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Autore: MiaBlack    20/09/2015    2 recensioni
Rose viene salvata dall vuoto da suo padre e finisce a vivere nell'universo paralelo lontana dal Dottore, lontana dal suo amore. Sono passati due anni da quando si sono detti addio alla Baia del lupo cattivo, Rose si sarà data per vinta o sta ancora cercando un modo per tornare dal suo Dottore e il Dottore l'avrà già sostituita o viaggerà da solo continuando a pensare alla sua Rose.
[Ten/ROse]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, sono una nuova Fan di Doctor Who e ieri sono morta dopo insieme a Rose dopo aver visto l'ultima puntata della seconda stagione... per superare la mia crisi ho dovuto scrivere questo, spero vi piaccia.
l'ho scritto oggi ed ero partita con un tempo presente per poi passare al passato e tornare al presente, insomma sono stata indecisa sul tempo da usare, spero di aver corretto tutte le frasi scusatemi in anticipo. Che altro dire? niente spero vi piaccia.


 
Signora Del Tempo


Il Dottore

Nello spazio infinito tutto si muoveva, nulla rimaneva immobile, ma qualcosa si muoveva più di tutto il resto: una piccola cambina blu della polizia girava come impazzita attraverso l'universo. All'interno l'ultimo Signore del Tempo cercava di scegliere la destinazione della sua prossima avventura, la sua indecisione lo turba, camminava su e giù per il Tardis pensando a dove andare, non aveva mai avuto problemi a scegliere una destinazione, ora invece si muoveva irrequieto dentro il suo completo elegante indeciso. Alla fine però decise, anche se sarebbe meglio dire che non decide, lascia al Tardis il compito di scegliere dove andare. Il Tardis non era solo la sua nave, non era solo un mezzo con il quale si spostava attraverso il tempo, il Tardis era casa sua e anche se era passati due lunghissimi anni, li c'era ancora il profumo di lei, li dentro tutto gli ricordava lei e questo lo faceva soffrire, sapeva che era ora di andare avanti e abbandonare ancora una volta la sua solitudine trovando, magari, un altra persona con cui viaggiare, un altra persona alla quale mostrare le meraviglie dell'universo, ma non c'è la faceva, non ne era ingrado, Rose Tyler, era una delle ragazze con cui aveva viaggiato, una delle tante che aveva incontrato, ma era stata l'unica che lui avesse mai amato veramente.
-Andiamo Tardis, andiamo a salvare un mondo. - il nucleo della nave emise un basso suono, come un lamento, come se anche a lui mancasse la giovane bionda, il rumore si perse nello spazio mentre la cabina blu della polizia spariva nel nulla.

Rose Tyler

Pianeta terra. Città: Londra. Undici di sera. Torre Torchwood.
La torre Torchwood svettava alta tra i palazzi di Londra sovrastandoli tutti, la città sembrava dormire ricoperta da uno strato di neve candida che ancora cadeva lentamente rendendo il paeseggio ancora più suggestivo.
Tutta la città si stava preparando per il giorno seguente, ma mentre tutti respiravano aria di feste, una giovane donna sedeva alla scrivania nel suo ufficio, mentre scriveva un rapporto su quando accaduto quel giorno.
-Rose... - la giovane non alzò nemmeno la testa, si limitò ad emettere un leggero suono mentre continuava a scrivere.
-Rose? Che ci fai ancora qui? - l'uomo che si era fermato sulla porta entrò avvicinandosi alla scrivania.
-Devo finire questo rapporto. - si limitò a spiegare lei senza guardarlo, senza alzare gli occhi sperando che questo inducesse l'uomo davanti a lei a lasciarla sola, ma sapeva che non sarebbe stato così, questo suo comportamento non lo fermò, perché lui la conosceva e sapeva perché in quella notte di festa lei stava li chiusa nel suo ufficio a lavorare.
-Rose tra poco è....- eccola, la parola che avrebbe potuto sconvolgere il suo equilibrio stava per essere pronunciata e lei non poteva permetterlo.
-So che giorno è domani, anzi so che giorno è tra poche ore ed è per questo che sto lavorando, quindi Miky: per favore lasciami in pace. - sapeva che giorno era, lo sapeva fin troppo bene e non voleva sentirlo dire.
-Rose, devi andare avanti! Non puoi vivere così, non sei sola: hai me, tua madre, tuo padre, Rose tuo padre! E ora hai anche un fratello, perché non vai da loro, perché non vai dalla tua famiglia?-
-Lui non è mio padre, mio padre è morto! - si alzò tanto velocemente e con tanta furia che la sedia su la quale era seduta si rovesciò cadendo a terra.
-Parli come lui...- chiuse gli occhi e incassò il colpo, lui, Miky non l'aveva mai veramente sopportato, ne era sempre stato geloso, ma come poteva dargli torto erano fidanzati ed erano felici prima che lui arrivasse a sconvolgere la sua vita e a mostrarle cose incredibili.
-Vattene. - il giovane se ne stava per andare, come lei gli eveva detto, aveva deciso di lasciar perdere, che non ne valeva la pena, ma non prima di dire l'ultima cosa.
-Sono passati due anni e tu sei sempre qui, nello stesso esatto punto dove lui ti ha lasciato, sei qui a struggerti per lui, prendevi in giro Sarah perché non era riuscita a rifarsi una vita dopo aver incontrato il Dottore, ma non è che tu stia facendo di meglio.... e comunque sei sicura che lui, non ti abbia già sostituita con una versione più giovane di te?- parole cattive dette per ferirla, parole che avrebbero potuto essere vere, ma che Rose aveva sempre cercato di allontanare dalla sua mente rilegandole in un angolo nascosto del suo cervello, ora però la verità le era piomba addoso come un macigno. Furiosa per quelle parole Rose afferrò la prima cosa che trovò e la scagliò verso Miky che le da le spalle, aveva voluto ferirla deliberatamente. L'oggetto si schiantò contro la porta frantumando il vetro.
-Vattene ho detto. - se ne andò senza voltarsi lasciandola li, sola con i suoi pensieri.
Sicura di essere rimasta completamente sola Rose corse verso la porta inginocchindosi in mezzo ai frammenti di vetro per recuperare l'oggetto lanciato, un portafoto giaceva a terra con il vetro incrinato nello schianto, ma la foto ancora intera.
-Scusa se ti ho lanciato. - il dito scivolò sul viso dell'uomo, una foto rubata da alcune vecchie registrazioni. La strinse al petto mentre la sua mente cercava di riportare alla mente il ricordo ormai sbiadito di lui, del Dottore.
-Perchè? Perché? - chiese mentre le lacrime scivolano lungo le guancie, le aveva detto che non l'avrebbe lasciata, che non l'avrebbe abbandonata e invece eccola li in mezzo ai vetri sola in un mondo che non era il suo, in un universo parallelo che le aveva salvato la vita, ma che allo stesso tempo la stava uccidendo.
I rintocchi del Big Ben risuonarono per la città annunciando l'arrivo del nuovo giorno.
-La vigilia di Natale Dottore, è già passato un altro anno...-
Quattro anni, erano passati quattro lunghi anni da quando eveva incontrato per la prima volta il Dottore: dei manichini la stavano per uccidere e lui era arrivato con i suoi modi strani, parlando a raffica di cose che lei non capiva, ma salvandole per la prima volta la vita.

Un rumore acuto strappò Rose dai suoi ricordi, il computer aveva captato un segnale alieno, corse verso il computer aspettando che il programma le desse i primi dati, scorse incredula le informazione fino ad arrivare alle coordinate dell'atterraggio, afferrò il cappotto e corse via col cuore che batte all'impazzata e un euforia che non prova da anni, era veramente la vigilia di Natale.
Le coordinate la mandarono nella zona periferica di Londra, lontano dal palazzo dove lavora, ma vicino a dove viveva nella sua realtà. Quando arrivò però non trovò la solita cabina blu della polizia, il sorriso le si smorzò, si doveva essere sbagliata, il suo desiderio di rivederlo l'aveva resa incauta, era corsa verso un alieno sconosciuto senza niente per difendersi.
Rose si strinse nel suo cappotto nero guardandosi attorno cercando di capire cosa fosse atterrato e dove, ma non sembrava esserci niente di strano e lei di cose strane ne aveva viste molte, poi finalmente qualcosa si muove, da quello che sembrava un comune conteiner uscì fuori un uomo che la fissa sorpreso, non aveva l'aspetto che lei si ricorda, ma i Signori del Tempo potevano illudere la morte cambiando il proprio aspetto, lei stesse ne era stata testimone, cambiava il fuori ma i ricordi rimanevano invariati, lei non lo poteva riconoscere, ma lui si.
-Ciao. - la salutò lui, lei sorrise sentì le lacrime pizzicarle gli occhi e la gioia sommergerla, ma poi la porta si aprì nuovamente ed escì una ragazza: piccola, bionda, sembrava quasi una versione di lei più giovane e carina, la gioia scompare, Miky aveva ragione, lui l'aveva dimenticata.
-Dove siamo? - chiese la ragazza guardandosi attorno.
-Dovremmo essere sulla terra. - risponse lui.
-Dottore? - domandò incerta, la voce si incrinava non riesciva a contenere il dolore che prova.
-Io sono il Maestro. - risponse, quel nome lei lo conosce, ne aveva sentito parlare, forse una sola volta, un solo accenno, ma sapeva chi era.
-Un Signore del Tempo. - davanti a lei non c'è il suo Signore del Tempo, ce ne era un altro.
-Come ci conosci? Credevo che la terra non fosse così avanzata in conoscenze aliene?-
Rose scoppiò a piangere per la gioia e il sollievo, lui non l'aveva sostituita.
-Oh, ma guarda l'hai fatta piangere, sei veramente insensibile! - la bionda lo colpì prima di avvicinarsi a Rose per confortarla.
-Entriamo dentro e prendiamo un tea? Ti va? - annuì mentre varcava la porta del Tardis.
Le ci vuole un po' per calmarsi e le ci vuole ancora più tempo per spiegare ai due viaggiatori chi fosse lei e perché conosceva tante cose.
-E così tu non sei di qui? - scosse la testa, la tazza tra le sue mani era ancora calda anche se il tea all'interno si era ormai raffreddato.
-Lui ti ha lasciato qui? - la donna, Marie, sembrava non capire come avesse potuto farlo.
-Non c'è modo di viaggiare attraverso gli universi senza farli collassare. - spiegò tristemente Rose, sapeva quell'era la verità, ma non poteva fare a meno di illudersi che lui sarebbe arrivato a prenderla.
-Ma perché non usare una nave per gli universi? I Signori del Tempo le hanno! Perché non...-
-Nel nostro universo una guerra con i Dalek ha distrutto il pianeta e tutta la stirpe dei viaggiatori, il Dottore è l'ultimo della sua specie.-
-Ne sei sicura? - il Maestro la stava studiando, era diverso dal Dottore, aveva uno sguardo meno folle e spensierato e questo le incute timore.
-Così lui mi ha detto.-
-No, sei sicura di essere umana? - rise e annuì, certo che era umana che domanda stupida.
-Certo! -
-Eppure io percepisco il potere del vortice del tempo, il Tardis stesso ha captato la richiesta d'aiuto di un vortice del tempo e ci ha portato qui. -
-Non è possibile, io sono umana.... - quello che le stava dicendo non aveva senso, se non fosse per il fatto che lei era il lupo cattivo, lei aveva guardato nel cuore del Tardis.
-Ho guardato dentro il cuore del Tardis, ho guardato dentro il vortice del tempo. - ammise più a se stessa che a loro, non ci pensava da tanto, per salvare il Dottore aveva guardato dentro il vortice così che lui potesse leggere il suo desiderio e la portasse indietro e così aveva fatto, lei era tornata da lui e avevano ucciso i Dalek.
-Il Dottore ha assorbito tutto il potere.-
-Sei stata esposta, è dentro di te. Tu sai come si diventa Signori del Tempo? -
-No... - era sempre stata convinta che si nascesse Signori del tempo, e lui non si era mai fermato a spiegarglielo.
-Si guarda dentro il vortice del tempo: alcuni impazziscono, altri scappano, altri invece rimangono ispirati...- Signori del Tempo non si nasce, si diventa.
-Il Tardis non sbaglia mai, siamo qui per aiutarti. Vero? - fu Marie a parlare, mentre il Maestro si limita a guardare Rose studiandola attentamente.
-Allora? - Marie lo incalzò, aspettando che lui dicesse qualcosa.
-Hai guardato dentro il vortice? - non era veramente una domanda, a Rose sembrò più un accusa, una cosa che non avrebbe dovuto fare ma che invece aveva fatto solo per capriccio come per ottenere un tornaconto personale.
-Mi aveva spedito sulla terra e lui era rimasto su quel, coso, a combattere un esercito di Dalek, mi stava salvado la vita a discapito della sua! Non glielo avrei mai permesso, il cuore del Tardis può leggere i desideri e mi ha riportato indietro da lui e abbiamo sconfitto i Dalek. Non l'avrai mai lasciato solo. - quell'accusa la fece arrabbiare, come poteva un perfetto estraneo accusarla di aver guardato il vortice del tempo solo per egoismo.
-Eppure tu sei qui e lui e in un altro universo. -
-Stavo per essere risucchiata neò vuoto! Mi hanno trasportato qui un secondo prima che io morissi. Non l'avrei mai lasciato di mia iniziativa. Io lo amo. - ammetterlo nuovamente le spezzò il cuore, lo aveva detto una sola volta a lui e lui le stava per dire qualcosa di importante, ma il collegamento si era interrotto, da quella volta non lo aveva più detto, aveva provato ad andare avanti ma non c'era riuscita.
-Bene! - l'esclamazione la sorprende tanto quando vederlo saltare giù dal piano dove era seduto, in quel momento, le ricordò il Dottore mentre metteva in moto il Tardi per le loro avventure.
-Aspetta! Avrà una famiglia qui, lascia che la saluti! - intervenne Marie raggiante, gli occhi di lei brillano di felicità.
-Ma certo. Ma certo. Ma certo! Vai saluta tutti e poi torna qui, ti porteremo indietro.-
-Veramente? -
-Hai, ventiquattro ore, è il tempo che ci metteremo per andare a prendere quello che ti serve e a tornare. -
-Grazie! - non riuscì a dire altro prima di correre fuori dal Tardis per raggiungere casa sua, non sapeva ancora cosa avrebbe detto a i suoi genitori: sicuramente Miky si sarebbe arrabbiato, suo padre non sarebbe stato d'accordo, sua madre invece avrebbe pianto, ma lei sarebbe stata l'unica che avrebbe capito la sua scelta.


Dottore

Dopo molto girare era finito sul pianete raxacoricofallapatorius, quando era sceso e aveva riconosciuto il pianeta era scoppiato a ridere, anche se lei non era più fisicamente con lui, lei era sempre con lui e sembrava che non volesse abbandonarlo mai.
Il Dottore aveva appena salvato il pianeta come era solito fare e visto che si trova li era anche passato a vedere come se la stava cavando la loro vecchia amica, in quel momento gli sfuggiva il nome, ma non era mai stato un genio per i nomi, l'importante era vedere che era cresciuta e che ora era una bambina, se così si può definire, allegra e disgustosa, ma non sembrava avere intenti malvagi, con i cuori pesanti di malinconia il Dottore tornò al Tardis pronto ad una nuova solitaria avventura.
-Ciao! -
-E tu che ci fai qui? - qualcuno era entrato nella sua nave, ma non se ne preoccupò, non era pericoloso era solo un impiccione, un impiccione che come lui sente la mancanza di Rose.
-Volevo vedere cosa facevi...-
-Faccio quello che faccio sempre, salvo i mondi. - ammise, non c'era boria nella sua voce, non c'era traccia di ego smisurato, diceva solo quello che faceva.
-E come stai? - chiese ancora il nuovo arrivato, seduto sulle scale che portano al piano superiore del Tardis, il comandate Jack, poteva vedere il suo amico muoversi per la macchina del tempo.
-Sto bene, non si vede? - risponse evitando di guardarlo.
-Sembri solo.-
-Beh... non lo sono. - Jack continuava ad osservarlo, non era sicuro che il Dottore l'avesse fatto coscientemente, ma non gli era sfuggito lo sguardo che aveva lanciato alla maglia rosa che era ancora appoggiata su i comandi del Tardis.
-Hai mai pensato che magari potresti....-
-No. Non ne ho bisogno, sto bene così.... Vuoi un passaggio o te ne vai da solo? - ecco che riappariva quella nuova versine del Dottore: scontrosa, nervosa, aggressiva, non gli piaceva quando si comporta in quel modo, ma quando c'era di mezzo il ricordo di lei non poteva fare a meno di reagire in quel modo.
-Ho ancorato la mia nave al Tardis, se vuoi partire parti, posso andare quando voglio. - e il Dottore lo fece, azionò il Tardis e partì, lontano da quel pianeta sperando di lasciare li anche i ricordi di lei.


Rose

Le ventiquattro ore erano quasi passate, il suo tempo in quell'universo stava per finire, presto sarebbe tornera nel suo mondo, nella sua realtà, ma nonostante dovesse dire addio a tutti non aveva ancora avuto il coraggio di andare a casa.
Erano le dieci di sera della vigilia di Natale, Rose Tyler aveva finalmente trovato il coraggio per incamminarsi verso casa. L'enorme villa che ora ospita la sua famiglia le faceva sempre un certo effetto, non la sentiva casa sua neanche dopo averci abitato per più di un anno. Entrata in casa, Rose sapeva che avrebbe troverato tutti in sala ad aspettare insieme la mezzanotte.
-Rose? Che bello sei venuta! - sua madre si alzò dalla poltrona e l'abbracciò era così felice di vederla, ma non immaginava che quella sarebbe stata l'ultima volta.
-Amore, vieni siediti con noi.- anche suo padre si alzò per abbracciarla, le faceva sempre uno strano effetto vederlo, lui che nella sua realtà era morto quando era solo una neonata, ora la stava abbracciando.
-Sono qui per salutarvi. - ammise finalmente.
-Cosa? -
-Ho trovato un modo per tornare indietro. Torno da lui. -
Silenzio. Nella stanza era calto il silenzio più assoluto. Miky che aveva sempre festeggiato la vigialia di Natale con loro si alzò e rompe il silezio che si era creato.
-Cosa? Stai scherzando? Non puoi tornare... I mondi imploderanno! Creerai un buco....-
-No, i Signori del Tempo possono viaggiare per gli universi senza creare danni. - spiegò lei.
-Se così fosse, lui sarebbe potuto venire qui a prenderti.- questo era vero, ma non era arrivato solo perché a lui manca la navicella giusta.
-Come? - chiese sua madre.
-Signori del Tempo.- era una risposta talmente scontata che quasi le viene da ridere: un altro universo, altre vite, un altra storia, come ha fatto a non pensarci subito.
-Qui la storia è diversa, i Signori del Tempo non sono scomparsi, la guerra con i Dalek non c'è mai stata, loro sono vivi e possono riportarmi a casa. -
-Non ci avevamo mai pensato.- ammise Peter, in due anni nessuno di loro aveva mai pensato che anche in quell'universo ci potessero essere dei Signori del Tempo capaci di aiutarli.
-Sei una stupida, tu invecchierai, lui no! Tu morirai e lui no! Sono passati due anni Rose si sarà rifatto una vita.- Miky continuò ad esporre le sue rimostranze, forse non aveva mai veramente rinunciato a lei o forse aveva solo paura di perderla nuovamente, ma lei non poteva restare, il suo tempo sta per finire.
-Io lo amo! - era così semplice, non poteva abbadonare la persona che ama, anche se lei era destinata a morire e lui no.
-Mi dispiace ho deciso. Addio. - corse verso sua mamma e l'abbracciò stretta, lasciarla faceva male, sapere che non poteva più vederla era doloroso, ma non la stava lasciando sola, c'era suo padre e c'era il nuovo bambino, sarebbe andata avanti per la sua vita.
-Ti voglio bene mamma. -
-Anche io tesoro! -
-Ciao papà, non lasciarle fare cose stupide. - ora era la volta di Miky, ma lui non ci stava, se ne andò e Rose non ebbe altra scelta che salutarlo così, non aveva più tempo.

Corse fino alla periferia di Londra, dove nemmeno un giorno prima aveva incontro il Maestro e Marie. Svoltato l'angolo rallentò, riesciva a scolrgerlo, era già tornati, il Tardis era li, un conteiner anonimo che non le diceva niente, ma che presto l'avrebbe riportata a casa.
-Ciao Rose, ti stavamo aspettando. - Marie aprì la porta e la fece entrare, sorrideva felice, mentre raggiungeva il suo Signore del Tempo.
-Questo è ciò che ti serve. - le diede una bacchetta con in punta una pietra, lo rigirò tra le mani cercando di capire cosa fosse e come funzionava, pensava sarebbero andati col Tardis e invece le stavano danodo quell'oggetto e lei non sapeva cosa farsene.
-Non possiamo viaggiare col Tardis, creeremo una spaccatura nello spazio e questo non lo vogliamo, quell'oggetto ti permetterà di andare dove vuoi, ma stai attenta, funziona una volta sola.- la scarsa spiegazione del Maestro la lasciò interdetta, funzionava una sola volta non poteva permettersi di sbagliare.
-Come faccio ad usarlo? -
-Esattamente come hai fatto l'ultima volta che volevi tornare dal tuo Signore del Tempo. Col potere del vortice del tempo...- le risponse Marie.
-Ma in quel caso è stato cuore del Tardis... se non posso usare il Tardis come faccio? -
-Lo hai dentro di te, tu sei una Signora del Tempo e come tale, il flusso del tempo scorre dentro di te. -
La pietra sulla bacchetta si illuminò, una luce blu pulsante, che da tenue diventava sempre più forte.
-Concentrati su di lui e non potrai perderti! - le urlò Marie prima che scomparisse del tutto.
-Lo ritroverà, Dottore? - chiese Marie al Signore del Tempo.
-Direi di si, Rose.- si sorrisero prima di baciarsi.

Rose si sente tirare, spingere, roteare, non aveva mai viaggiato in quel modo, non che il Tardis fosse più tranquillo, ma non aveva mai viaggiato da sola, strinse la bacchetta tra le mani, la sua mente e il suo cuore erano concentrati solo sul Dottore. Alla fine si fermò, aprì gli occhi, le pietre sotto i suoi piedi e alcuni alberi attorno a lei, quella era Londra, la riconosce dal Big Ben che svetta verso il cielo, sperò solo che quella fosse la sua Londra e che li ci fosse il suo Dottore.

Dottore

Jack lo aveva finalmente lasciato, anche se sarebbe stato più corretto dire che lo aveva cacciato lui, il suo continuo parlare di Rose lo aveva innervosito tanto da spingerlo a urlargli contro e a minacciarlo di sbatterlo fuori dal Tardis, abbandonandolo in mezzo allo spazio aperto. Ora che era solo poteva scegliere un nuovo pianeta.
-Andiamo Tardis, una nuova meta... - stava ancora decidendo quale pianeta visitare quando il Tardis entrò in azione da solo.
-Che accidenti! - si mosse, girò e sfrecciò per lo spazio, il Dottore non potè fare altro che arreggersi e aspettare di atterrare chiedendosi cosa avesse azionato il Tardis.
Quando atterrò si trovò vicino a degli alberi e un manto erboso era sotto i suoi piedi, si chiese dove fosse, su quale pianeta, in quale epoca questa volta fosse finito; poi le vide, tante tutte allineate nella penombra della notte, tutte grige, tristi e anonime viste da dietro, ma non ci vuole un genio per capire che quello era un cimitero. Camminava per le tombe senza un reale interesse, fino a che non la vide, leggermente isolata dalle altre con le rose blu posate davanti, il nome in alto con la data subito dopo, era morta, ma è viva allo stesso tempo.
Rimase per un po' a guardarla poi la salutò.
-Ciao Rose... - tocca le rose sono quelle che ha messo lui, sono bellissime come lo è il ricordo di lei.

Rose

Rose si mosse seguendo il sentiero di pietre, non riconosceva quella parte di Londra, eppure c'era qualcosa di familiare in quel luogo, camminava lentamente stringendo l'ormai inutile bacchetta nelle mani, aveva paura di aver sbagliato, che i suoi sentimenti non fossero stati abbastanza forti da portarla da lui, aveva paura di essersi persa, di averlo perso.
-Dove sei... - sospirò rassegnata, era tornata sulla terra, ma lui non era li.
-Tombe? Sono in un cimitero? - girò su se stessa cercando di individuare l'uscita, non era mai stata un amante dei cimiteri e sicuramente non lo era ora, in piena notte, nel panico di trovare l'uscita quasi non la scorse: la cabina blu era a poca distanza da lei. Si mise a correre ed entrò sperando di trovarlo li.
-DOTTORE! - la voce risuonò all'interno del Tardis, ma nessuno risponse, si guardò attorno cercandolo, ma non c'era al contrario trovò la sua magli ancora li dove lei l'aveva lasciata.
-Dottore... - ma non era il tempo per perdersi nei ricordi, se la cabina era li, il Dottore non poteva essere troppo lontano. Uscì e si mese a camminare tra le tombe, fino a che non la vede, una sagoma scura inginocchiata davanti ad una lapide più isolata, accellerò il passo, il cuore le batteva talmente veloce che aveva la sensazione di averne due.
-Ciao Rose...- per un attimo pensò che l'avesse vista, che si fosse accorto di lei che era li dietro di lui, ma poi si rese conto che stava parlando con la lapide, lui è li per salutarla, anche se sapeva che lei non era li, che lei non era morta, lui era li per lei.
Rose non riescì a muoversi, lui era li davanti a lei, ma lei non ce la faceva, le sembra un sogno nonostante avesse accettato di lavorare al Torchwood per quello: per trovare un modo per tornare indietro non riusciva a credere che ce l'avesse fatta, due anni della sua vita passati dietro ad ogni segnale alieno solo per poterlo ritrovare e ora che era a soli pochi passi da lui, non ne era capace di correre da lui.
I rintocchi del Big Ben si sentono fin la, era mezzanotte.
-Buon Natale Dottore! - disse infine, non sapeva che altro dire, non sapeva che fare, quella era l'unica cosa che le era venuta in mente in quel momento.
-Rose? - il Dottore si voltò di scatto, non era cambiato, non si era rigenerato aveva ancora lo stesso aspetto che aveva quando lo aveva lasciato due anni prima.
-Dottore! - le paure scomparsero, lui era li davanti e non si era dimenticato di lei, non l'aveva sostituita la stava ancora aspettando, gli corse incontro e lo abbracciò lasciandosi abbracciare in una morsa stretta che quasi la soffocava.
-Non è possibile... Non è possibile... - continuava a dire senza però lasciarla.
-Mi sei mancato così tanto! - la gioia, il dolore, la solitudine, Rose venne travolta da tutte quelle emozioni e scoppiò a piangere incapace di dire altro.
-Come hai fatto? Tu... io... Lo spazio.. i mondi? - la mente del Dottore era divisa tra la gioia di averla di nuovo con se e la paura delle conseguenze di riaverla li con lui.
-Ho usato questa...- ancora appoggiata a lui, gli mostrò la bacchetta che ormai inutilizzabile stringeva ancora in mano.
-Ma questa... Questa è una bacchetta multidimenzionale? Come...-
-I Signori del Tempo... Li non sono morti, hanno il loro pianeta e la loro tecnologia...-
-Ma senza, senza il ciclo del tempo non si può azionare.- conoscela quella tecnologia e sapeva come funzionava eppure lei l'aveva usata ed era li con lui.
-Ce l'ho dentro di me, ho guardato dentro il vortice del tempo e lui è entrato dentro di me... Non sei più solo...-
-Una Signora del Tempo... - disse.
-Così pare, non ti libererai di me tanto facilmente Dottore.- la strinse a se euforico.
Il Dottore la scostò leggermente da se, gli occhi luminosi e quel sorriso che Rose amava tanto, era li davanti a lei e la stava fissando come se fosse la cosa più bella del mondo.
-Ti amo Rose. -
-Anch'io Dottore. - si sorrisero e poi la baciò, stringendola forte, trasmettendole tutto l'amore che provava anche dopo due anni che non la vedeva.
Rose Tyler, il Lupo Cattivo è tornata da lui per sempre.
-Allora andiamo? - esclamò tirandola verso la cabina blu, che poco lontano da loro emana una leggera luce bianca come a voler anche lei dare il bentornata a Rose.
-Dottore? Dove? - lo seguì ridendo contagiata dall'immancabile euforia del Dottore.
-Non lo so, dove vuoi, basta andarci assieme.-

Fine
CHe ne pensate? ne volete altre? è la prima su Doctor Who ditemi voi cosa ne pensate un bacio

MiaBlack
   
 
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