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Autore: MandyCri    16/10/2015    19 recensioni
Ellen Mayer è la regina del liceo, l’idolo di tutte le ragazze della scuola.
Bionda con gli occhi azzurri e un fisico da pin up.
Tom Gore è invece il nerd della scuola.
Moro con gli occhi neri.
Grasso, brufoloso, occhialuto e con un vistoso apparecchio ai denti.
È ovviamente il bersaglio preferito della splendida, ma crudele Ellen.
Ma si sa, la vita riserva molte sorprese.
Cosa succederà quando i due si incontreranno, dopo sette lunghi anni dalla fine del liceo, per un colloquio di lavoro?
Scopritelo insieme a Ellen e a Tom, ma ricordatevi: non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 31 - EPILOGO

 

Due anni dopo.

 

- Non ti dovevo ascoltare! - sbuffò Ellen, guardando Cindy che maneggiava fili elettrici e cavi.

- Ma che dici? È un'idea fantastica! - le rispose l'amica, non degnandola di uno sguardo.

- È un'idea schifosa! - continuò – Ti rendi conto di quello che sto per fare? Oh Dio, Cindy! Come ho potuto darti retta e comunque non dovresti toccare quella roba, tu! Se lo sa, George ti uccide con le sue mani...

- Ieri sera, mentre provavamo, eri entusiasta! Non capisco, perché adesso sei così reticente. - le rispose, eludendo volutamente l'ultimo ammonimento e proseguendo a trafficare con i cavi.

Ellen scostò la tenda blu scuro che la separava dal palco.

Era la millesima volta che lo faceva, ma i suoi occhi fissavano un solo punto.

Tom Gore, vestito di tutto punto, era proprio lì, più bello che mai, nel suo smoking perfetto e la camicia candida.

Ed era solo!

Si girò e fissò l'amica, supplicandola con lo sguardo – Ti prego Cindy, non farmi fare questa cosa!

L'amica la raggiunse e spiò il palco, scrutando nella sua stessa direzione.

Quando capì cosa stava osservando, sospirò, poi la squadrò con aria di rimprovero – Troppo tardi, cara mia! Sono mesi che stiamo prepariamo questa cosa. Tu non mi molli proprio adesso!

- Ma non sapevo che c'era lui! - ribatté, indispettita – Perché l'hai invitato? Sei stata tu ad organizzare questa festa, quindi tu hai spedito gli inviti! - la additò, irritata.

- Lelly! Smettila di fare la bambina! Mi sembra ovvio che ci sia anche Tom all'anniversario del decimo anno dal nostro diploma. Non è possibile che non ci avessi pensato. - rispose, sempre più infastidita.

- Bè, potevi far finta di esserti dimenticata di lui!

- Ah sì? Mi sembra che abbia gli stessi diritti di stare qui, quanti ne hai tu.

- Ma Cindy...

- Ellen, per l'amor del cielo! Sei bellissima, è tutto ok e non farai brutta figura. Te l'assicuro. Vedrai che farai colpo, non ti preoccupare.

Ellen le mise il muso – Non sono contrariata per questo. - si difese.

- Certo... come no! Se non ti fossi accorta di Tom, a quest'ora staresti ripassando il discorso che ti sei preparata. Invece, hai visto il tuo amoruccio e sei andata in tilt. - la prese in giro.

- Non è il mio amoruccio! Ma cosa ti salta in testa! - replicò, acida.

Cindy si mise le mani sui fianchi ed assunse un'espressione ironica – Senti carina, io ti conosco meglio di chiunque altro, so perché sei agitata e, a me, non la dai a bere! Se vuoi mentire a chissà chi e perfino a te stessa, sei libera di farlo, ma non a me, intesi? Sono due anni che mi rompi le palle con Mr. Gore qua, Mr. Gore là, bla, bla e ancora bla, è ora di finirla. Mi sembra che, un anno fa, al mio matrimonio sia andato tutto perfettamente. Siete andati d'amore e d'accordo. Lui ha fatto da testimone a George e tu sei stata la mia damigella d'onore. Non ho visto musi o altro, avete perfino ballato insieme!

- Si è portato quella racchia! - protestò.

Cindy alzò gli occhi al cielo e agitò le braccia – Non era racchia! Era una ragazza carina.

- Era bassa e tondetta!

L'amica aggrottò le sopracciglia – Era bassa, ma non tondetta, insomma non era magra, ma tu, sicuramente, pesi più di lei!

Ellen si girò, dando le spalle a Cindy, oltraggiata – Stai dicendo che sono più grossa di quella racchia?

- Esattamente, sei perspicace! - le rispose, soavemente.

- Ok, non era proprio un rifiuto della società ed ammetto che era più magra di me, ma Cindy... ci è stato quasi un anno con quella e come se non bastasse l'ha portata al tuo matrimonio! Ci si è messo insieme qualche mese dopo che... bè, sai cosa! È inconcepibile! - piagnucolò.

- Anche tu ci hai portato Robert e, se non ricordo male, ti sei messa insieme a lui, molto prima che Tom stesse con Elise.

- Hai sempre una risposta per tutto, a quanto vedo! - replicò, offesa – Ma si può sapere da che parte stai? Non voglio parlare davanti a lui, ok? Non voglio!

- Io non capisco proprio. Le cose tra voi due erano finite. Mi sembrava stessi meglio. Ti avevo detto che al matrimonio, Tom sarebbe venuto con la sua ragazza e tu non hai, minimamente, accusato il colpo. Anzi, mi avevi detto che eri felice per lui che avesse trovato una donna onesta ecc, ecc. si può sapere, perché dal giorno dopo la cerimonia, voi due siete tornati cane e gatto? George ed io siamo costernati dal vostro comportamento. Tom molla Elise, Robert lascia te e noi che siamo nel mezzo e ci ritroviamo a dividerci per stare un po' con i nostri rispettivi migliori amici. Io proprio non vi comprendo. Nemmeno George ha delle spiegazioni, perché Tom diventa, decisamente, ostile, quando ti sente nominare! Ci dovreste dei chiarimenti, a tal proposito! - sbottò Cindy.

- A che punto è il libro di George? - le chiese, cambiando, repentinamente, argomento e sfoggiando il suo famosissimo sorriso da Miss Universo.

Cindy la fissò sul piede di guerra – Sei proprio stronza Lelly! Non mi vuoi dire cosa è successo? Bene! Non lo voglio nemmeno sapere, ma rassegnati, Tom Gore resta qui, perché è anche la sua festa e se tu vuoi fare bella figura, sarà meglio che cominci a ripassare il discorso, perché se non esci fuori, io ti uccido con le mie stesse mani! - concluse l'amica, lasciandola da sola e portando con sé un groviglio di cavi e chissà cos'altro.

Ellen scostò, nuovamente, la tenda e scrutò di nascosto Tom.

Non poteva essere sincera con Cindy.

Il giorno del suo matrimonio sia lei che Tom avevano bevuto più del dovuto.

Erano allegrotti entrambi.

Si erano ritrovati nello stesso tavolo e il tempo era stato cancellato, come se quel famoso giorno, in cui aveva rifiutato l'amore di Mr. Gore, non fosse mai esistito.

Sembrava fossero ritornati al giorno prima del rientro a casa, dopo le feste natalizie, quando tutto tra loro era schifosamente romantico, allegro, pieno d'amore e perfetto.

Prima che lui, tra lei e Sophie, scegliesse la sua ex coinquilina.

Non si erano nemmeno resi conto che avevano tagliato completamente fuori i rispettivi partner, era come se, intorno a loro, il resto del mondo fosse sparito.

C'erano solo loro due.

Ellen ancora non si spiegava come fosse potuto accadere, ma dopo aver ballato insieme, lei e Tom se l'erano svignata per diverse orette, avevano preso una stanza nell'albergo in cui si teneva la festa e ci avevano dato dentro.

Era stato il più bel momento che avesse passato da quel meraviglioso Natale, trascorso insieme a Tom e alla sua famiglia.

Poi, era ritornata in sé ed era praticamente fuggita, come al solito, quando c'era di mezzo lui.

Tom l'aveva chiamata e cercata per diversi mesi, ma lei si era fatta sempre negare, mentre la sua vita sentimentale andava a rotoli, perché per quanto cercasse di dimenticarlo, l'orso di Mr. Gore era sempre presente nella sua testa.

Sapeva che Tom non aveva detto nulla a George e Cindy, perché quei due continuavano a chiederle spiegazioni, senza però riceverne.

Tom aveva mantenuto il segreto e non solo.

Il giorno stesso del matrimonio dei loro amici, aveva lasciato Elise.

Nessuno sapeva il reale motivo, Tom non ne aveva parlato nemmeno con George, ma Ellen poteva immaginarlo.

Mr. Gore le aveva ribadito quanto l'amava e quanto le mancava per i mesi successivi, finché si era stancato, giustamente!

Le aveva chiesto di ricominciare, l'aveva pregata ancora di più di quel giorno in cui si erano visti alla Gordon, ma Ellen non se l'era sentita.

Non riusciva a fidarsi di lui, dopo quello che era accaduto.

Lei non era stata coraggiosa come Tom, non aveva lasciato Robert, ma era stato quest'ultimo a darle il ben servito. Il suo ex ragazzo le aveva semplicemente detto che non poteva stare con una donna che era innamorata di un altro uomo.

Ellen non aveva sofferto, ma non era corsa da Mr. Gore.

Aveva bisogno di stare sola e riflettere, così il tempo era passato e le cose erano andate avanti lo stesso, nel modo sbagliato.

Tom e lei avevano ripreso il loro rapporto fatto di screzi e litigi vari, anche a distanza e tramite i loro amici, poi si erano allontanati per l'ennesima volta che, a quanto sembrava era quella definitiva.

Il fatto era che non si fidava ancora di lui.

Non ci riusciva, aveva cercato di mettere da parte la delusione, la rabbia e qualsiasi altro sentimento negativo che provava per lui, ma non era servito.

La sfiducia regnava sempre sovrana e sovrastava qualsiasi altra emozione positiva.

In queste condizioni, non poteva certo intraprendere un rapporto con lui, perché sarebbe stato un enorme fiasco.

Non se la sentiva di rischiare, aveva paura di soffrire un'altra volta.

Le ferite, nonostante il tempo, erano ancora aperte.

Al contrario di ciò che le aveva consigliato Cindy, Ellen non riuscì a chiudere la tenda blu e continuò a fissare Tom.

Non poteva certo dire che non era bello.

In quel momento, sorrideva a George Morris che l'aveva raggiunto con due bicchieri in mano e gli stava raccontando qualcosa di divertente a quanto sembrava.

Cindy aveva riservato loro posti in prima fila.

Bell'amica!

A malincuore, Ellen chiuse il tendone e, controvoglia, si avviò verso il banchetto su cui erano riposti i suoi appunti.

Aveva scritto un gran bel discorso, l'idea di Cindy era carina, anzi era più di carina, era veramente appropriata e fantasiosa.

Ellen scorse velocemente i punti che si era segnata.

Aveva come l'impressione di essere bloccata in un tempo eterno.

Quei minuti non passavano mai! Maledizione!

Invece arrivò troppo presto il momento di uscire.

Ellen aveva le mani tremanti, mentre nel buio guardava affascinata l'immagine di se stessa piena di gioia, allegria e voglia di vivere.

Quanto le mancava, in quel momento, quella se stessa spensierata ed egoista, ormai andata.

 

***

 

Le luci della grande sala adibita a teatro del suo vecchio liceo si spensero.

Tom posò per terra, vicino ai piedi, il bicchiere con il vino scadente che gli aveva portato Gaccio, in modo che nessuno ci potesse inciampare e si sistemò comodamente, sulla poltroncina in prima fila che gli aveva riservato Cindy.

Non aveva ancora visto Ellen, sapeva per certo che avrebbe partecipato alla festa, dato che i due sposini gli avevano fatto una testa grande come una casa su come si sarebbe dovuto comportare in caso l'avesse incontrata.

Inoltre, non contenti e per rendergli l'idea ancora più chiara, avevano informato anche Eleanor sulla presenza di Ellen.

Sua madre voleva un miracolo, perché quell'angelo di Ellen doveva, secondo lei, far nuovamente parte della loro famiglia, così lo aveva costretto ad andare a confessarsi ogni giorno, per far penitenza e per entrare nelle grazie di Dio, considerando che da quando era ritornato a casa dei genitori era trascorsa una settimana, la sua era stata davvero una penitenza esemplare, anche se si poteva chiamare, tranquillamente, con il nome appropriato ovvero una punizione tosta, alquanto tosta!

Perfino il prete, quando l'aveva visto per il terzo giorno di fila, aveva sospirato, rassegnato.

Il quarto gli aveva quasi riso in faccia – Tom! – gli aveva detto – Devi averne combinata una davvero grossa per essere ancora qui!

Il quinto aveva tirato fuori un mazzo di carte, gli aveva fatto l'occhiolino e aveva esclamato – Sono davvero stufo di sentirti ripetere sempre le stesse cose, passi per tua madre, ormai mi sono arreso, ma che non diventi un vizio di famiglia, adesso!

E si era fatto una briscoletta con il prete, anche il sesto giorno!

E adesso era lì e di Ellen non c'era traccia.

Che cazzo! Non si era certo fatto sei giorni di confessione per niente! Ci doveva essere, per forza!

Appena il proiettore cominciò ad emanare le prime immagini, il brusio della sala si spense.

La voce di una giovane Ellen Mayer, riempì le pareti.

Tom spalancò gli occhi, sorpreso.

Il filmato ritraeva Miss Mayer mentre faceva il suo discorso di commiato.

Lo ricordava bene, era stata appena eletta, per l'ultima volta, reginetta.

La risata della giovane Ellen lo lasciò senza fiato.

Amici e colleghi di studi, questo è un giorno speciale.

Le porte del mondo si aprono a noi. Nulla sarà impossibile, basta crederci fino in fondo.

Noi siamo invincibili, siamo forti, siamo giovani.

Nulla ci potrà fermare.

Porteremo avanti i nostri sogni e, magari, tra qualche anno ci ritroveremo, proprio qui, più agguerriti e felici di quanto lo siamo in questo momento.

La fama e il successo sono, esattamente, dietro il portone di questo liceo e stanno aspettando solo noi.

Io ce la farò! - la giovane Ellen fece una pausa ad effetto, ostentò il suo migliore e falsissimo sorriso di sempre da Miss Universo e continuò – Noi ce la faremo!

Nel video segui l'inquadratura di tutti gli studenti che partecipavano alla festa, il video gracchiò, qualche scia luminosa e puntino stonato comparvero sullo schermo, poi ritornò nuovamente il primo piano della giovane Ellen.

Si tolse la corona da reginetta e l'abbracciò, portandosela al cuore – Grazie ancora per questa. È un onore per me. - una lacrima a comando rigò la guancia della ragazza.

Il video si spense e la sala piombò nel buio.

Un boato di applausi risuonò.

Fischi di incoraggiamento gli forarono le orecchie.

Tom rimase immobile.

Un cerchio di luce illuminò un moderno pulpito in plexiglass, dietro c'era la nuova Ellen.

Un'emozione forte gli percorse ogni centimetro di pelle e il cuore cominciò a battergli forte in petto.

Miss Mayer era vestita con un elegante vestito nero lungo fino al ginocchio, il decoltè era profondo e lasciava poco all'immaginazione, perché coperto solamente da un sottile velo dello stesso colore dell'abito. La stoffa nascondeva a stento un reggiseno di pizzo, poiché il velo la faceva da padrone.

I fischi di ammirazione e frasi colorite arrivarono ben presto e Tom avvertì un forte senso di gelosia.

Avrebbe voluto saltare in piedi e prendere a pugni tutti coloro che stavano esprimendo la loro approvazione, invece rimase a guardarla, inebetito.

Ellen si girò verso lo schermo di proiezione, ormai spento, scrollò le spalle e disse – Vi prego ditemi che non sono stata veramente io a dire certe stronzate, perché, se non l'aveste ancora capito, quella lì, sono io dieci anni e venticinque chili fa... Ahn... e con una grande dose di buon gusto in meno!

Scoppiarono tutti a ridere.

- Comunque... perché nessuno mi ha detto che, vestita con quell'abito, ero così ridicola? - continuò – Capisco che a una come quella, nessuno le guarda il vestito, però...

Dalla sala arrivò una voce maschile – Se per questo nemmeno adesso!

Le risate si fecero più intense.

- Ted Carsol! Sei irriverente! - scherzò lei.

Tom storse il naso schifato.

Ellen proprio non riusciva a non flirtare con qualsiasi elemento dell'universo maschile!

- Bè Ellen, se metti in mostra tutto ciò che a noi uomini interessa, non posso certo non guardare!

Lei mise un cruccio strategico e continuò – Dieci anni fa credevo di possedere il mondo, solo perché ero giovane e bellissima...

- Lo sei ancora! - gridò Ted.

Lei gli sorrise – Ted, posso continuare?

Lui fischiò.

- Dicevo, credevo di possedere il mondo, con gli anni mi sono resa conto che non era affatto così. È il mondo che ci possiede. Siamo schiavi di tutto: della moda, del fisico, del lavoro, del successo.

È per questo che noi dobbiamo essere sempre un gradino più su. È per questo che dobbiamo avere dei sogni veri, in modo da non lasciarci mai abbattere dagli eventi, in modo d'avere sempre qualcosa per cui vivere e per cui pensare, qualcosa in cui credere: ne vale la pena, ve l'assicuro!

Un tempo volevo diventare un'attrice famosa, ma il destino ha deciso diversamente per me.

Solo di una cosa sono orgogliosa: posso dire con certezza che ci ho provato in tutti i modi, ma non era quella la mia strada.

Lavorando duramente ho trovato la mia vocazione: sono un'imprenditrice e sono brava, molto più di quanto lo sarei stata come attrice.

Non mi vergogno ad ammettere che ho fallito, ma sono fiera di dire che sono cresciuta e che i miei sogni sono cambiati.

Un tempo volevo la fama, oggi voglio la serenità.

Volevo far carriera, oggi vorrei una famiglia.

Volevo primeggiare schiacciando gli altri, adesso cerco in tutte le maniere di aiutare.

Volevo soldi e potere, oggi ce li ho, ma garantiscono ad altri, posti di lavoro.

Benedico, però, chi fa l'attore, altrimenti la sera, mi annoierei, senza un bel film!

Nella sala riecheggiarono altre risate.

Questa volta sorrise anche Tom.

C'era qualcosa di puro nel discorso di Miss Mayer e Tom sapeva quanto le era costato mettersi in mostra in quella maniera, non che lei non avesse manie di protagonismo, Ellen non sapeva nemmeno cosa volesse dire, non farsi notare, ma farsi vedere così nuda spiritualmente davanti a tutti era stato, per lei, un grande sacrificio, soprattutto mettersi in mostra davanti a chi l'aveva sempre vista nelle vesti di reginetta del liceo.

Ellen, però, forse non si era ancora resa conto che così come era diventata, faceva ancora più colpo nelle persone.

Non la ammiravano più solo per la sua bellezza, ma anche per il suo modo simpatico di interagire con le persone, per la sua generosità, per la sua dedizione.

Prima era stupenda, adesso era meravigliosa.

Così la vedeva lui, generosa e accogliente come la madre terra.

- Comunque... - continuò – Tra dieci anni, spero di essere ancora qui a parlarvi dei miei sogni, magari lamentandomi di un futuro marito e dei pargoletti che avrò. Al momento, non ho ancora trovato nessun buon cristiano che mi voglia!

- Ehi Ellen, ti sposo io!

Tom si girò e cercò di fulminare Ted Carsol con lo sguardo, ma il cretino, illuminato ora da un altro cerchio di luce, si era alzato e non aveva occhi che per Miss Mayer.

- Non credo che tua moglie ne sarebbe felice! - rispose lei.

- La lascio subito per te, Ellen! -scherzò lui.

- Sei gentile Ted, ma non me la sento proprio di rovinare una famiglia bella come la vostra. - si mise le mani sul cuore e la sala applaudì.

Tom si accovacciò ancora di più nella sua poltroncina e incrociò le braccia.

Sentì gli occhi di Ellen che lo scrutavano fin nel profondo, almeno così gli sembrava, perché non era sicuro che lei lo vedesse realmente, dato che l'occhio di bue continuava ad illuminarla.

Avrebbe voluto gridarle che lui era lì, pronto ad esaudire i suoi sogni di donna adulta, ma non l'avrebbe fatto, per nessuna ragione al mondo.

Aveva già tentato quel percorso, ma con scarsi risultati: Miss Mayer non gli credeva e non si fidava di lui e lui non poteva biasimarla per questo.

Ricordava ancora perfettamente l'espressione di Ellen, quando le aveva raccontato tutto.

Gli sarebbe rimasta impressa tutta la vita, purtroppo.

Ellen riprese a parlare – Quindi ragazzi, qualunque cosa facciate nella vostra vita, alzate sempre la testa e vivete con dignità, per quanto umile possa essere, se è una cosa giusta e fa avverare i vostri sogni. - sorrise – Certe cose cambiano. - disse, facendo passare le mani lungo tutto il corpo e ammiccando spudoratamente al pubblico – Altre no! - e sfoggiò il suo super sorriso da Miss Universo.

Scrosciarono gli applausi e le luci si accesero.

Il pubblico si alzò in piedi ed Ellen scese dal pulpito.

Si immerse tra i suoi ex compagni di classe e Tom cercò di non perderla di vista.

La musica cominciò a riempire le pareti e primi avventurieri cominciarono a ballare.

A questi se ne aggiunsero altri e presto arrivò la gioiosa confusione tipica delle feste.

Tom, travolto da tutte quelle persone, non riuscì più a vedere Ellen e decise di andare verso la zona adibita a bar, dove aveva scorto Gaccio e Cindy.

Li raggiunse quasi a fatica.

Cindy lo guardò entusiasta – Allora, che ti è sembrato? - gli chiese, entusiasta, cercando la sua approvazione.

Tom sorrise – È stato tutto molto bello e ad effetto.

Cindy applaudì eccitata – Ho avuto un'idea straordinaria, anche se, ammetto che senza Ellen, non sarebbe stata la stessa cosa. Non c'è niente da fare: la sua forza è interagire con le persone, vero George?

Lo scrittore annuì.

Tom ripensò a quando Gaccio era uscito con Miss Mayer, a come l'aveva sempre difesa.

Era sicuro che anche lui era caduto, anche se per breve, nella ragnatela di Ellen, ma la lealtà dell'amico era stata più grande dell'interesse che aveva provato nei confronti della ragazza.

Lo scrutò a fondo e, finalmente, trovò il tempo di chiedergli ciò che voleva da quando era iniziata la serata – Si può sapere, perché cazzo sei venuto con quella valigetta ventiquattr'ore?

George lo guardò, indispettito – Tutto a suo tempo! - replicò, asciutto.

- Bè, caro mio, non mi sembra normale partecipare ad una festa con una valigetta losca. Se per caso c'è un fucile di precisione, fammelo sapere, perché ci sarebbe giusto, giusto, una persona che meriterebbe di essere guardata da un mirino di precisione!

- Ellen? - chiese Cindy, stupita – Pensavo fosse finita questa vostra guerra a distanza.

Tom stava per risponderle, ma Gaccio lo precedette – Ted Carsol! Il nostro Tom è ancora troppo geloso di Satana in gonnella.

Tom lo mandò a quel paese e si dileguò, lasciandosi alle spalle le risate canzonatorie dei due sposini.

Cercò tra le persone, finché non scorse la chioma bionda che voleva.

Stava ballando un lento proprio con quell'imbecille di Ted Carsol che la stava stringendo troppo, per i suoi gusti.

Si avvicinò rapidamente e scostò il ragazzo con energia – Ti dispiace, Ted? - gli chiese, prendendo Ellen tra le braccia.

Ted protestò, ma Tom gli diede subito le spalle, ignorandolo.

- Bel discorso. - cominciò – Mi è piaciuto proprio tanto, a parte qualcosa da aggiustare qua e là, te la sei cavata bene.

- Grazie. - biascicò lei.

- Ah, che maleducato. Non mi sono nemmeno presentato. Piacere Tom Gore.

Ellen alzò il viso e lo guardò, stupita.

Tom la incoraggiò con gli occhi, facendole capire che stava attendendo una risposta – Ellen... Ellen Mayer... piacere. - balbettò lei, intuendo subito e assecondandogli il gioco.

- Mi sa che ci siamo visti al liceo, effettivamente, se ci penso bene, tu mi hai fatto più di qualche scherzetto. Non so se ti ricordi di me...

- Vagamente... - disse lei con un tono di voce sospettoso.

- Cose passate. Adesso ho uno studio di pubblicità tutto mio e le cose vanno davvero bene. Sono orgoglioso di ciò che ho costruito.

Ellen appoggiò il viso sulla sua spalla e Tom chiuse gli occhi.

Quella era la strada giusta.

 

 

***

 

Non era certa, dove volesse arrivare Mr. Gore, ma quella cosa la intrigava e aveva deciso, d'istinto di essere condiscendente con lui.

- Ho sentito che sei da sola, o meglio che non hai nessun ragazzo, fidanzato, marito che sia, al momento...

-Infatti, è così. - dove voleva andare a parare?

- Sai, non credo che incontrare l'anima gemella, sia così difficile come si mormora. - continuò lui, suadente.

- Dici? A me non sembra affatto facile, invece. La gente si ferma alle apparenze. Non ha il tempo di approfondire i rapporti. Si limita a catalogarti per ciò che sembra: bella, brutta, magra, grassa, povera o ricca.

- A te non mancheranno certo gli ammiratori allora... - le sussurrò in un orecchio.

Ellen rabbrividì.

Avrebbe voluto mettere fine a quella conversazione e scappare, cosa che, ultimamente, le riusciva alla perfezione, quando c'era Mr. Gore di mezzo, ma si fece coraggio e si obbligò a restare tra le braccia dell'uomo che aveva rapito, tempo fa, il suo cuore e non gliel'aveva più restituito – Bè, grazie del complimento. - bisbigliò.

- Non dico che sia facile.- proseguì – Ma non credo nemmeno sia vero, quando si afferma che pochi incontrano il proprio ideale e nessuno ne incontra due...

Ellen si staccò leggermente dal petto di Tom e le guardò stupita – Eh? - gli chiese, non capendo dove volesse arrivare.

- Io, ad esempio, mi sono innamorato due volte in vita mia. - affermò lui, candidamente.

Ellen si irrigidì all'istante.

Sapeva che una delle due persone era lei, almeno ci sperava, ma chi era l'altra?

Un senso di gelosia, mischiato a delle vertigini, poco rassicuranti, la invase.

- Ah sì? Sei stato fortunato. - disse semplicemente.

- Posso confidarmi con te? - le chiese, dolcemente.

Ellen annuì sulla spalla di Tom, silenziosamente.

Lui prese l'occasione al balzo e cominciò – Mi sono innamorato la prima volta a quattordici anni. Lei era bellissima. Un angelo biondo, la più bella della scuola, ma detto tra noi, era una serpe.

Ad Ellen uscì un risolino, poi però un'ombra scurì la sua anima.

Si era augurata sì, di essere lei una delle due donne che avevano fatto perdere il cuore a Mr. Gore, ma aveva sperato che fosse la Ellen matura, non l'adolescente anoressica. Un senso di delusione le arrivò in gola, ma non proferì parola, rimase in silenzio, in attesa che Tom continuasse.

E lui l'accontentò.

- Adesso è finita. Sai Ellen, sono rimasto invaghito di questa reginetta della scuola per anni e anni, nonostante fossi cresciuto. Ci tessevo su storie su storie. Immaginavo di incontrarla in altre circostanza e che lei si innamorasse di me, ma poi ho conosciuto un'altra donna che me l'ha fatta dimenticare completamente.

Ellen trattenne il fiato.

Il lento era finito e una musica ritmata aveva preso il posto delle note dolci, ma loro due continuavano a dondolare fuori tempo, abbracciati l'uno all'altra, Ellen con il viso abbandonato sulla spalla di Tom e quest'ultimo che l'abbracciava stretta come a proteggerla dal mondo.

- Mi sono innamorato della mia segretaria. Una peste, Ellen! Una dittatrice, confusionaria che ha messo a soqquadro il mio ufficio. Me ne ha fatte di tutti i colori, pensa che ha attentato la mia vita almeno in due occasioni, ma mi ha portato tanta gioia. Purtroppo, me ne sono accorto quando era troppo tardi.

Ellen rise, non riuscì a trattenersi, mentre le lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi, tirò su con il naso per cercare di fermarle.

- Però era brava sia come fidanzata che come impiegata. Mi sono comportato male con lei e l'ho persa. Adesso, magari, sarei tra le sue braccia... invece ho sbagliato tutto, ma si va avanti. Questa è la realtà.

- Già, credo proprio sia così. - disse lei, non riuscendo a fare un discorso più lungo.

Tom la strinse ancora più forte a sé – Comunque, credo sia stato il destino che ci abbia allontanati. Non sarei mai potuto restare con un disastro del genere. Era bella, sai, ma aveva un carattere troppo esuberante per me. Mi offuscava con la sua presenza.

Ellen gli pestò un piede di proposito.

- Cazzo! Ahi... - imprecò lui.

Ellen lo guardò con sufficienza – Scusa, non l'ho fatto a posta. - si difese.

Lui le sorrise – In tutta onestà, credo che a quattordici anni ne capivo di più in fatto di donne.

Lo fissò perplesso – In che senso? - gli chiese, guardandolo di traverso.

Tom l'allontanò e smise di ballare, le poggiò le mani sulle spalle e socchiuse gli occhi.

Le fece una radiografia – Presumo che io starei bene solo con una reginetta del liceo, la più bella di tutte. Sai quelle che vogliono solo la pace nel mondo? Quelle a cui compri un vestito di marca e sono felici come una pasqua?

Ellen sbarrò gli occhi e si mise sul piede di guerra – Tu... - disse, puntandogli l'indice sul petto.

Tom le prese la mano, ridendo e l'abbracciò di nuovo, continuando a ballare il lento che ormai era finito da un bel pezzo.

Ellen cercò di divincolarsi dalla stretta, ma lui la tenne salda.

- Credi che se chiedessi di uscire alla reginetta che è stata eletta questa sera, mi darebbe una possibilità? - le chiese, sorprendendola.

Ellen si quietò – Non saprei... mi sembra sia una buona forchetta, spero che il tuo portafoglio sia bello gonfio.

Tom la fissò – Sai la mia segretaria, quella di cui ti ho parlato prima, era proprio una pidocchiosa come te!

La lasciò così, in mezzo alla pista, da sola.

Ellen si trovò disarmata e vulnerabile.

Rimase impalata, senza trovare il coraggio di muoversi.

Chiuse gli occhi, mentre le lacrime scendevano inesorabili, senza alcun freno.

Qualcuno le cinse la vita da dietro.

Avvertì un calore vicino al collo e alle guance.

Un bacio lieve che le fece venire i brividi.

- Piacere, Mr. Gore. Miss Mayer... vero? Per me sarebbe davvero un onore portarla a cena fuori.

 

***

 

George Morris posò su una sedia, la valigetta ventiquattr'ore che si era portato alla festa.

Aprì le cerniere e ne estrasse la prima copia del suo nuovo libro.

Guardò la moglie Cindy con un sorriso smagliante.

- Finalmente, è arrivato il momento di consegnarlo ai due coglioni. Avevo promesso di dare la prima copia a loro. Ho perso un sacco di soldi ad aspettare che quei due si mettessero in riga. Finalmente potrà uscire in libreria. Per fortuna ho sposato una donna che lavora! - disse, facendole

l'occhiolino.

Cindy lo fissò perplessa – Ma credi che ci arriveranno che sono loro i protagonisti?

George sorrise – Ho cambiato solo i nomi e ne ho cercati due con le loro stesse iniziali. Il resto è chiaro! Va bene che sono due coglioni, ma non credo siano proprio così cretini...

Cindy poggiò le mani sui fianchi, evidenziando il grosso pancione e lo guardò con aria di rimprovero – George Morris non dire parolacce in presenza di tuo figlio, altrimenti faccio la spia con Eleanor!

Lui rise e si inginocchiò davanti alla moglie, per posare un bacio su suo figlio che, tra qualche mese, avrebbe allargato la sua bellissima famiglia.

 

 

Estratto dell'epilogo del best seller di George Morris “L'undicesimo comandamento”.

 

Estelle guadò eccitata il pacchetto che era arrivato per posta. Chiamo il marito Tod a gran voce – Muoviti! È arrivato!

Quando Tod la raggiunse, si stesero sul divano, rannicchiati uno vicino all'altro con la copertina morbida che li coccolava.

Rimasero ore e ore a leggere insieme, litigando per chi doveva leggere il capitolo ad alta voce e chi, invece, doveva ascoltare.

Ridendo per alcune scene descritte che avevano dimenticato, insultandosi per i rispettivi pensieri messi nero su bianco nel libro del loro amico.

Si accusarono a vicenda per i piani loschi di entrambi, gioirono in segreto per la gelosia che provavano di nascosto nei confronti l'una, dell'altro e viceversa.

Qualche lacrima scese sulle guance di Estelle nel leggere i sentimenti di Tod, mentre lui per non sembrare una femminuccia si schiariva la gola e ogni tanto tirava su con il naso, maledicendo un raffreddore inesistente.

Ma il più delle volte risero e si divertirono nel ricordare alcuni frammenti di vita che, visti dall'esterno, sembravano molto più buffi che atroci, com'erano loro sembrati, quando li avevano vissuti davvero.

Quando lessero la parola fine, Tod si puntò sul gomito e accarezzò il ventre di Estelle – Se sarà una femmina, ti proibisco, categoricamente, di comprarle qualcosa con la faccia della gattaccia.

Estelle lo fissò con aria interrogativa.

- Non te l'ho mai detto, cara... ma io odio Hello Kitty!

 

 

***FINE***


NOTE AUTORE

Così siamo arrivati alla fine.
Ringrazio davvero di cuore chi mi ha seguita, ricordata e preferita, chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti.
Ringrazio le mie "Litigarelle" che mi hanno sempre supportato e coccolata e spero continueranno a farlo!
Il gruppo di FB è L'amore non è bello se non è litigarello.
Ringrazio di cuore chi ha recensito questo racconto, perché è un vero incoraggiamento a chi scrive amatorialmente.

Spero che, a parte la storia d'amore, il messaggio sia abbastanza chiaro per tutti.
Non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi.
Non giudicate le apparenze, ma sforzatevi di essere migliori, guardando oltre.
Vi assicuro che ci sono persone che si sentono sole, perché emarginate per il loro aspetto.
Siamo nel 2015, non nel medievo.
Ve lo dice una che pesava quasi 70 chili e la chiamavano ippopotamo ed è arrivata a pesare 45 chili e le dicevano che era anoressica!
Ricordatevi che la gente non si fa mai gli affari suoi!

Quindi... a tutti questi simpaticoni fate una bella linguaccia e continuate per la vostra strada!

Detto questo, spero che qualche risata ve la siete fatta, anche grazie a me.

Un bacione e GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEE

MandyCri



 

 

 
   
 
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