Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: DoctorFez1988    03/10/2015    1 recensioni
La storia che state per leggere non è solo una rivisitazione del capolavoro originale di R.L. Stevenson (lo Strano del Dottor Jekyll e del Signor Hyde), ma anche della recente versione fumettistica creata dai maestri del settimanale Topolino (Lo Strano Caso del Dottor Ratkyll e Mister Hyde), insomma è quasi un insieme delle due versioni, ma con la mia aggiunta personale e i personaggi sono tutti provenienti dai più famosi classici film Disney, a cominciare da Frozen - Il regno di Ghiaccio, la Bella e La Bestia, Tarzan, Rapunzel e tanti altri. Il bello è che sarà quasi tutto al femminile, come noterete leggendo il racconto, quindi non meravigliatevi troppo se nell'epoca vittoriana di londra troverete giovani, romantiche e intriganti donne che fanno mestieri come quelo di medico, naturalista, avvocato e persino... poliziotto. Spero che questo racconto vi faccia emozionare e vi piaccia! Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La Tranquillità di Anna Jekyll

Per una combinazione veramente fortunata, il fato volle che un paio di settimane dopo, durante i primi giorni d’aprile, la dottoressa Jekyll invitasse a una delle sue deliziose cene una decina di amici, tra cui i vecchi compagni di Oxford, tutte persone stimate e benvolute. Tra gli invitati c’era Jane Lanyon che, su gentile richiesta della dottoressa Jekyll, si era fatta accompagnare dal suo pappagallo, e l’uccello, per quell’occasione, era in veste di adorabile e irriverente giullare. Naturalmente c’era anche Belle Utterson, accompagnata da sua cugina Rapunzel. Quest’ultima aveva sempre sentito favoleggiare riguardo ai pranzi, i tè e le cene, che Anna Jekyll organizzava, resi famosi per il semplice fatto che quegli eventi erano sempre in festa. Non c’era quindi da stupirsi che Rapunzel trepidasse d’eccitazione all’idea di incontrare la padrona di casa, e quando accade, assunse in viso l’espressione di chi ammirasse la perfetta apoteosi della bellezza primaverile. Anna Jekyll, una giovane donna che possedeva le movenze degne di una benevola regina. La sua figura era armoniosa, sinuosa e snella e la carnagione chiara. I suoi occhi scintillavano di un azzurro angelico dalle sfumature smeraldine, e ricordavano lo sguardo di una cerbiatta. Jekyll possedeva inoltre delle guance di un tenero roseo, e labbra deliziosamente sottili. Per non parlare della sua chioma, che erano uno spettacolo, libera come il vento e il cui colore dava l’idea del bronzo avvolto tra le fiamme, con una frangia sul lato destro della fronte. Quella sera Anna Jekyll indossava un magnifico abito dalle varie tonalità di verde, lasciava scoperte le spalle, gli avambracci fin sotto i gomiti e una leggera scollatura a cuore, e in questo modo, la giovane dottoressa aveva un aspetto ancora più affascinante e accattivante. Quando poi belle presentò sua cugina alla padrona di casa, la bionda fanciulla desiderò che Anna Jekyll fosse la sorella maggiore che aveva sempre voluto. La dottoressa Jekyll possedeva, infatti, una personalità piena di calda benevolenza, gentilezza, frizzante allegria, spirito di coraggio e ottimismo, loquacità esuberante, altruismo sincero, modi eleganti e maliziosi, apparentemente impulsivi e ingenui, con una scintilla di fantasia, intelligenza e stravaganza. Tale carattere che, unito alla sua adorabile e intrigante bellezza, metteva sempre Anna Jekyll al centro della scena nelle feste che organizzava. Sapeva poi intrattenere i suoi ospiti con le sue orazioni e la sua sublime abilità nel suonare il violino, cose che non mancarono in quella cena. Jekyll sapeva inoltre come far divertire i suoi invitati, e quella sera concesse al piccolo Iago di danzare un valzer con lei, appollaiato sul suo dito indice, regalando sorrisi divertiti a tutti i presenti. Anche quando Jekyll pestava sbadatamente il piede a qualcuno o faceva finire un’oliva nell’occhio di un povero malcapitato, non faceva altro che mostrarsi ancora più adorabile agli occhi dei presenti, con tutti i suoi pregi e difetti. Quando poi, verso la fine della festa, gli ospiti iniziarono a congedarsi e ad avviarsi verso le proprie dimore e Anna li ringrazio calorosamente per essere venuti e augurando loro la buona notte, la signora Utterson fece il modo di restare, assieme a sua cugina e Jane Lanyon, per la felicità del suo pappagallo. Non era per nulla una novità, bensì una veccia consuetudine, perché Utterson, quando era apprezzata, lo era di tutto cuore. Quando tutti gli altri ospiti erano già sulla soglia, spesso chiacchieroni e/o noiosi, Jekyll amava la compagnia di pochi intimi, soprattutto se erano Belle Utterson e Jane Lanyon, le sue più care amiche, e si riunivano spesso nel suo elegante salotto per chiacchierate intime, innocui pettegolezzi e altro ancora. Anna era seduta, assieme a Jane Lanyon, su un divano foderato di tessuto color oliva, posto vicino al lato destro del cammino, sopra il quale vi era una statuetta di bianco marmo, raffigurante un tozzo e paffuto satiro che danzava e suonava il Flauto di Pan. Iago era nella sua gabbia vicino ai piedi della sua padroncina, ed era intendo la lisciarsi becco e piume. Mentre Utterson e sua cugina erano sedute sul divano vicino all’altra parte del cammino. Il caro Spoole, che era al centro di quell’assemblea di giovani dame, aveva appena posato sul tavolino un vassoio d’argento, con sopra bicchieri di cristallo pregiato, una bottiglia di ottimo sidro di mele e qualche cioccolatino, di cui Anna Jekyll aveva una grande passione. Le quattro meravigliose fanciulle parlarono di ogni cosa, di natura sociale, scientifico, politico, pettegolezzi sulla famiglia reale, di quanto fossero carini certi uomini, sulle nuove mode londinesi che spopolavano. Rapunzel si sentiva onorata di trovarsi in quel salotto così raffinato assieme alle altre donne, essendo questa la sua prima visita alla dimora della dottoressa Anna Jekyll.
 
“Lasciamelo dire Anna! Sei un’oratrice straordinaria e una padrona di casa premurosa. È stata una magnifica serata!” Esclamò Jane Lanyon.
 
“Craaa! Non dimenticare anche eccellente ballerina! Craaa!” Gracchiò Iago, scuotendo le ali.
 
“Grazie ad entrambi!” Replicò Anna, con un sorriso una risata pari a quelli di una ninfa dei boschi.
 
“Se mi posso esprimermi, padrona, l’esecuzione di violino da voi compiuto questa sera aveva l’impeto e l’euforia di un angelo!” Disse sorridendo Spoole, mentre riponeva al suo posto lo strumento musicale prediletto di Anna.
 
“Grazie Spoole! In effetti, credo di aver suonato il violino con un notevole trasporto questa sera!” Replicò Anna Jekyll, regalando un caloroso sorriso a Spoole. Per tutta quella sera, Belle Utterson aveva parlato poco, limitandosi a raccomandare e rassicurare su cugina, scambiare un paio di parole con gli invitati, questo perché era spesso soprapensiero riguardo alla faccenda del legame tra Anna Jekyll ed Elsa Hyde. Era evidente che tra quelle due donne non ci fosse niente in comune, sia nel portamento sia nel carattere, aveva pensato belle. Se Jekyll possedeva la bellezza di un verdeggiante prato in fiore pieno di vita, Hyde invece aveva quella di una landa fredda, ghiacciata e silenziosa. Se Jekyll portava la luce e il calore di gioia e ottimismo come la primavera, Hyde invece evocava il freddo, silenzio e timore al pari dell’inverno. Ogni particolare, anche il più piccolo e insignificante, dell’uno era l’opposto dell’altra, e questo era chiaro per Belle Utterson. Quello che l’avvocata non comprendeva era il legame tra quelle due donne così diverse tra loro, e questo la faceva tremare nell’animo, cercando però di nascondere agli altri questa sua sensazione. Ecco perché quella sera, appena ci sarebbe stata l’occasione giusta, ne avrebbe parlato con Anna Jekyll in persona, in privato se possibile.
 
“Che io abbia memoria, questa è stata una delle cene più belle e festose che tu abbia mai organizzato, cara Anna!” Disse Lanyon, dopo aver sorseggiato un po’ di sidro. Sempre sorridente, Anna si alzò dal divano, e con modi signorili, disse:
 
“Perché la mia euforia è più che motivata: Sono arrivata a un cruciale punto di svolta nelle mie ricerche!” Ahi, aveva pensato Belle Utterson, perché sapeva come sarebbe finita la cosa. Jane Lanyon infatti, divenne piè seria e posò quasi con freddezza il bicchiere sul tavolino.
 
“Non dirmi che sei ancora ossessionata da quella bizzarra teoria! Quando imparerai la lezione, Anna? Dammi retta, se la proporrai all’accademia delle scienze, ti rideranno dietro e ti daranno pure dell’eretica! Per la terza volta consecutiva!” Anna, volgendo lo sguardo verso Jane, aveva assunto un rossore intenso ed era accigliata a dir poco, e rispose con impetuosa risolutezza, come se non avesse paura delle opinioni e reazioni altrui:
 
“È escluso! Stavolta non lo faranno nell’uno nell’altro! Dovranno capire che la mia intuizione è…” Lanyon però la fermò, dicendo:
 
“Cara, lo scienziato moderno deve basarsi sulla logica, non sulle intuizioni. La logica, fredda e irremovibile, come la nostra vecchia comunità scientifica!”
 
“Ed è un madornale errore!” Replicò Anna, assumendo in maniera fulminea un atteggiamento solennemente teatrale, sia nei gesti, sia nel modo di parlare, tanto da lasciare senza fiato la giovane Rapunzel, anche se non era una grande appassionata di scienze in generale, e continuò dicendo:
 
“Lasciarsi trasportare dalle pulsioni, dare sfogo al proprio istinto è fondamentale perché la scienza apra nuove vie di studio e siano compiute scoperte atte a trascendere la coscienza umana! Puoi dire e credere a tutto quello che vuoi, Lanyon, ma ormai sono a un passo dal dimostrare la mia teoria!” Quello che diceva Jekyll non faceva altro che alimentare l'incendio dell’imbarazzante disappunto sul viso di Lanyon, trovando l’atteggiamento insistente e solenne della sua collega talmente insopportabile che a un certo punto, come un grillo, si alzò improvvisamente dal divano, prese la gabbia con Iago e si rivolse a Spoole con atteggiamento gentile ma schietto:
 
“Spoole! Soprabito e cappello per favore!”
 
“Ehm… Sì, signora Lanyon!” Replicò il buon maggiordomo, e sollecitamente portò quanto richiesto alla signora Lanyon.
 
“Magnifica serata, cena squisita, sublime violino, grazie di tutto e arrivederci!” Così salutò Jane alla sua collega Anna, come se stesse rischiando di perdere il treno.
 
“Aspetta, che?” Esclamò sorpresa Anna mentre raggiungeva Lanyon alla sala d’ingresso. Dopo essersi messa soprabito e cappello, Jane Lanyon, senza indugi, uscì dalla casa e chiuse la porta d’ingresso con veemenza alle sue spalle. Anna Jekyll inebetita e immobile davanti a quella porta per quasi una ventina di secondi, poi iniziò a stringere i pugni tenuti lungo i suoi fianchi e assunse in viso l’espressione simile a quella di Era quando coglie Zeus in amorosa flagrante con un'altra donna, e infine esplose:
 
“Razza di pedante, retrograda e becera! Io gli faccio partecipe di una scoperta rivoluzionaria scientifica senza precedenti, e lei scappa come se fossi da rinchiudere in manicomio! Lei dice di essere una scienziata, eppure si limita e leggere solo ciò che è stato già scoperto, invece di contribuire nel progresso, così come gli altri scettici parrucconi dell’accademia, ma alla fine dovranno ricredere a ciò che ho sempre sostenuto! Verrà il giorno!” Anna Jekyll sembrò persino sul punto di mettersi a piangere, ma riuscì a trattenersi, per non darla vinta a Lanyon e a tutti quei dispotici e mediocri accademici con la puzza sotto il naso che non erano altro. Tornò nel suo salotto con un muso lungo, sbuffando come una pentola sul fuoco. Si sedette sul divano di prima, senza rendersi conto degli sguardi perplessi di Belle e Rapunzel, e sembrava aver persino dimenticato della loro presenza. Dopo qualche secondo d’imbarazzante silenzio, Anna si riscosse dalla frustrazione che aveva annebbiato la nebbia e guardò le altre due giovani donne, soprattutto Belle, la sua più cara amica che abbia mai avuto nella sua vita.
 
“Scusami Belle, quasi mi dimenticavo di te e di tua cugina!” Disse Anna, mentre cercava di ritrovare il buonumore. Poi Jekyll rivolse tutta la sua attenzione verso Rapunzel e gli disse con sincera gentilezza:
 
“Mia cara, ti andrebbe di visitare la mia umile dimora, sotto la guida del mio caro Spoole?” Lo sguardo di disagio e perplessità sul viso della bionda fanciulla fu sostituito da un garbato sorriso d’eccitazione, e il maggiordomo era ben lieto di accompagnarla a visitare la dimora della sua padrona. Mentre Spoole accompagnava Rapunzel verso la biblioteca come prima tappa, Anna cercò di rilassare i nervi assaporando un cioccolatino fondente, poi si accorse dello sguardo indagatore e preoccupato di Belle Utterson:
 
“Oh, Belle! Spero davvero che tu mi possa perdonare per quello screzio con Jane! Tu mi conosci da una vita e sai che a volte perdo le staffe con una facilità disarmante!”
 
“Mi sembra ovvio! Dopotutto non sono solo la tua legale, ma anche la tua migliore amica!” Belle aveva iniziato il discorso con un tono pieno di grave severità da lasciare di stucco la dottoressa Jekyll. Belle continuò dicendo:
 
“Perché dovresti rivolgermi la parola, oppure consultarmi prima di prendere una grave decisione, come quella riguardante un certo documento?” Ormai Belle aveva aperto il discorso che attendeva di fare fin da quando era entrata nella casa di Anna Jekyll, lasciando quest’ultima pietrificata dallo stupore per un attimo. Poi la dottoressa si alzò in piedi dal divano e si mise davanti al fuoco del cammino con le braccia conserte e la testa bassa. Belle udì una risata malinconica e amara provenire da Anna, che poi disse:
 
“Che serata memorabile, davvero! Prima le rimostranze di quella pedante conservatrice di Jane Lanyon per quelle che lei considera le mie teorie scientifiche delle eresie. Oh, rimane pur sempre una gran brava persona, lo so, ma ciò non toglie che sia un’irrecuperabile pedante. Jane mi ha deluso in quando scienziata lungimirante!” Poi si voltò verso belle con uno sguardo adorabilmente malinconico:
 
“E ora tu, mia povera Belle? Per te è una disgrazia avermi come cliente. Non ho mai visto qualcun altro afflitto come te per il mio testamento!”
 
“Sai bene che non l’ho mai approvato!” Tirò dritto la signora Utterson senza tante cerimonie, alzandosi anche lei in piedi da divano e si mise anche lei davanti al cammino, vicino ad Anna. Le due giovani donne si guardarono allora a faccia a faccia. Belle, con il suo sguardo di severa e angosciante apprensione. Anna invece con quello di malinconico e amaro imbarazzo.
 
“Si lo so…” Rispose la dottoressa.
 
“Me lo hai già detto più di una volta!”
 
“Sappi che non è solo del documento in se di cui vorrei discutere con te! Sono a conoscenza di alcune voci sul conto di Elsa Hyde, la tua protetta!” Il viso di Anna divenne più pallido e un’ombra sinistra apparve nei suoi occhi.
 
“Credevo che fossimo d’accordo, se non erro, di non toccare più quest’argomento!” La voce di Anna, prima tenera e dolce, ora suonava aspra e pungente, e ciò inquietò ancora di più la signora Utterson.
 
“Anche se all’inizio lo trovavo insolito, avevo mantenuto codesto accordo, se non fosse per ciò che è giunto alle mie orecchie riguardo quella donna. Le voci circolano a Londra più veloci del vento.”
 
“E tu non dicevi che le voci che si sentono in giro non sono altro che pettegolezzi, a volte messi in giro per malizia? Ti prego di desistere, amica mia!” Replicò la dottoressa con una scintilla di disperazione nella voce.
 
“So che il mio legame con quella donna possa sembrare insolito e inquietante per te e gli altri, la mia è una posizione complicata, che non può essere risolta a semplici parole! Ho i miei motivi!” La signora Utterson gli disse allora:
 
“Anna, tu mi conosci, sai che puoi riporre in me tutta la tua fiducia. Liberati dal peso che grava nel tuo cuore, confidami tutto, e sono certa che poterti aiutare a risolvere questa faccenda.” Anna Jekyll replicò:
 
“Mia carissima Utterson! Il tuo è un gesto da amica. Veramente da amica sincera! Non trovo parole per ringraziarti come vorrei. Credo ciecamente alla tua parola e mi fiderei più di te che di qualsiasi altra persona al mondo. So che se io mi lasciassi cadere all’indietro con gli occhi chiusi, tu saresti dietro di me per prendermi e salvarmi, ma davvero non si tratta di quello che immagini, non è terribile fino a questo punto!comprendo la tua ostilità nei confronti di quella donna, che sembra solo un pezzo di ghiaccio, ma lasciati tranquillizzare… infatti, sappi che posso liberarmi della Signora Hyde in qualunque momento!” La dottoressa prese allora le mani dell’avvocata e le strinse calorosamente intorno alle sue con adorabile dolcezza:
 
“Ti do la mia parola su ciò che ti ho appena detto e ti sono grata per i sentimenti di vera amicizia che provi per me! Voglio inoltre aggiungere una parola, Belle, e sono sicura che non te la prenderai a male: questa, vedi, è una faccenda strettamente personale e di scongiuro amichevolmente di desistere!” Belle rifletté un poco, mentre osservava le fiamme del cammino danzare come spiritelli.
 
“Non voglio dubitare che tu possa avere ragione, amica mia!” Disse infine Belle:
 
“Orbene, poiché abbiamo ormai toccato quest’argomento, e spero per l’ultima volta, vorrei dirti questo!” Riprese la dottoressa, lasciando le mani della sua amica, avvicinandosi al tavolino al centro del salotto e versando sidro di mele in due calici di cristallo.
 
“Io ho un notevole interesse, è vero, per Elsa Hyde! So che l’hai vista, me l’ha detto lei stessa, e temo che sia stata un po’ fredda e magari persino insopportabile.” Mentre parlava, la dottoressa reggeva i due calici ricolmi di sidro e ne porse uno alla signora Utterson, che garbatamente lo prese.
 
“Io però ripongo, te lo dico con tutto cuore, un grande interesse in quella donna, come se per me fosse mia sorella, e posso assicurarti che anche lei in fondo prova lo stesso nei miei confronti. Perciò, qualunque cosa mi dovesse succedere di qualsiasi natura fosse, promettimi, te ne prego Belle, di sostenerla e assicuragli tutti i diritti che gli spettano. So che quella donna sembra provare un certo odio per questa città, ma questo perché ha avuto una vita difficile e si è dovuta sempre cavarsela da sola, per questo l’ho messa sotto la mia ala. Se tu fossi a conoscenza veramente di tutto su di lei, sulla verità che la riguarda, sono certa che lo faresti senza esitare, anche se non posso rivelartela! Promettimelo, comunque, mi liberesti l’animo da un grave fardello!”
 
“Non posso fingere che questa cosa mi vada a genio!” Rispose seria la signora Utterson.
 
“Non voglio costringerti a fartela piacere, Belle, conosco abbastanza bene il tuo carattere!” Prosegui Anna Jekyll, perorando la sua causa e ponendo una mano sul braccio di Belle in segno di solenne amicizia.
 
“Ti chiedo solo di essere nel giusto, come sei stata finora e sarai sempre, ne sono convinta. Ti chiedo solo di aiutarla, per amor mio, quando sarà necessario farlo.” Utterson non fu in grado di reprimere un profondo sospiro:
 
“In nome dell’amicizia che ci unisce…” Rispose:
 
“… te lo prometto!” E le due giovani donne, con entrambe un lieve sorriso d’intesa, fecero tintinnare delicatamente i propri rispettivi calici tra di loro per siglare quel patto. Nel profondo del suo cuore, Belle sperava che la sua migliore amica non si dovesse mai pentirsi della sua scelta.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: DoctorFez1988