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Autore: topazio    18/10/2015    5 recensioni
«Per la confraternita.»
Nessun pensiero razionale si formula nella testa di Jon. C’è solo dolore. Dolore e confusione. Vorrebbe gridare, difendersi, ma le mani, le gambe, il corpo non risponde. Mentre il sangue fuoriesce dalla ferita, Jon rimane inerme.
[Ispirata all'episodio 5x10]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allister Thorne, Jon Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu Quoque

 

 

Traditore.

Jon osserva e non comprende. Traditore. Una parola solo scritta, non pronunciata, ma è come se venisse gridata nel silenzio della notte.

Ha appena il tempo per voltarsi. Vuole chiedere spiegazioni. Un’ombra si avvicina a lui. Ser Alliser. Estrae un pugnale. Jon ha appena la percezione del movimento dell’uomo, e quando realizza ciò che sta per accadere è già troppo tardi. La lama è mortalmente affilata, e lacera indumenti, carne e ossa. Una fitta lancinante di dolore lo pervade, lo sguardo gli si annebbia.

«Per la confraternita.» Dice con rabbia l’uomo. Nella voce una nota di trionfo tanto attesa e agognata.

Nessun pensiero razionale si formula nella testa di Jon. C’è solo dolore. Dolore e confusione. Vorrebbe gridare, difendersi, ma le mani, le gambe, il corpo non risponde. Mentre il sangue fuoriesce dalla ferita, Jon rimane inerme.

Un uomo si avvicina. Non lo guarda negli occhi, Jon non lo riconosce. Non riesce a mettere a fuoco. Sente solo il bacio gelido dell’acciaio contro la sua carne.

«Per la confraternita.» Dice. La voce bassa, ma per Jon è come se gridasse.

Traditore.

L’uomo si allontana e se ne avvicina un altro. Sono ombre, ombre scure dai contorni sconnessi e sfocati.

«Per la confraternita.»

«Per la confraternita.»

«Per la confraternita.»

Questo è quello che dicono. Uno dopo l’altro. Colpiscono. Parlano. Si allontanano. Tornano a essere forme indistinte.

Jon non vede, subisce e basta. Incapace di muoversi e reagire. Percepisce i suoni – rumori bassi, sussurri, gemiti. Gli sforzi di coloro che affondano la lame, il lamento di colui che subisce l’attacco.

Indifeso, confuso. Tradito.

 Jon percepisce gli odori. Morte e sangue. Con sorpresa quasi, si rende conto che è lui stesso a puzzare di morte, un odore che conosce bene.

 Il dolore lo acceca, fatica a respirare. Il corpo è in fiamme, nonostante la neve che cade e inizia a ricoprire il cortile interno del Castello Nero.

Le forze lo abbandonano. Cade in ginocchio. E quasi non se ne accorge. Sente solo il contatto delle sue ginocchia contro il terreno duro e gelato. Deglutisce. Sbatte le palpebre.

Un’altra ombra gli si avvicina. Più piccola, più silenziosa.

All’improvviso incontra lo sguardo di Olly. Il ragazzino che un tempo lo guardava con così tanta ammirazione, che aveva combattuto quando i bruti avevano attaccato la Barriera, che aveva ucciso Ygritte.

Quello stesso ragazzino che ora estrae il pugnale e lo conficca con violenza.

«Per la confraternita.» Sussurra. E si allontana in fretta, nel suo sguardo Jon legge il dolore, la rabbia.

Anche tu, Olly.

Questo è il pensiero che si forma nella mente di Jon. Perde nuovamente l’equilibrio. Cade. Il contatto con il suolo gli mozza il fiato in gola. I capelli sfiorano il manto innevato.

Le ombre spariscono. Una ad una, tutte quante si allontanano e all’improvviso si ritrova solo, con la sola compagnia delle mute nuvole cariche di neve che si muovono lentamente in cielo.

Jon le osserva. I petto gli duole, vorrebbe respirare, ma non riesce a incanalare aria a sufficienza. L’addome è in fiamme, come se piccole lingue di fuoco fuoriuscissero da ogni ferita, da ogni pugnalata. Mille pensieri si accumulano nella testa.

La morte è davvero così?

Nella tua testa si materializza l’immagine di suo padre. Ucciso dalla sua fedeltà. L’uomo dal volto duro e austero, ma che amava infinitamente i suoi figli. Per lui, Robb era sceso in guerra. E la guerra aveva ucciso anche lui.

Erano così simili, Jon e Robb. Ma con destini completamente diversi. Uno dei due un giorno sarebbe diventato lord di Grande Inverno. L’altro.. l’altro sarebbe rimasto solo un bastardo. Uno Snow.

Eppure aveva incontrato la stessa sorte.

Robb. Il fratello tradito, ucciso vergognosamente. Aveva visto sua moglie incinta morire davanti ai suoi occhi, sua madre urlare disperata, dirgli di andarsene, scappare. E mentre un’altra freccia lo trafiggeva – negli occhi c’era ancora l’immagine della donna che amava, del sangue che usciva dalle ferite sul ventre – dalle sue labbra uscirono solo parole sussurrate.

 «Vento grigio.»

Jon sente le dita intorpidirsi, diventare insensibili. Le gambe non gli rispondono. Cerca di muoverle, ma non succede niente.

Era questo che provava Bran?Si chiede, la mente gli si annebbia a causa del dolore.

Bran. Il suo fratellino spezzato. Che sognava di diventare un cavaliere.

E poi Rickon, troppo piccolo per comprendere. Arrabbiato e infelice, abbandonato dai genitori e dai fratelli. Ucciso troppo presto, ingiustamente, vergognosamente.

E Arya. Jon pensa a quando le arruffava i capelli, e al loro ultimo incontro. Il suo sorriso contagioso e la sua vena ribelle. Era morta anche lei?

Nella mente di Jon si forma l’immagine di Ygritte. Pensa ai suoi baci, ai suoi occhi e ai suoi capelli rossi. Baciata dal Fuoco, così la chiamavano nel suo popolo. I capelli così simili a quelli di Sansa.

La sorella prigioniera, la sorella che lui non aveva mai saputo comprendere fino in fondo. L’unica ancora in vita.

Pensieri che lo confondono, pensieri che si accumulano. Riflessioni che durano un istante o poco più. Un nome si forma sulle sua labbra, ma non ha la forza di pronunciarlo, vorrebbe gridare ma non ne ha la forza.

Gli occhi rimangono fissi sulle nuvole che coprono il cielo. Con uno sforzo che gli pare disumano Jon incurva le labbra e una sola parola appena sussurrata viene pronunciata, ma il suo suono si disperde nell’aria gelida.

 

«Spettro.»

 

 

 

 

 

 

 

Salve , salvino!

Volevo dare una mia personale interpretazione di quanto successo nella puntata 5x10. One-shot scritta di getto, e tenuta nascosta in una cartella del computer per molto tempo, e sinceramente non molto riuscita, ma volevo creare un parallelismo tra la morte di Robb e quella –presunta – di Jon. Entrambi muoiono pronunciando il nome del loro meta-lupo. Entrambi vengono traditi.

Il titolo si riferisce alla morte di Giulio Cesare, ucciso e tradito. Morì pronunciando la famosa frase:  Tu quoque, Brute, fili mi!, ovvero ‘Anche tu, Bruto, figlio mio.’ Il tradimento di Olly, è infatti ispirato a questo episodio storico. Non mi dilungo oltre in spiegazioni :)

Spero che questa storia non sia un completo disastro! In ogni caso fatemi sapere ♥

Alla prossima,

Topazio ♥

  
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