Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Layla    09/10/2015    1 recensioni
Elsa durante la sua fuga da Arendelle conosce Jack Frost, buffo spirito dell'inverno che ha il potere di farla ridere ed essere sé stessa. Diventeranno amici e quacosa di più e quando le responsabilità del regno torneranno a bussare alla sua porta, nella forma di Anna, Kristoff e Olaf, lui le starà accanto.
Cercherà di consigliarla, proteggerla e amarla.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Don't go, I can't do this on my own

Sono libera finalmente!
Sono scappata dagli obblighi della corte e dal dover tenere sempre nascosto il mio potere, ora posso utilizzarlo come mi pare senza temere di fare del male a qualcuno.
Ho costruito un meraviglioso castello di ghiaccio scintillante che è il mio orgoglio, è bellissimo e solo mio.
Sì, lo so che sono anche scappata dalle responsabilità che comporta l’essere regina di Arendelle, ma sono sicura che Anna se la caverà benissimo.
Elsa ha dato le dimissioni!
Anche se un pochino la mia sorellina mi manca, mi mancano soprattutto quei momenti che condividevamo quando lei conosceva il mio potere. Mi piaceva costruire pupazzi di neve con lei, ghiacciare i pavimenti per pattinare e la sua espressione di meraviglia quando facevo nevicare.
“Sono libera, cav… cazzo!”
Adesso posso dire anche le parolacce, ora che ci penso, non c’è nessuno a dirmi cosa e cosa non fare.
“Le brave ragazze non dicono parolacce.”
Mi dice una voce maschile divertita alle mie spalle. Io mi volto  vedo un ragazzo scalzo che indossa dei pantaloni beige, una felpa blu stinto con dei disegni bianchi, capelli bianchi e occhi azzurri. Ha in mano uno strano bastone a forma di falce.
“Chi sei?”
Gli dico mettendomi sulla difensiva, pronta ad attaccarlo, inaspettatamente il terreno sotto i miei piedi si ghiaccia e io cado per terra.
Io, la regina di ghiaccio, battuta sul mio stesso terreno!
Mi alzo e lo squadro.
“Ma tu chi sei?”
Gli richiedo.
“Io sono Jack Frost, lo spirito dell’inverno.
Tu chi sei?
Sei la prima che vedo in grado di fare le stesse cose che faccio io, a parte volare.”
“Tu voli?”
Gli chiedo interdetta.
“Sì, vuoi fare un giro?
Ma prima mi devi dire il tuo nome.”
“Elsa. Elsa, la regina di Arendelle.”
“Allora vieni.”
Io rimango ferma.
“Come posso fidarmi di te?”
Lui si alza in volo con grazia e atterra davanti e me, in un attimo mi prende in braccio e spicca di nuovo il volo, io urlo. Quando riesco a calmarmi vedo le montagne che circondano la capita cariche di neve e illuminate dalla luce del sole nascente. Sono un meraviglioso miscuglio di rosa, arancione e color oro.
“Wow! È meraviglioso!”
Esclamo a bassa voce.
“Vero?”
A un certo punto torniamo indietro e lui mi chiede di aspettarlo, poco dopo ritorna con del cibo: latte e biscotti. In qualche modo riesco a cuocerlo e poi lo verso in due tazze di ghiaccio.
“Come fai a volare?”
“Te l’ho detto, sono lo spirito dell’inverno e posso volare.”
“Ma io ti ho toccato, come puoi essere uno spirito?”
“Chi crede in me può vedermi e toccarmi, se io glielo permetto.”
“Da quando sei così?”
“Duecento anni circa. Mi ricordo che ero in un lago, galleggiavo nell’acqua e poi l’uomo della luna mi ha parlato. Mi ha detto cosa ero diventato, sono uscito dal lago e ho trovato questo bastone.
Grazie a questo riesco a fare quello che faccio, il problema è che nessuno crede in me, quindi nessuno può vedermi.”
La sua voce assume una sfumatura amara, credo che la cosa lo renda triste.
“Ma io ti ho visto.”
“Sei la prima ad avermi vista.
“Forse perché ho dei poteri simili ai tuoi: posso ghiacciare le cose e far nevicare. Questo castello l’ho costruito io.”
“Lo so, ti ho visto costruirlo. Ne sono rimasto impressionato, da quando hai questi poteri?”
“Da quando sono nata, sono la mia maledizione.”
Gli rispondo triste.
“Perché dici così, è un dono magnifico.”
Io scuoto la testa.
“È un dono magnifico se vivi da solo e non hai nessuno che può esserne ferito. Quando ero piccola, mentre stavamo giocando, ho ferito accidentalmente Anna, la mia sorellina. L’abbiamo portata dai troll e l’hanno guarita, ma le hanno anche cancellato la memoria. Lei non si ricorda più nulla dei miei poteri, li ha scoperti stasera.
Io non volevo colpirla, ma è successo. Da allora i miei mi hanno tenuta separata dagli altri e tentato di insegnarmi a controllare il mio potere. Hanno fallito, forse perché sono morti tre anni fa, lasciandomi subito la responsabilità del regno.”
“Hai solo diciotto anni, quindi.”
Io annuisco e poi sbadiglio.
“Sei stanca, meglio che tu vada a letto. Oggi hai usato un bel po’ i tuoi poteri.”
“Immagino di sì.”
Dico con gli occhi che si chiudono.
“Ciao, Jack Frost.”
Lo saluto con voce sonnolenta prima di chiudermi nella mia camera, sdraiarmi sul letto e coprirmi con una coperta. Sono davvero stanca, la libertà ha un prezzo, che non è solo morale, ma anche fisico.
Mi sveglio alle due di pomeriggio, qualcuno sta cantando sotto le mie finestre e vedo il pupazzo di neve ce io e Anna avevamo costruito da bambine. Mi strofino gli occhi incredula e quello sparisce, ho le allucinazioni?
Mi lavo e poi esco dal castello per procurami un po’ di cibo, ieri sono scappata così precipitosamente che ho dimenticato di prendere le provviste.
Pago pane, latte, uova, carne, acqua e tutto quello che serve a una famiglia che vive al limitare del bosco, poi me ne torno a casa mia. Mi preparo un panino e poi mi sdraio sul divano con un libro in mano, mi è sempre piaciuto leggere e sognare che un giorno un principe venisse a salvare persino un pericolo pubblico come me.
Stranamente il volto di Jack fa capolino nella mia mente.
“Elsa, lo conosci solo da un giorno! Hai rimproverato Anna perché si è fidanzata con quel …Hans per lo stesso motivo.”
Riprendo a leggere fino a che qualcuno bussa alla porta, incuriosita vado ad aprire e mi trovo davanti il volto sorridente dello spirito dell’inverno.
“Ciao, Jack.
Mi stavo annoiando, vieni.”
Lui mi sorride ed entra.
“Cosa facciamo?”
“Pattinaggio sul ghiaccio?”
La sua faccia assume una strane espressione, quasi dolorante.
“Cosa c’è? Ho detto qualcosa di male?”
“No, è come se un ricordo volesse emergere dal fondo della mia mente e avesse a che fare con il pattinaggio con il ghiaccio.
Non ti preoccupare!”
Con un tocco del bastone ghiaccia il pavimento dell’ingresso mi tende una mano.
“Pronta, principessa?”
“Certo.”
Gli rispondo con un sorriso.
Non amo la compagnia della gente, ma lui è un’eccezione e va bene così.
A volte anche le persone solitarie hanno bisogno di stare con qualcuno che le capisca.

 

Due giorni dopo la mia fuga qualcuno bussa alla mia porta.
Non scendo pensando che sia Jack, di solito sale da solo al piano superiore e ci mettiamo a chiacchierare o a giocare, mi sorprende sentire la voce di Anna.
Cosa ci fa qui?
“Anna?”
“Ciao, bello qui.”
Mi dice un po’a disagio, ma il suo sorriso è autentico. Il mio sguardo corre alla ciocca più chiara nei suoi capelli, è colpa mia se ce l’ha, sono io che l’ho ferita.
“Grazie.
Sono felice di vederti, ma ti prego di andartene.”
Salgo ai pieni superiori e lei mi segue.
“Elsa, credo dovremmo parlare.”
Io non rispondo.
“Senti, mi dispiace di essere stata insistente alla festa ma penso che dovremmo parlare della tua fuga e del perché mi hai tenuto nascosti i tuoi poteri.”
Silenzio.
“Dovremmo anche parlare di come hai congelato Arendelle.”
“Cosa?”
Mi volgo e fronteggio gli occhi di mia sorella.
“Cosa hai detto?”
“Beh, quando te ne sei andata hai accidentalmente portato con te l’estate e congelato tutto.”
Io apro la portafinestra del terrazzo che dà su Arendelle e vedo che il fiordo è completamente congelato e ci sono nubi sulla capitale.
Cosa ho fatto?
Pensavo di essere libera dopo essermene andata, ma mi sbagliavo!
Io non potrò mai essere libera! Questo potere continuerà a tormentarmi per sempre, non c’è via di uscita!
Anna dice che mi aiuterà, che insieme ce la faremo, ma come?
Persino i miei hanno fallito e poi io non so controllare il mio potere, non ho idea di come togliere l’inverno perenne che ho scatenato.
“Elsa, vieni con me!”
“No, io me ne devo andare! Sono pericolosa!”
“No, Elsa. Non lo sei, io mi fido di te!”
“Stai zitta, Anna!”
Senza volerlo – come anni fa – la colpisco con i miei poteri e questa volta credo di aver mirato al cuore e non al cervello e, stando al troll, non c’è modo di curare una ferita del genere.
Presa dalla paura creo un mostro per cacciare lei,Kristoff e Olaf, il pupazzo di neve e poi mi accascio a terra. È così che mi trova Jack.
“Elsa, cosa è successo?”
Si inginocchia accanto a me.
“Io… io ho scatenato l’inverno perenne sul mio regno la notte che me ne sono andata. Io non so controllare questi poteri, io sono un pericolo.
Io ho ferito di nuovo Anna.”
Lui mi abbraccia, ma io mi divincolo.
“Io faccio male alle persone che voglio bene.”
“Lieto di non essere una di quelle, ma non devi avere paura di farmi male. Io sono uno spirito, non posso essere ferito da te.”
Io respiro più forte.
“Allora portami via, anzi prima controlla come stia Anna.”
“Non credo che andarsene sia la soluzione giusta, ma controllerò Anna.”
Se ne va e io rimango da sola, ancora una volta.
Scoppio a piangere, nessuno deve starmi troppo vicino, io sono una minaccia. Sono pericolosa, un danno, non posso essere la regina o una buona sorella. Io quasi l’ho ammazzata, Anna.
Aspetto con ansia Jack, ma lui non arriva.
Arrivano Hans e i soldati, io scateno il mostro contro di loro per evitare di fare altri danni e uccidere qualcun altro.
Poi scappo via e poi scateno i miei poteri contro due soldati che tentano di uccidermi, poi arriva Hans dicendomi che Anna non è tornata al castello. Dov’è Anna?
È morta o è solo in viaggio?
La cosa mi provoca uno shock e svengo, i miei incubi sono popolati dal funerale di mia sorella e da Hans che mi urla in faccia che sono un mostro, che ho ucciso la ragazza che amava.
Cosa mi costava essere un po’ meno rigida e dire di sì alla loro unione invece di piantare una grana?
Così tutto sarebbe filato liscio e questo casino non sarebbe mai successo!
Mi risveglio in una cella, le mie mani sono imprigionate in una specie di guanti di metallo, provo a tirare, ma non succede nulla?
Che diavolo sta succedendo?
Dov’è Jack?
Dov’è Hans?
Come sta Anna?
La porta si apre ed entra Hans con un’espressione contrita.
“Ci scusi le manette, regina Elsa, ma ci è sembrata una precauzione necessaria.”
“Senti, lasciami andare e vedi di trattare bene Anna e farla felice.”
Il suo volto si oscura.
“Anna non è tornata la castello.”
Il mio cuore si ghiaccia e poi va in mille pezzi.
Dov’è Anna?
È ancora viva o io l’ho uccisa?
Hans se ne va e mi lascia da sola a fare conti con l’enormità del mio gesto, cosa ho fatto?
“Jack, dove sei?”
“Qui Elsa.”
“Anna è morta, Jack. Io l’ho uccisa.”
“No, non è morta. Sta arrivando al castello per essere baciata e salvata da Hans, il bacio del vero amore, sai. Hans deve aver creduto che sia morta dopo che il suo cavallo non è arrivato.”
“Me ne devo andare.”
Dico disperata, durante la mia permanenza questa cella è diventata una prigione di ghiaccio, con uno sforzo supremo faccio esplodere le manette e scappo, inseguita da Jack.
“Elsa, non puoi andartene!
Devi scusarti con Anna.”
“È morta. Non deve essere arrivata in tempo da Hans.”
La tempesta si fa più forte, il mio controllo sui miei poteri è inesistente.
“Jack, mi devi aiutare. Devi portarmi via da qui, devi portarmi in un posto dove non sarò un pericolo per nessuno!
“Anna, è viva, credimi!
Tu devi rimanere e fare pace con lei, sono sicuro che insieme risolverete questo problema. I tuoi poteri non sono una maledizione, sono un dono e tu devi solo capire come fare a controllarti.
Anna ti aiuterà, io ti aiuterò, se vuoi.”
“Sì, voglio che tu rimanga con me, ma lontano da qui.
Qui è tutto perduto non c’è più nulla che possa fare.”
Lui prova a usare quella magia che fa sorridere, tirandomi una delle sue palle di neve, ma io sono troppo sconvolta, fuori di me e preoccupata e la cosa non fa effetto.
“Elsa, ti prego, dammi retta.
Scappare non è la soluzione, Anna ti mancherà e poi sei la regina.”
“Hans diverrà re e tutto sarà risolto.”
“Elsa!”
Lui continua a urlare il mio nome, ma io non lo sento, voglio solo scappare il più lontano da qui e da tutto quello che ho fatto.
Il dolore è troppo forte, mi mangia viva.
Sono un mostro.
Continuo a correre, nonostante le urla di Jack, voglio solo sparire: ho ferito una delle persone più importanti della mia vita.
All’improvviso sento delle altre urla: è Hans.
Mi fermo sperando di sentire delle buone notizie.
“Regina Elsa!”
“Anna, come sta Anna?”
Lui abbassa gli occhi.
“È morta tra le mie braccia, voi l’avete uccisa, regina Elsa.”
La tempesta si placa e io mi lascio a cadere a terra in lacrime.
Sento a malapena la parole di Hans e noto che ha alzato una spada contro di me, probabilmente per uccidermi.
Chi se ne importa.
Sono una vile assassina e non merito altro che la morte, solo con questa tutto tornerà alla normalità.
Jack tenta di frapporsi tra me e la spada, ma è solo uno spirito e non può fare molto, è qualcun altro che mi salva la vita.
Anna.
Allora non è morta!
Adesso però è peggio che morta è una statua di ghiaccio ed è tutta colpa mia, la abbraccio e scoppio a piangere. Hans mi guarda sorpreso e Jack molto dispiaciuto, alza una mano verso di me e poi la lascia cadere, nemmeno lui ha parole di consolazione probabilmente.
All’improvviso avviene il miracolo, Anna torna normale, persino la sua ciocca più chiara è sparita. Sono io ad averla salvata con un atto di vero amore?
L’amore fraterno?
Ci abbracciamo e Jack sembra molo felice, Hans un po’ meno, forse perché è apparso anche Kristoff e Anna – dopo essersi staccata da me – lo bacia.
Io non capisco, non amava Hans?
“Sei un traditore!”
Urla a quest’ultimo.
“Mi aveva lasciato a morire per avere il trono.”
Io lo blocco con la mia magia e lo fulmino con un’occhiata assassina.
“Pagherai per questo.”
“Non è il momento per pensare a questo.”
Dicono in coro Jack e Anna, mia sorella spalanca gli occhi vedendolo.
“Chi è, Elsa?”
“Un amico.”
Lei mi dà una gomitata.
“Sì, ti piace!”
“Uhm, anche tu devi qualcosa su Kristoff o sbaglio?”
Lei arrossisce.
“Dobbiamo pensare a come sistemare quello che è successo qui.”
“Come ti ho guarito, Anna?”
“Sono stata dai troll e secondo loro solo un atto di vero amore avrebbe potuto salvarmi.”
L’amore…
Guardo Jack e lui annuisce, quindi io alzo le braccia al cielo pensando ai momenti felici trascorsi con la mia famiglia e con lui. La neve si alza e forma un unico fiocco di neve sopra al castello e poi si scioglie in miliardi di piccoli cristalli, permettendo all’estate di tornare.
Anna corre dal suo Kristoff, che ha legato quella bestia di Hans e io e Jack rimaniamo da soli.
“È finita bene come ti dicevo.”
“Sì, ed è successo grazie a te. Senza il tuo aiuto non ce l’avrei mai fatta.”
“È quello che fanno gli amici, no?”
Io arrossisco.
“Tu per me sei più di un amico.”
“Perché mi hai definito così allora?”
Mi chiede confuso.
“Volevo essere sicura dei tuoi sentimenti per me.
Jack, vuoi essere il mio principe? O è un impegno troppo gravoso per te e preferisci che rimaniamo solo amici?”
“Io non so nulla, sono solo un povero spirito dell’inverno, ma quando sto con te nel mio cuore è estate.
Mi piacerebbe provare a essere il tuo principe.”
Anche nel mio cuore si accende un calore estivo.
“Oh, Jack! Sono così felice!”
Lui mi prende il volto tra le mani.
“Cosa fanno i ragazzi che si amano?”
“Si baciano.”
Lui mi lascia un bacio delicato sulle labbra e poi un altro, fino a che finiamo per baciarci appassionatamente tra gli applausi di Anna.
Quando ci stacchiamo lei marcia verso di noi.
“Lo sapevo che non eravate solo amici, benvenuto in famiglia, Jack.
Oh, devo presentarvi anche io qualcuno: lui è Kristoff e io lo amo.
Posso frequentarlo vero, Elsa?
Posso?”
Io rido.
“Sì, puoi. Così lo conoscerai e dopo forse potrai sposarlo, vedo che la storia di Hans ti ha insegnato qualcosa."
“Molto, come non fidarsi subito degli estranei, che spesso hanno cattive intenzioni.”
Tenta di dare un calcio al suo ex fidanzato, ma il suo nuovo ragazzo la ferma.
“Dai, Kristoff! Solo un calcio piccolo!
Mi stava lasciando morire per avere il trono, non ha cuore.”
Io rido e guardo Jack, lui passa un braccio attorno alle mie spalle e sorride guardando la scenetta.
“Mi piace la tua famiglia, starò bene qui.
Lo sai che non potrò rimanere a lungo.”
“Quando arriverà il momento…”
Prendo fiato.
“Sono disposta a diventare uno spirito e stare con te per sempre, se lo vuoi.”
Lui per tutta risposta mi prende in braccio e voliamo via insieme, io mi godo lo spettacolo di Arendelle immersa nel pieno dell’estate, accarezzata da un vento gentile e soprattutto rassicurata dal calore freddo che emette il suo corpo.
“Jack, è meraviglioso!”
Urlo.
“Tu sei meravigliosa!”
Ridiamo insieme e l’unione delle nostre risate mi sembra il suono migliore del mondo.
Finalmente anche io ho trovato l’amore e non potrei essere più felice.
Il mio cuore di ghiaccio si è sciolto per lasciare spazio a una meravigliosa estate da vivere con Jack.
Sono una ragazza fortunata.

 

   
 
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