WHEREFORE ART THOU ROMEO?

Tom era una persona diplomatica. Lo sapeva lui così come chiunque potesse affermare di conoscerlo bene; non era neanche permaloso, eccetto quando si menzionavano in maniera offensiva la madre e le sorelle. Ma per il resto era decisamente diplomatico.

Eccetto quando si trattava di Adele.

Non era una novità che sragionasse come uno scemo quando si trovava in sua compagnia, specialmente dopo qualche bicchiere di troppo a delle feste o quando notava che sì, dannazione, quel certo vestito le calzava a pennello; era praticamente ovvio quando l'ascoltava parlare di scavi archeologici, reperti trovati e ossa disseppellite – al solo pensiero rabbrividiva, ed era sempre stato coraggioso quando guardava film horror, lui! – ma era verità altrettanto inconfutabile che sragionasse quando si toccava l'argomento Shakespeare.

E che accadeva sommando le variabili party – Adele – Shakespeare?

Un vero disastro.

Ah, no, stavolta lui era totalmente innocente – totalmente, Thomas? Ma per favore – o almeno in parte; aveva soltanto risposto a delle provocazioni riguardanti Romeo e Giulietta, e Adele era troppo, troppo cinica quando si parlava d'amore, quindi la storia d'amore per eccellenza veniva bistrattata – e lui proprio non comprendeva questo punto.

Come poteva una ragazza così giovane smontare senza battere ciglio una delle coppie più amate al mondo?

“Amore perfetto? Due persone che si sono incontrate una volta sola e decidono di sposarsi? Bell'affare.”

Avrebbe potuto lasciare cadere la questione, invece la fiamma dell'orgoglio del dover salvare la reputazione del sommo maestro aveva bruciato ogni neurone sano – sul serio, doveva smetterla di bere e poi affrontare un argomento mastodontico qual era Shakespeare, perché puntualmente si ritrovava a straparlare mettendo in mezzo altri autori. Questa volta era toccato all'italiano Dante e al suo amore per Beatrice, e la discussione aveva preso connotati da Terza Guerra Mondiale. O da finale di Mondiali di calcio, considerando i numerosi falli e calci di rigore battuti sia da lui sia da lei – sostenitrice del poeta, ovviamente, dato che l'aveva anche studiato per un esame universitario.

Un vero peccato che una partita non contasse il numero di goal falliti verso la riappacificazione, perché in quel caso li avrebbe visti vincitori.

Risultato? Broncio rilevato in entrambe le squadre e mutismo che durava da quasi un giorno – oltre ad un mal di testa allucinante da parte sua, anche se lo reputava conseguenza della notte insonne.

Tom aveva infatti trascorso buona parte della notte a rimuginare e, calmo, aveva analizzato ogni aspetto con occhio critico constatandone stupidità e infantilità; si era altresì immedesimato in Adele scandagliando il suo punto di vista arrivando a capire che sì, dopotutto lo comprendeva. Non si era mai vergognato né si era mai lambiccato così tanto alla ricerca di un'idea per porre fine a quell'inutile Guerra Fredda ma, per fortuna, la soluzione si era presentata nel primo pomeriggio mentre navigava in internet.

Aveva riso e scosso la testa dandosi dello stupido per non averci pensato prima, ed aveva chiamato un suo amico perché potesse aiutarlo. Poi, finalmente, era scapicollato a casa delle ragazze – e lì il senso di colpa si era ingigantito tanto da fargli mancare l'aria come se un serpente gli avesse stretto le costole.

Susan – che la sera prima aveva rinunciato quasi subito a cercare di farli ragionare ma si era dilungata una volta presi in disparte, separatamente – l'aveva salutato con trasporto e, quando le aveva casualmente chiesto dove si trovasse Adele, gli aveva semplicemente risposto che era al museo e forse avrebbe tardato – senza chiedergli nulla sulle sue intenzioni. Forse erano palesi.

Dopo aver annuito si era diretto in salotto mentre la fidanzata era tornata un attimo in camera per finire di prepararsi e lì, sul basso tavolino di fronte al televisore, aveva intravisto qualcosa; avvicinatosi, aveva scoperto essere un dvd ed aveva trattenuto uno sbuffo divertito leggendo il titolo ed il post-it attaccato alla superficie lucida della custodia.

Si trattava di Romeo e Giulietta – la versione di Zeffirelli, uno dei numerosi pezzi della collezione di Adele – ed il messaggio recitava un tranquillo “Lo guardiamo stasera?” nella sua grafia piccola e disordinata. Un dolce sorriso si era fatto spazio e una mano si era infilata verso la tasca del giubbotto di pelle, dove ne aveva estratto un dvd di una parodia proprio di quell'opera. Presi penna e post-it giallo aveva scritto la sua risposta con un altrettanto tranquillo “Certo, e poi guarderemo questo” a sancire definitivamente la pace.

Mi farà impazzire sul serio, prima o poi, si ritrovò a pensare.

Fu con un dolce sorriso che constatò che, se mai fosse capitato, ne sarebbe stato davvero felice.

CANTUCCINO DELL'AUTRICE

Buon pomeriggio! Ritorno nel fandom – ma scappo subito, ahimè – per pubblicare questa piccola sciocchezza scritta in un momento di pausa tra uno disperato studio e l'altro. Avevo decisamente bisogno di staccare la spina, e Tom e Adele hanno bussato alla porta della mia testa per chiedere un po' di spazio; li ho accontentati, ho fatto male :)? So che è davvero misera, in tutti i sensi! Eppure sentivo il bisogno di pubblicare qualsiasi... cosa. Perdonatemi, vi prego! Non è un granché, lo so bene ^^”.

Spero vi piaccia almeno un pochino e vi auguro una buona giornata. Grazie a chi leggerà e chi lascerà una recensione anche piccina.

Ciao ciao!

P.S. Come sempre Tom non mi appartiene, e quello che ho scritto è frutto solo di fantasia.