Don't go, I can't do this on my own
Sono libera finalmente!
Sono scappata dagli obblighi della corte e dal dover
tenere sempre nascosto il mio potere, ora posso utilizzarlo come mi
pare senza
temere di fare del male a qualcuno.
Ho costruito un meraviglioso castello di ghiaccio
scintillante che è il mio orgoglio, è bellissimo
e solo mio.
Sì, lo so che sono anche scappata dalle
responsabilità
che comporta l’essere regina di Arendelle, ma sono sicura che
Anna se la caverà
benissimo.
Elsa ha dato le dimissioni!
Anche se un pochino la mia sorellina mi manca, mi mancano soprattutto
quei
momenti che condividevamo quando lei conosceva il mio potere. Mi
piaceva
costruire pupazzi di neve con lei, ghiacciare i pavimenti per pattinare
e la
sua espressione di meraviglia quando facevo nevicare.
“Sono libera, cav… cazzo!”
Adesso posso dire anche le parolacce, ora che ci penso, non
c’è nessuno a dirmi
cosa e cosa non fare.
“Le brave ragazze non dicono parolacce.”
Mi dice una voce maschile divertita alle mie spalle. Io mi volto vedo un ragazzo scalzo che
indossa dei
pantaloni beige, una felpa blu stinto con dei disegni bianchi, capelli
bianchi
e occhi azzurri. Ha in mano uno strano bastone a forma di falce.
“Chi sei?”
Gli dico mettendomi sulla difensiva, pronta ad attaccarlo,
inaspettatamente il
terreno sotto i miei piedi si ghiaccia e io cado per terra.
Io, la regina di ghiaccio, battuta sul mio stesso
terreno!
Mi alzo e lo squadro.
“Ma tu chi sei?”
Gli richiedo.
“Io sono Jack Frost, lo spirito dell’inverno.
Tu chi sei?
Sei la prima che vedo in grado di fare le stesse cose che
faccio io, a parte volare.”
“Tu voli?”
Gli chiedo interdetta.
“Sì, vuoi fare un giro?
Ma prima mi devi dire il tuo nome.”
“Elsa. Elsa, la regina di Arendelle.”
“Allora vieni.”
Io rimango ferma.
“Come posso fidarmi di te?”
Lui si alza in volo con grazia e atterra davanti e me, in un attimo mi
prende
in braccio e spicca di nuovo il volo, io urlo. Quando riesco a calmarmi
vedo le
montagne che circondano la capita cariche di neve e illuminate dalla
luce del
sole nascente. Sono un meraviglioso miscuglio di rosa, arancione e
color oro.
“Wow! È meraviglioso!”
Esclamo a bassa voce.
“Vero?”
A un certo punto torniamo indietro e lui mi chiede di aspettarlo, poco
dopo
ritorna con del cibo: latte e biscotti. In qualche modo riesco a
cuocerlo e poi
lo verso in due tazze di ghiaccio.
“Come fai a volare?”
“Te l’ho detto, sono lo spirito
dell’inverno e posso volare.”
“Ma io ti ho toccato, come puoi essere uno spirito?”
“Chi crede in me può vedermi e toccarmi, se io
glielo permetto.”
“Da quando sei così?”
“Duecento anni circa. Mi ricordo che ero in un lago,
galleggiavo nell’acqua e
poi l’uomo della luna mi ha parlato. Mi ha detto cosa ero
diventato, sono
uscito dal lago e ho trovato questo bastone.
Grazie a questo riesco a fare quello che faccio, il
problema è che nessuno crede in me, quindi nessuno
può vedermi.”
La sua voce assume una sfumatura amara, credo che la cosa lo renda
triste.
“Ma io ti ho visto.”
“Sei la prima ad avermi vista.
“Forse perché ho dei poteri simili ai tuoi: posso
ghiacciare le cose e far
nevicare. Questo castello l’ho costruito io.”
“Lo so, ti ho visto costruirlo. Ne sono rimasto
impressionato, da quando hai
questi poteri?”
“Da quando sono nata, sono la mia maledizione.”
Gli rispondo triste.
“Perché dici così, è un dono
magnifico.”
Io scuoto la testa.
“È un dono magnifico se vivi da solo e non hai
nessuno
che può esserne ferito. Quando ero piccola, mentre stavamo
giocando, ho ferito
accidentalmente Anna, la mia sorellina. L’abbiamo portata dai
troll e l’hanno
guarita, ma le hanno anche cancellato la memoria. Lei non si ricorda
più nulla
dei miei poteri, li ha scoperti stasera.
Io non volevo colpirla, ma è successo. Da allora i miei
mi hanno tenuta separata dagli altri e tentato di insegnarmi a
controllare il
mio potere. Hanno fallito, forse perché sono morti tre anni
fa, lasciandomi
subito la responsabilità del regno.”
“Hai solo diciotto anni, quindi.”
Io annuisco e poi sbadiglio.
“Sei stanca, meglio che tu vada a letto. Oggi hai usato
un bel po’ i tuoi poteri.”
“Immagino di sì.”
Dico con gli occhi che si chiudono.
“Ciao, Jack Frost.”
Lo saluto con voce sonnolenta prima di chiudermi nella mia camera,
sdraiarmi
sul letto e coprirmi con una coperta. Sono davvero stanca, la
libertà ha un
prezzo, che non è solo morale, ma anche fisico.
Mi sveglio alle due di pomeriggio, qualcuno sta cantando
sotto le mie finestre e vedo il pupazzo di neve ce io e Anna avevamo
costruito
da bambine. Mi strofino gli occhi incredula e quello sparisce, ho le
allucinazioni?
Mi lavo e poi esco dal castello per procurami un po’ di
cibo, ieri sono scappata così precipitosamente che ho
dimenticato di prendere le
provviste.
Pago pane, latte, uova, carne, acqua e tutto quello che
serve a una famiglia che vive al limitare del bosco, poi me ne torno a
casa
mia. Mi preparo un panino e poi mi sdraio sul divano con un libro in
mano, mi è
sempre piaciuto leggere e sognare che un giorno un principe venisse a
salvare
persino un pericolo pubblico come me.
Stranamente il volto di Jack fa capolino nella mia mente.
“Elsa, lo conosci solo da un giorno! Hai rimproverato
Anna perché si è fidanzata con quel
…Hans per lo stesso motivo.”
Riprendo a leggere fino a che qualcuno bussa alla porta, incuriosita
vado ad
aprire e mi trovo davanti il volto sorridente dello spirito
dell’inverno.
“Ciao, Jack.
Mi stavo annoiando, vieni.”
Lui mi sorride ed entra.
“Cosa facciamo?”
“Pattinaggio sul ghiaccio?”
La sua faccia assume una strane espressione, quasi dolorante.
“Cosa c’è? Ho detto qualcosa di
male?”
“No, è come se un ricordo volesse emergere dal
fondo della mia mente e avesse a
che fare con il pattinaggio con il ghiaccio.
Non ti preoccupare!”
Con un tocco del bastone ghiaccia il pavimento
dell’ingresso mi tende una mano.
“Pronta, principessa?”
“Certo.”
Gli rispondo con un sorriso.
Non amo la compagnia della gente, ma lui è
un’eccezione e
va bene così.
A volte anche le persone solitarie hanno bisogno di stare
con qualcuno che le capisca.
Due giorni dopo la mia fuga
qualcuno bussa alla mia
porta.
Non scendo pensando che sia Jack, di solito sale da solo
al piano superiore e ci mettiamo a chiacchierare o a giocare, mi
sorprende
sentire la voce di Anna.
Cosa ci fa qui?
“Anna?”
“Ciao, bello qui.”
Mi dice un po’a disagio, ma il suo sorriso è
autentico. Il mio sguardo corre
alla ciocca più chiara nei suoi capelli, è colpa
mia se ce l’ha, sono io che
l’ho ferita.
“Grazie.
Sono felice di vederti, ma ti prego di andartene.”
Salgo ai pieni superiori e lei mi segue.
“Elsa, credo dovremmo parlare.”
Io non rispondo.
“Senti, mi dispiace di essere stata insistente alla festa
ma penso che dovremmo parlare della tua fuga e del perché mi
hai tenuto
nascosti i tuoi poteri.”
Silenzio.
“Dovremmo anche parlare di come hai congelato
Arendelle.”
“Cosa?”
Mi volgo e fronteggio gli occhi di mia sorella.
“Cosa hai detto?”
“Beh, quando te ne sei andata hai accidentalmente portato con
te l’estate e
congelato tutto.”
Io apro la portafinestra del terrazzo che dà su Arendelle
e vedo che il fiordo è completamente congelato e ci sono
nubi sulla capitale.
Cosa ho fatto?
Pensavo di essere libera dopo essermene andata, ma mi
sbagliavo!
Io non potrò mai essere libera! Questo potere
continuerà a tormentarmi per
sempre, non c’è via di uscita!
Anna dice che mi aiuterà, che insieme ce la faremo, ma come?
Persino i miei hanno fallito e poi io non so controllare
il mio potere, non ho idea di come togliere l’inverno perenne
che ho scatenato.
“Elsa, vieni con me!”
“No, io me ne devo andare! Sono pericolosa!”
“No, Elsa. Non lo sei, io mi fido di te!”
“Stai zitta, Anna!”
Senza volerlo – come anni fa – la colpisco con i
miei
poteri e questa volta credo di aver mirato al cuore e non al cervello
e, stando
al troll, non c’è modo di curare una ferita del
genere.
Presa dalla paura creo un mostro per cacciare lei,Kristoff
e Olaf, il pupazzo di neve e poi mi accascio a terra. È
così che mi trova Jack.
“Elsa, cosa è successo?”
Si inginocchia accanto a me.
“Io… io ho scatenato l’inverno perenne
sul mio regno la notte che me ne sono
andata. Io non so controllare questi poteri, io sono un pericolo.
Io ho ferito di nuovo Anna.”
Lui mi abbraccia, ma io mi divincolo.
“Io faccio male alle persone che voglio bene.”
“Lieto di non essere una di quelle, ma non devi avere paura
di farmi male. Io
sono uno spirito, non posso essere ferito da te.”
Io respiro più forte.
“Allora portami via, anzi prima controlla come stia
Anna.”
“Non credo che andarsene sia la soluzione giusta, ma
controllerò Anna.”
Se ne va e io rimango da sola, ancora una volta.
Scoppio a piangere, nessuno deve starmi troppo vicino, io
sono una minaccia. Sono pericolosa, un danno, non posso essere la
regina o una
buona sorella. Io quasi l’ho ammazzata, Anna.
Aspetto con ansia Jack, ma lui non arriva.
Arrivano Hans e i soldati, io scateno il mostro contro di
loro per evitare di fare altri danni e uccidere qualcun altro.
Poi scappo via e poi scateno i miei poteri contro due
soldati che tentano di uccidermi, poi arriva Hans dicendomi che Anna
non è
tornata al castello. Dov’è Anna?
È morta o è solo in viaggio?
La cosa mi provoca uno shock e svengo, i miei incubi sono
popolati dal funerale di mia sorella e da Hans che mi urla in faccia
che sono
un mostro, che ho ucciso la ragazza che amava.
Cosa mi costava essere un po’ meno rigida e dire di
sì
alla loro unione invece di piantare una grana?
Così tutto sarebbe filato liscio e questo casino non
sarebbe mai successo!
Mi risveglio in una cella, le mie mani sono imprigionate in una specie
di
guanti di metallo, provo a tirare, ma non succede nulla?
Che diavolo sta succedendo?
Dov’è Jack?
Dov’è Hans?
Come sta Anna?
La porta si apre ed entra Hans con un’espressione
contrita.
“Ci scusi le manette, regina Elsa, ma ci è
sembrata una
precauzione necessaria.”
“Senti, lasciami andare e vedi di trattare bene Anna e farla
felice.”
Il suo volto si oscura.
“Anna non è tornata la castello.”
Il mio cuore si ghiaccia e poi va in mille pezzi.
Dov’è Anna?
È ancora viva o io l’ho uccisa?
Hans se ne va e mi lascia da sola a fare conti con
l’enormità del mio gesto, cosa ho fatto?
“Jack, dove sei?”
“Qui Elsa.”
“Anna è morta, Jack. Io l’ho
uccisa.”
“No, non è morta. Sta arrivando al castello per
essere baciata e salvata da
Hans, il bacio del vero amore, sai. Hans deve aver creduto che sia
morta dopo
che il suo cavallo non è arrivato.”
“Me ne devo andare.”
Dico disperata, durante la mia permanenza questa cella è
diventata una prigione di ghiaccio, con uno sforzo supremo faccio
esplodere le
manette e scappo, inseguita da Jack.
“Elsa, non puoi andartene!
Devi scusarti con Anna.”
“È morta. Non deve essere arrivata in tempo da
Hans.”
La tempesta si fa più forte, il mio controllo sui miei
poteri è inesistente.
“Jack, mi devi aiutare. Devi portarmi via da qui, devi
portarmi in un posto dove non sarò un pericolo per nessuno!
“Anna, è viva, credimi!
Tu devi rimanere e fare pace con lei, sono sicuro che insieme
risolverete
questo problema. I tuoi poteri non sono una maledizione, sono un dono e
tu devi
solo capire come fare a controllarti.
Anna ti aiuterà, io ti aiuterò, se
vuoi.”
“Sì, voglio che tu rimanga con me, ma lontano da
qui.
Qui è tutto perduto non c’è
più nulla che possa fare.”
Lui prova a usare quella magia che fa sorridere, tirandomi una delle
sue palle
di neve, ma io sono troppo sconvolta, fuori di me e preoccupata e la
cosa non
fa effetto.
“Elsa, ti prego, dammi retta.
Scappare non è la soluzione, Anna ti mancherà e
poi sei
la regina.”
“Hans diverrà re e tutto sarà
risolto.”
“Elsa!”
Lui continua a urlare il mio nome, ma io non lo sento, voglio solo
scappare il
più lontano da qui e da tutto quello che ho fatto.
Il dolore è troppo forte, mi mangia viva.
Sono un mostro.
Continuo a correre, nonostante le urla di Jack, voglio
solo sparire: ho ferito una delle persone più importanti
della mia vita.
All’improvviso sento delle altre urla: è Hans.
Mi fermo sperando di sentire delle buone notizie.
“Regina Elsa!”
“Anna, come sta Anna?”
Lui abbassa gli occhi.
“È morta tra le mie braccia, voi l’avete
uccisa, regina
Elsa.”
La tempesta si placa e io mi lascio a cadere a terra in lacrime.
Sento a malapena la parole di Hans e noto che ha alzato
una spada contro di me, probabilmente per uccidermi.
Chi se ne importa.
Sono una vile assassina e non merito altro che la morte,
solo con questa tutto tornerà alla normalità.
Jack tenta di frapporsi tra me e la spada, ma è solo uno
spirito e non può fare molto, è qualcun altro che
mi salva la vita.
Anna.
Allora non è morta!
Adesso però è peggio che morta è una
statua di ghiaccio
ed è tutta colpa mia, la abbraccio e scoppio a piangere.
Hans mi guarda
sorpreso e Jack molto dispiaciuto, alza una mano verso di me e poi la
lascia
cadere, nemmeno lui ha parole di consolazione probabilmente.
All’improvviso avviene il miracolo, Anna torna normale,
persino la sua ciocca più chiara è sparita. Sono
io ad averla salvata con un
atto di vero amore?
L’amore fraterno?
Ci abbracciamo e Jack sembra molo felice, Hans un po’
meno, forse perché è apparso anche Kristoff e
Anna – dopo essersi staccata da
me – lo bacia.
Io non capisco, non amava Hans?
“Sei un traditore!”
Urla a quest’ultimo.
“Mi aveva lasciato a morire per avere il trono.”
Io lo blocco con la mia magia e lo fulmino con un’occhiata
assassina.
“Pagherai per questo.”
“Non è il momento per pensare a questo.”
Dicono in coro Jack e Anna, mia sorella spalanca gli occhi vedendolo.
“Chi è, Elsa?”
“Un amico.”
Lei mi dà una gomitata.
“Sì, ti piace!”
“Uhm, anche tu devi qualcosa su Kristoff o sbaglio?”
Lei arrossisce.
“Dobbiamo pensare a come sistemare quello che è
successo
qui.”
“Come ti ho guarito, Anna?”
“Sono stata dai troll e secondo loro solo un atto di vero
amore avrebbe potuto salvarmi.”
L’amore…
Guardo Jack e lui annuisce, quindi io alzo le braccia al
cielo pensando ai momenti felici trascorsi con la mia famiglia e con
lui. La
neve si alza e forma un unico fiocco di neve sopra al castello e poi si
scioglie in miliardi di piccoli cristalli, permettendo
all’estate di tornare.
Anna corre dal suo Kristoff, che ha legato quella bestia
di Hans e io e Jack rimaniamo da soli.
“È finita bene come ti dicevo.”
“Sì, ed è successo grazie a te. Senza
il tuo aiuto non ce l’avrei mai fatta.”
“È quello che fanno gli amici, no?”
Io arrossisco.
“Tu per me sei più di un amico.”
“Perché mi hai definito così
allora?”
Mi chiede confuso.
“Volevo essere sicura dei tuoi sentimenti per me.
Jack, vuoi essere il mio principe? O è un impegno troppo
gravoso per te e preferisci che rimaniamo solo amici?”
“Io non so nulla, sono solo un povero spirito
dell’inverno, ma quando sto con te
nel mio cuore è estate.
Mi piacerebbe provare a essere il tuo principe.”
Anche nel mio cuore si accende un calore estivo.
“Oh, Jack! Sono così felice!”
Lui mi prende il volto tra le mani.
“Cosa fanno i ragazzi che si amano?”
“Si baciano.”
Lui mi lascia un bacio delicato sulle labbra e poi un altro, fino a che
finiamo per baciarci appassionatamente tra gli applausi di Anna.
Quando ci stacchiamo lei marcia verso di noi.
“Lo sapevo che non eravate solo amici, benvenuto in
famiglia, Jack.
Oh, devo presentarvi anche io qualcuno: lui è Kristoff e
io lo amo.
Posso frequentarlo vero, Elsa?
Posso?”
Io rido.
“Sì, puoi. Così lo conoscerai e dopo
forse potrai sposarlo,
vedo che la storia di Hans ti ha insegnato qualcosa."
“Molto, come non fidarsi subito degli estranei, che
spesso hanno cattive intenzioni.”
Tenta di dare un calcio al suo ex fidanzato, ma il suo nuovo ragazzo la
ferma.
“Dai, Kristoff! Solo un calcio piccolo!
Mi stava lasciando morire per avere il trono, non ha cuore.”
Io rido e guardo Jack, lui passa un braccio attorno alle mie
spalle e sorride
guardando la scenetta.
“Mi piace la tua famiglia, starò bene qui.
Lo sai che non potrò rimanere a lungo.”
“Quando arriverà il momento…”
Prendo fiato.
“Sono disposta a diventare uno spirito e stare con te per
sempre, se lo vuoi.”
Lui per tutta risposta mi prende in braccio e voliamo via insieme, io
mi godo
lo spettacolo di Arendelle immersa nel pieno dell’estate,
accarezzata da un
vento gentile e soprattutto rassicurata dal calore freddo che emette il
suo
corpo.
“Jack, è meraviglioso!”
Urlo.
“Tu sei meravigliosa!”
Ridiamo insieme e l’unione delle nostre risate mi sembra
il suono migliore del mondo.
Finalmente anche io ho trovato l’amore e non potrei
essere più felice.
Il mio cuore di ghiaccio si è sciolto per lasciare spazio
a una meravigliosa estate da vivere con Jack.
Sono una ragazza fortunata.