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Autore: LaRagazzaImpossibile    27/09/2015    1 recensioni
Liberi, ci sembrerà di essere più...liberi,
e intanto farò a pugni contro il muro per averti ancora
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Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 1, Doctor - 12
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Dalila, il mio vento freddo di Settembre

- Portami altrove, portami dove non c'è nessuno che sappia di noi;
fammi vedere come si muore, senza nessuno che viva di noi -
(Basta Così - Negramaro feat. Elisa)

Il vento freddo di Settembre
 
                                         
 

Avete presente il vento freddo di settembre? Quel vento che tira intorno alla mezzanotte tra i tetti e le foglie, l'estate è finita e l'autunno bussa timidamente dal cielo: quel vento è l'autunno timido.
Delicatissimo, si infila tra i capelli e li solleva, vorrebbe darti una carezza, ma essendo gelido ti infastidisce, doloroso come un addio.
Come quella sera.
Sui bianchi gradini dei resti di quell'arena romana, la luna illuminava il marmo antico, rendendolo ancora più pallido, come quando il sole riflette la neve e splende ancora di più, oh quella luna, faceva esattamente come il sole.
Clara era seduta sul primo gradino dell'arena, quello più vicino al palco: era una sfida effettivamente, e l'arena c'era.
Indossava il suo morbido cardigan nero con i tratti essenziali di fiocchi stilizzati, la camicetta bianca, la gonna rossa scozzese e gli stivaletti scamosciati.
Quando aveva indossato quei vestiti, aveva dato l'ultimo saluto al Dottore...l'ultimo?
"Ultimo", avete mai pensato a questa parola? è così delicata, si infila tra i respiri e li solleva, non vuole darti una carezza, ma uno schiaffo, eppure...
Seduta su quel gradino, le braccia strette tra di loro, come a proteggersi dal vento freddo, lo sguardo perso in basso, sconfitta.
Il Dottore è andato via.
Sta per andare via, ma eccolo lì, la osserva dall'ultimo gradino di quella stessa arena, nè seduto, nè sconfitto come lei, ma così, in piedi e testa alta, sguardo freddo per una decisione che non avrebbe mai voluto prendere e che in 2000 anni non aveva mai preso: andarsene.
Questo Dottore dai capelli come la luna, ha un segreto: non tiene mai le mani in mostra quando è a terra, se ne stanno nelle tasche del suo pantalone, come se tenesse il mondo in tasca.
Lo avrebbe dato tutto via quel mondo, per un ultimo viaggio con lei.
"Guarda, preda e cacciatore insieme in balìa dell'estasi di una crisi: non è questa la massima espressione della vita, Dottore?".
Ma davvero si può parlare di preda e cacciatore? 
Clara è il suo più grande viaggio.
Sicuramente non è una preda, ma lui...lui è un cacciatore, lo è da sempre.
Caccia la vita, le avventure, l'adrenalina, l'estasi, il pericolo, e ora caccia lei.
Si asciuga le lacrime col dorso della mano, piccola, fredda, si asciuga quella lacrima rovente dagli occhi e torna a fissare il basso, eccola, ora china la testa sulle ginocchia che si stringono.
Le mani del Dottore trattengono sempre il mondo nelle tasche, e tante parole non dette.
"Non andartene"
"Vieni con me Clara, dove andiamo?"
"Un altro viaggio".
Desiderano così tanto non smettere, entrambi, ma hanno dovuto smettere: lasciarsi così è il modo meno doloroso.
Troppi compagni di viaggio hanno fatto una fine tragica, ma Clara non può, a lei non deve accadere, meglio lasciarsi così, 
basta così.
Ma nessuno dei due lo vorrebbe.
Distanti e così vicini, nascosti in piena vista, perfettamente contrari: seduta e lui in piedi, lei di spalle, lui di fronte, lei le braccia incorciate, lui lungo il corpo con le mani in tasca, lei piangente, lui mostra inespressione, qualche metro di distanza verso il basso.
Nessuno dei due corre dall'altro come facevano in passato.
Solitamente il Dottore ti insegna a raccogliere ogni attimo, non pensare al domani, perchè domani possiamo raggiungerlo una settimana fa!
"Allora perchè mi lasci qui?" pensa Clara.
Appena questa domanda spunta nella sua mente, come il vento di settembre, tante lacrime cadono giù...giù.
Gli occhi si fanno rossi, la pelle si irrita, le lacrime scottano, il vento taglia le vene, le mani sono in tasca.
E se...?
Clara asciuga le lacrime, si alza in piedi stringendo i pugni; "Impossibile" pensa, impossibile che finisca così.
E se continuassi...anche solo un ultimo viaggio?
Il Dottore sbarra gli occhi, lui e Clara sono sempre stati collegati, come se avesse capito la sua intenzione.
Un sorriso apre le labbra di Clara e il rossore scompare, soprattutto quando sente quel suono magico che fa svanire il vento.
Il suono del Tardis, era una folata calda in quella notte.
"Portami su un dannato pianeta, Dottore".
Si gira, vuole percorrere quei gradini a perdifiato per continuare a viaggiare, era il suono del Tardis, sì!
Ma il Dottore non era arrivato.
   
 
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