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Autore: fra_atlas    23/09/2015    2 recensioni
[everlark♥] [post-mockingjay]
Era da molto tempo, moltissimo tempo che non ti sentivo ridere. E di te, Peeta, mi è mancato anche il sorriso. Quel sorriso che m’inonda e mi culla, che rimane impresso nella mia testa e mi scalda le membra.
Ora è la sua voce roca e decisa a riportarmi indietro e... ho paura.
-Tu mi ami. Vero o falso?-
-Vero.- dico senza riflettere neppure un secondo, senza un attimo pensarci.
Butto fuori quella parola, una sola parola che racchiude tutto. Racchiude tutte le lacrime che ho versato quando lui non era accanto a me, racchiude i baci che ogni notte mettevano a tacere i miei incubi, le nostre parole sussurrate tra le lenzuola sfatte, tutto quello che abbiamo condiviso e che credo sia amore.
Perché se amare significa soffrire tanto per la lontananza di qualcuno, non poterne fare a meno; se significa sentirsi parte di quella persona, sentire che il suo sorriso è anche il tuo e i suoi occhi vedono come i tuoi... allora credo di averlo provato. E ora ne sono sicura, Peeta è amore.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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alteration.

 

 



-Come si sente?-

E’ una voce lontana, familiare ma non tangibile. Cerco di aggrapparmi a quella voce ruvida ma gelida che scivola via, lontana da me e questo freddo che mi avvolge. Qui attorno è tutto insolito; vedo colori strani intorno a me, strane esplosioni e giochi di colori che sembrano nuvole di strani gas, stranamente simili a quelli urticanti dell’arena.

-Non riesco a capire dove sbaglio... davvero.- sento un’altra voce, la sua voce. Tremo un secondo perché è distrutta, lui non si mostra mai distrutto.

Poi sento la porta chiudersi, l’aria spostata da quest’ultima mi sfiora il volto e apro gli occhi. Vedo il dottor Aurelius e il suo viso segnato dall’età corrucciato in un’espressione illeggibile, il suo block notes davanti al naso pronto ad essere riempito dalla sua scrittura illeggibile. Cerco di alzarmi dal letto. Punto le mani sul materasso e mi spingo su ma ho la testa dolorante e il pancione che brucia. Scosto immediatamente la coperta e vedo il mio ventre fasciato, spalanco un secondo gli occhi ma poco dopo grugnisco ricordando frammenti di qualcosa che speravo fosse soltanto un incubo. Impreco a bassa voce passandomi una mano sul volto sudato; fino ad allora avevamo fatto tutto da soli ma ciò che era successo aveva distrutto tutto. E’ la colpa non può che essere mia perché Peeta è perfetto, mi accudisce e bada a me continuamente.

-Come si sente?- ripete la voce.

-Uno schifo...- rispondo scontrosa.

Il volto del dottor Aurelius si raddolcisce ad un tratto, può ricordare vagamente quello comprensivo di un padre.

-Katniss, non sono qui per alcuna terapia o cura come tutte quelle che abbiamo provato in precedenza...- alzò le mani in segno di resa e poco dopo si sistemò gli occhiali sul naso affilato.

Sapeva sarebbe stato difficile farmi parlare; lo era sempre stato ma ora, con quei segni rossi sulla pancia che nonostante fossero nascosti dalle bende potevo immaginare e bruciavano maledettamente, lo sapevamo entrambi: non avrei fiatato. Un pensiero mi balenò ad un tratto alla mente e mi venne da piangere... per me, per Peeta, per lui...

Avevo distrutto tutto. Peeta era sempre lì per me, con quel dolce sorriso stampato in faccia e i suoi svegli occhi color cielo a vegliare su di me... ed io lo deludo. Ferisco lui e ho addirittura il coraggio di ferire nostro figlio.

-...vorrei parlare con lei, Katniss.-

Parlare? Perché mi sembra la cosa più difficile da fare?

Comunque annuisco. Tormento le mie mani rovinate e cerco di trattenere le lacrime. E’ tempo di non piangere più, mi dico. E’ tempo di rialzarsi come tutte le altre volte ma di non cadere come tutte le altre volte.

-Io credo che ce la farete. Non soltanto per voi due ma soprattutto per lui.- dice indicando il mio pancione,-sa Katniss, pensavo le cose sarebbero state diverse... pensavo che questo bambino avrebbe aiutato voi due ad affrontare ogni cosa. Peeta mi ha tenuto aggiornato sulla vostra situazione di tanto in tanto e quando ho saputo che lo aspettavate ho davvero pensato che ormai i miei suggerimenti fossero superflui e che ce l’avreste fatta naturalmente da soli...-

-Dottore... io stessa ancora non riesco a crederci. Ciò che è successo... è terribile. Non posso crederci... sono un mostro!- tutte queste parole intervallate da singhiozzi.

-Finchè continuerà a commiserarsi in questo modo, signorina Everdeen, non penso possa risolvere la faccenda. Ormai è rinchiusa nella sua idea di essere irrimediabilmente instabile e debole ma deve capire che tutta questa situazione è in parte frutto della sua fantasia.- disse il dottore fermamente.

Katniss capiva ma non sapeva se ciò che il dottore le stesse dicendo fosse realmente la verità... certo, lei era sempre stata rinchiusa nel suo dolore e in quella perdita straziante che ancora ora all’idea le fa stringere il cuore ma non ha mai lottato fino in fondo. Ha lottato per Peeta non per se stessa, per il loro amore...

-Cosa dovrei fare?- chiedo con un pizzico di curiosità nella voce che mi esce lieve e distrutta al tempo stesso.

Il dottore si toglie gli occhiali come se volesse un maggiore contatto con me quindi fa scontrare i suoi occhi scuri coi miei.

-Gliel’ho detto, signorina Everdeen, questa volta non intendo aiutarla...- accenna un sorriso e gli si formano diversi solchi vicino agli occhi,-può farcela da sola; semplicemente pensi diversamente, cambi le regole e il suo punto di vista, il punto di vista di tutta questa situazione.- conclude.

Mi guardo le mani non riuscendo a tener lo sguardo su quegli occhi neri mi sembrano voler chiedere troppo. Mi sfioro le dita bianche e mi concentro soltanto sulle sue parole.

 

§§§

 

Quando Peeta rientra a casa un profumo famigliare mi riempie le narici ed io sospiro mentre guardo le mie mani tremanti. E’ passato qualche giorno dalla visita del dottor Aurelius; io e Peeta ci siamo allontanati, abbiamo riflettuto. Ma ho comunque paura che qualcosa sia inevitabilmente cambiato e questo è provato dal fatto che entrando in salotto lui mi saluti con un semplice cenno del capo e un sorriso distrutto. E per una volta sento di dover fare qualcosa, devo.

-Peeta...-

Si gira di scatto e noto occhiaie scure sotto i suoi occhi. I capelli chiari leggermente spettinati e sporchi di farine.

-Dimmi...- sussurra avvicinandosi di un passo a me ma mantenendo una distanza dolorosa.

-Usciamo a fare due passi?- chiedo semplicemente.

 

§§§

 

Ci ritroviamo inevitabilmente sopra un cimitero ma il cambiamento è inevitabile. Alcuni bambini giocano poco lontano da noi e diverse persone passeggiano. Il distretto 12 resterà sempre ciò che è stato ma qualcosa è sicuramente cambiato; e non lo dicono i negozi nuovamente riaperti o le case riverniciate... lo dicono i sorrisi della gente, le loro mani intrecciate, i loro baci.

-Katniss...- la sua voce calda mi sfiora la pelle.

Gli concedo il tempo che basta perché prenda fiato prima di cominciare a giustificarmi e lo bacio. Scontro le mie labbra con le sue con urgenza. Noto per un secondo i suoi sgranati che poi si chiudono lentamente lasciandosi andare ad un sentimento che lo riscalda. Restiamo così il tempo che basta per recuperare il tempo perduto e poi ci tuffiamo l’una negli occhi dell’altro in un tempo che non riusciamo a comprendere appieno.

Accarezzo l’erba umida di rugiada a contatto con la mia pelle, raccolgo una margherita chiara tra le dita e me la rigiro tra le mani senza mai staccare i miei occhi dall’azzurro che dimora nei suoi. Mi avvicino al suo volto, accarezzo le mie labbra con le sue, percorro una leggerissima strada con esse fino al suo orecchio sfiorando anche la sua mascella contratta. Le sue mani sono tra i miei capelli, stranamente liberi che mi ricadono sulla schiena arcuata verso di lui. Stringo forte le labbra l’una contro l’altra, chiudo gli occhi e inspirando sussurro...

-Peeta... vuoi sposarmi?-

Tutto quello che succede dopo sono farfalle nello stomaco, le sue labbra su ogni angolo del mio viso arrossato dal sole, mani che si cercano in carezze dolcissime.

E finalmente so che almeno per questa volta ho fatto la scelta giusta mentre ci mettiamo fragilissimi anelli fatti con bianche margherite e sigilliamo tutto questo con un bacio struggente, le nostre anime fragili che si sfiorano.







*si nasconde imbarazzata*
Dopo un'eternità aggiorno; non mi sono dimenticata della storia, nè di voi ma davvero avevo perso un qualcosa che ora spero di riuscire ad avere per terminare gli ultimi capitoli dando così un senso a tutto il lavoro e naturalmente le letture che mi hanno accompagnata. Spero qualcuno legga a questo punto ahahah, se chiedessi una recensione chiederei davvero troppo :')
Grazie della pazienza 

fra_atlas

 

  
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