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Autore: Kilian_Softballer_Ro    10/10/2015    0 recensioni
Festeggiare un nuovo arrivo è importante.
Ma ricordare chi sta per partire, forse, di più.
- What if aka se Eldarion fosse nato prima dell'ultima partenza per i Rifugi Oscuri -
Genere: Comico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arwen, Elrond, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le celebrazioni per la nascita dell’erede al trono di Gondor minacciavano di rivelarsi le più grandi degli ultimi decenni.
Non c’era da stupirsi. Dopo le battaglie, la distruzione e il lutto un nuovo arrivo così importante non poteva essere altro che un’occasione per festeggiare. Soprattutto se si trattava del figlio di due sovrani così amati come erano re Elessar e la sua sposa.
Tutta la città bianca era in festa. Non vi era praticamente persona che non andasse in giro con un largo sorriso impresso sul volto. I bambini, invece di correre per le strade, rimanevano in disparte, fissando a occhi sgranati gli strani visitatori che, a cavallo o a piedi, salivano verso la cittadella per conoscere il nuovo principe. La maggior parte di loro era intimidita dagli alti e maestosi elfi, e incuriosita dalle figure tozze dei nani, che mai prima d’allora avevano visto.
Le conosceva però bene il sire Aragorn, che li accolse con grande calore insieme alla moglie. La regina Arwen sembrava illuminare tutta la sala, mentre sorrideva piena di gioia e mostrava ai nuovi venuti il figlio. Il piccolo Eldarion ancora non poteva saperlo, ma i personaggi più importanti di tutta la Terra di Mezzo erano giunti a Minas Tirith per rendergli omaggio, carichi di doni. Così signori elfici, uomini da Rohan, nani delle montagne e strani hobbit (che lasciarono stupita più di una guardia) dalla Contea si trovarono riuniti nello stesso luogo, una situazione insolita, che non mancò di creare momenti di grande divertimento.
Re Eomer, lasciata sua sorella a parlare di argomenti certamente importanti con il Sovrintendente di Gondor, fece ridere il re, suo grande amico, assicurandogli che Rohan avrebbe donato uno dei suoi migliori cavalli al giovane principe...non appena quest’ultimo fosse stato in grado di reggersi sulle proprie gambe. Il diretto interessato stesso si stava dando da fare a creare confusione, poiché trovandosi fra le braccia del signore di Bosco Atro, Thranduil, spaventato dalla forma insolita assunta dalla sua testa a causa della corona e senza rendersi conto di essere a contatto con un grande re elfico, scoppiò in un pianto convulso e soprattutto molto umido. Legolas, al fianco del padre, trattenne a fatica le risate, ma non poté fare a meno di scambiare un’occhiata divertita con il nano Gimli, che, insieme ad altri della sua stirpe (che non avevano avuto alcun problema nel dimostrare il loro divertimento, scoppiando in una profonda risata collettiva) aspettava di poter offrire il suo dono, una preziosa corona frutto delle abilità naniche con i gioielli che Eldarion avrebbe potuto usare in futuro.
L’atmosfera era dunque allegra e gioiosa, e sembrava che tutti si stessero godendo l’evento, ma non era così. Uno dei presenti restò in disparte per la gran parte del tempo, e poco dopo il tramonto del sole sparì su uno dei balconi del palazzo. Arwen se ne accorse e, ripreso in braccio il figlio, lo seguì silenziosamente.
L’elfo guardava le stelle con espressione pensosa, e non reagì quando la regina si mise al suo fianco. Restarono lì per un lungo momento, il fragore della festa dietro di loro e la città sotto i loro occhi, prima che Arwen rompesse il silenzio.
- Quando partirà l’ultima nave?
Elrond chinò la testa, sempre calmo, sempre apparentemente impassibile. – Presto.
La figlia annuì senza replicare, gli occhi fissi su Eldarion, che dormiva pacificamente. Il signore di Gran Burrone indugiò per un attimo prima di voltarsi verso di lei. – Non voglio che tu venga ai porti, quando dovrò andare. Le lacrime che verseresti laggiù saranno più facili da consolare qui, con il tuo popolo e l’uomo che hai scelto.
Arwen annuì di nuovo. Alla luce della luna i suoi occhi brillavano, lucidi per le lacrime arrivate all’improvviso, come se il solo nominarle avesse reso necessaria la loro presenza. – Devo dunque dirti addio ora
- Addio? No, Arwen. Non voglio che tu mi dica addio. – Elrond le cinse la vita con un braccio. – Addio è solo una parola troppo dura. – Sorrise appena. – D’altronde non si può parlare di addii, in un giorno come questo. Il giorno in cui festeggiamo la nascita di tuo figlio. – Pose una mano sul piccolo corpo di Eldarion, caldo e vibrante di vita. -  Il mio primo nipote.
La bella regina rise a quelle parole, ma era un riso triste, come triste e felice insieme era quel loro incontro. Si lasciò stringere dal padre a lungo, mentre la notte si stendeva intorno a loro e le parole che non si sarebbero detti fluttuavano nell’aria, non necessarie nè utili, perché ogni cosa che avevano bisogno di sapere era in quel contatto, così importante e così definitivo.
Alle loro spalle, la festa andava avanti. Ma per loro non era ciò che c’era di più importante da ricordare.
Non in quel momento.

 
Okay, erano due vite e mezzo che non pubblicavo niente in questa sezione ma ssssh. E' solo una piccola idea che ho avuto a scuola e in qualche modo sono riuscita a scrivere.
Spero solo che la questione non sia troppo grigia e a qualcuno piaccia.
A presto!
^Ro
  
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