Anime & Manga > Caro fratello
Ricorda la storia  |      
Autore: Adeia Di Elferas    22/09/2015    1 recensioni
Rei Asaka si è suicidata e Kaoru non riesce ad accettare il fatto di aver perso l'unica persona alla quale aveva deciso di aggrapparsi. Dopo due anni dalla scomparsa dell'amica, Kaoru, ormai da qualche tempo in Germania col marito, si lascia trasportare dai ricordi e dai pensieri, fino quasi a credere di poter parlare di nuovo con Saint-Just. [Ringraziamento speciale a Arj90, che ha suggerito il titolo e ha avuto il coraggio di leggere in anteprima questa breve storia. Se avete voglia, fate un giro anche sul suo profilo!]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaoru Orihara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Come le gocce di pioggia cadono sulla città...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~ “Kaoru, sei sicura di non volere nulla da mangiare? Sei pallida... Senti, ti lascio qui qualcosa.” disse la signora Orihara, appoggiando il piatto sulla scrivania della figlia.
 Kaoru le dava le spalle, seduta sul letto. Non disse nulla e aspettò che sua madre uscisse, prima di alzarsi.
 Guardò il piatto, ma l'idea di mangiare le dava il voltastomaco. Era un atteggiamento stupido, però non riusciva a fare altrimenti.
 Andò alla finestra e guardò il cielo pieno di stelle. Improvvisamente la rabbia che l'aveva colta anche quella mattina, tornò prepotentemente a impadronirsi di lei. Strinse i pugni e strinse i denti, con tanta forza che per un momento temette di rompersene qualcuno.
 “Perchè te ne sei andata?” sussurrò, guardando il cielo oltre alla finestra: “Perchè mi hai lasciata indietro?”
 Il suo era appena un sussurro, ma era talmente carico di tensione e ira che pareva un grido disperato: “Lo sapevi che da sola non ce l'avrei fatta...!”
 Serrò gli occhi e si coprì il viso con le mani, cadendo in ginocchio: “Ma chi credi che io sia?!” domandò, a voce ancora più bassa, ma ancora più ricca di risentimento.
 “Perchè non mi hai aspettata?” aprì di nuovo gli occhi, cominciando a guardare le stelle, come cercando in mezzo a loro qualcosa.
 “Ho paura, Rei, ho così tanta paura...” bisbigliò, mentre tutta la forza che l'aveva animata se ne andava di colpo, lasciandola quasi esangue.
 Si appoggiò con la schiena al letto e restò seduta in terra, scossa da un pianto silenzioso che le infiammava la gola.
 Quando non ebbe più lacrime, si rimise in piedi, nel tentativo di riscuotersi un po'.
 Tornò al piatto che sua madre aveva preparato apposta per lei. Era tutta roba che adorava, eppure, quando provò a mandare giù un boccone, ogni cosa le sembrava amara e stopposa.
 Quanto amore c'era, in quelle pietanze? Era ingiusta, a volte, con i suoi genitori. Loro, per lei, c'erano sempre, eppure spesso li trattava con distacco e sufficienza.
 Lo faceva per non farli soffrire... Se avessero conosciuto anche il lato più sgradevole e freddo della loro povera figlia, forse ne avrebbero sentito meno la mancanza quando... No, non era per quello. La verità era che li teneva a distanza per proteggere se stessa.
 Meno affetti aveva, meno avrebbe sofferto nel lasciarli indietro. Da tempo aveva deciso di aggrapparsi a una persona sola e, dopo un'attenta scelta, quella persona era Rei. La stessa Rei che l'aveva lasciata sola su questa terra e per un motivo così stupido...
 “Come farò da sola? Non sono così coraggiosa come credevi tu, Rei...” disse piano Kaoru, spostando il piatto e andando a buttarsi sul letto.
 “Che stupida sei stata, amica mia... Se avessi lasciato che io... Avrei potuto, sì. Avrei potuto aiutarti meglio...” disse, mentre le lacrime tornavano a offuscarle la vista: “Ma insieme ce l'avremmo fatta. Ora sono sola, completamente sola...”
 E mentre tuffava il viso nel cuscino, ripensò a come l'aveva guardata Takehiko quando era stata da lui per rivederlo ancora una volta e risentì i rimproveri di Rei, che la invitavano a essere felice con il suo uomo... Ma che felicità potevano avere?
 Perchè doveva essere tutto così difficile?
 “Rei, non dovevi lasciarmi sola...”

 “Tornerò presto.” disse Takehiko, mettendosi la giacca.
 “Ti ho già detto di goderti la serata, senza fretta di tornare da me.” ribatté Kaoru, sorridendo: “Dovertiti coi tuoi amici tedeschi. Questa cena è importante. Salutali tutti e fai qualche fotografia, così mi racconterai meglio ogni dettaglio.”
 Takehiko ricambiò il sorriso e si picchiettò la tasca: “Ho la macchina fotografica sempre con me, lo sai!”
 Detto questo, si sporse verso la moglie e le diede un leggero bacio sulle labbra.
 Kaoru lo salutò con la mano e attese di sentire la serratura girare, prima di lasciarsi andare a un lungo sospiro.
 Erano passati quasi due anni dal suicidio di Rei. Anzi, il giorno seguente sarebbero stati due anni esatti.
 Da quando si era trasferita in Germania con Takehiko, dopo il matrimonio, Kaoru si era sforzata di non ripensare troppo all'amica perduta. Anche se ogni tanto, soprattutto verso sera, quando si sentiva malinconica in quella terra straniera, non poteva non ripensare a Rei e al tempo trascorso assieme.
 Il suo primo anno in Germania era stato una sorta di lunga luna di miele, durante la quale era stata bene e Takehiko era stato felicissimo.
 Poi, lentamente, qualcosa era cambiato e il suo peggior incubo era tornato, più presente e vivido che mai.
 I mesi si erano succeduti con una velocità crudele e ora Kaoru sentiva la vita scivolarle dalle mani ogni giorno di più.
 Da un paio di settimane non usciva più di casa. Era troppo debole per andare in giro per la città.
 Non aveva voluto far sapere nulla di certo a suo marito. Né aveva voluto che lui accennasse nulla a Nanako, ora sua cognata, per evitare che la ragazza si preoccupasse troppo.
 Kaoru era l'unica che sapeva quanto le restava, più o meno. Aveva categoricamente vietato ai medici di fare previsioni o prognosi in presenza di Takehiko. Lo aveva deciso per evitargli un periodo più buio del necessario.
 Se Takehiko avesse saputo, avrebbe rinunciato a troppe cose. Anche quella sera, per esempio, di certo non sarebbe andato alla cena dell'università. Kaoru non si sarebbe mai potuta perdonare di averlo privato di alcune delle esperienze più belle della sua carriera.
 Prese con entrambe le mani la tazza di tè che suo marito le aveva messo sul comodino poco prima di uscire.
 Kaoru guardò fuori dalla finestra, cercando le stesse stelle che aveva cercato circa due anni prima in Giappone. Erano così diversi, i cieli tedeschi...
 Per un istante le parve di sentire nell'aria l'odore fermo e persistente di tabacco che circondava sempre Rei.
 Per quanto volesse dimenticare la fine fatta dall'amica e ricordarsi solo le cose belle, non riusciva a cancellare quel terribile giorno in cui aveva saputo del suo suicidio.
 “Come sei stata ingiusta, Rei...” disse, come se l'amica fosse lì, nella stanza con lei: “Tu che potevi vivere, non l'hai fatto, mentre io che non voglio morire...”
 La voce le si ruppe, mentre gli occhi le si velavano. Ogni volta che restava in casa sola e che si permetteva di pensare alla sua situazione, il panico che la prendeva le faceva sempre lo stesso effetto...
 “No, non voglio morire, no, eppure devo lasciare questa vita che per me è da sempre la cosa più preziosa!” riprese, ormai piangendo apertamente.
 Le pareva davvero di aver di fronte il viso impassibile e perfetto di Rei, che la osservava in silenzio.
 “Che stupida sei stata...” singhiozzò Kaoru, appoggiando di nuovo il tè al comodino e asciugandosi gli occhi con la manica della camicia da notte: “Sei stata una vera stupida... Sarà la prima cosa che ti dirò, quando ci rivedremo...!”
 E fu come se la risata – quella vera e profonda, non quella beffarda e superficiale – di Rei riempisse la camera per un breve momento.
 Anche Kaoru scoppiò a ridere, tra le lacrime, incredula della sua reazione. Forse stava perdendo la testa... La paura gioca brutti scherzi...
 Quando Takehiko tornò a casa, molto prima degli altri convitati alla cena, trovò la moglie profondamente addormentata, le guance ancora umide di lacrime e uno strano sorriso dipinto in volto.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Caro fratello / Vai alla pagina dell'autore: Adeia Di Elferas