrivania: mi gira intorno con lo stesso comportamento di un condor che fa voli concentrici su una carcassa e poi annuncia il suo verdetto. 
 
«Un informatico.»
 
Un informatico di 33 anni, introverso, burbero, di bella presenza che cerca una compagna. 
 
«Lo deduci dal mio sguardo brillante o dal mio abbigliamento da nerd?»
«Fede, non pensi di esagerare? Hai solo 33 anni.»
«Esatto! Trentaré anni e non ho una relazione dal terzo anno di università!».
 
Il mio amico si pietrifica di fronte a me e aggrotta la fronte, mentre i suoi occhi di velano di commiserazione e preoccupazione:
«Non scopi dal terzo anno di università?»
«Certo che scopo!»
«Intendevo nel senso carnale del termine…»
«So cosa intendevi. Scopo… Sporadicamente, ma scopo!» rispondo indignato, oltre che lievemente imbarazzato dal fatto che quello “sporadicamente” è fin troppo ottimistico. Sono anche un po’ mortificato perché, oltre a non scopare in senso biblico da un po’, non scopo il pavimento da altrettanto tempo, ma quello è perfettamente in linea con il mio genere. 
«Con altre persone oltre a te stesso?»
«Sei proprio divertente.»
«Non incazzarti. Ho avuto a che fare anche io con le donne: a volte un uomo deve accontentarsi della sua mano fedele.»
«Fernando…»
«Quando è stata l’ultima volta che hai adorato la Dea Gnocca?».
 
Se credete che il dio Danaro governi il mondo, non siete maschi. La divinità superiore a tutto per noi è quella delizia che le donne tengono nascosta con cura e grazia. Ci pensiamo molto più spesso di quanto dicano le statistiche e ne parliamo con una certa frequenza, ma lo facciamo senza troppe cerimonie. 
 
«Qualche mese fa…» rispondo evasivo, perché confessare da quanto ho davvero fatto (contro la mia volontà) voto di castità, è mortificante. 
 
Noi maschi parliamo del sesso in modo grezzo e crudo; non ci diciamo necessariamente di ogni conquista e se lo facciamo è, in genere, una comunicazione telegrafica. Tipo: «Te l’ha data?», «Sì.» oppure «No.».
La parte emozionale del sesso viene discussa se, e solo se, sono coinvolti i sentimenti e, anche in quel caso, non sono conversazioni troppo arzigogolate. 
 
«Qualche mese è troppo. Esci e scopa.»
 
Ma la verità è che, a prescindere dalla nonna, a 33 anni e con un appartamento mio da 4, ogni tanto penso di essermi stancato di scopare e basta. È indubbio che, finché passerò quasi tutte le serate a lavorare al computer o a girare con i colleghi, trovare l’anima gemella non sarà semplicissimo. 
È anche vero che, per un introverso, la pressione sociale a volte è soffocante. Se sei un informatico introverso, poi, è ancora più difficile. 
Essere introversi per un maschio è una maledizione: in una società in cui è ancora abbastanza radicata l’idea che il primo approccio tocchi all’uomo, l’introversione riduce drasticamente le tue possibilità di accoppiamento. 
Se parlare in pubblico e socializzare consuma enormemente le tue energie, approcciare una donna ti fa liofilizzare le palle dallo stress: le parole si trovano a fatica, passi per uno con dei problemi motori e verbali, e - a volte - con un eccesso di sudorazione. Quando hai la fortuna di riuscire a rompere il ghiaccio, il faccia a faccia ti annienta del tutto e l’immediatezza della risposta (un pre-requisito di qualunque conversazione) è la cosa peggiore cosa che ti possa capitare. Perché, se sei introverso, tutte le risposte brillanti che avresti potuto dare ti sovvengono dopo: arrivano quando rivivi l’interazione nella tua testa e dici “cazzo, avrei dovuto dire così!”. Ma, al contrario, stressato dal dover formulare subito una risposta, hai detto probabilmente delle banalità astrali e ti sei dimostrato interessante come l’erba che cresce.
 
«Sono troppo vecchio e introverso per andare a pasturare.»
«Ad alcune i salami stagionati piacciono.»
«Che classe.»
«Lo so.»
 
Mi convinco che l’imbarazzante conversazione sia conclusa qui e torno allo schermo del mio portatile, riprendendo a scrivere codici per qualche minuto. Poi mi rendo conto che Fernando è ancora in piedi davanti alla mia scrivania: l’unghia del pollice tra i denti e uno sguardo da psicopatico che gli scintilla negli occhi. 
 
«Qualunque cosa sia, la risposta è no» dichiaro con voce asciutta, mentre ancora fisso i caratteri che scorrono di fronte a me. 
«Sei un informatico imbarazzante per non aver pensato tu a quello a cui sto pensando io.»
«Insultarmi in modo contorto non mi farà certo dire sì.»
«È il tuo pisello che ha bisogno che tu dica di sì.»
«No. Non ho ceduto ai ricatti di mia nonna e lei mi prepara le lasagne. Non cederò ai tuoi, maestro Jedi perverso.»
«Tinder.»
«Tinder?»
«Tinder. L’applicazione. Il figa-nei-paraggi-detector.»
«So cos’è Tinder.»
«Non puoi non trovare una donna con Tinder.».
 
È difficile, tra maschi, ammettere che sei interessato a qualcosa di più del sesso: noi siamo cavernicoli, uomini duri che rifuggono i legami duraturi. Noi siamo i conquistatori, gli eterni ragazzini, quelli distaccati e che vogliono la loro libertà. Per un momento - più o meno breve - della vita, noi maschi siamo tutto questo: però a volte succede che, improvvisamente, tutti i tuoi amici hanno cominciato a sposarsi e alcuni parlano di bambini, di cambiare la macchina, di non poter uscire perché devono incontrare i futuri suoceri. E quando quello accade, ti rendi conto che non ti dispiacerebbe avere qualcuna di queste cose. Capisci che vorresti trovare qualcuno che le vuole con te, queste cose; qualcuno che non ti chiede di buttare via la Play Station, di portare la giacca la domenica a pranzo e di cambiare canale quando guardi The Walking Dead. Pensandoci, allora, capisci che, probabilmente, oggi sono poche le donne che ti chiederebbero di fare certe cose e che, forse, questa idea te la sei piantata da solo nella testa per giustificare le paure che avevi. Di impegnarti. Di restare da solo. Di diventare grande. Di diventare vecchio. 

«Non ho alcuna intenzione di mettermi in vetrina su Tinder.»
«Happn?»

Quella non so neanche come si pronunci. E, se non sbaglio, ti mostra solo le persone che incroci in un tot di metri: se non esco di casa, al massimo, posso incrociare la mia portinaia 72enne.
«No. Mi sembra di usare il catalogo del sesso: rasenta la prostituzione.»
«Te la danno gratis, mica la paghi!»
«Non capisco come un microcefalo come te possa essere sposato. Tu hai trovato una compagna per la vita, mentre io sembro destinato a morire solo.»
«Quanto sei drammatico.»
«Lasciami lavorare, ora.»

Sia maledetta mia nonna e le sue lasagne.

Non ho bisogno di una compagna e non ho bisogno di una donna. Cioè, forse ogni tanto ne ho bisogno e non sono proprio un abile seduttore, ma non mi vesto più come un tredicenne e l’attenzione di qualche femmina l’ho sempre attirata. Prima o poi troverò la persona per me. Forse. Prima di ammuffirmi e che il mio pisello perda ogni capacità di mettersi sull’attenti. Oddio, non voglio pensare a quel giorno. Se penso a quel giorno, non posso fare a meno di pensare anche al fatto che devo trovare una donna con cui sfruttare il mio pisello prima che esaurisca tutte le sue cartucce: non posso aspettare in eterno. Non posso arrivare a trovare una compagna quando lui non si accorgerà neppure della presenza di una vagina nel raggio di 250 metri.

Fernando si ritira, apparentemente sconfitto, e - nel giro di pochi secondi - sento il rassicurante rumore delle sue dita sulla tastiera.
Solo ore più tardi scopro che, in realtà, il mio amico aveva solo simulato la ritirata. Sto caricando la lavastoviglie quando dal mio portatile giunge il noto rumore che mi annuncia l’arrivo di una mail.

Oggetto della mail: Fare, o non fare. Non c'è provare.  –Yoda-

“Giovane Skywalker,
la paura è nemica della Forza. Data la tua incapacità di guardare dentro di te, il tuo maestro ha agito al posto tuo. Sei stato iscritto a Tinder e Happn. Ora devi solo compilare i tuoi profili e agire. Data la tua natura di uomo di scienza e matematico, mia moglie ha suggerito di iscriverti anche a OkCupid: quello usa un algoritmo per trovarti la gnocca. È scienza. Fatti un profilo e, per l’amor del cielo, trovati una donna prima che i tuoi spermatozoi si polverizzino.”.


In allegato c’è un documento con segnati il nome utente e la password per ciascuno dei siti. Il file, ovviamente, è stato rinominato da Fernando come “May the Force be with you”.
 
Resto a fissare inebetito la mail per qualche minuto, chiedendomi se sia più patetico l’annuncio matrimoniale o il sito di dating online.
Ma sono un uomo di scienza e, quindi, chiedo l’aiuto dell’amico Google e inizio a documentarmi. Non significa che io stia seriamente considerando di accedere a quei siti con le credenziali create dal mio amico idiota: faccio ricerca per pura curiosità.

Qualche ora più tardi, la curiosità mi è sfuggita di mano e mi trovo a rispondere a un questionario creato da OkCupid: il sito millanta di utilizzare un algoritmo per calcolare la percentuale di compatibilità tra gli utenti sulla base delle risposte date al questionario.

«Non posso credere di averlo fatto davvero, » borbotto accarezzando quella bestia satanica del mio gatto, Homer.

La schermata cambia all’improvviso e mi viene chiesto di compilare un lunghissimo profilo: clicco su “skip” e proseguo nella registrazione.
Mentre cerco una foto da caricare, rifletto su cosa penseranno quelli che incapperanno nel mio profilo: che sono un morto di gnocca? Che sono un pazzo? Che sono una donna che si finge maschio per punire le traditrici? Che sono lì per scopare? Che voglio sposarmi a tutti i costi?

Scelgo una foto in cui non sono esattamente riconoscibile (non lo sono per niente) e proseguo nel rispondere al dettagliatissimo questionario, scoprendo che è praticamente infinito. Le domande spaziano dalle credenze personali, religiose e etiche, alle preferenze e abitudini sessuali e un’ora dopo mi rendo conto che mi sto divertendo troppo a rispondere ai quesiti: improvvisamente mi sono lasciato distrarre dal mio obiettivo principale.
Compilo il profilo senza pensare troppo a quello che scrivo, cercando di apparire esattamente come sono: un trentatreenne informatico, introverso e a tratti scorbutico, che vorrebbe incontrare qualcuno di interessante prima che la sua riserva di testosterone scada inesorabilmente. Ed è quello che scrivo.

“Sei qui per: colpa di mia nonna.
Cosa cerchi: sesso casuale, un’amicizia, una relazione a lungo termine, una relazione a breve termine.

Contro il mio buon senso, segno tutte le opzioni: non voglio precludermi niente e non vorrei dare l’impressione sbagliata.

“Contattami se: Sei disperata come me.”

No, scherzavo.

“Se sei stata costretta anche tu da un amico a iscriverti a questo sito. O se le circostanze della tua vita ti hanno portato a pensare che, forse, l’online dating possa essere un modo come un altro di incontrare una persona interessante. Se sei scettica e temi che questo sarà l’ennesimo buco nell’acqua, contattami: potremo sempre criticare insieme la società gretta e materialista che ci ha costretti a ricorrere a certe soluzioni.”


Nei tre giorni successivi ricevo qualche messaggio sgrammaticato da donne con cui avrei una percentuale altissima di compatibilità e che, dopo una breve interazione, smettono di rispondermi. Almeno due di queste sono certo siano delle prostitute. Non che la cosa mi stupisca o mi mortifichi più di tanto, ma, per questa ragione, decido di aggiungere al “contattami se” in maiuscolo: SE NON SEI UNA ESCORT E SE NON OFFRI SESSO A PAGAMENTO.

A breve mi dimentico di questo inutile sito e riverso tutta la mia frustrazione su Fernando, spiegandogli che in me anche la Forza ormai è scaduta.
Finché una sera la mia casella di posta elettronica si illumina con una mail: “Messaggio da Monica_Geller.”.

Monica Geller? Come quella di Friends?

Accedo al sito dal pc e vado a visitare il suo profilo. Monica non ha caricato nessuna foto sul suo profilo, il che non è un buon segno, ma decido comunque di cedere alla curiosità.

“Su di me: Ho quasi trent’anni e comincio a pensare che la data di scadenza della mia vagina sia vicina. Non sono pazza. Ho senso dell’umorismo. Tutte le mie amiche sono sistemate e non hanno più nessuno da presentarmi. Mi sono iscritta perché la mia coinquilina Tessa pensa sia una buona idea. Se l’esperimento fallirà, Tessa non sarà più la mia coinquilina.

Sei qui perché: “Da consumarsi preferibilmente entro” non è più molto rassicurante.

Contattami se: Provi pena per Tessa e non vuoi che venga sbattutta in mezzo a una strada. Se non sei un maniaco, non mi chiederai soldi, hai smesso di pensare che il sesso senza legami sia il senso della vita. E se pensi che l’apparenza non sia tutto.”.


Non capisco la metà delle cose che ha scritto, ma il suo profilo mi incuriosisce. Sembra una donna simpatica; o è una persona divertente, oppure le manca qualche rotella. Ma, visto che con le Escort penso di avere toccato il fondo, Monica e il suo comico profilo mi sembrano meravigliosi. Mi faccio coraggio e leggo il suo messaggio:
 
“La tua riserva di testosterone sta per scadere davvero? Magari ha la stessa data di scadenza della mia vagina! Non sono psicolabile, forse è bene che lo ribadisca… Scusa, non sono partita benissimo, ma questo posto mi rende nervosa. Non offro sesso a pagamento… Non che ti stia offrendo sesso gratis. Non offro sesso. Punto. Per ora, almeno. Hai scritto di contattarti se pensavo che questo fosse l’ennesimo buco nell’acqua. Lo penso. E il tuo profilo era divertente. Addio.”.

Leggendo il suo messaggio non riesco a trattenere una risata: questa donna sembra confusa quanto me e le mancano completamente le basi della comunicazione online.

Torno sul suo profilo e clicco sulla stellina per dichiarare che il suo profilo mi piace. Sul mio schermo appare un riquadro che dichiara: “She liked you back! It’s a match!”.
Poi mi faccio coraggio e rispondo al suo messaggio.

“Ciao Monica_Geller, quale sarebbe la tua data di scadenza?”

Io e Monica abbiamo una percentuale di compatibilità piuttosto scarsa. Forse mi sono appena imbattuto in una psicopatica o, più probabilmente, Monica_Geller abbandonerà definitivamente il sito prima di leggere la mia risposta, ma in fondo che cosa ho da perdere? Se, come crede Monica, la sua vagina scadrà, è il caso che consideri davvero l’ipotesi che anche il mio amichetto laggiù tra qualche anno avrà perso la sua Forza. E allora, perché non provare… Come dice Fernando, Che la Forza sia con me ancora per un po’!


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A/N: Era da più di un anno che non riuscivo a scrivere. So che alcuni avrebbero preferito un aggiornamento della mia long e mi dispiace di cuore di non essere ancora riuscita in quella impresa. Sfortunatamente l'unico flash di ispirazione che si è palesato alla mia presenza è stato questo.
Tornare a scrivere dopo tutto questo tempo è stato, per me, una specie di miracolo. Probabilmente un miracolo che non si ripeterà e che è molto più scadente di quello che avrei voluto... Ma non di meno è stato un evento inatteso. Così inatteso che, se non avessi pubblicato subito questa one-shot, quasi sicuramente avrei finito per cancellarla. Non ho, per questa ragione, avuto il tempo (e, soprattutto, il cuore) di chiedere alla mia meravigliosa Beta Letizia di betarlo. È stato un colpo di testa e, come tale, è stato pubblicato cercando di non farmi troppe pippe mentali.
Senza gli incoraggiamenti e l'entusiasmo di Chiara, Cristina e Paola (alla quale devo anche parte delle info su queste simpatiche applicazioni: grazie, mia adorata!), non solo non avrei neppure provato a aprire un documento vuoto, ma avrei cancellato tutto senza pensarci due volte.
Quindi, grazie di cuore a tutte... E grazie a chi ha voluto usare parte del proprio tempo per leggere questa assurdità.









 
 
   
 
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