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Autore: aturiel    04/10/2015    2 recensioni
"Deve esserci qualcosa di strano in me, qualcosa come un gene particolare che attira la sfiga o uno spirito maligno che mi perseguita."
Era questa la conclusione a cui Nico era giunto dopo l'entusiasmante giornata appena trascorsa e, più ci pensava, più si convinceva che la sua diagnosi fosse esatta. Era impossibile un'altra motivazione che giustificasse tutto l'accaduto. [...] Nico si fermò un attimo: ecco, quello era stato il primo errore della sua giornata. Il Grande Manuale di Sopravvivenza della Greek High School (datato 2010, Di Angelo editore) era chiaro su questo punto: se non vuoi essere preso di mira, mai stare da solo.
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Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo V

Nico si sentiva uno straccio: possibile che la sua vita fosse un tale schifo? Dopo il primo momento basato sui sensi di colpa, si era accorto che lui non aveva fatto davvero nulla di male: non aveva illuso Jason, non l'aveva baciato lui e non aveva tradito la fiducia di Will. Quindi era giunta la rabbia, rendendosi conto che le persone che gli erano più care alla fine avevano deciso di ferirlo più di quanto avrebbe potuto mai fare un qualsiasi bullo, e si arrabbiò con Jason che l'aveva baciato, con Will che se n'era andato come se la colpa fosse sua, con Percy che continuava a stare con quella bella ragazza dai ricci biondi, con Bianca che l'aveva abbandonato quando aveva più bisogno di lei. Infine si rese conto che nemmeno quella era l'emozione giusta, quindi si abbandonò a una tristezza profonda.
Era davvero così impensabile volere qualcuno al proprio fianco e sperare che questa persona non lo abbandonasse fino alla fine? Era così impossibile che si avverasse il suo desiderio?
Evidentemente sì: aveva sopravvalutato l'amicizia per Jason, la fiducia nei confronti di Will, l'amore per Percy e l'affetto profondo per Bianca. I sentimenti non bastavano per tenere le persone vicine a lui, e Nico non conosceva nessun altro modo per legarli a sé. Aveva fallito, e ora non si sarebbe più aspettato nulla dalle relazioni umane. Avrebbe centellinato la sua amicizia, negato fiducia, allontanato l'amore e l'affetto: l'utopia era finita, e lui era ritornato al punto di partenza.
Solo in seguito si accorse che pure questo pensiero era completamente sbagliato, ma ci vollero ben due confessioni per farglielo capire.

Nel momento stesso in cui Will mise piede in casa si pentì di essersene andato. Nico era stato sincero con lui, gli aveva detto ciò che era successo e si era fidato di lui. Voleva mettere chiarezza ai suoi sentimenti e Will gli aveva negato ogni comprensione, lasciandolo solo nella sua cameretta e abbandonandolo quando invece aveva bisogno di lui. Aveva rotto la promessa fatta con se stesso, e soprattutto aveva incolpato qualcuno che non ne poteva nulla. Nessuno ne poteva nulla, in realtà: Nico non si era mai comportato in modo scorretto nei suoi confronti, non era lui che aveva baciato Jason, e lo stesso Jason non aveva colpe, d'altronde non conosceva i veri sentimenti di Will, quindi come avrebbe potuto tradirli? Non era colpa di nessuno, semplicemente tutti erano caduti nelle trappole che il destino aveva teso loro per divertirtimento. E tutti, puntualmente, avevano fatto il suo gioco, allontanandosi l'uno dagli altri senza un vero e proprio motivo.
Will desiderava come non mai poter tornare a quell'abbraccio dato davanti alla casa di Octavian, con lui in lacrime, Jason che tremava e Nico che sospirava piano, rassegnato. Ma purtroppo non era possibile, quindi l'unica cosa da fare era mettere a posto tutti i pezzi, e non permettere al destino di averla vinta, almeno per il momento.

Il primo giorno in cui seppe che Nico sarebbe tornato a scuola, Jason decise di mettere a posto una volta per tutte le cose con Nico e, per far ciò, si diresse direttamente nella classe di greco antico, sperando che l'amico non avesse perso le proprie abitudini e che fosse sempre lento come un vecchietto rachitico a mettere a posto le sue cose.
Entrò nella classe e sorrise un poco vedendo che le sue supposizioni erano esatte, quindi andò veloce verso il suo banco. Poco prima, però, che lo sguardo di Nico incrociasse il suo, vide Will, che si trovava qualche posto più indietro, scattare anch'egli verso Nico che, nel giro di un secondo, si ritrovò circondato.
«Che volete?» chiese Nico, sorpreso.
Will divenne rosso, quindi disse: «Io devo parlarti in privato».
Jason lanciò un'occhiata a Will, quindi disse: «Anche io».
Nico li squadrò, quindi disse, cercando di nascondere un sorriso divertito senza però riuscirci molto bene: «Secondo me abbiamo tutti qualcosa da dirci. Che ne dite se nessuno parla in privato con nessuno e facciamo una seduta di gruppo?»
Jason sbiancò: che Nico avesse parlato del loro bacio a Will? Sarebbe stato imbarazzante parlarne con l'altro davanti! Vide però anche Will diventare improvvisamente cinereo e perdere per un momento la sua abbronzatura da brasiliano mancato, e questo gli suggerì che neppure lui era molto felice della proposta di Nico. Eppure, chissà perché, entrambi acconsentirono.
Uscirono e andarono in un angolo del cortile, cercando un posto tranquillo dove non essere disturbati, quindi Nico prese la parola, facendo un enorme sospiro: «Su, ditemi quello che dovete».
Will si schiarì la voce, quindi, cercando in tutti i modi di evitare lo sguardo di Jason, disse: «Io volevo scusarmi per come mi sono comportato ieri, non è colpa tua se... ecco, Jason ti ha baciato e se, mentre mi baciava, aveva in mente te».
Jason sobbalzò, rosso in viso: quindi Nico aveva raccontato tutto a Will! Perché?
«Nico, si può sapere che accidenti ti è preso? Pensavo fosse una cosa fra me e te, io...-»
Ma venne interrotto da Nico che, serio come non mai, disse, sorprendentemente non rivolto a lui: «Will, diglielo. Deve saperlo da te, e credo sia il momento giusto».
Will abbassò lo sguardo sulle sue mani: «Ecco, Jason... il punto è che io e Nico avevamo fatto un patto: che io avrei aiutato Nico a conoscere Percy e che lui, beh, mi aiutasse con te».
Jason perse un ennesimo battito. Quindi Will... Oddio, sono stato uno stronzo senza nemmeno accorgermene.
«Ah» balbettò, sfiorandosi la cicatrice sul labbro, a disagio: «Quindi tu...-»
Ma Will, troppo a disagio, lo interruppe e confermò: «Sì».
«Scusami, io non sapevo che...-» iniziò Jason, a disagio.
«Comunque ho capito che ti preferisco come amico piuttosto che... insomma, hai capito» balbettò poi Will, sempre più rosso.
La risposta di Jason venne però zittita da Nico che, con un sorriso amaro, disse: «Lo sappiamo, Jason, che sei stato uno stupido a non accorgertene. Ma ho la sensazione che lo siamo stati tutti, quindi mettiti il cuore in pace».
Gli altri due annuirono piano, ancora in imbarazzo. Quindi toccò a Jason parlare: «Io Nico invece volevo dirti che ho capito. Mi rassegnerò e andrò avanti, troverò una ragazza...-» si interruppe, poi sorrise piano e continuò: «O un ragazzo a cui piaccia sul serio. Però non voglio buttare via la nostra amicizia, va bene? Insomma, ti ho parato il culo per tre anni, vuoi che ti lasci proprio ora?». Si sentì sollevato a dirlo, e lo fu ancora di più vedendo il sorriso che di nuovo nasceva nelle labbra sottili di Nico.
Quello che nessuno si aspettava, era però quello che successe dopo; Nico incominciò a parlare a sua volta: «Ecco, visto che siamo in vena di confessioni, direi che è il momento anche della mia confessione» e, detto ciò, li lasciò lì impalati che, con gli occhi sgranati, lo videro andare da Percy che stava poco lontano da loro. Li videro appartarsi e videro Nico parlargli fissandolo dritto negli occhi, poi videro Percy grattarsi la testa a disagio e spalancare gli occhi. Videro infine Nico non aspettare la risposta dell'altro e dirigersi di nuovo verso di loro, con un sorriso amaro e una nuova luce negli occhi.
Fu Will a dare voce alla sorpresa di entrambi: «Che hai combinato?»
Nico sorrise di nuovo: «Gli ho detto che ho avuto una cotta per lui, ma che non è il mio tipo».
Ci fu un coro di risposta: «Cosa?»
«Già» rispose l'altro semplicemente, come se non avesse fatto qualcosa di completamente assurdo e impensabile, considerando la sua timidezza.
Will e Jason si guardarono negli occhi per la prima volta, stupiti, quindi Will scoppiò a ridere. Jason non sapeva che fare, ma dopo un po' la risata di Will divenne così contagiosa che non poté non ridere a sua volta, cosa che fece sorridere anche Nico.
Chissà che spettacolo strano dovevano essere: tre ragazzi in un angolo del giardino, a ridere senza ragione. Ma a loro non importava: erano insieme, e per il momento bastava.

 
****

Nico stava mangiando un gelato alla crema e al cioccolato, e si trovava in compagnia di Will. Avevano trascorso tutta l'estate insieme a Jason, ma quel giorno l'amico era uscito con una nuova ragazza, una certa Piper, e aveva dato loro buca.
Avevano quindi trascorso la prima mezz'ora a lamentarsi dell'assenza di Jason, facendo speculazioni su cosa sarebbe successo fra i due, quando entrarono in un negozio di CD e sentirono i Radiohead suonare Airbag, la prima canzone del loro album OK Computer, uno dei preferiti di Nico.
Improvvisamente il ragazzo ebbe un déjà-vu e si ricordò della prima volta in cui aveva sentito quella canzone in compagnia di Will: stavano andando alla festa da cui era cominciato tutto e Nico aveva implorato il proprietario dell'auto di fargli cambiare musica dopo quasi un quarto d'ora ininterrotto di Maroon 5, e l'altro aveva acconsentito. Si ricordò anche di una promessa che Will gli aveva fatto, ovvero che un giorno gli avrebbe suonato una canzone scritta da lui, e improvvisamente gli venne voglia di sentirla, anche solo per poter portare alla luce un pezzettino in più di lui.
«Will, ti ricordi cosa mi hai promesso una volta?» esordì.
«Che ti avrei comprato una maglietta con la scritta Raggio di Sole?»
Nico fece finta di arrabbiarsi e gli diede un buffetto su una spalla: «No, stupido. Intendevo dire che mi avevi promesso di farmi sentire la tua canzone, un giorno»
Will sorrise, quindi disse: «Quindi vuoi finalmente sentire la grandiosa e geniale bravura di Will Solace?»
Nico sorrise a sua volta: «Magari sei stonato come una campana, Mister Sorriso Tutto il Giorno».
«Ti dimostrerò che non è così, uomo di poca fede!» disse e, prendendolo per mano, lo condusse a casa sua.

Will entrò in casa, infinitamente grato che nessuno della sua famiglia fosse presente. Voleva stare solo con Nico, soprattutto se si trattava di fargli sentire la sua canzone. Lo condusse in camera e lo fece sedere sul letto, mentre lui andava a cercare la sua chitarra, sommersa da pile su pile di spartiti musicali e libri di medicina e greco antico.
«Eccola!» esclamò, trovandola.
«Su, datti una mossa. Voglio sentirla» disse Nico, sorridendo. Ultimamente sorrideva davvero spesso, tanto che Will praticamente ogni giorno poteva bearsi di quei piccoli denti bianchi che spuntavano dietro le sue labbra sottili.
«In realtà questa canzone, quando ti avevo promesso che un giorno te l'avrei fatta sentire, non era ancora pronta. Ho finito di scriverla qualche tempo fa, e il testo... ecco, è per te» disse, arrossendo un poco.
«Va bene, Will» rispose Nico, arrossendo a sua volta.
Con impresso nello sguardo il sorriso timido del ragazzo, Will cominciò a suonare. La melodia era vivace e allegra e i passaggi veloci; era perfetta per la stagione in cui si trovavano, eppure le parole un poco stonavano con quell'energia che traspariva da ogni accordo.

 
I like to think that, we had it all
We drew a map to a better place
But on that road I took a fall
Oh baby why did you run away?

Will ripensò a quando aveva conosciuto Nico, al suo continuo dire “Non toccarmi” che ora era ormai scomparso del tutto, al suo raro sorriso, alla prima risata che aveva fatto in sua presenza, quando si era spogliato di fronte a lui e poi, troppo imbarazzato, era uscito dalla sua camera senza maglietta e con i piedi scalzi. E pensò alla loro prima uscita, al loro patto segreto che alla fine non era servito a nulla, all'iniziale sfiducia dell'altro nei suoi confronti.
 
But I wonder where were you
When I was at my worst
Down on my knees

Poi ripensò alla festa, a come si era rifugiato fra le braccia di Jason quando avevano parlato di Bianca, al bacio, all'abbraccio, alla confusione dell'alcool, alla paura di restare solo e a Nico che, senza troppi problemi, aveva dormito con lui sul divano, ignorando la sua repulsione per il contatto umano.
 
I was there for you
In your darkest times
I was there for you
In your darkest nights

Poi ripensò a quando aveva trovato Nico in quello spiazzale, accartocciato su se stesso per evitare i colpi di quei tre bulli da quattro soldi, al tremore delle sue mani, alla rassegnazione nel suo sguardo, ai lividi, alla rabbia, alla consapevolezza di poter far del male al prossimo se fosse successo di nuovo qualcosa del genere, all'accordo che aveva preso con se stesso.
 
And you said you had my back
So I wonder where were you
All the roads you took came back to me
So I’m following the map that leads to you
The map that leads to you

Poi ripensò alla loro lite, a quando aveva pensato che Nico l'avesse tradito, al senso di solitudine che era tornato a trovarlo scoprendo che Jason l'aveva baciato, e si ricordò di quando si era accorto della sua stupidità, della sua superficialità, della reazione egoista che aveva avuto nei suoi confronti. E quindi ripensò a quel giorno in giardino, quando le persone a cui teneva di più avevano confessato le proprie colpe e i propri sentimenti, quando erano scoppiati a ridere senza motivo, finalmente sereni e svuotati da ogni segreto.
 
Ain’t nothing I can do
The map that leads to you
Following, following, following

E infine aveva pensato all'ultimo periodo della sua vita, quando si era accorto che per Jason non provava nulla più che amicizia, quando si era reso conto di tutti quei momenti in cui, quasi senza accorgersene, aveva ammirato Nico da lontano per la sua forza, per il suo coraggio, per la dolcezza che nascondeva dietro al nero dei suoi capelli, dei suoi occhi e dei suoi abiti. E ripensò alla sensazione di un sentimento che sempre più cresceva in lui, alla consapevolezza di quanto spesso nei suoi sogni il protagonista fosse sempre il sorriso di Nico, a come quello che prima era solo un amico che stimava si fosse trasformato in qualcos'altro, in un qualcuno di cui amava ogni sorriso, ogni rara risata, ogni sguardo, ogni battuta sarcastica, ogni movimento delle dita, ogni passo per avvicinarsi o allontanarsi da lui, ogni volta che le sue guance si coloravano di rosso, ogni momento in cui dimostrava di non aver più paura del contatto fisico e anzi di cercarlo, la debolezza del suo corpo – in un primo momento –, la forma che invece stava prendendo adesso crescendo, di cui amava tutti i pregi e tutti i difetti che formavano la persona di nome Nico Di Angelo.
Concluse la canzone, quindi guardò Nico e capì che aveva compreso tutto ciò che voleva si sentisse con quel brano. Era stata la sua dichiarazione, quella canzone, e ora si aspettava solo una risposta.
Nico lo guardò, quindi sussurrò il suo nome. Will si alzò da terra, dove aveva suonato fino a poco prima, quindi si avvicinò a Nico e scavò un attimo nei suoi occhi, cercando un tacito consenso. Una volta trovato, accorciò ulteriormente la distanza fra loro e lo baciò.
Chi si sarebbe mai aspettato che alla fine sarebbe andata così? Che proprio le due persone che si erano conosciute per un malinteso e che si erano avvicinate per un patto ora fossero quelle che si stavano baciando?
Will approfondì il bacio, quindi sentì che Nico lo stringeva a sé e sorrise sulle sue labbra: lui aveva smesso di sentirsi solo, e Nico aveva smesso di aver paura di non esserlo.
Avevano trovato la mappa giusta, e con lei il posto migliore che cercavano fin dall'inizio.






 

Note capitolo:
In questo capitolo, nella parte finale, Will canta la sua canzone a Nico, ma in realtà la lyrics che vedete è quella di “Maps” dei Maroon 5. Ho immaginato che invece fosse Will a scriverla perché, a mio parere, è più o meno il resoconto della storia fra Nico e Will e quindi l'espressione stessa della Solangelo in questa storia.
Le ultime parole riprendono il titolo della storia, e le paure che Nico e Will hanno durante tutta la narrazione fino ad ora (quella del contatto umano e quella della solitudine) sono invece state inserite perché, prima che la storia uscisse completamente fuori dai binari che le avevo imposto, doveva partecipare al contest, sempre di Kirame avms, chiamato “Fobie contest” dove dovevo trattare di queste due fobie, appunto, e del modo in cui venivano superate. 
Vi ringrazio per essere giunti fino a qui, per aver letto, apprezzato, recensito, messo nelle preferite/seguite/ricordate questa storia, per essere stati con me, per aver letto questa storiella senza troppe pretese ma che si è trasformata in una di quelle a cui tengo di più. Grazie infinite, davvero.
Aturiel
   
 
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