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Autore: Julsss_    16/09/2015    3 recensioni
SUPERWHOLOCK.
E se, per caso, in un momento di noia, l'arcangelo Gabriele coinvolgesse i fratelli Winchester, Castiel, il Decimo Dottore, Sherlock e Watson in un'avventura pericolosa chissà dove?
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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A TRICKSTER GAME
 
























Capitolo 0 

Prologo:
The Game begins











Rullo di tamburi, luci bianche puntavano il sipario del grande palco scenico rosso carminio, e da un altoparlante, una voce dichiarò: 
 « BUONA SERA GENTE E BENVENUTI AD UN NUOVO TRICKSTER GAME ! »
La folla acclamava impazzita, ma la platea era completamente buia, non c’era nessuno, solo voci che arrivavano da chissà dove.
« SIETE PRONTI PER ACCOGLIERE L’ARCANGELO PIU’ PAZZO CHE CI SIA? IL SOLO, L’UNICO, L’INIMITABILE, IL GRANDE… ARCANGELO GABRIELE ! »
 L’arcangelo Gabriele entrò sul palco inchinandosi e salutando con fare da divo.
Era vestito in modo stravagante: cappello da cow-boy di feltro marrone, una camicia a fondo bianco con disegni rossi all’interno del jeans scuro, stivali a mo’ di far west, e per finire, il suo segno di riconoscimento: i lunghi baffi arrotolati all’insù.  
« Grazie, grazie, troppo buoni » disse l’arcangelo compiaciuto.
Invitò ad abbassare la voce.
« Prima di andare avanti col gioco, volevo dirvi che ci sono stati dei cambiamenti »
La folla fischiò in segno di disapprovazione.
« No, no, no! Non temete! » esclamò titubante.
 « Sarà ancor più divertente! La settimana scorsa, ci sono state molte perdite nel mondo umano, e siccome sono di cuore, ho deciso di movimentare il gioco coinvolgendo, non una, non due, ma ben tre galassie, con esseri di tutti i tipi. CI SARA’ DA DIVERTIRSI, GENTE! »
La folla acclamò ancora una volta le parole dell’arcangelo.
« Luci prego! » alzò le braccia e chinò il capo all’indietro con uno slancio.
Luci furono! I quattro riflettori colpirono il sipario. Non c’era ancora nessuno.
« Adesso, inizierò a presentare i sei fortunati del… TRICKSTER GAME! » annunciò l’arcangelo urlando gioioso e facendo mosse senza un senso.
Il boato acclamava il grande Trickster.
L’arcangelo, con una cartella in mano, iniziò a camminare per il palco e a presentare i concorrenti.
« I primi due concorrenti sono due fratelli umani del pianeta Terra. Conosciuti come “I cacciatori”, il loro motto è “Saving people, hunting things, the family business”. Un applauso ai fratelli SAM e DEAN WINCHESTER ! »
Un grande applauso accolse i fratelli che comparvero all’improvviso sul palco. Erano storditi, si guardarono attorno, ma non videro niente, solo buio. Si guardarono negli occhi con aria sorpresa quanto allarmata. Dean indossava la sua solita giacca di pelle marrone, la maglia nera, il jeans scuro e l’immancabile amuleto al collo. Sam aveva una camicia a quadri di un celeste chiaro, con righe marroni e un jeans semplice.
« Dove siamo, Dean? » disse Sam agitato.
« Cosa vuoi che ne sappia, Sam? » disse Dean girandosi poi verso il Trickster.
« C’è il tuo zampino, maledetto Trickster! Ma non eri morto? » chiese Dean.
« Io non muoio, mio caro Dean Winchester. Mettitelo bene in testa! Ma andiamo avanti, non rovinarmi la festa! » disse seccato.
Dean guardò Sam. Non potevano muoversi, non potevano andare da nessuna parte, né scappare. Ci aveva provato Sam, ma si accorse che erano circondati da un muro invisibile.
« Il prossimo concorrente è un guerriero delle truppe angeliche, un angelo del Signore. Ecco a voi CASTIEL! »
Castiel comparve sul palco abbagliato dalle luci. Mise la mano destra davanti agli occhi, si voltò e vide Dean. Tolse subito la mano dal viso, cercò di andargli contro, ma sbatté l’intero corpo contro il muro invisibile. Nemmeno lui poteva muoversi. Non vi era via di scampo.
« Dean, ma cosa succede? Dove siamo? » chiese Castiel ancora stordito.
« Perché chiedete tutti a me? Non sono mica un indovino! » disse Dean con tono furente.
Il Trickster riprese le presentazioni
« Il prossimo concorrente è conosciuto per avere due cuori, non è umano. E’ l’ultimo della sua specie. Direttamente dal pianeta Gallifrey, signori e signore, il Signore del Tempo, il DOTTORE! »
Un grande boato attraversò la sala, ma del Dottore, nessuna traccia. Il Trickster aveva una faccia sorpresa, non sapeva cosa stava accadendo, forse qualcosa era andato storto.
« Signori e signori forse c’è stato un contratt…» non riuscì nemmeno ad ultimare la frase quando cominciò a turbinare, al di sopra di loro, un vortice, dal quale sbucò una cabina blu della polizia britannica degli anni ’60. Perdeva del fumo. Continuò a volare girando su se stessa al centro della platea finché non atterrò sul palco.
Tutti i presenti avevano lo sguardo rivolto alla cabina che si era posata sul palco. Nessuno parlò.
La porta della cabina si aprì e dall’interno uscì del fumo bianco. All’improvviso si intravide un uomo. Uscì dall’abitacolo. Si fermò senza guardarsi attorno, prese i suoi occhiali da vista dal taschino della giacca e l’indossò. Cominciò a guardarsi attorno con fare curioso.
« Dove sono? Questa non è Barcellona! » esclamò il Dottore sorpreso.
Il Dottore all’apparenza sembrava un comune umano. Alto, snello, capelli castano scuro sistemati all’insù, due grandi occhi marroni e il viso magro e allungato. Indossava, al di sopra del completo gessato marrone, un cappotto lungo color sabbia, una camicia bianca, una cravatta marrone scuro con piccoli disegni quadrangolari blu e delle converse bianche.
« Oh no! » si agitò il Trickster. « Tu sei la decima versione, io volevo l’undicesima! ».
Il Dottore si voltò alla sua sinistra. Vide l'uomo dall'aria buffa e fece un sorriso. 
« Hai incontrato la mia undicesima rigenerazione? Wow, viaggi nel tempo? E com’è? Ha i capelli rossi? A proposito, sono il Dottor… » anche lui, coll’idea di raggiungere l’arcangelo, andò a sbattere contro il muro invisibile.
« Che stregoneria è mai questa? » disse il Dottore prendendo il suo cacciavite sonico.
Usò il cacciavite per analizzare la materia del muro. Non disse una parola, poggiò solo il pollice e indice della mano destra al mento, pensieroso.
« Sei un dottore, curi le persone ? » gli domandò Castiel.
Il Dottore si girò alla sua destra, dove vide un uomo che indossava un trench beige, un completo nero elegante, una camicia bianca e una cravatta lucida blu. L’uomo era alto e snello, aveva occhi di un celeste brillante, sembravano come il cielo.
« No, le aiuto » rispose con fare serio.
Gabriel fece sparire il cacciavite sonico e il T.A.R.D.I.S. dal palco con un sol schiocco di dita.
« Ehi tu, ma chi diavolo sei? Come hai osato far sparire il mio cacciavite e il mio sexy TARDIS? » disse il Dottore urlando contro il Trickster.
Dall’altro lato, Dean scoppiò a ridere per quello che aveva detto il Dottore.
« Hai sentito, Sam? Quel tipo ha detto che la cabina è sexy! » esclamò facendosi una risata e aggiunse sottovoce « Non sa cos’è veramente sexy! » guardando Castiel. 
Castiel lo guardò con aria innocente, abbassando il capo sulla sua sinistra, come faceva di solito quando non capiva qualcosa.
Il Trickster iniziò ad innervosirsi per via del chiacchiericcio che creavano i suoi concorrenti.
« SILENZIO! » urlò esasperato.
Tutti seguirono il comando, ripresero le presentazioni.
« E adesso, gli ultimi concorrenti! Direttamente da Londra, il più grande investigatore privato e il suo assistente. I signori SHERLOCK HOLMES e il DR. JOHN WATSON ! » ultimò.
La folla applaudì. Comparvero gli ultimi due concorrenti: Sherlock comparve intento a suonare il suo violino, vestito con uno smoking nero e una camicia bianca sbottonata al collo, mentre Watson, era in poltrona a leggere il quotidiano di Londra. Indossava un maglione color ghiaccio sporco, e dallo scollo, fuoriusciva una camicia blu scuro. Sherlock si fermò e si guardò attorno allarmato.
« John! Stamattina hai scambiato la cocaina al posto dello zucchero per caso? » chiese Holmes perplesso.
« No, magari avessi messo la cocaina, a quest’ora saresti stato più simpatico » rispose Watson leggendo ancora il quotidiano senza distogliere lo sguardo.
« Questa non è la nostra casa, John! » urlò Sherlock.
John, data l’isteria di Holmes, iniziò a pensare che forse aveva davvero messo la cocaina nel tè. Finalmente alzò lo sguardo e vide la platea vuota avvolta nel buio. Con uno slancio, si alzò dalla poltrona agitato. 
« Oh mio Dio! Lei è Sherlock Holmes! Sono un suo grande fan! » disse il Dottore stupefatto.
« Ehm…grazie, lei è…? » chiese Sherlock.
« I'm the Doctor ! Nice to meet you* »
« Doctor? Doctor Who?* » domandò Sherlock incuriosito.
« Only Doctor. I'm an alien, I'm a Time Lord* » affermò il Dottore.
Sherlock si voltò alla sua sinistra e si rivolse a Watson.
« Mi sa che la cocaina l’ha presa questo qui » suppose Sherlock.
Non immaginava chi potesse essere il Dottore. Non aveva potuto vedere il modo in cui era comparso col TARDIS sul palco, quindi gli sembrava solo uno strano e pazzo uomo. 
Il Trickster fece sparire il violino e la poltrona, dopodiché riprese la presentazione. Era giunto il momento di spiegare per cosa erano stati scelti. Il Trickster spiegò ai ragazzi che sarebbero stati teletrasportati su altri pianeti della galassia con un solo scopo: SOPRAVVIVERE!
Su ogni pianeta avrebbero incontrato moltissimi ostacoli e tantissime altre forme di vita che avrebbero lottato per cacciarli dalla loro casa. Avrebbero avuto, come punto di riferimento, una sola mappa da seguire per trovare le varie vie d’uscita e le armi da poter utilizzare per sconfiggere i nemici. Ciascun partecipante ha un totale di dieci vite, e ogni qual volta, uno di loro disgraziatamente perdesse la vita, sarebbe rinato e continuerebbe a giocare. Una volta ultimate le vite si è morti per sempre.
Un gioco crudele che veniva fatto dall’arcangelo per noia, gli piaceva mettere a rischio la vita delle persone, soprattutto quelle di Sam, Dean e Castiel, ma questa volta aveva osato a molto di più: un alieno e altri due esseri umani.
I concorrenti protestarono per la crudeltà del gioco e ricoprirono di insulti il presentatore, ma non ci fu niente da fare: l’arcangelo annoiato aveva già deciso il loro destino.
Una volta conclusa la spiegazione, il Trickster, con uno schiocco di dita, aprì le botole sottostanti ai concorrenti, i quali scivolarono sotto al palco.
Non avevano idea di cosa stesse succedendo. Scivolarono all’interno di sei grandi tubi neri, uno per ogni concorrente, alla massima velocità. Dopo circa un minuto, videro tutti una luce, segno che il tunnel stava per concludersi. Sfrecciarono fuori come delle saette e caddero in dell’acqua calda e putrida di un lago non molto grande.
I concorrenti nuotarono verso la riva, solo Castiel non sapeva nuotare; iniziò a dimenarsi in acqua impazzito, con la paura che gli impediva di ragionare. Gli altri stettero a guardare la scena mentre Dean e Sam si erano giù rituffati per aiutare l’amico in difficoltà.
« Cas! Cas! Calmati, ci siamo qui noi! » urlò Dean preoccupato. L’afferrarono per il trench e lo trascinarono sino a riva. Una volta usciti, stritolarono i loro indumenti mentre si guardavano attorno stupefatti. Intorno a loro una grande e fitta foresta li circondava.
« Com’è possibile che un Trickster riesca a fare tutto questo? » si chiese Sam guardando in alto.
« Non l’hai ancora capito, Sam? Questo non è un semplice Trickster. E' Gabriele, mio fratello! » affermò Castiel.
« Gabriele? Non sarà mica l’arcangelo? » chiese Dean.
« Esatto » esclamò Castiel preoccupato.
« Ecco perché non l’abbiamo ucciso! » aggiunse Sam stupito.
In effetti, l’ultima volta che avevano provato ad ucciderlo, lo fecero in un teatro con un paletto di legno dritto al cuore. Il Trickster sparì, sembrava ormai sconfitto, ma questa storia li convinse che non era affatto così.
Dall’altra parte c’erano i due investigatori e il Dottore. Sherlock non poteva credere a quello che gli stava accadendo, così come Watson. Guardavano meravigliati l'oscuro paesaggio davanti a loro.
« Ditemi che sto sognando! » esclamò Sherlock incredulo.
« Mi dispiace ragazzo mio, ma questa è la pura realtà! » disse il Dottore « Devi affrontarla » ultimò asciugandosi gli occhiali da vista col capo chinato in avanti.
Holmes e Watson erano increduli. Non avevano mai vissuto qualcosa del genere. Forse la cosa più eccitante, che avrebbe potuto eguagliare a questa, era la leggenda del Mastino di Baskerville.
Holmes ne era affascinato e aveva deciso di intraprendere quest’avventura, al contrario, Watson era spaventato, forse avrebbe potuto aiutarlo la sua esperienza in battaglia.
Per il Dottore invece, era un’avventura come le altre, era abituato e avrebbe cercato in tutti i modi di riavere il suo TARDIS e di aiutare a sconfiggere l’arcangelo con i suoi nuovi compagni.
Ed infine, per Sam, Dean e Castiel tutto questo era una novità; avevano passato una vita a combattere contro demoni, mutaforma, wendigo, vampiri e tante altre perfide creature, e per loro, questa sarebbe stata una grande sfida.
Una campana iniziò a suonare. Il gioco doveva iniziare. 
Dall’altra parte dell’universo l’arcangelo dichiarava:

  

« SIGNORI E SIGNORE, CHE IL TRICKSTER GAME ABBIA INIZIO! »










Note:
* = Ho lasciato le parole in inglese perché sono tratti importanti dei personaggi.
   
 
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