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Autore: mikyintheclouds    18/10/2015    3 recensioni
Brevi scorci della vita quotidiana di Kensi e Deeks, dopo che lei scopre di essere incinta del ragazzo e decidono, quindi, di formare una loro famiglia.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kensi Blye, Marty Deeks, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era appena scattata la mezzanotte. Udiva i rintocchi provenire dal buffo orologio a cucù della cucina, attutiti dai muri e dalle porte chiuse. Si girò sul fianco e la guardò.
Si era addormentata da poco, ma era talmente stanca dopo quella dura giornata di intenso lavoro che li aveva visti impegnati in un caso tutt’altro che semplice, che era già immersa in un sonno profondo; poteva dedurlo dalla bocca leggermente aperta e dal respiro lento e regolare, quasi un dolce russare. Aveva i capelli neri corvini sparsi sul cuscino dietro di lei, tranne una ciocca, che ricadeva morbida sulla fronte, dividendola in due parti, rendendole il viso leggermente asimmetrico, e finiva sul naso, terminando in una soffice onda.
L’orologio aveva smesso di emettere i suoi dodici rintocchi; era ufficialmente il 29 luglio, il compleanno di quella bellissima donna che giaceva rannicchiata accanto a lui.
Sorrise al pensiero di quello che sarebbe accaduto di lì a poche ore e già si pregustava la sorpresa che avrebbe scorto nei suoi occhi e nei suoi lineamenti. Si avvicinò ancora di più a lei, la abbracciò, lei schiacciò il viso nel suo petto e lui appoggiò il capo su quello di lei, chiuse le palpebre e si addormentò a sua volta, l’ombra del sorriso ancora impressa sulle sue labbra, sperando che tutto andasse come sarebbe dovuto andare.
 
Kensi venne svegliata dai caldi raggi del sole che penetravano dalla finestra, smorzati dalle tende che contribuivano a rendere soffusa la luce nella stanza, un’atmosfera sospesa, misteriosa, quasi magica.
Allungò una mano verso l’altra metà del letto, quella occupata dal suo compagno e la trovò fredda e vuota. Stupita aprì gli occhi, si voltò e notò qualcosa di particolare: il suo costume da bagno era stato disposto ordinatamente sulle lenzuola, accanto a un paio di pantaloncini, una maglietta e un biglietto che riportava scritto “indossami”.
Un sorriso ironico e curioso le illuminò il viso e decise di stare al gioco.
Si vestì in fretta, aprì la porta e, guardando per terra, trovò dei post-it su cui era stato scritto “seguimi” disposti uno accanto all’altro, in modo da formare un percorso, un “sentiero” sul pavimento, che ovviamente avrebbe dovuto seguire.
Mentre si avvicinava alla cucina sentiva sempre più intenso il profumo del caffè e il sorriso, ancora stampato sulle sue labbra, si allargò.
Passando accanto alla porta della cameretta di Aurora, si affacciò per salutare la sua piccolina che a quell’ora sarebbe stata senza dubbio sveglia e smaniosa di essere tirata fuori dal lettino per iniziare la sua giornata.
Con sua sorpresa, però, non trovò nessuno all’interno.
Proseguì, allora, verso la cucina, aspettandosi di trovare lì sia Deeks, sia sua figlia ma, quando aprì la porta, trovò il locale deserto.
La luce del sole che penetrava dalle ampie vetrate che davano sulla veranda l’accecò per un momento ma, quando si abituò al sole, notò la tavola riccamente apparecchiata con tutti quei cibi e bevande che più amava; otto ciambelle, ognuna di un gusto diverso, erano disposte a formare un cuore, all’interno del quale erano stati disposti un numero considerevolmente elevato di barrette di cioccolato e merendine formato mignon.
Un pancake, cotto a puntino, era stato disposto in un piatto vicino al cuore e con lo sciroppo d’acero erano stati scritti due numeri su di esso: 33.
Una ciotola con frutta assortita e una tazza gigante e colma di caffè fumante completavano quel quadretto idilliaco.
Si sedette leggermente sopraffatta da tutto quello che vedeva; se fosse stata un’emoticon, in quel momento sarebbe stata certamente quella con gli occhi a cuoricino. Osservava tutto meravigliata, mentre una forte emozione si impossessava di lei perché nessuno le aveva mai fatto una cosa simile, mai nella sua vita aveva avuto un simile trattamento. Si sentiva una principessa, pensava di essere la persona più amata e, nella sua mente, di sicuro in quell’istante lo era. Si era svegliata da 10 minuti, era il suo compleanno e tutto era perfetto.
Notò un bigliettino appicciato alla tazza che a prima vista, distratta da tutto quel ben di Dio, aveva mancato di vedere. “Bevimi, mangiami e segui gli altri” recitava quel piccolo pezzetto di carta.
-Segui gli altri?- Si domandò, sporgendosi leggermente dalla sedia per individuare altri post-it che ancora non aveva scorto. E li individuò; partivano dall’estremità opposta del tavolo si dirigevano verso la portafinestra.
Era sempre più curiosa di sapere cosa avesse escogitato quel matto di Deeks per stupirla, sorprenderla, renderla felice, come se già non lo fosse a sufficienza per il solo fatto che lui fosse ogni giorno al suo fianco, per come la faceva sentire quando la guardava, le sorrideva, la toccava, per quello che avevano costruito insieme e quello che continuavano a costruire giorno dopo giorno, imparando a essere sempre più amici, amanti e genitori.
Nonostante la voglia di correre fuori, buttarsi tra le braccia di Deeks, ringraziarlo per quello splendido risveglio, baciarlo e stringerlo finché non avessero avuto più ossigeno in corpo, si prese del tempo per consumare la sua abbondante colazione. Si lasciò coccolare dalla morbidezza dell’impasto delle ciambelle, dalla dolcezza dei pancake ancora caldi, dall’aroma pungente del caffè, mitigato dalla leggerezza della frutta, che le riscaldava la gola e lo stomaco mentre lo beveva, donandole le energie che, ne era certa, le sarebbero servite durante quella giornata.
Ripose le merendine e il cioccolato in una scatola di latta in cui riponeva i suoi peccati di gola e la sistemò nella credenza, poi si mise a seguire i bigliettini fino alla portafinestra e uscì in veranda in quella calda domenica mattina di fine luglio.
Anche questa volta rimase sorpresa di non vedere né Deeks, né sua figlia ad attenderla in giardino. Ora che guardava meglio, nemmeno Monty era lì.
Ma dov’erano finiti?
Il percorso di bigliettini continuava anche all’esterno e finiva davanti alla sua macchina. Sul vetro della porta del conducente era appicciato un altro biglietto: “guidami”.
Rosa dalla curiosità, aprì la portiera, accese il motore notò che il navigatore era già stato impostato su un percorso che, ipotizzò, avrebbe dovuto seguire.
Accese la radio e si mise in marcia. Dalle casse uscivano le note delle sue canzoni preferite; un’altra piccola trovata di Deeks per rendere il suo viaggio piacevole.
Essendo domenica mattina le intricate strade di Los Angeles non erano ancora così trafficate come lo sarebbero state in un giorno settimanale e Kensi si godette il tragitto, con il sole che la riscaldava penetrando dal finestrino abbassato e l’aria fresca che le scompigliava i capelli, mentre ogni tanto cantava a squarciagola un brano di qualche canzone. Mentre guidava sentì un bip dal cellulare che indicava l’arrivo di un messaggio. Rallentando per non rischiare di finire fuori strada, prese il cellulare e lesse il breve messaggio di Callen che le augurava buon compleanno. Pochi istanti dopo ricevette, in successione, i messaggi di auguri da parte di Eric, Sam, Hetty e Nell e fu proprio quello dell’amica ad incuriosirla di più.
 
Tanti auguri Kens, goditi questa giornata e…fammi sapere ;)
 
-Fammi sapere?- Si domandò, incuriosita. -Cosa le dovrei far sapere?- Quella giornata si stava rivelando sempre più meravigliosa, misteriosa ed eccitante.
Le rispose brevemente chiedendole cosa sarebbe successo, sapendo che comunque non avrebbe ricevuto alcuna spiegazione dalla piccola tecnica informatica.
Seguendo il navigatore si ritrovò su strade che non aveva mai percorso, distanti dai suoi soliti tragitti che normalmente frequentava e che conosceva per lavoro.
Si era lasciata da una mezz’ora la città alle spalle quando il navigatore la fece svoltare a destra decretando che era arrivata a destinazione. Kensi spense il motore, azionò il freno a mano, alzò lo sguardo e quello che vide le mozzò il fiato in gola per la meraviglia. Si trovava in cima ad una collinetta e sotto di sé vedeva una pineta che scendeva morbidamente verso l’oceano la cui acqua, inondata dal sole, brillava e luccicava come un diamante, formando giochi di luce che le si riflettevano negli occhi estasiati.
Scese dalla macchina e vide un piccolo sentiero che portava verso una spiaggetta che dalla macchina non era riuscita a scorgere. Si incamminò sul sentiero, passando attraverso la pineta, respirando il profumo intenso della resina e ascoltando il frinire di mille cicale che riposavano tra le fronde degli alberi.
Via via che camminava la terra si trasformava in sabbia e dopo pochi minuti arrivò al limitare di una piccola spiaggetta, occupata da un ombrellone, alcuni asciugamani distesi sotto di esso, un uomo, un cane e una bambina.
Sorrise alla vista della sua famiglia e si prese qualche minuto per osservare la scena. Monty correva sul bagnasciuga, rincorrendo il frisbee che Deeks gli lanciava, eccitato dall’acqua che lo bagnava e dalle onde che sembravano inseguirlo. Quando riusciva a prendere il giocattolo, lo riportava soddisfatto e scodinzolante al suo padrone che prontamente glielo rilanciava, animando la brama del cane di correre ed afferrarlo e suscitando le risa della piccola Rory, seduta accanto a lui.
Il sole rendeva l’oceano uno specchio, colorava di un riflesso dorato e argentato l’acqua e la schiuma del mare, donava ai capelli biondi di Deeks sfumature ancora più chiare e faceva risplendere quelli neri di Aurora.
Kensi estrasse il cellulare e scattò una fotografia; certi momenti valgono la pena di essere immortalati per sempre.
Si avvicinò silenziosamente, ma Monty la notò e iniziò a correre verso di lei saltando, abbaiando, scodinzolando e schizzando sabbia ovunque. Quando la raggiunse le saltò addosso, desideroso di ricevere un bel grattino dietro le orecchie, cosa che Kensi non mancò di fare.
Deeks la raggiunse con in braccio Rory che emetteva gridolini eccitati alla vista della madre. “Si, piccola, è proprio la mamma quella.” Disse Deeks in risposta ai versetti della bimba che tendeva le braccia verso Kensi. “Ciao amore mio!” Esclamò lei prendendola amorevolmente dalle braccia dell’uomo e baciandole dolcemente la pelle rosata della pancia nuda, che sapeva di salsedine e crema solare, un profumo che aveva imparato ad associare a Deeks nel corso dei lunghi anni di conoscenza e lavoro fianco a fianco. Si rivolse poi proprio a lui con un sorriso che venne ricambiato. Si guardarono fissi negli occhi per secondi che sembrarono ore, senza bisogno di parlare per dirsi quello che pensavano, perché già sapevano. Fu lui il primo a rompere quella sorte di incantesimo, avvicinandosi a lei e baciandola dolcemente sulla bocca.
“Auguri baby”, le disse lasciandole un piacevole aroma salato sulle labbra.
“Grazie.” Rispose lei. “Per tutto. Era tutto fantastico.” Continuò.
“E ancora non hai visto il meglio.” Esclamò il ragazzo.
“Wow, le sorprese non sono ancora finite? Potrei abituarmi a questo trattamento speciale.” Scherzò lei.
Deeks le indicò l’ombrellone e i teli e Kensi notò anche una borsa frigo. “Oggi ci prendiamo una giornata tutta per noi e ci rilassiamo. Picnic in spiaggia.” Decretò il ragazzo, soddisfatto.
“Fantastico! Il viaggio in auto mi ha messo fame. Vieni Rory, andiamo a sederci.”
“Hai ancora fame dopo quella colazione? Sei proprio irrecuperabile, Kens.” La prese in giro Deeks, guadagnandosi un pugno giocoso sulla spalla.
Kensi fece sedere Rory sul telo più in ombra per ripararla dal sole che cominciava ad essere più caldo e notò intenerita che era completamente sporca di sabbia.
“Vedo che qualcuno qui si è divertito a rotolarsi nella sabbia.” Commentò divertita.
“Si…hem, ecco…come dire…ha visto Monty rotolarsi nella sabbia e ha pensato di fare lo stesso. Ho cercato di impedirle di farlo, ma è stata troppo rapida. Sta diventando proprio come sua madre.”
Kensi lo guardò facendo finta di essere arrabbiata. “Cosa vorresti dire con questo?”
“Nulla baby, solo che Rory è come te, quando si mette in testa qualcosa la fa. Esattamente come te.”
“Questo perché siamo donne risolute, vero tesoro? Nessuno ci può fermare.” Disse facendo il solletico alla bambina, tentando di pulirle il pancino dalla sabbia. Rory rise mostrando un unico dentino che stava crescendo e Kensi notò ancora una volta quanto la sua risata e il suo sorriso fossero identici a quelli del padre mentre i lineamenti del visto, il taglio degli occhi e il colore dei capelli richiamassero così fortemente i suoi. Il colore degli occhi, invece, era un particolarissimo grigio, come se l’azzurro di quelli di Deeks e il marrone/nero di quelli di Kensi si fossero perfettamente fusi in qualcosa di unico, che l’avrebbe resa il miscuglio perfetto dei genitori.
Decisero di fare un bagno prima di mangiare, per rinfrescarsi e risero insieme nel vedere la gioia dipinta sul volto della piccola quando la immersero nell’acqua, quasi fosse nel suo elemento naturale e Kensi notò che quel particolare comportamento l’aveva ereditato dal padre che, a sua volta, nuotava e si muoveva agile tra le onde facendo buffi versi a pelo d’acqua per far divertire la bambina. Presto, penso sicura Kensi, le avrebbe insegnato a surfare, così come aveva insegnato a farlo a lei pochi anni prima.
Ritornarono ai loro asciugamani e si sdraiarono al sole ad asciugarsi e riscaldarsi, completamente felici e rilassati, felici di avere quel piccolo paradiso terrestre solo per loro.
Diedero da mangiare alla bambina, poi fecero una breve passeggiata sul bagnasciuga per farla addormentare e, quando la piccola chiuse gli occhi cullata dal rumore delle onde che si infrangevano sulla battigia e sicura tra le braccia di Deeks, la posero dolcemente sull’asciugamano, coprendola con un leggero pareo di Kensi che Deeks si era assicurato di mettere nello zaino la mattina.
Mangiarono i sandwich preparati da Deeks, poi si sdraiarono uno accanto all’altra e parlarono e si coccolarono fino a quando si addormentarono, cullati dallo sciabordare del mare e dal tepore del sole.
 
Kensi fu svegliata dai gridolini eccitati di Aurora dopo quelle che le sembrarono ore e si tirò a sedere sul telo, osservando Deeks che faceva volare un aquilone sopra la testa di una particolarmente eccitata Rory. La bambina protendeva le mani verso l’alto, in un vano tentativo di raggiungere quel colorato e bizzarro oggetto che fluttuava come per magia sopra di lei.
Kensi si alzò, li raggiunse e abbracciò Deeks dal dietro, facendogli perdere la concentrazione.
“Scusa, non ti volevo spaventare.”
“Non preoccuparti. Anzi, sei arrivata nel momento opportuno. Io e Rory volevamo darti una cosa.”
Tornarono insieme verso l’ombrellone e Deeks prese qualcosa dallo zaino, porgendolo a Kensi. Erano due sacchettini molto graziosi.
“Buon compleanno!” Esclamò Deeks battendo le mani, subito imitato dalla bambina.
“Le hai insegnato a battere le mani?” Chiese stupita Kensi.
“Ci è voluta buona parte della mattina, ma ce l’abbiamo fatta, vero cucciola?”.
Kensi, rosa dalla curiosità, aprì il primo sacchettino e ne estrasse una collanina di corda, chiaramente fatta a mano, con una conchiglia di madreperla come ciondolo.
“Questa” Cominciò a spiegare Deeks, vedendo lo sguardo sorpreso della ragazza, “è una conchiglia che Rory ha trovato proprio qui appena siamo arrivati. Era già bucata e ho pensato di inserirla in un cordino. Consideralo come il primo regalo da parte di tua figlia.”
Kensi lo guardò intenerita. Ma come faceva ad essere sempre così perfetto? Cosa aveva mai fatto per meritarsi un uomo che la trattava come una principessa? Dopo suo padre, nessuno l’aveva mai fatta sentire così speciale come lui sapeva fare.
“Grazie amore mio.” Disse Kensi schioccando un bacio salato sulle guance rosee della bambina.
Aprì, poi il secondo sacchettino e ne estrasse un medaglione, infilato in una catenina d’oro. Lo aprì e vide una foto con loro tre, scattata qualche settimana prima. Sapeva di essere di parte, ma doveva ammettere che erano proprio una bella famiglia.
Guardò Deeks per un minuto, aveva il viso teso in una smorfia di dubbio. Sembrava un bambino in attesa dell’approvazione della maestra dopo aver presentato il suo lavoro. Sorrise intenerita. Quella sua faccia da cucciolo non la smetteva di farla innamorare di lui ogni giorno di più.
“Lo so che non è molto, magari ti aspettavi un altro regalo, qualcosa di più utile, so che ami i coltelli, ma ho pensato che, sai, in questo modo ci avresti avuti sempre con te, qualsiasi cosa accada e…”
“Deeks!” Lo interruppe.
Lui alzò lo sguardo su di lei che lo ricambiò con un bacio appassionato.
“Non dovevi.” Riprese lei quando si staccarono. “Non c’era bisogno che mi facessi alcun regalo. La sola cosa che voglio la posseggo già. Siete voi, tu e Rory, la mia famiglia, la cosa più bella che mi potesse capitare. Mi sento come ho sempre desiderato sentirmi. Felice.”
Deeks sorrise a quelle belle parole e l’attirò ancora una volta a sé. “Veni qui” Le sussurrò sulle labbra, prima di baciarla nuovamente con ancora più passione.
Trascorsero il resto del pomeriggio a giocare con Monty e con Rory, a ridere, a scherzare, a battibeccare e prendersi in giro, fino a quando il sole non cominciò la sua lenta discesa dietro la linea dell’orizzonte, cominciando a colorare il cielo di un colore via via più rosso che si rifletteva nell’acqua liscia dell’oceano, rendendo indimenticabile quello spettacolo e quella giornata perfetta.
Rimasero seduti per alcuni minuti ad osservare il lento, ma inesorabile arrivo della sera, Kensi placidamente appoggiata al petto di Deeks che le cingeva la vita da dietro e Rory seduta tranquilla e al sicuro tra le gambe del padre e quelle della madre e intenta a giocare con la sabbia.
Poco dopo Deeks si alzò e si avvicinò nuovamente alla borsa frigo, da cui estrasse due piccoli cupcake, per concludere in bellezza il compleanno di Kensi.
“Alla festeggiata.” Disse, porgendogliene uno.
Kensi lo ringraziò e lo prese, addentandolo subito.
“Mhhh…caffè!” Disse con la bocca piena, estasiata dal sapore gustoso del dolce che mischiava la delicatezza della glassa alla panna al più marcato aroma di caffè.
Diede un secondo morso quando, inaspettatamente, i suoi denti batterono su qualcosa metallico.
Ritrasse la bocca stupita e vide qualcosa che luccicava alla forte luce rossa del sole che ormai sembrava una palla di fuoco pronta per essere inghiottita dalle acque.
Il suo cuore, ancora prima del cervello, cominciava a realizzare cosa potesse essere quel cerchietto metallico che adesso stava estraendo delicatamente dal dolce con mani tremanti.
“Deeks.” Chiese debolmente con la voce roca, il cuore che batteva all’impazzata. “Cosa significa?”
Guardò sbigottita il ragazzo che sosteneva il suo sguardo e lo ricambiava con un cipiglio di serietà che raramente si poteva vedere in quegli occhi azzurri così sinceri e aperti.
“Mi vuoi sposare?”
 
 
 
 
 
 
Sono tornata! Ne è passato parecchio di tempo dall’ultima volta che ho aggiornato e mi scuso, spero di non avervi fatto troppo arrabbiare, ma la permanenza in Australia mi aveva distratta dal mondo delle fanfiction. Devo essere sincera, sono rimasta parecchio indietro con NCISLA (devo ancora vedere la sesta stagione e in America sono già alla settima!), ma non mi sono mai dimenticata di questa storia e, dopo aver visto un video su quel bellissimo bacio tra Kensi e Deeks a colazione, mi sono lasciata prendere dall’ispirazione e ho deciso di aggiornare. Cosa ne pensate?
  
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